MacDonald precisa ai Comuni i punti acquisiti nelle conversazioni di Washington

MacDonald precisa ai Comuni i punti acquisiti nelle conversazioni di Washington MacDonald precisa ai Comuni i punti acquisiti nelle conversazioni di Washington li Congresso americano si orienta verso la revisione dei debiti Londra, 9 notte. Un notevole contributo di chiarezza sui risultati della recente visita del Premier britannico a Washington è stata recata nel pomeriggio di oggi da MacDonald con le dichiarazioni fatte ai Comuni. Notevole sopratutto, anche se menp preciso, l'atteggiamento assunto dal Premier sulla tregua doganale. Mentre MacDonald parlava gli si è avvicinato un usciere che gli ha consegnato un messaggio. La proposta americana Il Primo Ministro ha passato lo sguardo sul foglio e, poi, sospendendo il filo delle dichiarazioni, ne ha dato immediata lettura. E' un'accettazione della tregua, ma circondata da presupposti, da salvaguardie, da tali precauzioni da risolversi in un'adesione di massima al principio della tregua, adesione resa pubblica con un minimo indispensabile di termini impegnativi. « Dopo essere giunto alla Camera — ha detto MacDonald — ho avute delle informazioni circa gli ulteriori scambi di vedute col governo degli Stati Uni' ti e' sono in grado di dichiarare che est stono tutte le possibilità per un accordo circa la convenienza di una tregua doganale immediata, a condizione che un accordo intervenga sul termini e siano distinte le posizioni essenziali dei due governi » Il silenzio col quale la Camera ha accolto queste parole potrebbe indicare come esse non abbiano potuto ottenere nè una calorosa adesione alla proposta nè un freddo rifiuto iVuol essere però un'adesione o un rifiuto? Dalle parole usate dal Pri mo Ministro sembrerebbe che il go verno britannico approvi, per ora, ptnpzdacdnzfenqgcpcarcmcbmcntdstapc2» ^^^^g^^^:l^oliatiti.* «v.m atia man „ ~„n,,n_n „_ gffitei5*ÌSft ?lrJ£pr.°JlrLa£ rche il fatto della tregua, attenda di sapere che cosa sia e a che cosa miri. Nel discorso pronunciato oggi alla Camera, MacDonald, contrariamente all'opimone di Lansbury, ha posto molti punti sugli « i » delle sue dichiarazioni precedenti. Ha scongiurato la Camera a non essere impaziente, l'ha pregata a cooperare con lui per evitare che le sue parole siano interpretate in un senso tale da aumentare le difficoltà delle trattative in corso e diminuire le prospettive del loro successo. MacDonald ha poi detto di aver informato il Presidente con tutta franchezza della situazione dell'Inghilterra e di aver discusso con lui i principali problemi sotto tutti i loro aspetti. Il Primo Ministro ha però creduto necessario avvertire che molto rimane ancora da fare e che la navigazione nei mesi venturi potrà essere tutt'altró che facile. Le questioni discusse possono, secondo MacDonald, essere poste in tre gruppi: debiti, conferenza economica, pace mondiale. * Era essenziale — ha detto sai quest'ultimo punto MacDonald — che io avessi urna conversazione con Roose•veit per informare il Presidente delle vedute del Governo britannico suOfla situazione europea, sulle prospettive di pace, sulla pacificazione degli elementi perturbatori della tranquillità tn modo tale che la collaborazione fira i due Governi a Ginevra potesse essere, senza divenire un'alleanza e senza bisogno di giungere ad accordi scritti e firmati, così coraupOeta come potrebbero farla due uomini di buona volontà». La questione dei debiti Circa i debiti MacDonald ha ripetute che « vi è stata una completa identità nell'opinione che la Conferenza economica non potrà ottenere un pieno successo a meno che la difficoltà dei debiti non sia rimossa prima della conclusione dei lavori della Conferenza. La sistemazione finale dei debiti richiederà ancora qualche tempo perchè è un problema che si presenta sotto molteplici aspetti e solleva innumerevoli difficili questioni. Di debiti perciò, la Conferenza • economica non si occuperà e le trattative si svolgeranno parallelamente alle trattative sulle jquestioni economiche. Una sistemazione permanente di questo problema — ha detto MacDonald — deve essere ottenuta. H 15 giugno minaccia di essere un giorno difficile. E' necessaria una calma esplorazione delle possibilità e nulla deve essere detto che accresca le difficoltà e le renda insormontabili ». MacDonald ha quindi dato lettura del messaggio su riferito e lo ha commentato dicendo : «Adottare una tregua doganale significa evitare l'adozione di nuove iniziative che possano aumentare le difficoltà dei traffici internazionali. Noi stiamo tuttora negoziando su questo punto, ma sospenderemo ogni iniziativa fino al momento in cui vedremo quali saranno le prospettive di successo della Conferenza economica ». MacDonald ha poi detto che egli e il Presidente Roosevelt sono d'ac cordo nel pensare che la stabilizzazione delle valute deve essere tentata sulla base di accordi mutui e internazionali Ma il punto fondamentale del discorso di MacDonald, e che ha maggiormente impressionato la Camera è quello relativo al disarmo. -t.La questione della sicurezza •— ha detto il Primo Ministro ■*• è- stata ampiamente esaminata a Washington. E uno dei punti che si sono maggiormente esaminati è stato quello della minaccia alla tranquillità degli spiriti che i recenti eventi in Europa hanno creato. Gli Stati Uniti hanno chiaramente visto le difficoltà poste dinanzi alla Conferenza di Ginevra ed i nuovi rischi che la Conferenza del disarmo stava affrontando. Ciò non di meno sono felice di poter dire oggi che gli Stati Uniti sono J>ronti ad intervenire ulteriormente ala tranquiiiizzazione dell'Europa, consentendo, qualora la questione del dis-i armo giunga a' una soddisfacente con- ' clusione, ad assumere la loro parte in patti consultivi il cui effetto sarà quello di aumentare la sicurezza dell'Euro- SnsctmPtccegrfiCttdbpscssqrsppcvrdssptntzddbsvimlmmlcmfobsimdastisqscprdLr pa e la salvezza delle Nazioni minacciate dalla guerra. Questo è un passo innanzi realmente sostanziale >. I patti consultivi Il Primo Ministro ha aggiunto che passi in questo senso erano stati iniziati da .Stimson in una coraggiosa dichiarazione che egli fece prima di abbandonare il Dicastero degli Esteri circa la necessità di dare una nuova definizione della neutralità. Il Governo presente ha espresso le sue intenzioni di andare più innanzi e di definire in modo assoluto gli obblighi e gli impegni dell'America. MacDonald ha quindi concluso dicendo che, qualunque cosa accada, i Governi degli Stati Uniti e dell'Inghilterra si comprendono interamente e parteciperanno alla Conferenza economica col fermo proponimento di avviarla al successo e di continuare a collaborare « per la rimozione dei timori dai cuori delle nazioni pacifiche del mondo ». Importanti sono state poi le dichiarazioni fatte da sir Austin Chamberlain,- il quale ha detto che la Camera intera si rallegrava delle dichiarazioni fatte dal Primo Ministro nei riguardi del profondo mutamento intervenuto nell'atteggiamento dell'America di fronte all'Europa, ossia che, nel caso di una soddisfacente convenzione internazionale sul disarmo, l'America parteciperebbe a patti consultivi per garantire la sicurezza delle Nazioni ». R. P. Roosevelt chiederà « poteri limitati » per i debiti ndnndmper i New York, 9 notte, l^L^^^c^^^^ ioJr glCiailU Ul OLclLU J1U11 Urti IK> CUIlie- rito nella serata di ieri con il dottor o -i - ' n - Schacht presidente della Reichsbank, Proseguono intanto animatissime negli ambienti politici le discussioni sul possibile regolamento dei debiti. Si apprende da fonte autorevole che il Presidente Roosevelt è piuttosto turbato dai recenti telegrammi sulle discussioni a Londra e a Parigi attorno ai debiti. Il Presidente è ansioso al di sopra di ogni altra cosa di ottenere q di assicurare il completo successo della Conferenza economica mondiale, e, per raggiùngere questo fine, è pronto a compiere qualsiasi passa e qualsiasi sacrificio. Egli intende . presentarsi al Congresso entro le prossime due settimane a chièdere l'autorità « limitata » a trattare la questione dei debiti. Egli vuole ottenere.la possibilità di dichiarare una- moratoria per i. pagamenti di giugno e di discutere e sistemare alcuni problemi che Washington è stata sempre disposta ad esaminare in discussioni separate. Il Presidente Roosevelt insiste in questi giorni nel dire che la Conferenza cu Londra deve avere per risultato un completo successo ed è persuaso che di ciò convincerà a tal punto il Congresso che questo gli conferirà poteri necessari per risolvere alcuni problemi che potrebbe- ro ostacolare il soddisfacente esito delie discussioni di Londra. Per que sto il Presidente ha già iniziato consulti con leoders democratici e repubblicani. Da essi è risultato, contrariamente a quello che si credeva nei giorni scorsi, che si delinea lentamente nel Congresso una tendenza favorevole a- qualche revisione dei debiti alla condizione che il Presidente possa dimostrare senza possibilità di equivoci che tale revisione sarà concessa mediante corrispettivi in favore dell'America. Un'altra opinione si fa strada fra i membri del Congresso. Essi inco minciano a rendersi conto, mediante le polemiche internazionali del mo mento, che il problema dei debiti è molto più complicato di quanto essi l'avessero finora immaginato e, incapaci di dipanare la complicatissima matassa, sarebbero ora disposti a fare quello che hanno fatto fin qui, ossia ad affidare la soluzione del problema direttamente a Roosevelt. Secondo le. notizie che giungono stanotte da Washington, sembra che il Congresso si accinga a revocare la mozione che proibisce una revisione dei debiti senza il suo consenso. In altre parole, i negoziati per la revisione sarebbero resi possibili median te tale revoca. Non si pensa però che il Presidente vorrà assumersi la responsabilità completa di sistemare questo problema, e appunto per que sto, come si è detto più sopra, non chiederà poteri assoluti, ma solo quei poteri che gli sembreranno necessa ri per prendere in esame lo proposte di revisione e fare dei suggerimenti Le conclusioni alle quali egli giungerà saranno, in ogni caso, da lui trasmesse al Congresso per essere da quest'ultimo approvate. • A questo proposito si attribuisce stasera una eccezionale importanza alla dichiarazione fatta dal Ministro degli Esteri Hull, il quale ha detto che la politica del Governo americano consiste nel discutere i debiti di guerra alla Conferenza economica, ma non all'interno dell'aula ove si svolgeranno le deliberazioni ^puramente economiche. Interrogatò* circa la dichiarazione fatta da MacDonald secondo la quale la revisione dei de biti è necessaria al successo della Conferenza, il Ministro ha ricordato che gli Stati Uniti sono stati da lun go tempo pronti a riesaminare i de biti separatamente con ciascuna Nazione debitrice. Queste dichiarazioni sono considerate negli ambienti di plomatici di Washington come un prodromo del passo che Roosevelt si accinge a compiere presso il Congresso per ottenere i.poteri che gli consentano di negoziare con le Nazioni debitrici. Sostanziali aumenti di salari so- no annunziati oggi da gran numero di ditte industriali e di corporazioni, quali primi concreti risultati dell'appello di Roosevelt a uno sforzo nazionale per aumentare la potenza di acquisto della popolazione. Il primo gruppo a New York a beneficare di questa tendenza è la Corporation Cord e le ditte affiliate costruttrici di materiale aviatorio e automobilistico. Gli impiegati sono stati informati che a partire da oggi, stesso loro salari sono aumentati del 5 per cento. Fra le imprese newyorkesi che hanno seguito l'appello di Roosevelt si trovano ditte collegate con lo Stock Exchange, le quali hanno pure annunziato un incremento del 10 per cento. Nello Stato della Carolina meridionale più di nove mila operai dell'industria tessile hanno ricevuto un aumento del 10 per cento dei loro salari. E ciò è ritenuto indicare una crescente fiducia nella politica economica del Presidente Roosevelt. A. R. Schacht avrebbe ottenuto la moratoria per il debito tedesco Parigi, 9 notte. Il Consiglio dei Ministri si è occupato stamane della presentazione della proposta americana di rimborso del solo capitale del debito di guerra e ha deciso di incaricare l'Ambasciatore francese a Washington di procurarsi e trasmettere altre informazioni al riguardo. La notizia sarebbe giunta a Parigi pel tramite dell'addetto finanziario francese a Washington Monic. Come dicevamo ieri la Francia dovrebbe versare subito il 30 per cento del capitale dovuto servendosi pel 25 per cento d'oro e pel resto d'argento. Il residuo 70 per cento del debito verrebbe versato in 50 annualità. Trovando che i dati d'ella questione non sono sufficienti a permettere di farsi una idea del valore della comunicazione, i Ministri hanno rinviato ogni decisione in merito. Essi hanno però- respinto, a quanto si dice la domanda di Herriot che la Francia per facilitare la revisione del suo debito procedesse senz'altro al pagamento della scadenza del 16 dicembre scorso. Questa derisione non era dubbia ma il suo unico valore consiste nell'avere una portala politica interna ossia quella di uno scacco di Herriot e delle sue speranzedi ripresa immediata del potere. Con una certa sorpresa è stata nondimeno accolta qui la notizia mandata da Berlino all'agenzia Radio secondo la quale Schacht avrebbe ottenuto a Washington la desiderata moratoria del debito commerciale tedesco. La moratoria sarebbe di due anni e in seguito ad essa la Germania eviterebbe il trasferimento di circa 1 miliardo di marchi oro all'anno. Alla ripresa dei pagamenti fra due anni le somme dovute sarebbero distribuite in modo che il debito totale possa essere liquidato in 25 anni. La notizia non è stata ancora con | fermata da Washington ma. è super- e e a e a fluo dire che agli occhi della arancia, la quale da un paio di settimane si riteneva sicura che la campagna condotta contro il regime hitle» ' ino fosse già bastata a sopprimere del tutto le simpatie tradizionali godute dal Reich in America, la possibilità che Schacht torni dall'America con una così importante concessione in tasca laddove Herriot è tornato a mani vuote è causa di profonda amarezza e di viva sorpresa. In questi circoli qualcuno comincia già a domandarsi se delusioni dello stesso genere non si avranno a Londra dopo il soggiorno di Rosemberg, sebbene oggi un dispaccio Havas assicuri che Norman Davis si sia mostrato tutt'altró ehe ben disposto nella conversazione da lui avuta stamane col delegato di Hitler. La stampa parigina registra anche senza entusiasmo i commenti dei giornali italiani rilevanti il pieno accordo di vedute tra gli Stati Uniti e l'Italia paventando che da tale accordo possano derivare ulteriormente circostanze sfavorevoli al gioco della politica francese. Al Consiglio dei ministri PaulBoncour ha sottoposto alla firma del Presidente della Repubblica il decreto di ratifica del Trattato di amicizia e arbitrato franco-turco concluso, come si ricorderà, nel 1930 ad Angora tra Tewfik Bey e l'ambasciatore De Chambrun e da quell'epoca rimasto in sospeso in attesa che fosse risolta tra ì due paesi la questione del debito. Tale questione essendo stata risolta poche settimane or sono durante la dimora a Parigi del rappresentante diplomatico francese ad Angora si è potuto procedere alla ratifica. C. P.