Allo Stadio Mussolini

Allo Stadio Mussolini Allo Stadio Mussolini La prima cerimonia ufficiale del pomeriggio è stata quella dell'inaugurazione dello Stadio Mussolini, alle 16. Occorre dire subito che è stato un avvenimento di una imponenza e di una grandiosità che sono andate al di là di ogni ^previsione; un avvenimento che rimarra incancellabile negli annali della nostra vita cittadina. Folla numerosa ed entusiasmo vibrante, indicibile. Manifestazione da impressionare, sia per la sua materiale imponenza, sia per il significato da essa emanante con immediata eloquenza. Quanto al numero degli intervenuti, possiamo dire con assoluta certezza che mài, a Torino, uno spettacolo sportivo raccolse intorno a se tanta folla Se la capacità normale dello Stadio è, come i costruttori assicurano, di 65 mila persone, dobbiamo registrarne almeno 70 mila, giacché l'immensa gradinata è in più punti addirittura traboccante. Una folla simile non fu superata che un paio di volte allo Stadium; all'inaugurazione della vastissi- i e o n a a e i l e a a e . l i i e i o a o n i i, n i o zi i|mezzo scendenti da altissimi pennonie- il gonfalone di Torino col toro d'oroma arena nel 1911 e in occasione del carosello storico del 1928. Ma non si trattava, come abbiamo già detto, di manifestazione sportiva, poiché l'inaugurazione dello Stadium avvenne con un concorso ginnastico, e fu quasi totalmente occupato da scolaresche. Invece il pubblico di ieri era, come qualità, il pubblico normale di una normale manifestazione sportiva, composto, cioè, di ogni categoria di cittadini. Settantamila persone Ma facciamoci ora a descrivere 11 memorabile avvenimento, sebbene esso sia stato, nelle sue proporzioni, tale da non poterlo riferire che imperfettamente. L'afflusso allo Stadio ha cominciato alle 14, da tutti i punti della città e specialmente dal centro. In alcune zone, come ad esempio a Porta Nuova, ove confluiscono alcune linee tram viarie che conducono allo Stadio, si è subito notata una animazione fuori del comune, che andava man mano intensificandosi sempre più. I trams partivano pieni zeppi, uno dopo l'altro, ininterrottamente. Le vicinanze dello Stadio non tardavano ad offrire uno spettacolo impressionante. Le automobili giungevano a folate e, deposto il loro carico^si disponevano tutto intorno al grande quadrilatero degli edifici sportivi, cingendolo in breve di una corona foltissima di vet ture. Tutto all'intorno brulicava la folla del sopravvenienti, sbarcati dai trams e dagli autobus e si affrettava agli ingressi, ove si condensava in rivoli ininterrotti, fluenti verso il grande ovale di cemento armato, che pareva inghiottirli per le sue venti bocche corrispondenti ad altrettante scale. Giungevano pure colonne ordinate coi .vessilli in testa : ed erano scolaretti, erano Giovani Fasci sti, erano Dopolavoro aziendali, erano Sindacati. Una singolare impressione di comodità, e come di libertà, accompagnava l'ingresso della' gente. Oltre gli ingressi si stendevano davanti ad essa graziosi giardini dal verde riposante e dai viali spaziosi. L'attraversarli era un piacere; come pure tornava comodo salire una delle tante ampie e comode scale d'accesso, ove la ressa era sconosciuta. Cosi lo Stadio si è riempito con facilità e regolarità, senza inconveniente alcuno. Un'occhiata all'intorno ci rivela però delle differenziazioni. I posti riservati, cioè le tribune coperte, sono quelli più gremiti, giacché riboccano anche lungo le scale di accesso. Ma, al centro, la tribuna d'onore attende ancora quasi tutti i suoi ospiti — le autorità — e sfoggia, allineate lungo i suol marmorei scalini, le poltrone di velluto rosso e, nel mezzo della balaustra, un serico tappeto. Una fila di sempreverdi la orna in alto; e aiuole fiorite le si stendono davanti, oltre il reticolato che cinge il campo sportivo. Fantastica selva di bandiere Di fronte alla tribuna d'onore, sull'altro lato dell'ovale, è pure una zona caratteristicamente segnata. La scalea pare qui una gigantesca tavolozza, tanti e vivaci sono i colori che la chiazzano ovunque. Sono qui raccolta tutti gli alfieri e i portastendardi, bAo qui riuniti a centinaia e centinaia) con le loro rappresentanze, tutti 1 vessilli, tutti i gagliardetti, tutte le bandiere delle associazioni cittadine, dalle sindacali alle patriottiche, dalle politiche a quelle d'arma. Ai lati di questa zona multicolore e vivace sono i vasti reparti accupati dai Giovani Fascisti, che si distinguono al giallo-granata dei loro fazzoletti. Più oltre, di qua e di là, è la massa nereggiante del pubblico anonimo, ravvivata dalle note di vario colore delle toilettes femminili, e che si congiunge, pei due lati, alle tribune coperte. Ma, sul lato destro, ecco ancora l'immensa macchia bianca e gentile delle Giovani e Piccole Italiane, e, accanto ad essa, quella scura dei Balilla. E poi ancora ampie macchie di grigio verde che denotano la presenza di militari; e, gettate qua e là, altre pennellate, come quella scarlatta delle Camicie rosse dei garibaldini, o quelle rosse o azzurre dei Dopolavori sportivi. Sull'estremo orlo della scalea, di fronte alla tribuna coperta, sventolano ventiquattro grandissime bandiere, le qua ri j 11 riproducono i gagliardetti dei vario. « Guf » partecipanti ai Littoriali; e, neli [mezzo scendenti da altissimi pennoni- 41 annlnlma Ai TiwItim «rtl +r,t-n #/>m rampante in campo azzurro e giallo, e la bandiera d'Italia con lo scudo sabaudo. Un'altra fìtta teoria di tricolori sventola all'interno dell'anello, lungo 11 reticolato che circonda il campo atletico. Più lontano, oltre la muraglia umana, troneggia la mole candida e quadrata della Torre di Maratona, al sommo della quale quattro enormi altoparlanti spalancano le loro enormi bocche, accanto ad un brulicare di persone rese minuscole dalla distanza. E intanto, ai piedi della tribuna d'onore, si dispone un'autovettura della « Luce » per la presa della documentazione cinematografica del grandioso avvenimento, con i treppiedi e gli operatori issati sul soffitto. Le 16 sono trascorse da pochi minuti quando dall'esterno giunge il suono festoso di una banda, e nella immensa adunata corre il solito movimento di curiosità e di attesa: stanno per giungere S. E. Starace e S. E. Ercole, accompagnati dalle autorità cittadine. Infat- dIbccvscSrrrppli,I Ora tutte le squadre sono schierateo e, sul verde del prato, sembra si sianoo e e ù a s e o a e , a o ri ti poco dopo, mentre tutti si alzano e tendono il capo, fra un vasto mormorio, il Segretario del Partito e il Ministro dell'Educazione Nazionale, entrano nella tribuna d'onore. Sono con lui S. E. il Prefetto, il Segretario Federale, il Podestà, e tutto il nugolo delle personalità che hanno accompagnato nelle precedenti cerimonie gli illustri rappresentanti del Partito e del Governo. Questi prendono posto al centro, accanto ai gagliardetti del Fascio e della Federazione ed al «Signum» del Giovani Fascisti, che vengono alzati in loro onore. E In pochi momenti anche la tribuna d'onore è gremita del suo pubblico scintillante. La magnifica sfilata degli atleti All'ingresso di S. E. Starace e S. E. Ercole, tutto il pubblico è scattato in piedi, come un sol uomo, prorompendo in un altissimo applauso. L'inno « Giovinezza », suonato dalla banda posta esternamente allo Stadio è stato ripreso dalle molte bande, fuse in una sola, che sono collocate di fronte alla tribuna d'onore, in apposito palco decorato coi colori di Torino. Un formidabile Eja promosso dagli studenti che spesseggiano nella tribuna coperta, echeggia all'indirizzo di S. E. Starace, e il nome del Duce, più che mal presente allo spirito di tutti i convenuti, viene gridato con travolgente slancio. La scena dell'entusiasmo popolare si prolunga, giacché un continuo fervore la rinnova. I Giovani Fascisti agitano 1 loro fazzoletti giallo-rossi e quel trepidare pare rispecchi il sentimento degli animi. E poi sono i Balilla che sventolano festosamente, fra grida di gioia, i loro fazzoletti azzurri, imitati dalle scolare, che agitano i fazzoletti bianchi. Poco dopo ha inizio la sfilata degli atleti, vale a dire la parte dello spettacolo più caratteristica nella sua nota coreografia, e più elettrizzante nel suo aspetto di bellezza fisica e spirituale. Dalla grande porta praticata sotto le. gradinata di fronte alla tribuna d'onore esce man mano, mentre la banda suona incessantemente l'Inno goliardico, la bella e ordinata gioventù degli Atenei d'Italia, che accompagna il suo passo agile e.baldanzoso sul ritmo marziale dell' Inno. E tutti gli sguardi 3ono là rivolti, pieni di ammirazione, mentre gli animi si colmano di orgoglio, di esaltazione. Spettacolo che più leggiadro e forte insieme non si potrebbe immaginare, pervaso di poesia e di gentilezza. Come scorta d'onore ai goliardi atleti dei Littoriali, entrano nel campo i Giovani fascisti, agli ordini del loro comandante conte ing. Orsi, vice-segretario» federale, che comanda pure l'Intera sfilata, con l'ausilio del vice-comandante Sarasino. Sono una decina di centurie, disposte su fronte di nove uomini, che entrano in campo, disponendosi in perfetta formazione da un lato e dall'altro del vasto campo. Il loro Ingresso e la loro sfilata suscitano acclamazioni, tanto è l'impressione che producono sulla folla. Ognuno dei giovani reca la fiamma giallo-granata, e ogni squadra è una Belva ondeggiante di vessilli. Tutte le centurie poi, tranne le due di testa, seno composte di ginnasti nelle loro succinte maglie nere, e ciò ac cresce la curiosità e l'effetto sul pub blico. L'entusiasmo della folla La comparsa degli atleti è preceduta da quella del gruppetto dei dirigenti tecnico-sportivi dei vari « Guf », capitanato dal console Poli, vice-segretario generale del « Guf », e di cui fanno parte il dottor Saini, solerte direttore tecnico del Littoriali, e il dott. Aureggl, della direzione centrale dei « Guf ». Poi fanno il loro Ingresso sul campo le squadre atletiche del vari Atenei. Esse entrano a due a due, affiancate, su fronte di tre uomini, e si dispongono nel mezzo del campo, fra i Giovani Fascisti, di fronte alla tribuna d'onore. Precedono 1 giovani, e seguono le signorine, che poi si affiancano ai loro colleglli. Ogni squadra reca in testa un cartello che indica la provenienza. I giovani indossano tutti la loro tenuta sportiva, e ciò dà luogo alla più leggiadra e sbrigliata tavolozza che si possa immaginare. La giovinezza si accop pia ai colori più freschi e vivaci, e ciò i raddoppia per lo spettatore la gioia dell ilo spettacolo. , Ora tutte le squadre sono schierate m a Hill VAYvYa ifol Wfltft flBmhnt ■! «rinriA distese aiuole fiorite. Esse si trovano disposte per ordine alfabetico, a cominciare da Bari, per finire con Venezia e Torino. Tutto e pronto per la rituale, solenne cerimonia del giuramento. Mori, uno del migliori atleti del < Guf » di Torino, sale sull'apposito palco, piccolo e alto, eretto di fronte alla tribuna d'onore, e rivestito di un drappo azzurro. Alza la destra nel saluto romano e fissando S. E. Starace pronuncia la formula del giuramento, che per mezzo di un microfono è dagli altoparlanti diffusa In tutto il campo. Le belle e fiere parole, che il pubblico ascolta attentamente, sono: «Combatterò per superare tutte le prove, per conquistare tutti 1 primati. Con il vigore sul campi agonali, con il sapere negli arenghf scientifici, combatterò per vincere nel nome d'Italia. Cosi combatterò, come il Duce comanda: lo giuro! >. L'eco della voce dell'atleta non è ancora spenta all'intorno, che un enorme travolgente Alala al Duce scoppia tre volte nell'arena, riempiendo l'aria di echi, accendendola di indicibile entusiasmo. Altre acclamazioni seguono, all'indirizzo di S. E. Starace. E quindi l'inno « Giovinezza » corona ancora una volta la fervida manifestazione. Dopo la presentazione delle squadre atletiche, si ha ora la sfilata vera e propria. La aprono e la chiudono le centurie d'onore del Giovani Fascisti. Essa si svolge lungo la pista, davanti a tutti 1 settori del pubblico. Le squadre passano suddivise nei vari gruppi delle diverse specialità — podisti, schermidori coi fioretti, canottieri coi remi, tiratori col fucili, tennisti con le racchette, nuotatori, pugilisti, ecc. — e il pubblico ha campo di meglio osservarle e conoscerle. Inutile dire che la sfilata suscita un interesse e un entusiasmo anche maggiore di prima. Sono continui applausi che echeggiano irrefrenabili fra grida di evviva, e che accompagnano 1 baldi giovani lungo tutto il giro dell'ovale. I nomi del vari «Guf » sono poi gridati come plauso e incoraggiamento dai vari gruppi di studen- ti che sledono fra il pubblico. Le gare Terminata la sfilata, gli atleti si dispongono sul « parterre », al di qua del reticolato, per lasciare Ubero 11 campo e la pista alle gare podistiche che si devono svolgere, Una squadra di inservienti, infatti, va ripassando la pista con scope e rulli. Dall'alto della Torre di Maratona gli altoparlanti annunciano il programma delle gare. H campo si va animando di atleti e di giurati, i quali si raccolgono sul loro caratteristico palchetto di osservazione sulla linea d'arrivo, davanti alla tribuna d'onore. Le gare hanno luogo, fra il vivissimo interesse del pubblico, combattute ed emozionanti. In altra parte del giornale è detto dei loro risultati tecnici. Qui basti dire che esse hanno costituito uno spettacolo veramente degno di gagllardia, di coraggio, di cavalleria, e che la folla ne è rimasta presa. La gioventù studijsa e fascista della nuova Italia di Mussolini ha detto, anche nella forma dello sport, quale essa sia, di che sia capace. E la folla, vedendo in essa uno dei segni più certi del glorioso futuro d'Italia, ha messo nell'applauso tutto il suo animo, tutto il suo cuore. S. E. Starace e S. E. Ercole hanno lasciato lo Stadio dopo le gare, fatti segno a un'altra indimenticabile manifestazione da parte del pubblico. AI palazzo di Giustizia Le Loro Eccellenze, lasciato lo Stadio, si dirigono al Palazzo di Giustizia. Il cortile del palazzo, tutto pavesato di bandiere, di cui due grandi trofei circondano i busti di S. M. il Re e del Duce, accoglie una folla di magistrati, avvocati e procuratori. Numerose file di sedie, tutte occupate, trasformano il cortile in una sala. Accompagnato da S. E. il Prefetto, dal Segretario Federale e dal Podestà, giungono S. E. Starace e S. E. Ercole. Ad incontrarli si reca l'aw. Maj orino, segretario del Sindacato. Tutu i membri del Direttorio vestono la toga e il tocco. Il Segretario del Partito, salutato il Cardinale arcivescovo S. E. Fossati, che per la cerimonia ha interrotto una sua visita pastorale, prima di salire sulla pedana si intrattiene con la vedova dell'avv. Giulio Giordani, caduto nell'eccidio di Palazzo d'Accursio e al cui nome il Direttorio del Sindacato ha dedicato la sala degli avvocati. Con la signora sono 1 due figli del Martire. Si notano fra la folla dei magistrati, tutti in camicia nera, S. E. Casoli, Primo, Presidente di Corte d'Appello, S. E. Muggia, Procuratore Generale, il Procuratore del Re comm. Magli ola, il Sostituto Procuratore del Re Di Majo, il Presidente del Tribunale Cammino, il Presidente della Commissione Reale degli Avvocati gr. uff. Motta, e il Presisidente dei Procuratori comm. Colombini. Vi sono pure di senatore Di Rovasenda, l'on. Olivetti, il nostro direttore dott. Alfredo Signoretti e il nostro direttore amministrativo comm. Cesare Fanti, l'ing. Bernocco, il prof. Cottino per l'Università e tutta una folla di personalità. Una selva di gagliardetti del professionisti e artisti, del dottori in scienze commerciali, dei giornalisti, degli ingegneri, ragionieri, musicisti, farmacisti, periti industriali, ecc. fanno ala alla tribuna. L'ingresso del Segretario del Partito è salutato dal grido unanime «Per il Duce! », a cui fan seguito vibranti « alala ». Numerose sono le rappresentanze del Sindacati avvocati e procuratori dei Tribunali di Novara e di Pallanza. L'on. Bertacchi, che rappresenta il Segretario nazionale prof. Grlsostomi Marini, porge a nome delle Curie d'Italia il saluto al Segretario del Partito Subito dopo, l'avv. Majorino passa in rassegna il Sindacato avvocati, che annovera 20 medaglie d'argento, 41 di bronzo, alcuni diciannovisti e primo fra tutti il Quadrumviro avvocato prof. De Vecchi di Val Cismon. Subito S. E. il Cardinale benedice il gagliardetto, di cui è padrino l'avv. Ezio Rossi; poi S. E. .Starace, S. E. Ercole e tutte le autorità salgono al piano superiore del palazzo, accompagnati dal Direttorio del Sindacato e da una folla di magistrati e di avvocati. Nella grande sala arredata con particolare signorilità ed eleganza, in stile modernissimo, arredo eseguito su disegni dello scultore Rodolfo Castellana, S. E. i' Cardinale compie il rito religioso cui il Segretario del Partito fa seguire quello fascista. Egli chiama a gran voce: «Giulio Giordani!», e gli intervenuti rispondono all'unissono: «Presente! ». II busto del Duce E siamo alla terza cerimonia che si svolge al palazzo di Giustizia: la consegna del busto del Duce, offerto dal Foro torinese alla Corte d'Appello. L'opera d'arte, eseguita dallo stesso scultore Castellana, è collocata negli ambulacri della Corte d'Appello. Il telo che copre il busto di bronzo vien tolto e il volto del Capo, che l'artista ha mirabilmente reso, appare mentre ' vibranti acclamazioni al Duce si elevano. S. E. Casoli esprime al Sindacato fascista degli avvocati la riconoscenza della Magistratura per il dono preziosissimo. Il Primo Presidente di Corte d'Appello dice che nessuno più del Duce ha diritto ad essere presente nel palazzo dove si amministra la giustizia. Egli che, seguendo le tradizioni di Roma, ha dato un nuovo diritto all'Italia. L'oratore ha concluso porgendo l'omaggio della Magistratura al Segretario del Partito. Le acclamazioni al Duce accompagnano S. E. Starace fin fuori del Palazzo di Giustizia e lo seguono lungo la via. Quando l'automobile che lo porta si ferma davanti alla Casa dei Sindacati, le centurie di'militi schierate a rendergli onore, si irrigidiscono e|suU'« attenti». A riceverlo si trovano il oSegretaiic-provinciale dell'Unione dei n o o e a i a e o a , o e o o , i a o o a a o o. i . e , l a o o u n rel oi, o a ale lc b a eao o e l, o su o ae. io n I a gsp ò SnNSgmlnctvcdpdqsilpstoncddpfnonrimatsasodeluDcssFnleaccattdqtdle A Sindacati dell'Industria cav. uff. Clanettl, accompagnato dal segretario cav. Nunzi e dal dott. Balletta. Prima di salire agli uffici, U Segretario del Partito, che è accompagnato dal Segretario Federale, si ferma a visitare al pianterreno gli ambulatori del Patronato nazionale infortuni, ricevuto dal seniore Cecchi e dal console Zucchetti. Quindi, accompagnato dal Segretario dell'Unione, prende visione dei diversi uffici, ed infine varca la soglia del grande salone delle adunanze. Alla Casa dei Sindacati Il suo ingresso è salutato con un prorompere di « alala » che poi si fondono in quel grido di Duce! Duce! col quale ormai le folle salutano 1 rappresentanti del Capo. Una musica, posta in fondo al salone, intona «Giovinezza», le parole fioriscono sulle labbra dei presenti ed il canto si alza potente cosi suggestivo che 11 Segretario del Partito stesso unisce la sua alla voce degli operai e canta l'Inno della Rivoluzione. E lo canta pure Andrea Gastaldi, il cav. Cianetti; tutti. La sala è gremita dei fiduciari di categoria di tutti 1 sindacati che fanno capo all'Unione, impiegati e maestranze si fondono coi funzionari e cogli impiegati dell'Unione, tutti presenti. Quando è possibile ottenere un po' di silenzio il cav. Cianetti parla. Figli porge al Segretario del Partito 11 saluto dei lavoratori torinesi nel cui cuore è sempre viva la memoria della visita fatta dal Duce alla loro Casa. Egli conclude che l'atto di fede delle maestranze è racchiuso nell'ordine del giorno votato nella assemblea generale del lavoratori che si chiude con le parole: « H più grande orgoglio dei dirigenti e gregari dei sindacati fascisti dei lavoratori è quello di essere al mondo è di poter operare nell'epoca di Mussolini, mentre si scrive una grande pagina di storia ». Nuovi alala, nuove acclamazioni al Duce dicono al Gerarca come la fiducia e la devozione nel Capo sia indistruttibile. Parla S. E. Starace. Egli esprime il suo vivo compiacimento nel trovarsi nella Casa del lavoratori, fra operai ed impiegati. Egli si attarda ad esaminare i compiti che spettano ai dirigenti e ai dipendenti dell'Unione, acciocché chiunque ricorra . ai loro buoni uffici trovi quell'appoggio, quell'assistenza, quelle amorevoli cure a cui il lavoratore ha sempre diritto. Queste toccanti parole d'amore non cadono in un terreno sterile. La sala sembra sollevarsi in un sol impeto. Le grida di «Duce! Duce!» si ripetono tonanti; neppure la musica che suona « Giovinezza » riesce a coprirle. Al Gruppo « Smaglio » Terminata la visita ai Sindacati, S. E. Starace si è recato a visitare la nuova sede del Gruppo rionale « Scaraglio » in via San Secondo. Nel vasto cortile prospicente l'edificio erano ammassati i fascisti del Circolo, 1 Giovani Fasc;sti in ordinati manipoli, un plotone di militi, un gruppo di ginnasti nella loro bella divisa bianca ed azzurra ed una folla di pubblico che sostava anche nella strada, attendendo il Segretario del Partito. S. E. Starace, che era accompagnato da S. E. il Prefetto, dal Segretario Federale e da altre personalità, si è vivamente compiaciuto col Segretario Federale e col Fiduciario del Gruppo per la bella ed elegante sede. Frattanto dal cortile si levavano alti applausi e grida che reclamavano il Gerarca al balcone. 8. E. Starace, affacciatosi, dopo aver salutato romanamente, ottenuto un poco di silenzio, ha detto che, tornando a Roma, assicurerà il Duce di aver trovato il Fascismo torinese quale il Capo vuole, e cioè obbediente e disciplinato, ma soprattutto fedele. Alti applausi ed acclamazioni a Mus. solini hanno salutato le parole del Segretario dei Partito che, fra gli scroscianti aiolà, ha, poco dopo, lasciato la sede del Gruppo. I segretari dei Guf convocati a Roma Prima che S. E. Starace lasciasse la nostra città, 1 Segretari politici dei Gruppi Universitari Fascisti convenuti a Torino hanno portato a Sua Eccellenza il saluto ed il ringraziamento degli, atleti universitari, lieti di averlo avuto fra loro nella magnifica giornata. S. E. Starace ha espresso il suo vivo compiacimento ed ha dato disposizioni al console Poli perchè convochi a Roma i 92 Segretari politici del Gruppi Universitari Fascisti per assistere alla premiazione del Littoriali sportivi e culturali, ÌBSESSBSIE S. E. Starace e il Ministro Ercole assistono alla sfilata degli atleti