La responsabilità dei capi socialisti nella sanguinosa rivolta di Ginevra

La responsabilità dei capi socialisti nella sanguinosa rivolta di Ginevra La responsabilità dei capi socialisti nella sanguinosa rivolta di Ginevra ^La $pr^à^èipjFpat'às del processo oeVrw, 15 botte. L'ultimo atto della fosca tragedia Bel 9 novembre 1932, scatenata a Ginevra dal famigerato agitatore socialista Leone Nicole, si è iniziato oggi' con la riunione delle Assise federali cui spetta di giudicare 1 colpevoli del tentativo criminoso contro l'ordine e la legalità. • Col Nicol sono imputati altri 17 agitatori e precisamente: l'aw. Dupont, il consigliere municipale Isaak, il funzionario postale Baeriswyl, l'autista Millasson, accusati, come il loro capo, di istigazione alla rivolta, il giornalaio Baudin, il manovale Daviet, il carpentiere Duboux, il macellaio Matzler, il manovale Megevand, 11 sarto Pinggera, il bagnino Hofer, lo studente turco Mahomed Kiamll, 11 falegname Wiltrich, lo straccivendoJo Lebet, 11 muratore Tronchet Luclen e suo fratello Pietro decoratore e infine il falegname Senn, accusato questo ultimo di partecipazione alla rivolta. La sede del dibattimento La presidenza del processo è affidata al giudice federale Agostino Soldati di Lugano, assistito dai due giudici federali, Suex per la Svizzera francese, e Kirchofer per la Svizzera tede' Bea. L'accusa sarà sostenuta dall'ai vocato Sillig di Vevex, procuratore ge nerale straordinario. La giuria si compone di 12 membri designati secondo apposita procedura in modo da conv prendere del rappresentanti delle principali regioni svizzere: fra essi si tro vano due rappresentanti della Svizzera italiana e precisamente l'aw. Francesco Bertela di Chiasso e l'ispettore scolastico Aurelio Ciocco di Mesocco. Come sede del processo, in mancanza di una sala sufficientemente ampia nel locale Palazzo di Giustizia, si è scelta la Salle de la Madeleine, che è un locale adibito generalmente a riunioni di associazioni religiose evangeliche. Cosi, per non turbare la maestà della giustizia con la visione di oggetti estranei a essa, si è dovuto stendere un ampio panneggiamento sull'organo monumentale che è eretto in fondo alla sala. Un non so che di paradossale resta, tuttavia, come sospeso nell'aria. Per capire .questa impressione, basti pensare che gli imputati sono tutti a piede libero e arrivano al processo movendo dalle rispettive abitazioni attraverso la città, tranquillamente, come semplici spettatori... L'atto d'accusa Aperta l'udienza e prestato il giuramento di rito da parte dei giurati, il presidente fa dare lettura dell'atto di accusa, di cui ecco i principali punti: « L'assemblea del partito socialista' di Ginevra, in data 8 novembre 1932, ha deciso, su proposta dell'imputato Nicole, di turbare con la violenza la riunione dell'Unione Nazionale annunziata per il giorno successivo. In occasione , di questa assemblea, gli imputati Nicole e Isaak incitarono i partecipanti a formare degli aggruppamenti e a . esercitare atti di violenza contro gll., ^organi della Polizia. I partecipanti alla assemblea si dichiararono d'accordo con questo modo di agire. In seguito a ciò l'imputato Isaak consigliava, immediatamente dopo l'assemblea, l'altro Imputato Bariswyl di confezionare degli sfollagente. In vista della manifestazione contro la riunione progettata dall'Unione Nazionale e alio scopo di esercitare violenza contro i poteri dello Stato, Isaak e Bariswyl procedettero alla fabbricazione di sfollagente con camere d'aria di bicicletta riempite di sabbia, distribuendoli quindi alla folla. Isaak si procurava pure alcune centinaia di chilogrammi di pepe che metteva pure a disposizione della folla per10 stesso scopo. Inoltre gli imputat. Bariswyl, Dupont e Millasson si, accor darono con i precedenti per un piano d■ attacco progettato contro la Polizia. La sera del 9 novembre i manifestanti sriunirono nelle vicinanze degli sbarramenti che la Polizia aveva stabilito nella Rue de Carouge per proteggere la riunione dell'Unione Nazionale. NicoleLebet è Lucien Tronchet, dirigenti rispettivamente dei partiti socialista, comunista e anarchico, pronunziarono davanti alla, folla sovreccitata dei discorsdi netta impronta rivoluzionaria. Nicolparticolarmente parlò a due ripresepreconizzando la rivoluzione e raccomandando alla folla di « tenir la rue »L'imputato Millasson, dal canto suo, invitò la folla a rompere gli sbarramentstabiliti dalla Polizia. Immediatamentdopo gli appelli di Nicole e di Millasson11 gruppo riuscì a rompere gli sbarramenti, ferendo in questa occasione di■ versi agenti di Polizia. Ciò non ostanteI gendarmi riuscivano a respingere dimostranti; ma quando le vie di fattdegli assalitori aumentarono di intensità e quando le forze di Polizia stavano per essere completamente sopraffatte, di Capo del Dipartimento cantonaldi Giustizia e Polizia dava l'ordine dfare appello alla truppa che era statappositamente inviata da Losanna Ginevra per essere a disposizione deGoverno cantonale. Quando la prima compagnia uscdalla caserma per venire in aiuto del■ la Polizia, la folla marciò rlsolutamen te incontro ai soldati e li attaccò in modo estremamente brutale. L'assalto erdiretto da diversi individui e condott' in modo metodico. I soldati furono dis armati, maltrattati e calpestati. Per lviolenza dell'attacco, la truppa si ritirava contro il muro del palazzo del'esposizione, sempre inseguita dai manifestanti, sovreccitati e minaccios1 Dato che la vita della trunna era- ipericolo, dopo i consueti squilli di tromba, fu dato ordine di far fuoco. Frcoloro che attaccarono la truppa furono constatati i seguenti imputati : Bau• din , Daviet, Duboux, Hofer, MatzleMegevand, Mahomed, Pinggera, SennPierre Tronchet e WUtrich. L'interrogatorio dei testi Si inizia quindi l'interrogatorio detesti. Contrariamente alla pratica giudiziaria ordinaria, data la procedurspeciale delle Assise Federali, l'interrogatorio dei testimoni precede, infattquello degli, imputati. Primo testimone citato-e tale Compagnon, di professione agente privatoII quale assistette all'assemblea departito socialista dhsll'8 novembre e udNicole dare delle disposizioni per lm' pedire con la violenza che gli avversari tenessero la loro progettata riunione. Altre precisazioni egli dà circa lcollaborazione dei comunisti all'attivtà sediziosa del partito socialista. Secondo testimone, che pure ha as 'j o a o i e a r i i a i a , i e , . i e n - te, i o ate di a a el ci - a o s ststito alla seduta del partito socialista, pur non essendo membro di questo, dichiara che Nicole impartì disposizioni ai socialisti affinchè .essi cercassero di penetrare nella saia dove si trovavano i membri dell'Unione Nazionale e formassero del gruppi negli angoli della sala stessa, in maniera da accerchiare i capi del partito avversario. Afferma anche di aver sentito l'imputato Isaak dichiarare la necessità che i partecipanti alla manifestazione fossero muniti di pepe per accecare i loro avversari. Il terzo teste è un socialista militante, il deputato cantonale Bornand, il quale dichiara che nella famosa seduta dell'8 novembre si è parlato di entrare nella sala dove erano riuniti i membri dell'Unione Nazionale, ma unicamente allo scopo di fare un contradittorio. Circa il pepe, riconosce d'aver egli stesso consigliato ai suoi amici politici di munirsi di questo mezzo. Ha visto la sera del 9 novembre la folla muovere all'assalto e battere i soldati. Congedato il teste, il presidente Soldati lo rimprovera aspramente, dichiarando che il suo posto sarebbe sul banco degli accusati, e che, in ogni modo, la sua deposizione è soggetta a cauzione. Il caso di un secondo deputato socialista, Fraisse, citato come testimone dalla difesa, è caratteristico. All'indomani dei fatti del 9 novembre, egli inviava alla direzione del suo partito una lettera di dimissioni. Successivamente, su pressione della direzione del partito socialista, le ritirava. A domanda, dichiara di non aver voluto, ritirando le dimissioni, solidarizzare col Nicole, ma unicamente col partito socialista. sccpSgetmdi tmgMet8dscMtdiaucSopraluogo sul teatro del conflitto L'udienza pomeridiana è premuta !da una visite sul luoghi dei disordini. lSi passa cosi dalla Rue de Carouge al la Place du Tempie, dove la truppa assalita fu costretta a far fuoco. Su alcuni muri delle case circostanti sono ancora visibili le tracce del grossi proiettili dei fucill-mltragliotrlci. Al sopraluogo procedono tutti insieme, mescolati alla rinfusa, giudici, giurati, difensori ed imputati. Il servizio d'ordine lascia piuttosto a desiderare: la folla si mette infatti al seguito del gruppo e qualche giurato è tagliato fuori. Il giurato ticinese Bertola osserva melonconicamente che i membri della giuria sono trattati meno bene desìi imputati... Sulla Place du Tempie il difensore del Nicole, l'avvocato Dlcker, un russo naturalizzato svizzero, che nella sua qualità di presidente del partito socialista ginevrino, ha avuto una parte indubbiamente importante nella organizzazione dei disordini, salvo ad assentarsi da Ginevra al momento della manifestazione, cerca di sollevare incidenti su incidenti per dimostrare che l'intervento della truppa è stato sproporzionato all'entità della dimostrazione. Il presidente ricorda allora solennemente che qui non si tratta di definire la questione della repressione effettua-» ta dal militari: se mai esiste una responsabilità circa i 14 morti che si sono avuti nella sera del 9 novembre; essa è di ordine morale e grava sulle spalle degli organizzatori dei disordini. Pertanto se dal dibattimento risulterà che gli imputati hanno messo la truppa nella circostanza di dover'fare uso delle armi, il Tribunale terrà conto di questa circostanza come aggravante. L'interrogatorip dei testimoni si riprende con il socialista Staeller, impiegato di banca, il quale ripete che 11 Nicole e i suoi compagni erano innocenti e che si voleva soltanto provocare un contraddittorio nella sala dove erano riuniti i membri dell'Unione Nazionale. La stessa versione è sostenuta da due altri testi, evidentemente addome sticati dalla difesa. Il presidente non ha però difficoltà a mettere in luce come le versioni date in queste deposizioni siano in perfetto contrasto col verbale della seduta, nella quale si parlò precisamente di impedire con la violenza che gU avversari svolgessero la loro progettata riunione. Sull'attività sediziosa della folla i testi non hanno molto da dire: eppure 1 caschi ed i fucili spezzati sono ammassati davanti a loro sul banco del Tribunale. Un solo teste socialista ammette di aver visto la folla lanciare delle pietre contro i soldati. Secondo un altro testimone, la maggior parte del soldati si sarebbe lasciata disarmare senza resistenza. Sfilano quindi quattro testi a carico. Un giovane studente in legge che si trovava in Rue de Carouge ìa sera del 9 novembre, udì il Nicole arringare la folla gridando che la rivoluzione a Ginevra era in atto e che occorreva tenere solidamente la strada. L'ultimo teste, un vecchio impresario, Bonnet, udì distintamente gli incitamenti del Nicole dopo di che la folla si lanciò contro 1 gendarmi. Il teste afferma di aver visto i soldati assalili, picchiati da gruppi di 5 a 10 persone che strappavano loro 1 caschi e i fucili, spezzandoli quindi per terra. La seduta è quindi tolta e rinviata a domattina. 0. T.

Luoghi citati: Ginevra, La Salle, Lugano, Svizzera