Napoli -Torino 1 - 0

Napoli -Torino 1 - 0 Napoli -Torino 1 - 0 I « granata » prevalgono all'attacco, ma non sanno realizzare in una partita povera di bel giuoco Il Torino ha subito una nuova, scoti-:/irto. E' la terza consecutiva: le dueìprime su campo avversario, l'ultima in lcasa, come a dimostrare e confermare anche al pubblico locale che esiste una ragione ed wi nesso logico nella aerie degli avvenimenti negativi. Che perdere uno o piti, incontri, anche per una squadra ben quotata, non vuol dir nulla-: è il modo con cui si perde che conta. Il Torino 7ia perso contro il Napoli, dominando e conducendo Voffensiva per i due terzi della durata dell'incontro. Negli ultimi venti minuti di giuoco, la gara assunse, ansi, il carattere di un regolare e nutrito assedio alla porta degli ospiti. Ciò nulla, meno, il risultato ha una sua motivazione, ed anche il più acceso fra i tifosi granata dovette lasciar il campo amareggiato più per il comportamento della propria squadra che per l'esito della giornata in se. Mancanza d'intesa tra i granata I giocatori granata non peccarono 'questa volta di mancato impegno. Lavorarono di buzzo buono, con energia c con continuità. Rispetto alla prova sostenuta otto giorni or sono a Milano •— non in senso assoluto, intendiamoci — tesoti di volontà vennero ieri profusi a- Tonino. Fu la- qualità che non corrispose affatto alla quantità del lavoro. Detto in termini brevi, la squadra non ha, al momento attuale, idea nè concetto alcuno di giuoco costruttivo o difensivo. Gli uomini che la compongono giuocano così, come elementi sciol1i, ognuno per sè, individualmente. Non li collega il cemento della coesione tecnica, non li unisce un piano tattico preordinato. Pare, anzi, che non li tenga assieme nemmeno quell'intesa morale che sta alla base di or/ni lavoro collettivo e che è elemento indispensabile per l'impostazione di azioni aspiranti a rendimento positivo. E' doloroso dover parlare in simili termini di una compagine che, appunto come tale, assurse già a notorietà ed a fama, ma è la verità. Nel Torino di questo scorcio di stagione, non esiste nè ordine, nò sistema, nè convinzione. Una buona parte dei giuocatori si trova fuori forma, senza che un motivo sportivamente plausibile possa essere addotto in loro favore, altri san snervati e snervano i compagni con gesti ed atteggiamenti stucchevoli ed altri infine appaiono nettamente sfiduciati. Come si sia giunti ad una situazione così grave, non sta a noi, nè è qui il caso di esaminare. A citi considera il caso di ieri superficialmente, ad esempio, il risultato negativo può anche prendere l'aspetto di un infortunio: diverse sono le conclusioni a cui giunge chi guarda in profondità. L'offensiva prolungata e rabbiosa del Torino non ebbe mai carattere di ordine: anche nei momenti della stia maggior intensità, essa non diede mai l'impressione di poter concretare nemmeno il programma minimo a cui tendeva, quello del pareggio. Più, anzi, l'incontro si avvicinava al suo termine e più l'unità dei granata appariva disgregata, rotta, sfi dnciata, tanto che, nel complesso del l'incontro, il lavoro di due uomini soli merita rilievo; quello di Busoni, tutto energia, ma seguente la linea della ingenuità, e quello di Janni, ricco di buoni spunti, ma pieno di scoramento. Davvero, il problema della squadra del To rino si presenta come astruso da risolvere. II Napoli incominciò nulle e termino bene. Incominciò timoroso e titubante. Ogni attacco dell'avversario lo trovava pavido e malsicuro. Pareva dubitasse di se stesso. Poi, poco per ixtlta, acqui sto consistenza: a fatto di aver raggiunto la metà tempo senza capitolare gli diede fermezza, la circostanza di aver segnato non appena riprese le ostilità gli conferì linea e coraggio. Certo il secondo tempo fu condotto dai partenopei con chiarezza di vedute c con praticità di accorgimenti tattici. Con una guardia chiusa e prudentissimta, essi bloccarono efficacemente la loro area di rigore, ed ogni volta che potevano scattare al contrattacco lo fecero nel giusto stile, puntando, cioè, immediatamente sulle ali e dando algiuoco quel carattere aperto che strvi-va, se non nella difesa La buona r Uogliani fu il migliore degli attac-canti. Egli servì la propria ala con grande continuità ed inscenò e condm-ae l'azione da cui soaturi « jMMto dellavittoria ed altra in cui Ranellt avrebbe dovuto segnare -^Ml^tc Ferramfu visto in miglior luce che in piece- denti occasioni. Un uomo che richiamò Vattenzioncfu Boscaglia. La quantità di lavoro che U centro della seconda linea «<W™<^un. sbrinò nei novanta mimiti è impres- *y " " ^ ' ,/ ,„„„,.„ ,,nr.ti stonante. Non tutto detto lavoro, pam- colarmente per quanto si riferisce «*lato costruttivo, fu pratico e preciso,ma la continuità degU^Hterventl, to lo-ro prontezza e velocita la tenacia e .« volontà dimostrata ebbero nntnflnei- za diretta sul contegno generale dellasquadra. Buscaglia ha un motorino «1 po.'to dei polmoni. Senza svolgere gran giuoco — l'i»-contro in sè fu ben povera cosa dal lato tecnico —, il Napoli si portò mol- portò dot resto simpaticamente. Un pubblico non troppo numeroso assistette) all'incontro: ì rovesci recentemente subiti si fanno sentir,? sull'affluenza degli spettatori. Nella tribuna d'onore erano presenti 8. À. la to meglio che nella precedente occa- stone ìji cui era sceso a Torino in que-sta stagione: giuoco con maggior turi-mo, con maggior spigliatezza e conmaggior ordine. Anche dal punto divista dm correttezza, la squadra si Principessa Jolanda col consorte S. E. « conte Calvi, il Segretario federale comm. Gastaldi ed il Podestà conteThaon <Ji Revel. Giornata primaverile e terreno in ottime cojuiùrioro. Agli ordini dell'arbitro Gonani, di{Ravenna, le due squadre si presento- rotto nella, formazione seguente: Napoli:. Camma;. Vincenzi ed In- \ noccnti; Colombari. Busca alia c Boitri; BenatU, Vogliami, Sallustio, Ku~ j ineili o Ferraris II. Torino: Maina; Ferrini o Martin II: Prato, Janni ed Allasio; Castellani, Monti, Busoni, Rossetti e Bo. Il giuoco non assurse in nessun momento dell'incontro a livello tecnico , degno di menzione, ma esso fu parti-icolar mentì brutto nel primo tempo. 'La palla andò a finire nella rete deliNapoli subito ai primi minuti dopo Va- ' portura delle ostilità, ma l'arbitro annullò il punto per evidente « fuori giuoco >, L'inizio — dopo questa parentesi — fu. favorevole agli ospiti che premettero por qualche tempo sulla difesa granata. In uno scontro con un avversario, Rossetti si ferì- alla testa, nel cor- ! so di questo periodo, e dovette rima- nere assente dal campo per qualche ÌM mito. Verso il quarto d'ora, il Torino pre- se gradatamente il predominio condii- ; cendo attacchi sui affaccili alla rete] difesa da Cavatina. Come quelli del Napoli, però, questi attacchi non possedevano forza penetrativa alcuna. A metà campo si giuoeuva alto, in certi] momenti altissÌ7iio. anzi, e nell'area di \ rigore si ingarbugliavano le cose scn-\ za costrutto. Il « goal » di Sallustro Il Torino dominava, otteneva calci d'angolo, giungeva fino a qualche metro dalla porta degli ospiti, ma di lavoro concreto in area di rigore non si vedova traccia. Un solo tiro meritevole dì successo fu, eseguilo in questi primi quarantacinque minuti: autore Btt-Ì•Isom, che di sinistro, girando su se stes- 'so sparò violentemente in porta nel corso di un'azione più delle altre rapida: la palla passò sopra il palo trasversale. Zero a zero, al segnale di riposo: nessuna delle squadre meritava la ricompensa di un punto. Il Napoli apriva la ripresa in tono migliorato, e subito segnava. Gli « azeurrl » avanzavano sulla destra, Bcnatti veniva fermato con uno sgambetto, Voglìani si sostituiva prontamente al compagno, giungeva fin quasi alla linea di fondo e centrava forte. Nessuno raccoglieva il centro all'altezza del rettangolo della porta; qualche metro al di là, però, Ranelli eseguiva un gran balzo ed una splendida rovesciata mandando la palla in modo così preciso sulla testa di Sallustro che questi non aveva fatica alcuna a deporta nell'angolo della rete fuori della portata di Maina. A pochi minuti di distanza, Vogliani mandava al centro un altro bel pallone. Ranelli sciupava l'ot tima situazione che ne derivava; il suo tiro colpiva la base del palo. Incominciava allora la controffensiva torinese. Gettandosi a corpo morto sulla traiettoria di un tiro, Vincenti toccava il pallone con un braccio; l'arbitro non concedeva il « rigore » che il pubblico insistentemente reclamava. Stretti nella loro metà campo, gliospiti si difendevano con energia e conordine. Da parte loro viceversa i « gra- nota» si disunivano e si innervosivano in modo evidente; la prima linea cam- biava fisionomia ogni cinque minuti.Nella posizione di mezz'ala destra, ad esempio, si alternavano Bo, Monti eCastellani. L'energia dei terzini az-zurri ed il lavoro intenso del mediartiriuscivano a tenere a freno gli attac- canti torinesi ed a lanciare anzi qual- che controffensiva. Nel corso di una diessi, Ranelli mancava, per esitazione,un'altra facile occasione di segnare. L'incontro terminava col Torino prò- teso all'attacco e con un tiro al volo di grande potenza, ma di nessuna pre- \cisione di Busoni. I granata non erano 'riusciti a pareggiare. VITTORIO POZZO,

Luoghi citati: Milano, Napoli, Prato, Ravenna, Torino