Binda si impone in salita ma Guerra vince ancora in volata

Binda si impone in salita ma Guerra vince ancora in volata La drammatica Firenze-Grosseto sconvolge la classifica del Giro ciclistico d'Italia Binda si impone in salita ma Guerra vince ancora in volata La sfortuna contro il campione del mondo « Deiimysère conquista la " maglia rosa „ — (Dai nostri i n via ti speciali) r Il duello che appassiona Grosseto, 11 notte. E' mezz'ora che sono, davanti alla macchina da scrivere e cerco di ordinare le idee per le note di cronaca e di commento alla, tappa, °he è finita un'ora fa, e non riesco. a mettere nero sul bianco: la mia.camera, che e nell'albergo di Guerra, è invasa da un clamore .assordante che si leva dalla strada e pare che bruci al calore del quasi pazzo entusiasmo di una folla che recla.ma il campione alla finestra. Il guale è nelle mani del suo ■massaggiatore e dottore, il bravo Cavanna, che gli sta medicando e inceronando le ferite al braccio e alla coscia riportate nella caduta giù per la discesa di Castelnuovo. Solo quando la delicata operazione è finita, Guerra si infila il suo yigiawa e si presenta a questo, mare tn ìnurrosca che mugghia e si agita sotto i nòstri occhi. Non vi dico quello che sta succedendo. Mille e mille $acQi& si sono volte al terzo piano versa jl vincitore che appare con la capigliatura ancora sconvolta e risponde con un saluto e con un gesto Mia dimostrazione che lo commuove; te grida es,oono. ormai rauche dal le q\olp arse dalla passione e le mani si agitano, si alzano còme per porgere, all'idolo il frenetico omaggio del cuore. Solfi quando Guerra si ritira, la fòlla invasata del suo, amore si queta,, si scioglie, si allontana. E posso Unalmenté mettermi al lavoro. \\ Giornata campale 'Questi bravi e semplici sportivi Ttanno visto soltanto l'epilogo della tappa di oggi e di esso solo, hanno gimio, certo per il successo dell'atleta; ohe prediligono, così come sulla salita di Castelnuovo e fino, a Massa e anche oltre il tributo di ammirazione è stato-rivolto alla « maglia rosa,», dominatrice in montagna, avviata, sembrava, a un clamoroso trionfo. Non vi avevo forse detto ieri chfi oggi sarebbe stata giornata campale per_ bindiani e guerriani, per i due partiti in cui si divide l'immenso esercito degli sportivi? Avrei voluto averne con me in vettura un loro esponente, per vederli alternarsi nell accasciamento e nella esaltazione a seguire le fasi della corsa, ora favorevole all'uno, ora aWaltrò; perchè .te. Firenze-Grosseto'ha :vistò impegnarsi a fondo il'duello fra i due asse questo si è svolto con tuie accanimento, con così rapidi e radicali mutamenti di scena che un tifoso ne sarebbe morto di febbre, e che a meche non soffro di questa malattia, ha dato sottili brividi di emozione, ha scosso violentemente i nervi, ha tenuto sospeso il respiro non per la sorte degli uomini, ma per l'insuperata bellezza della competizione, per il fascino dello sport che in essa trionfava. Sarà perchè le impressioni che sesprimono sono sempre le più vicine e le più fresche, ma a me pare di poter dire che raramente e da molto tempo una corsa ciclistica non è stata così prepotentemente conquistatrice dell'occhio e dello spirito dello Spettatore, tanto che non adopererò molte parole per illustrarla e più mpreoccuperò di narrarvela. Eravamo partiti da Firenze alle 10,10, starter V on. Ridolfi. Non avevamo più con noi Rebry, Marenhout, Benoit Paure, Fossati e Scacchetti; rimanevamo quindi con 86corridorì. Jn pochi chilometri fumino ai piedi della breve salitaci SanCasciano, che Segato e Oria permise ro a tutti di superare facilmente. Oria, mentre ero occupato dal comando, voile informarmi che ieri aveva ritardato tanto per due incidenti dmacchina accadutigli. Ci teneva che lo sapessero al suo vaese, ed eccolo accontentato. Fino al passaggio della Pesa non vi fu niente di nuovo. Un vrimo serio assaggio di forze in salita lo si ebbe alzandoci verso Taveriwa-volloro dar prova delle lorobuone disposizioni per la gicrnalaSaecialmciite Martano si dktinse inquesto primo attacco che fu sostenuto solo da Binda, G.cerra, MauclairMacchi, Trueba e Piemontesi. La fase iniziale Alla fine anche Zanzi si unì a De%iuysère. Sella, Gremo, GiacobbeGìuntelli, Marchisio, che furono primi a riprendere in discesa. L'excampione del mondo dei dilettantcontinuò a scapricciarsi anche dopoma non impedì ai ritardatari di ricongiungersi. A Poggibonsi, dove vinse il traguardo Rògora, eravamo alla media di 32. Questa prima fasedunque, non aveva concluso nullatua era stata un prologo, che... prometteva un'interessantissima rappresenios'onc, dopo l'intermezzo dassolula calma che finì quando, lasciata la strada nazionale dopo Colle Val d'Elsa, dove Fràccuroli vinse il traguardo, si cominciò a salirper una linda ma stretta strada secondurla. Ci addentravamo fra lcolline metallifere di Val d'Elsa Val di Cecina. Cominciò a tirarBertoni, sostenuto, ma regolare. A un tratto scattò Trueba, lo spagnolo Piccolino tanto da meritarsi il nomignolo di pulce. Al suo assalto risposero Morelli e Bertoni e tutti tre presero cento metri a GremoGrandi, Moretti, Cazzulayii, BindaGuerra, Olmo e Vierio. .Ricostituitosi il gruppo, si alternarono al comanda Oria, Mauclair, Bertoni. Quando quest'ultimo ci si mise di maggiorimpegno prese con Gremo, Grande Trueba un centinaio di metri a Martano, Binda, Guerra ed Erba. t'orzando ancora, Bertoni lasciò tre, rna dietro balzò Binda e i dupassarono in testa alla salita chfrenile il nome dal paese di Radit&uoliì seguivano a cinquanta, me tri Trueba, Gremo e Martano; più staccato era Guerra. Scendendo, Gremo e Martano si unirono a Bertoni e Binda, poi fecero altrettanto Piemontesi, Trueba, Guerra, Erba, Demiiysère e Moretti, seguiti da altri dieci. Assistemmo a una foratura di Grandi e Demuysère, e poi a uno spettacolo, molto più interessante e inaspettato il guado del Cecina. I corridori si trovarono, in fondo alla discesa, di fronte al torrente ben grosso e sènza ponte. Lo guardarono, un po', sorpresi e infine si decisero a buttarsi allo sbaraglio mulinando i pedali nell'acqua. Tutti se la cavarono con un pediluvio noti del tutto sgradito/ meno Èrba che perdette l'equilibrio e fece un bagno fino a mezza vita. L'azione di Binda iq salita Risalendo sul versante opposto Bertoni forò, e s% costituì un gruppetto coi primi usciti datyinnocua avventura, cioè Piemontesi, Binda, Martano, Trueba, Guerra, Gremo,, Romanatti, Bovet, Sella, Moretti: ma più di altri venti furono con loro in un tratto di discesa, compresi Demuysère e Zanzi. Si distaccarono, invece Sella, Olmo, Gestri, e Giacobbe per forature. Fin qui, dunque, la, corsa rion aveva presa una sua fisionomia, pure assumendo un tono di crescente comhattiivitàf che preludeva all'azione sulla salita di Castelnuovo. Ripresero Bertoni e Sella, mentre tirava Martano; nella traversata del paese, che sorge tra le nuvole di soffioni boraciferi, Gremo diede uno strappone violento, al quale $ per lì risposero solo Martano, Yietto. Erba e BMda. Poi. incalzo Martano, portandosi Erbai pindà e Piemontesi diètro. Ma Guerra, soprag,giunto, si portò al, comando per cederlo poco dop.0. a Gremo, alla cui ruota rimasero Binda, piemontesi, Martano, Guerra, Bertoni e Trueba. Uno scatto dello spagnuolo, un tiro di Guerra, uno di Gremo 'durante il quale riprese Olmo che aveva forato, e si cominciò serie di alti e bassi verso il bivio, per M.o,ntero.tondo. Gremo e Sella erano i più attivi alla guida, ma le riprese si succedevano, iavifofihjt ancne venne a far da vedétta con Pesentì. Non rimaneva che l ultimò trotto di salita, in cima alla quale c'erano i famosi minuti di abbuono.. All'improvviso Trueba partì come un razzo, con quel suo modo di pedalare sgraziato e dondolante che lo distingue, e prese un centinaio di metri a Mauclair, Guerra, Gremo. che lo inseguivano più da presso, sostituiti poi da Binda, Bovet ed Erba- Già si vedeva la gente che orlava l'ultimo pezzo di salita sotto il telone di traguardo, quando Bovet scattò con Erba per riprendere Trueba ohe era trecento metri avanti; ma t'isolato mollò all'improvviso e al suo posto venne Binda, seguito da Martano, Morétti, Piemontesi, Guerra e Demuysère. La « maglia rosa » avanzò su Bo vet e lo passò, incalzò, raggiunse e lasciò Trueba e toccò la meta con una di quelle azioni che vi ricordano il Binda del Nurburg Ring. Il fuori classe non aveva trovato; neppure questa volta, il-sua dominatore. Guerra, che dice di aver sbagliato rapporto nel cambiàrio, fu preso dal-Ja scatto del suo rivale e finì netta\mente staccato. Infattii passaggi in \cima avvennero cos}: B%nda alle ore14,10, Bovet a 10", Trueba a 33", Martano a 28", foretti a 30", Piemontesi a 32", Guerra a 40", De muysère a 45". Guerra cade pia riprende Ecco acceso il duello fra i due j grandi rivali. Binda, Bovet, Martaino e Piemontesi non tardarono a lenirsi. Guerra si gettò a carpo mortofuon curva, ma, messo V^dc a\¥rra> riprese subito: una seconda '«vece volò /uor* d% strada, batte e strisciò per terra andando a fermar\sl sul ciglio della strada. Lo rialzamimo intontito, sanguinante e doloran¬te a un braccio e a un fianco. Chi di-ce ohe in quel momento vide la rovina del giro non dice che la veritàPer fortuna invece le conseguenze erano meno gravi di quanto apparissero, tanto che il « mcqZere », cifie serrava coi denti il dolore e to sconforto, risalì in macchina dopo un minuto e, rimessi a posto i nervi, ricominciò ad inseguire come un bolide. Nello stesso punto caddero Mauclair e Gremo. Martano, Piemontesi, Barai e Bhu da passarono a Massa 10" prima dDemuysère e 2'25" prima dì Gueo ra, che si era unito à Grandi. Gìuntelli, Stoepel e Moretti. La situazione era dunque questa: da una parie Binda, Martano, Bovet, Demuysère, che aveva ripreso contatto, e Piemontesi, cioè tutti uomini che supasso non scherzano davvero, e tuttlevati dall'interesse di non vedere più Guerra; dall'altra Guerra, si può dire solo con Grandi, perchè gli altri si facevano condurre nell'inseguimento senza fare la parte loro. 4 un passaggio a Uvello chiuso canstatp>mnio che il distacco in dieci chilometri era ridotto a l'43" : a un successivo, controllo vedemmo che esso non era cambiato; in testa, Binda lasciava fare specialmente a Demuysère; dietroil compito era tutto sulle spalle dGuerra che, quando potè vederel primi a meno di un chilometro, sembrò una macchina, non un uomo.- Lungo una breve salita si Jiberò di tutti SUOI compagni, dopo Che Moretti aveva foralo, mena Grandi, il quale dovette cedere poco dopo. Guerra guadagnò cinquanta secondi in tre chilometri e gli altri 53 in poco piai a seguirlo il nostro tachimetro segna: va più di Quaranta a» o.r«. Querra Hnatyiente pio.mbò sui primi che forse più >]o,n se Yaspettavano. Rimanevano 30 chilometri per Grosseto e noi pensavamo che avremmo assistito a una bella volata fra Binda e Guerra. Ci toccò un'altra delusione. Binda a venti chilometri forò. Guerra, che gli stava a ruota, senti il sibilo della gomma che andava esalando il respiro. « Guarda — disse a Binda — che hai forato ». Ma auello non rispose e andò avanti finché potè: quando il cerchione fu a terra dovette fermarsi, smontò la ruota, strappò coi denti la gomma' che lo aveva tradito, la cambiò.. Nel volto aguzzo dello sfortunato campione si leggeva tutto l'interno affanno che non riusciva a dominare. Risalì in macchina e si mise a inseguire disperatamente. Lo lasciaiper assistere alla volata dei primiche difficilmente avrebbero potuto essere raggiunti, nonostante a condurre ci pensasse solo Demuysère, invocante invailo un aiuto da Guerra che già ne aveva abbastanza del suo inseguimento, da Martano che fu anzi costretto a staccarsi poi dal gruppo, da Piemontesi che aveva un pedale storto, da Bovet che era il mer no interessato alla fuga. Mi dissero poi che Binda, ancora stupefacente di energia, dovette cambiare la gomma che aveva messo su, come se ne avesse forata un'altra. E ciò spiega il suo ritardo all'arrivo, mentre dimostra che egli da solo ha marciato come i fuggitivi. A cinquecento metri dal telone Demuysère era ancora in testa, sul-i** destra della strada. Guerra si por-ccelerare ai■ f^cento metri De muysero lo attacco, ma dovette ce dere alla reazione del mantovanamentre si faceva innanzi Piemontesi a prendere il secondo posto e Bovet il terzo. Giunse poi solo Martano ea pochi secondi, Binda. Un rapido calcolo del vantaggio che aveva Binda ieri, di quello acquistalo in salita oggi e del ritardo all'arrivo di Grosseto disse che eglaveva perduto la « maglia rosa »L'aveva presa Demuysère e Guerra s'era portato alla pari con Piemontesi al secondo posto, con 15. secondi su Binda. Che cosa fi ha detto questa magnifica giòrnqtu di sport nei riguardi tecnici degli uomini? Riassumerà cosi: Guerra ha accusato quello che è il suo tallone d'Achille, lo scatto,, yagilità in< salita, si è con fermato un passista di una potenza irresistibile, un combattente dal cuore saldo e generoso, un finalista cui il duro coinpito non menoma, sempre in linea relativa, i mezzi di velocità. Binda, che è ancora definito dalle tarde scritte ohe inneggiano al suo passaggio, « re della montagna. », ha condotto una gara giudiziosissima, ha farse sbagliato nel non collaborare a sufficienza con Demuysère nella f%ga, ha avuto un finale che asserisce che egli sarebbe stato un avvcrsQrio ben temibile per Guerra in volaty. Dep\uysère si è voluto vendicare d,e\ tiro che gli fe-2?Bmda «Genova;\e lo ha fatfg col l'impeto che gli ccmp.sciamo, quasi con spavalderia,. Piemontési, senza essere protagonista in alcuna faseha tenuto duro in tutte, mentre Bovet e più ancora Martano si è spesso fatto iniziatore di attacchi brillanti e ha dato prova di doti di prim'ordine. Sfortunati Bertoni e Olmo, come Gremòt in ottima giornata e coraggiosissimo. Degni di nota anche Moretti, Grandi, lo stupefacente Trueba, il modesto Teoni. Le novità che ci Ha portato la tappa le sapete già. FI belga passa da domani bersaglio delle offensive che certo Guerra, Piemontesi e Binda non gli risparmieranno. Il minimo scarto che separa questi leaders lascia prevedere che nessuna occasio-ne sarà perduta per migliorare Zapronria posizione. Il giro accentuasempre più i suoi motivi d'interesseperchè spalanca le porte della vitto-ria a tutti i migliori rimasti in garaLa tappa di oggi, disputata sustra-de non sempre ottime, su di un per-corso accidentata e duro a una mc-dia notevolissima, ci dice che i pro-tagonisti hanno spirito e muscoltemprati allo sviluppo della lotta che iranno iiigagajato e nella quale hanno impegnato il laro passato e iloro avvenire. GIUSEPPE AMBROSINO Demuysère, « maglia rosa ». del Giro.