Da schiavo a generale di divisione

Da schiavo a generale di divisione PICCOLE E GRANDI COSE SAHARIANE Da schiavo a generale di divisione Un fanciullo rapito in mare - Le tentazioni dell'harem gli « spahis » ■■ L'avversione di MacMahon - Tutta la ( Dal nostro inviato speciale ) Come sono stati creati vita in un medaglione EL GOLE A, aprile. Mi trovavo sulla ferrovia del sudalgerino in viaggio verso El Golea, aitraverso una regione coltivata di vigneti e di campi. Lasciando Algeri, la mia opinione era fatta: l'Algeria non era altro che una parte dell'Europa o meglio della Francia del Midi trapiantata sulla sponda dell'antica Affrica barbaresca. A confermare tale ipotesi, apparve, subito dopo Boghari, una carovana di malinconici cammelli: d'un pittoresco così inatteso che sembrava messa lì apposta per dare un po' di colore locale al paesaggio. Gli animali marciavano lentamente e in disordine, portando sulla gobba il bassur, quel rudimentale baldacchino, che protegge le giovani arabe dal sole e dagli sguardi indiscreti. Le donne del deserto Ma, quando U treno passò a fianco della piccola carovana, il colore rosa e verde delle stoffe ornanti il ! bassur m'indicò che essa costituiva una delle più originali caratteristiche dell'Affrica: una carovana di Uled Naìta. Sono coteste donne — come dira ? — le « passeggiatrici » del deserto. Infaticabili, esse percorrono, al lento dondolìo del mehari, il Sahara, razziando i sedentari arricchitisi per il raccolto dei datteri, i pastori che han venduto i montoni, i predoni cammellieri, reduci da qualche buon colpo sulle carovane ben fornite. Ma, diversamente da quanto avviene fra noi, queste signore sono venerate. Un rispetto sacro le circonda, che esse sono le antiche sacerdotesse dell'amore e rappresentano per i sahariani il bisogno di poesia, che sonnecchia in fondo al cuore, ardente come la loro terra. AUa fine, anche il predare e il guerreggiare diventano un'abitudine e gli orizzonti sterminati non dicono più nulla all'anima, che reclama qualcosa d'altro. Le Uled Naila, vanno incontro a simili stati d'animo : sotto la teìida o nei caffè mauri, esse raccontano le favole e le leggende del deserto agli uomini che le ascoltano con lo sguardo pieno di nostalgia. A poco a poco, \ si creano atmosfere liriche, che i 'canti e le danze spingono7alìa più^trntionp e rhp nifi tardi. In icnsione e cne, più larai, la alta pace ^ deserto acqueta «eUa,ua,vastità. \Le Uled Naila son votate al loro>sinaolare destino da un'inflessibile^i# " i,~ i " n pr-pJìtnrin Rionnun mwninn 1aerle? ™^ Sul — Orii^el deUeMO^ d*ìKoneui — U rimmel aeue oeue sei deserto — passa, alle volte, una\luce di speranza. Esse sanno che- |nel duar, provvisoriamente abbati- donato, ritroveranno un fidanzato, che, senza curarsi del passalo, le ri- ì ceverà con gioia sotto la tenda, s0-\prattutto se le pìccole cassette rosa I e verdi son piene di vestiti, di gio-\ieUi e di monete d'argento. E lecsposerà. Da tale momento, esse di-\menticheranno per sempre la pos- safa vita avventurosa le favole la-iteive le datile vrocaci S'nose ner tette'* tuteli „/rP»Wpr«»'«n nnJip» Wrecte e jeaeii, atteggeranno vaz^n-- temene ringraziando Allah dei suoi, X^%%sTeCSo7r7^i za della loro tribù. 'Gli snahis e il loro cann ;sPalH8 e 11 loro caP° I Non crediate, però, che gli Uled Nail siano uomini fannulloni, che ut- tetidano, seduti tulla sabbia e fu- mando beatamente in pipe primitive, ! j7 ritorno delle donne dui loro infitti- j<7rico?ue lupi famelici, vagavano ne- \gli immensi spazi liberi del sud-ai- \gerino nella perenne ricerca di qual- [che buon colpo di mano, mettendosi, di tanto in tanto, al servizio diqual-'.iche signorotto locale. nNel 1831, quando arrivano i fran-\Pcesi, gli Ulcd Nail difendono la\ncasba di Bona, per conto del bey di\aAlgeri. Danno ai conquistatori tali\Ctace tanti grattacapi, che, per poco, Luigi Filippo si decide a richiamare la spedizione. Come sbarazzarsi di costoro'! Con la corruzione? Con la guerriglia? Il comandante delle truppe, generale Clauzel, non sa quali pesci pigliare. A questo punto, entra in scena] Giuseppe, un giovanotto italiano, TtltoTalJore eXZo°mStato Maggiore. SffHlW un Klea so-.mpraffuia, Travestitosi da mi reametparabo, si insinua nella casba, \mLe vostre donile — egli dice\jpassare al servizio della Francia, ioìCvi prometto che esse potranno... ■ faegli dice]dagli Uled Nail — non possono... lu-hvorare ad Algeri, lo sapete, Se voi< ! d°ve gli uomini sono a migliaia aprire bottega nelle grandi città, t \ La danza delle monete d'argento, racchiuse nelle cassette rosa e verdi delle future spose, balla nel cranio dei difensori di Bona. Come resistere alla tentazione? Piantando in asso il bey, al comando del fine diplomatico, essi passano, così, in campo francese e formano il primo squadrone di spahis aZi/erini. Si battono con valore, mentre le loro donne guadagnano fior di quattrini nelle popolose città. Un'ordinanza reale dei, 10 settembre 1834 porta a quattro gli squadroni di spahis e un'altra del 12 agosto 1836 ne fissa il numero a sei, conglobandovi i cacciatori d'Affrica e giannizzeri turchi, che hanno abbandonato il bey di Costantina. Giuseppe viene, successivamente, promosso tenente, capitano, maggiore di complemento. Ma, soltanto nel 1841, Luigi Filippo istituisce definitivamente il corpo regolare degli spahis su venti squadroni, ripartiti nelle tre Provincie: Algeri, Costantina, Orano; comandante Giuseppe, promésso colonnello effettivo il 19 maggio su proposta del maresciallo Bugeaud. dafpPuddrrdvmqsgdaasnpopsofcrrtosn< L'elogio della condotta del te- u'nento colonnello Giuseppe è sulle nFigura leggendaria ^f* « tutu - scrive il conqui- statore dell'Algeria al maresciallo ! j_i7_ n >7 h,^,^ \l*;e ufficiale o soldato delle truppe N>d A''nca' che non 10 ammin- Mai,c^un MO'"o dimostrato più slancio, m 1P™ attività, più valore. Partito nel.d ìdi™io™ d* Oprale La Xoricièr e, q M—mum« M oa» ~,.,nm <\eJ>h disponeva di appena 240 cavalli. »-C°n l°rz% cost ***** sostenne c|durante l'inverno 23 combattimen-1 tl ed esegui innumerevoli colpi di m ì man0- Non a}} restano che pochi dei g\vecchl cavalli. Ma egli li ha sosti- : I 'mimem™~*hH Z^làZ'ìto\Prcse cosl numeiuse, cne poiia cerne a mia disposizione oltre 300. \EM e >tn *tt**to di cavalleria leg- f*» come se ne trovano ben pochi Jiln Francia. Cosi io desidero v,va-rme"te che venga nominato colon-\r Wéllo, comandante degli spahis g- infondere in tutti {c, "■ Aigeua. saprà injunaere in rum ^ 'dei noatn accessi ». fLa proposta di Bugeaud e accol-'l;'a. Nel 1851, Giuseppe sarà promos-Jso ueneruie di brigata; nel '55, qe-s ncrale capo d creala, _. oleografia si trova nelle sale dei co- a mandi di tutti i reggimenti di spa- possedesse, ne'/o slesso tempo, una intonazione dolce e autorevole di ca po. Giuseppe fu ammirato per la sua energia,-lealtà, abilità, rispettato per l suo valore. Non indietreggiò mai, non esitò mai davanti alla battaglia,Perchè aveva una magnifica organizsazume nervosa, perchè sapeva assumere tutta la responsabilità dei Comando tuiti come il capo che era sempreazione appariva più netta ed tmp7a-cabile. La storia vera Resta nella memoria di La sua storia è oramai diventata Gn Bpahis ,e la racconta.m- la sera' «MaM<?° "dle ™™ratc,mn s[ sentono più cìle ; ritmi deUapreghiera vespertina e Veco addor.mentata delle fariga^;. che il ventojei deserio norta nella nar.p. uni.Condotto a Tuniai e t;cmMo'al^fa un pirata barbaresco, che l'ha cai-del deserio porta nella pace nothuma. Nel 1815> un bambino italiano èturato sovra una nave nel tragittodall'isola d'Elba a Livorno. Di 6 o 7ann\, il bambino parìa l'italiano e ilfrancese, dice di chiamarsi Giusep-pe. n cognome non se lo ricorda Pi£Porta, sul petto ur. medaglione conun ritratto di donna dalle pupii'.edolci e dal sorriso buono: sua madre. Allevato tra gli schiavi dell'harem beylicale, a 15 anni, parla l'arabo e il turco ed eccelle nell'arte degli arabeschi. Cavaliere intrepidoviene ammesso nel corpo dei mammalucchi, dove presto si distingue quale tiratore perfetto. Il bey lo coti sidera come un figlio, permettendogli di frequentare Z'harem, popolatodi 120 donne. Ma, contrariamenteal biblico «iMwnné il nostro vi In al Cionco Giuseppe, il nostro si «ascia tentare, sembra, da una dozzina di mogli del bey. Per salvare lapropria testa o meglio... le proprieorecchie, il giovanotto scappa mpaZazzo della Marza, per rifugiarssovra un brick, in rotta per Algerioccupata, qualche mese prima, dafrancesi. Li. viene, subito, assuntocome interprete dello Stato Maggio-re. E incomincia la sua carriera me-ravigliosa, giungendo, come ho det, i j. -, j. n. . . to, al grado di generale di Divisionesenza lasciare mai la nuova coloniaLa sua ascesa rapida non mancanaturalmente, di creargli un sacco euna sporta di invidiosi. Il primo suo nemico, il più implacabile è Mac Mahon, che ha combattuto al suo!'anco nella conquista della grandehr«»»-j- rr„,„„ ,ivjj«« „,..*,-..„;„.„ N maresciauci non vuote ammetteteche il piccolo sanavo italiano, imammalucco di Tunisi sia qualcosad'altro di un avventuriero. L'odio d giunge il massimoquando, il generale Giuseppe Vrovo<u> n Knmlrnne Ili di rtnrfprinnrc »c a Napoleone Ili di partecipa econ , suoijpahis alla campagna de 59. Mac Mahon vi si oppone e, no minato dopo la governatore deh :l generale Gius campagna d'Italia dell'Algeria, non vuole eppe sotto i suoi <>rtoi» *n££a " t™m™' Pellegrinaggio in Italia ° J^^'^^^^Zratore stesso esitano, intano, il marpsciallo ha per ultimo la parola. Igenerale Giuseppe verrà nominalocomandante della Divisione milita Mn„f .irììlrr f«° «* f°to. d®lba> alla "coca dellu sua famiglia, bene ancorato ,nJ?ndo a! ctlor,e; come certe fchbri ehfsi l>°''tan° addosso senza troppo sof alt^s.',1,: . ,. ,Ali isola amoa, a lAVorno, eijn>!OH conosce nessuno e nessuno iouomo condannato dal destino e dalla ta anima irrequieta. PAOLO ZAPPA

Persone citate: Algeri, Gius, Giuseppe Vrovo<, Luigi Filippo, Mahon