Guerra vittorioso a Mantova alla spettacolosa media di quasi 40

Guerra vittorioso a Mantova alla spettacolosa media di quasi 40 LA PROVA A CRONOMETRO DEL CAMPIONATO SUL CIRCUITO DI BELFIORE Guerra vittorioso a Mantova alla spettacolosa media di quasi 40 La mancata presenza di Binda fa sfumare il motivo più interessante della gara - Bergamaschi e Battesini completano l'affermazione dei passisti mantovani - Arrivederci al Giro d'Italia! (r» a. ir ROSTRO I T« V I A T O)- Ma-itova, 1 mattino. Pare proprio che un destino beffardo incomba, su quello che è il motivo di più accesa passione popolare per le grandi corse ciclistiche di quest'annata: il duello Binda-Guerra. A Sanremo la delusione del mancato confronto ci piombò addosso a pochi, chilometri dall'arrivo, quando una caduta impedì al campione del mondo, nonché a Di Paco, di contendere a Guerra la vittoria in volata. Una settimana, dopo il boccone amaro, lo trangugiammo proprio sulla linea d'arrivo, dove, pur poco o niente vedendo di quello che più sarebbe stato interessante vedere, avemmo netta la sensazione che l'epilogo della non bella corsa non era stato regolare. A Mantova peggio ancora: non abbiamo neppure avuto la soddisfazione di vedere di fronte i dite rivali, pur sapendoli qui con le loro macchine, circondati dalla spas-i modica attesa degli sportivi di una grande città, anzi, di un'intera regione; che uno di essi ha disertato 'il campo e l'altro ha vinto, si può dire, senza avversari. La decisione di Binda Di chi la colpa di questo immeritato schiaffo alle folle che ieri guardavano a Mantova come alla sorgente di nuove vibrazioni e agli organizzatori che tanto avevano lavorato per il pieno successo della loro rnanifestazione? Vi avevo reso edotti l'altra sera della complicazione sorta in seguito alla mancata iscrizione di Binda e alla conseguente esclusione del suo nome dal sorteggio per l'ordine di partenza. Vi avevo anche detto che Binda si giustificava con la presunzione di essere iscritto di autorità e col precedente di non aver mai mandato la sua adesione a ima corsa, almeno da quando... non è l'ultimo venuto. Infine vi avevo informato che gli organizzatori avevano cercato, ma non avevano trovato, una via d'uscita da quest'imbroglio che Josse accetta ai concorrenti a posto col regolamento _ e c.ie non potesse comunque essere interpretata come un mezzo per danneggiare Binda e favorire Guerra; e perciò avevano rimandato ogni decisione all'arrivo, preannunciato per ieri mattina, del segretario deli'U. VJ. Il capitano Spositi, specie in considerazióne di un telegramma col quale Binda giovedì lo assicurava della sua partecipazione alla corsa mantovana, lo considerò come iscritto, ma lasciò agli organizzatori ogni altra decisione riguardante l'ordine di partenza che gli doveva essere assegnato. Gli organizzatori, ritenendo non ripetibile il sorteggio fatto a norma di regolamento, per t dirttti già acquisiti dagli altri concorrenti e non impunemente vulnerabili, ammise Binda alla partenza assegnandogli il numero uno. Binda tale nùmero non accettò e non partx. Da che parte sta il torto, dunque! Rifuggo dall'accettare il sospetto, ieri a Mantova molto diffuso rum sólo tra mantovani, che Binda abbia voluto creare l'incidente per aprirsi così una scappatoia alla molto probabile sconfitta. La cosa sarebbe così grave da non potersi conciliare con la più elementare dignità di campione del mondo e sproporzionata a qualsiasi sacrificio di amor proprio. Voglio, quindi, pensare Binda in piena buona fede. Ma egli deve ammettere che ha commesso un errore non iscrivendosi regolarmente alla corsa, come tutti gli altri. Quando venerdì, non vedendo sui giornali il suo nome fra quelli degli iscritti (le iscrizioni, si badi bene, si dovevano chiudere giovedì e la chiusura fu prorogata a venerdì appunto per dargli modo di rimediare a una dimenticanza), egli si sarebbe dovuto preoccupare almeno del fatto, che era o doveva essere a sua conoscenza, che alla sera si sarebbe proceduto al sorteggio dell'ordine di partenza. Invece Binda non si fece viva fino a sabato a mezzogiorno e sembrò cader dalle nuvole quando qli dissero che il sorteggio era già stato fatto e senza il suo nome. L'errore più grave Fin qui due errori di trascuranza che lo mettevano dalla parte del torto; ma non furono i più gravi che egli commise. Tutto si sarebbe potuto aggiustare se, come Guerra, nessuno si fosse opposto alla ripetizione del sorteggio. Ma non tutti avevano le stesse concilianti intenzioni e, per giunta, ci si mise di mezzo, non so perchè, Girardengo, e gli organizzatori, ad evitare guai peggiori, vollero esser ligi al regolamento, concedendo a Binda, giacché nessuno vi si opponeva, di partire, ma per primo. Fu il rifiuto di questa parziale concessione (la massima che poteva, con tutta la buona volontà, essergli fatta senza far dichiarare nulla la gara) che aggravò il torto di Binda. Egli era venuto a Mantova (e, ricordate, fui tra quelli che lodai il suo gesto e ne trassi buon auspicio per la bellezza della lotta per il titolo) per rendere omaggio agli sportivi locali, che in altra memorabile occasione gli erano stati così larghi di simpatie, e perchè gli sorrideva il sogno della riconquista della maglia tricoloreCor. la sua rinuncia tutto egli ha distrutto, le buone intenzioni e le non fantasiosa speranze. Dal punto di vista pratico, poi, gli si potrebbe domandare come si sarebbe comportato se il primo o il secondo sorteggio gli avesse assegnato U numero uno e gli si potrebbe far riflettere che, col servizio che egli aveva molto abilmente ideato, avrebbe potuto essere informato di tempi di Guerra, meno che nell'ultimo giro; cioè Z'handicap sarebbe stato quasi annullato, mentre, ripetendosi il sorteggio, Grandi, Guerra, e Bovet, cioè i suoi più diretti rivali sulla carta, avrebbero potuto subirne, e per colpa sua, uno maggiore. Comunque, egli avrebbe meno punti per il campionato di quanti non ne ha persi preferendo il ritiro. Ma, si dirà, Binda lo ha fatto per una questione d'orgoglio, per noti esser battuto sotto il suo valore. Ecco il pericolo che sovrasta questo grande atleta, come tutti quelli che si sentono sfuggire di mano lo scettro di dominatori tenuto per anni, l'orgoglio, forse anche il rammarico di dover valorizzare con la propria aconfitta la vittoria dell'aspirante alla successione. Binda, che ha sentito le folle più vicine a sè nei giorni delle dure amarezze che in quelli dei facili trionfi, doveva pensare che un'onorevole sconfitta sarebbe stata più proficua atta sua figura che un ritiro per motivi da lui provocati e che non solo i tecnici, ma anche le folle avrebbero tenuto nel dovuto conto le condizioni nelle quali egli partecipava alla gara meno adatta ai suoi mezzi. Dico questo specialmente per lui, perchè vorrei ch'egli riprendesse a lottare a viso aperto, con cuore generoso, e, giunta l'ora, sapesse ben perdere, cadere in piedi nella mischia, sema calpestare il passato che lo onora. La gara mutilata Mi sono dilungato su questo argomento perchè certamente è quello sul quale il lettore vorrà essere meglio illuminato e perchè riguarda un fatto che ha totalmente cambiato faccia alla corsa al momento in cui stava pr iniziarsi, cioè quando Binda fece sapere la sua decisione di astensione. Voi capirete che fiero colpo abbia ricevuto la gara dall'assenza del cittigliese. Non si guardava tanto al risultato, che si presentava quasi tutto favorevole al mantovano, quanto a quello che avrebbe potuto fare il suo diretto avversario e alle conseguenze che esso avrebbe avuto sulla disputa per il titolo. E, purtroppo, altri ritiri son venuti durante la corsa a smorzarne man mano l'emotività, sino a ridurla a una indisturbata marcia di Guerra. Per fortuna, a non guastare il quadro spettacolare della manifestazione, si seppe dell'assenza di Binda solo quando egli non si presentò al cronometrista che doveva lanciare il numero 1. Una folla, quindi, che si poteva calcolare ad alcune decine di migliaia di persone, s'era stesa sullo stradone da Mantova a San Lorenzo, aveva letteralmente gremito le tribune e faceva ressa dinanzi al quadro segnalatore e ai tavoli di rifornimento, sì da dover costringere gli agenti d'ordine a un duro lavoro per tener sgombro il passaggio ai corridori. I quali partirono ogni due minuti nell'ordine seguente: Scorticati, Reggiani, Grandi, Guerra, Olmo, Bovet, Fornari, Bertoni, Battesini, Pancera, Bergamaschi, Todeschi e Canazza. La corsa a cronometro è arida nella sua illustrazione come nel suo sviluppo; si riduce a cifre di tempi e di medie: cercherò di rivestirla con i pochi elementi di cronaca e di commento che essa mi suggerisce. Un quarto d'ora dopo ch'era partito l'ultimo, comparve in fondo al nastro bianco (il percorso, a triangolo isoscele, aveva il primo lato lungo asfaltato e gli altri due no) il primo partito, Scorticati. In questi primi 25,300 Km. Grandi e Guerra passarono il modesto Reggiani e Battesini superò Bertoni. I tempi furono ì seguenti: 1. Guerra, in 36'23"3/5, aZZa media di Km. 41,710; 2. Battesini, in 36'59" 4/5; 3. Eovet, in 37'12" 2/5; 4. Olmo, in 37'19" 3/5; 5. Bergamaschi, in 37'21"l/5; 6. Canazza, in 37'42"l/5; 6. Pancera, • 37'54" e 4/5; 8. Grandi, in 38'4" 2. 5; 9. Bertoni, in 39'0" 2/5; 10. Scorticati, in 39'7" 1/5; 11. Todeschi, va 39'27" e 3/5; 12. Fornari, in 40'26" 2/5; 13Reggiani, in 42'15" 3/5. L'inizio di Guerra, era impressio- : nanfe, la sua media spettacolosa; si \ poteva subito arguire che il campio! ne d'Italia si voleva mettere al sicuro da ogni sorpresa fin da principio e che cercasse in Grandi, che lo precedeva, un utile punto d'appoggio e di rìferiniento. Meritava seguirlo in questo suo sconvolgente inizio, e ap- e l e e - profittai di una vettura messa dagli organizzatori a disposizione dei giornalisti per assistere a questa interessantissima fase. Sul lato opposto del triangolo Guerra fu in vista di Grandi; avvicinandosi gradatamente, ma irresistibilmente, egli giunse a duecento metri dal bianco-nero. Allora frenò U suo impeto, come per prender nuova lena prima di lanciarsi all'attacco decisivo, che sferrò verso il lO.o chilometro del secondo giro. Con poche energiche pedalate fu su Grandi, che gli si mise a fare da ombra, ora di fianco e ora una decina di metri dietro. Questa posizione il carpigiano terrà, con sopportazione dei commissari, fino al quarto giro, cioè fin quando una foratura non lo obbligherà... a fare da sé. Ci fermiamo al 42.o chilometro per controllare i distacchi di Olmo e Bovet, partiti dopo Guerra. Il primo ha già perso l'30", mentre Bovet è a soli 28" e sembra marciare ancor più sicuramente e poderosamente del campione. Infatti egli farà il secondo miglior giro, riducendo nei successivi otto chilometri il suo svantaggio a soli 11". La classifica, do pò due giri, era la seguente: 1. Guerra, in ore 1,14'14" 2/5, alZa media di Km. 40,890 (secondo giro in 37'50" 4/5); 2. Bovet, in 1,14' 25" (37*12" 3/5) alla media di Km. ! 40,795; 3. Battesini, in 1,15'24" 1/5; 4. Beraamaschi. in l,15'37"4/5; 5. ,Olmo, 'in 1,16*3" 2/5; 6. Pancera, in i 1,16*12" 4/5; 7. Grandi, in 1.16'14" è 2/5; 8. Canazza, in 1.16*18" 3/5; 9. Bertoni, in 1,17'25" 4/5; 10. Scor\ticati, in 1.18*38"; 11. Todeschi, in 11,19*48"; 12. Fornari, in 1.20'27" c ]l/5 ; 13. Reggiani, in 1,25'28". Il ritiro di Bovet e Olmo Si noti la marcia cronometrica di Bovet, i cui tempi dei due giri non differiscono che di un quinto di secondo; procedendo di questo passo, egli poteva costituire urna seria minaccia per Guerra; e l'interesse della corsa, infatti, si accentrava tutto nello sviluppo del confronto fra il tricolore e il bianco-celeste. Purtrop po. però, esso -svanirà presto, anzi, subito. Il terzo giro, infatti, era fa tale ai suoi colori. Olmo cadeva e, per la contusione riportata, doveva ritirarsi. Bovet, poi, all'inizio del terzo giro, cominciava ad essere tormentato da dolori ai muscoli a contatto con la sella; la sua pedalata cominciò a romversi, la sua posizione a scomporsi, finché a San Lorenzo, cioè al 67.o chilometro dovette abbandonare. Il secondo posto veniva preso da Grandi, che seguiva sempre Guerra, il terzo da Bergamaschi; notevole l'avanzata di Canazza dall'ottavo al quarto posto. Ormai Reg giani, Fornari e Todeschi sono lontani. Ecco l'ordine al terzo giro (chilometri 75,900): 1. Guerra, in 1,53*5", aZZa media di km. 40,270 (terzo giro in 38'50" e 3/5, aZZa media di km. 39,079); 2. Grandi, in 1,55*3" 4/5; 3. Bergamaschi, in 1,55*6" 1/5 ; 4. Canazza, in 1,56*16"; 5. Pancera, in 1,56*28"; 6. Battesini, in 1,56*47" 2/5; 8. Scorticati in 1,59' 3/5. Al quarto girof come ho dettOj Grandi forava e il non potersi più appoggiare su Guerra gli costava il secondo posto, strappatogli da Bergamaschi, che lo terrà sino alla fine; egli si dovrà accontentare di difendere il terzo, mentre una vivacissima lotta si ingaggiava per il quarto fra Canazza, Pancera e Battesini. Il campione d'Italia non aveva più nulla da temere, ma andava leggermente calando anch'egli il tono della sua azione. Appariva ancor fresco e padrone delle sue forze, ma lo disturbava un dolore alla schiena al punto ove alla Sei giorni di Parigi aveva ricevuto* in una caduta* un colpo. di pedale. La classifica al quarto giro (km. 101,200) era questa: 1. Guerra, in 2,31'40" 2/5, aZZa media di km. 40,035 (tempo del 4.o .atro 38'5"2/5, media 39,336); 2. Bergamaschi, in 2,34'45"; 3. Grandi, in 2,35*48"; 4. Pancera, in 2,37' 46" 3/5; 5. Canazza, in 2,38*27" e 2/5; 6. Battesini, in 2,38*46" 3/5; 7. Scorticati, in 2,41'8"2/5; 8. Bertoni, in 2,41'55". Nell'ultimo giro Battesini decise a suo favore la contesa per il quarto posto. I tempi furono i seguenti: Guerra, in 39'26'\. media 38,495; Battesini 40'22"; Bergamaschi 40*25"; Canazza 40'46"; Grandi 40*50"; Pancera 41*48"; Scorticati 42'25"; Bertoni 43'25". Vi immaginerete come fu accolto Guerra al suo arrivo; sceso di macchina, fu quasi soffocato dalla marea di gente che gli si strinse attorno, urlando il suo nome, inneggiando alla sua vittoria. Ma, dato sfogo alla sua gioia, la folla riaprì il varco per l'arrivo degli altri e tutti li accomunò nell'applauso di ammirazione. L'impresa del campione L'impresa che ieri ha compiuto Guerra costituisce un record. E' vero che ufficialmente non esistono rec'ords su strada, ma è anche vero che fino ad oggi nessun corridore ha compiuto 125 chilometri su un circuito stradale alla media dì 39,716. / 100 chilometri coperti dall'olimpionico Pavesi alla media di 40,514 non possono costituire neppure un punto di confronto perchè fatti su percorso diritto, in parte in discesa, col favore continuo del vento. Il Circuito di Belfiore, invece, non è proprio completamente piano e ieri U vento, ostacolando sul lato più breve del triangolo, non era mai favorevole, ma di traverso sugli altri due più lunghi. Guerra ha superato le sue e le nostre aspettative e forse avrebbe potuto fare di più sul finire se /osse stato costretto dagli avversari e non avesse risentito delle conseguenze della caduta di Parigi. La sua fama, quindi, di formidabile, insuperàbile passista ha avuto piena conferma, mentre la sua forma, in vista del Giro d'Italia, appare perfettamente a punto. In assenza di Binda, i giovani non hanno potuto contrastare minacciosamente il passo al campione; la classe stabilisce dei limiti che non si possono oltrepassare nonostante tutto l'ardore e la volontà. Alla distanza il robusto Bergamaschi è apparso il più dotato d'agilità e di fondo insieme; ha finito relativamente fresco, a differenza di Grandi che, strano a dirsi, ha beneficiato del fatto di avere Guerra alle spalle in partenza. Però una maggior vigilanza e severità degli « ufficiali » sarebbe stata desiderabile per impedire che egli compisse una quarantina di chilometri a dieci metri dal man tovuno. Battesini non mi pare avviato a realizzare le speranze che di sé faceva concepire, come passista,* un paio d'anni fa; questo ragazzone è più bello atleticamente che forte, è più adatto alla velocità che al fondo. Canazza ha ceduto nell'ultimo giro, come Pancera. Ammirevoli per l'impegno Todeschi. Fornari e Reg giani. Bertoni passista non poteva, fare di più. In non luone condizioni di salute Olmo. Bovet è mancato all'improvviso, proprio quando assumeva un ruolo di prim'ordine nella gara. E la causa del suo ritiro, che ho detto sopra è di quelle che lasciano ancora dubbiosi sul reale e continuo rendimento del bell'atleta, che ha giornate splendenti e ombre scoraggianti. E', forse la maturità che deve temprare il bianco-celeste. Con l'attuale regolamento Guerra ha aggiunto ai tre punti guadagnati a Messina i quattro ohe gli spettano come vincitore e i tre (cioè il massimo) che gli toccano per i 4*4" presi ieri al secondo; un totale di dieci punti. Lo seguono nella classifica di campionato Binda, con p. 4, Bertoni e Bergamaschi con p. 3, Grandi con p. 3. Non credo ci sia bisogno di lungo commento per dimostrare che Guerra ha nuovamente ipotecato Zi maglia tricolore. Ma lo sport ciclisti co ha inesauribili sorgenti di attraitive. Il campionato è per tre quarti compromesso? Ebbene, batte alle porte iZ Giro d'Italia; fra cinque giorni la tela si alzerà su altra scena, non meno piena d'attori illustri, non meno ricca di richiami sonori; e ne vivremo ver tre settimane, in un succedersi di vicende che le folle sportive conauisteramno da un capo all'altro d'Italia. GIUSEPPE AMBROSI!")!. mdslfsmGgnftdnpvldddtmsmfirlnepfscssagtpdszrmucmvdnutn LEARCO GUERRA