La musica italiana e gli stranieri

La musica italiana e gli stranieri La musica italiana e gli stranieri Firenze, 28 notte. Il Congresso di musica del Maggio fiorentino, promosso dal Sindacato nazionale di Belle Arti, alla cui so-' lenne inaugurazione in Palazzo Vecchio partecipe]anno domenica altissime persone, non sarà un convegno di archeologi della musica, nè un platonico parlamento. Anche i più eruditi fral i relatori c i congressisti tratteranno i temi da essi prescelti o accettati, riguardandoli in relazione alla vita d'oggi e alle attuali manifestazioni c tendenze. Una prima osservazione del piano dei lavori in rapporto al numero dei relatori chiarisce gli intendimenti degli ordinatori del congresso, del quale è presidente S. E. Ugo Ojetti. segretario G. M. Gatti. Contro tre relatori i Cesari, Pannain, Ronga) intorno alla critica musicale, dei quali due son critici militanti, contro altrettanti relatori del tema attualissimo dell'interpretazione in rapporto alla creazione (Gatti, Parente, De Schloezer), stanno otto studiosi delle tendenze dell'opera contemporanea (Bekker, Bona via, Della Corte, Ebert, Einstein. Machabey, Rossi Doria, Scssions) e dodici analizzatori dei rapporti della musica con ia radio, col film, col grammofono (Butting, Coeuroy. Colaciechi. Fleischer, Fiirst, Koch. Lualdi, Maine, Mila, Mooser, Rosbaud, Vuillermoz). Della diffusione della cultura e degli scambi internazionali riferiranno Casella, Dent. Prunières, Stefan. Un'altra osservazione può farsi intorno ai relatori stranieri. Qualcuno di essi ha recato un alto contributo alla conoscenza, talvolta alla rivelazione mondiale dell'arte italiana, antica e moderna. Parecchi si sono distinti nella acutezza dei pensieri sul momento attuale. Einstein e Bekker Alfred Einstein ha dedicato la maggior parte dei suoi poderosi studii alla musica italiana. Egli conosce bene anche la nostra lingua. Cominciò col rivelare 1' intervento di Claudio Merulo nelle opere di Verdelot e le relazioni dei Wittelsbacher con i musici italiani. Ven-1 ne cosi scoperta ed accertata un'altra' corrente nella vasta emigrazione in Germania degli strumentisti, dei cantanti, dei compositori, dal 1614 al 171G. Insieme alla documentazion? biografica d'un Biagio Marini e d'un Attilio Ariosti. venivano messi alla luce o meglio1 individuati il Negro, il Moechi, il -Sabbatini, l'Albricci e altri minori. L' Einstein trattò poi di alcuni madrigali a dialogo e della caccia nel .'500 e illustrò un aspetto curioso della villanella italiana, quello parodistico. Contribuì' largamente alla biografia e alla pubbli-' oa::ione delle musiche di Agostino Steffani e per primo trasse dall'Archivio di ; Stato di Torino documenti intorno alle avventure di Stradella. Inoltre ha tradotto // teatro alla moda di Marcello, e promosso l'edizione di Luca Marenzio, recando in ogni fatica il segno (li un'alta e tenace cultura. Direttore del-, l'importante Zeitschrift far MiisikuAs-ì senschuft. critico del Berliner Tage-\ blatt. ha continuato il lessico di H. Rie-' mann, ampliandone e rettificandone molte vc!i italiane. Paul Bekker, dapprima violinista, poi-' .direttore, s'è dedicato alla sopraintendenza teatrale e. alla critica, raggiungendo in questa attività un posto eminente. Più che delle questioni proprie della storia, egli si è occupato dei problemi attuali. Mahler, Schrcker, Sciiónberg, Krenek hanno avuto in lui un sostenitore d'avanguardia. Il suo più re-, conte libro, Lettere a musicisti contemporanei, si apre pertanto con il ricono-' scimento di R. Strauss come l'artista iniziatore della giovane generazione e l'assertore della volontà fattiva contro ; le indecisioni e le concessioni, e continua con la revisione del valore di Purt, wiingler, di Hindeinith, di Plitzner, di : Weill. Egli ha esposto i suoi arguti punti di vista sulla evoluzione delle forme musicali dall'antichità ai nostri giorni, in un volume di cui le conclusioni sulla musica contemporanea sono ! notevoli. Ricercando la volontà motrice delle innovazioni, e le leggi che la ; governano, egli ha notalo che gli ultimi quattro secoli possono essere considei rati l'epoca della musica strumentale armonica, in quanto che il senso dell'armonia e quello della strumentazione sono stati vicendevolmente integrati. Il, romanticismo dell'800 ha sviluppato quei sensi fino al massimo limile dell'espansione e del movimento. Attuai, mente questi fenomeni tendono a restringere il loro ambito. Alla estensione degli accordi succede la condensazione, il ritorno ai suoni basilari c, quindi, ai più elementari mezzi polifonici. Analogamente, agli sviluppi dinamici, agli svolgimenti, alle grandi costruzioni, succede la concentrazione. In ciò sta l'antiromanticisriio della musiIca nuova. Ma il ritorno alla semplificazione delle armonie e della polifonia implica la limitazione della complessità propriamente strumentale e la rinnovata preminenza della linea vocale. Due unità, il suono vocale e il sintetico suono strumentale, saranno probabilmente le intense forze della nuova musica, che recherà le caratteristcihc della con-, 'contrazione sonora. Ma Bekker sa bene , che le profezie sono difficili, e si limita, isollanto a fissare così alcuni aspetti, l della musica nuova... Prunières, Machabey, Coeuroy Henry Prunièies ha dedicato la , maggior parte dei suoi studii alle relazioni della musica italiana con la; ■ francese e ad alcuni seicentisti italla! ni. Egli cominciò con un saggio su j I Luliy, studiandone l'opera e l'am-' bmndvmliqBuCrntRhtrslpmrbcptmmeutvasllactdmbGmdBlmendlprclrcnzdergiaddz 1 ' 1 ' ' ; , ì \ biente; qualche anno fa ha romanzesca-! mente descritta la vita del fiorentino naturalizzato francese e iniziata l'edizione completa delle sue opere. Lavorando attorno a! Seicento, e documentandosi fortemente, ha allargato la conoscenza dell' vicende bell'opera italiana in Francia »)rima di Lully e quella del balletto di corte, prima di Bcnserade e di Lully. Ha dedicato poi un volume a Montcvenii e un altro a Cavalli: quei granili e altri contemporanei, specialmente i! Casti, sono finalmente apparsi ir. tutta la loro potenza. Altri saggi illustrarono Luigi Rossi e te origini della cantata italiana. Queste radicali indagini storiche non hanno impedito al Prunières di trattare questioni di attualità e di interessarsi alla musir i moderna nelle sue varie manifestazioni. Fra gli iialia.ni. Malipiero e Casella sono da lui particolarmente prediletti. La Hcvue musicale, della qua!'1 egli è il direttori'-, è appunto la pé autorevole pubblicazione francese a sostegno di alcune tendenze dell i musica contemporanea. Armane! Machabey è entrato soltanto da qualche anno nel campo della musicologia e la si:;, apparizione ha dimostrato di quanta erudizione si fosse egli saldamente arricchito. Poche volte un esordio s'è rivelato eltrettanto maturo. Un forte saggio sulla storia e l'evoluzione delle formule musicali dal I al XV secolo è stato c< .apagnatc o seguito da monografie minuziose e salienti nella Bevile ili , icologie, n.'lla Reme Musicale, ne! Mincstrcl. su argomenti antichi e moderni, discussi con gusto squisito, dalla musica in Montaigne e nelle Hìsto ; tlcs di Tallement de Revaux. interessanti per l'ambiente musicale del secolo XVII. a un'ampia biografia, la primi, potrebbe dirsi, di Guglielmo di Machault, da un originale metodo di musicologia ad acuti studii di contemporanei, quali Y. M. Hauer. Beck. Hindemith, a questioni d'attualità sul pianoforte <■ sulla propaganda musicale. Il suo punto di vista sugli elementi della diss, :. tnza, della politonalità, dell'atonali .. nella musica moderna »ì illuminate lalla esperienza della storia. Concludendo afferma che la politonalità esclusiva, la atonalità rigorosa non sono verosimilmente musica dell'avvenire Ma i loro principi e i loro prodotti, di natura esoterica, inseriti nella corrente dell'evoluzione musicale, assorbiti dall'uso quotidiano, hanno già orientato tutta la nuova generazione dei musicisti verso tonalità inedie, destinale a una larga applicazione e a una meno rigida legislazione. Del resto egli nota che le dottrine intransigenti, violentemente combattute, dispaiono soltanto di po aver trasfuso ai loro avversarli le loro idee direttrici ed essenziali. Andre Coeuroy, compositore, redattore capo della Renne musicale, si dedicò dapprima agii studi comparativi della musica e della letteratura in Francia e in Germanio. Voltosi all'osservazione della musica r.t'uale, ne disegnò un panorama. La tragicità del destino della musica contemporanea, egli dice, si scorge nettamente nell'antitesi fra la grande complessità della scrittura, ricca di mezzi, e l'ideale della nudlità e dell'ascetismo. La musica soffre della malattia del secolo, partecipa alla crisi dello spirito moderno. Arte diretta, lapida, arte da pugnatore nudo sul paleo, da automobilista lanciato sul rettilineo. Spariscono le preparazioni, gli sviluppi. Come nel cinematografo, cosi nell'armonia e nella, composizione. .Via neppure è da escludere, egli nota, che la psicologia, ora espulsa come impurità, non debba, prima o dkipo. ritornare in onore... Fra i rappresentanti della nuova musica in Italia il Coeuroy cita nel Panorama, Pizzetti, Malipiero, Casella. Rieti. Massarani. Labroca, Mortari, Castelnucvo Tedesco. Dent e la rivendicazione di Busoni Edward Dent. il più illustre musicologo inglese, ha legato il suo nome al primo studio che illuminasse l'alta importanza di Alessandro Scarlatti. Libro fondamentale, che corresse molte inesattezze intorno alle forme e allo spirito dei grande palermitano e molti dali aggiunse alla biografia. Un saggio su Lsonardo Leo è anch'esso prezioso alla storia d?H'opera italiana. Con la pubblicazione di antiche cantate da camera italiane il Dent documentò nuovamente il valore di quel genere. Per tali studi egli venne più voile fra noi e visitò archivi! e biblioteche. Attese poi a un'opera dii maggiore interesse per la musica in Inghilterra, la. ricerca cioè dell'origine dell'opera ir. quella nazione. Rappresentante autorevole della cultura inglese, insegnante di storia a Cambridge, si occupa dalie nuovo tendenze 'musicali e parte. :pa assiduamente alle manifestazioni internazionali. Qualche mese fa ha dimostrato un nuovo interesse a'.la musica italiana, pubblicando un ampio studio su Ferruccio Busoni, considerato come compositore, come pianista, come « italiano «, studio cordiale, improntato di ammirazione, ricchissimo di notizie. Dent ha rivendicato Busoni all'Italia. Esaminata la formazione di lui e ricordate le vicende che lo allontanarono dalla patria e gli resero poco confortevole il ritorno, ha dimostrato quanta fosse l'italianità di Busoni, che mai dimenticò la nativa Toscana e invano desiderò di acquistare una casa nella sua terra, che, proclamatosi italiano nel 1904, col Concerto per pianoforte, con la Slitte per la Turandot, fu perciò osteggiato in Germania, ma non Lompreso in Italia. Edward Dent deve aver accolto con compiacimento la notizia che il Maggio fiorentino dedicherà un intiero concerto sinfonico, diretto da Vittorio Gui. a Ferruccio Busoni da Empoli . La Toscana è particolarmente grata all'insigne storico inglese dell'onore reso al suo grande artista. \[iìi■A. DELLA CORTE.