Prefetto della Real Basilica di Superga e i suoi 50 anni di Sacerdozio

Prefetto della Real Basilica di Superga e i suoi 50 anni di Sacerdozio LA FESTA DELLA SANTA SINDONE Prefetto della Real Basilica di Superga e i suoi 50 anni di Sacerdozio a — Non par loro che si esageri nel chiamarmi vegliardo? Cosi dice mons. Edoardo Bosia, mostrandoci il roseo e paffuto volto sul quale gli occhi, che conservano ancora l'ingenua espressione della fanciullezza, brillano di gioia. Il prefetto della R. Basilica di Superga ha ragione, egli non dimostri afratto i suoi 72 anni (età rispettabile ma non eccessiva): il tempo è trascorso per lui inavvertitamente, come avviene per gli uomini che si sentono sulla via della verità e perciò non si angustiano con inutili problemi. La Festa della Santa Sindone, celebrata ieri, coincideva con la sua festa, perchè cinquantanni or sono, lasciando il Seminario, entrava chierico nella Real Casa. Cinquant'anni spesi in lodevole e fedele servizio di Sua Maestà. Tutta la sua carriera ecclesiastica si è svolta in quell'orbita. Ordinato sacerdote celebrò la sua prima messa nel settembre del 1883, (e perciò in settembre egli celebrerà le sue nozze d'oro sacerdotali), fu nominato poi Prefetto di Sacristia, quindi Custode della SS. Sindone, ed infine, da 20 anni, Prefetto della R. .Basilica di Superga e Cappellano di Sua Maestà. Il più alto grado a cui egli aspirasse inquantochè non gli è superiore che S. E. mons. Beccaria, abate di Santa Barbara, cappellano maggiore del Re. Il grande tempio juvariano che sorge sullo storico colle diventò la sua casa; benché egli conservasse l'appar tamento assegnatogli nel Palazzo Rea le. La funicolare, la cui inaugurazione egli chiaramente ricorda, come ricorda la figura dell'inventore ing. Agudio, lo portò per lunghi e lunghi anni e lo porta ancora dalla Basilica a Torino e viceversa. Ma i suoi più cari ricordi so no tutti legati alla Real Casa per la quale ha una venerazione che non co nosce confini. Nella sua carriera egli ha avvicinato Re, Regine e Principi e nella sua funzione di custode delle Tombe Reali, ha posto sempre quella pia cura che gli ha valso la riconoscenza e l'ammirazione di tutti. Molti ed ignorati episodi potrebbe narrare il buon sacerdote, che tanti Augusti personaggi ha avvicinato, ma ciò sarebbe in contrasto con la discrezione che è l'essenza del suo carattere. Egli perciò su ques* tema mantiene il più assoluto riserbo. La preziosa Reliquia, proprietà del Re, egli ricorda, benché confusamente, fin dal 1868. Aveva allora sette anni, e i genitori lo portarono tra la folla dei fedeli accorsi a venerare il Sacro Lino esposto all'ammirazione del popolo. Serbò tuttavia una impressione incancellabile; e quando trent'anni dopo, mentre custode della Reliquia era monsignor Alessio, avvenne una successiva ostensione, lui stesso • chiamato a svolgere il lenzuolo che ricopri il corpo del Divin Salvatore, si senti piegare le ginocchia dalla grande commozione. Due anni or sono, alle solenni feste che precedettero e seguirono la nuova ostensione, mons. Bosia non mancò mai di partecipare; ed ora si prepara a venerare nuovamente in settembre, quando celebrerà le sue nozze d'oro, la Santa Sindone che — come è noto — verrà ancora esposta per disposizione di Sua Maestà. Ma ieri, nel giorno della Festa, monsignor Bosia ,ha avuto la gioia di celebrare l'ultima Messa della mattinata, aU'altare'che racchiude il cofano della preziosa Reliquia. La prima Messa era stata celebrata da S. E. l'Arcivescovo, il Cardinale Fossati, che aveva impartita la Comunione a oltre 300 seminaristi della Metropolitana, fra una folla di fedeli. Assistevano mons. Bosia, il canonica Brusa, il teologo Gallino e 1 chierici del Seminario. La messa, eseguita dall'organo e dai solisti, era del Perosi. Fra i fedeli erano il gen. marchese Montezemolo direttore della Real Biblioteca, il gen. Miglietti di Castelletto, direttore della Real Armeria, icomm. Osvaldo Lavagna direttore della Reale Casa di Torino, il comm. Giorgio De Giorgio capo sezione della Direzione della R. Casa; il capitano cavErcolani comandante la Compagnia interna dei carabinieri; numerose personalità e un gruppo di fedeli fra cui alcune suore e alcuni sacerdoti. Nella monumentale e severa cappella, annessa al Duomo, che il teatino Guarini, per incarico di Carlo Emanuele ri, ha ideato per custodirvi la SS. Sindone, si è svolta la solenne funzione. Verso l'ardita cupola abbellita da motivi architettonici esagonali, e sulla cui sommità spicca una stella d'oro, salivano le parole del celebrante e le armonie del Perosi. Gli ori dell'arca centrale, entro la quale è il Sacro Lino, si accendevano alla luce dei ceri e delle lampade sospese, di suggestivi bagliori nella penombra di questo tempio veramente degno del gran mistero della Redenzione. Da una delle alte ogive della cupola un raggio di sole scendeva fin sulla bianca tovaglia dell'altare. Di fronte era schierato in servizio d'onore un drappello di carabinieri in alta uniforme. Quando l'argenteo trillo del campanello indicò l'elevazione i soldati della Benemerita presentarono le armi; mentre due carabinieri "posti ai lati dell'altare salutarono militarmente. L'ite missa est, pronunciato da mons. Bosia, mise termine alla solenne funzione. Oggi il Prefetto della Basilica di Superga si recherà alla storica Cappella di via Stampatori, 1, dove ha sede la Congregazione della SS. Annunziata, comunemente conosciuta sotto il nome di Congregazione dei Nobili e degli Avvocati, e della quale tempo addietro ci siano ampiamente occupati. Mons. Bosia è da 25 anni congregato della S.S. Annunziata, e oggi nella cappejla che è monumento d'arte, si iniziano le funzioni per la Festa titolare. Egli interverrà particolarmente a quelle solenni, che si svolgeranno alle ore 10 di domenica mentre il M. R. P. Domenico Rinaldi Camillini terrà un breve discorso seguito dalla benedizione Pontificale. U. P. slmimfztisvsnds