Vercelli saluta entusiasticamente Facciani vincitore con distacco

Vercelli saluta entusiasticamente Facciani vincitore con distacco La terza tappa del Giro del Piemonte dispatata con incessante combattività Vercelli saluta entusiasticamente Facciani vincitore con distacco Trentaquattro corridori giungono in gruppo a tre minuti dal primo - L'ottima prova dei concorrenti svizzeri Vercelli, 18 notte. Mentre comincio a stendere queste note domino lo spazioso viale Garibaldi, sotto la cui cappa verde ancora la folla sta in doppia ordinata barriera in attesa degli ultimi arrivaci di questa tappa. Qual meraviglioso arrivo ha saputo preparare 'Vercelli, e con quanto calore di simpatia e di interessamento ci ha accolti! Ancora una volta abbiamo sentito vibrare attorno a noi la calda e pura anima sportiva vercellese, sempre pronta ed aperta all'accendersi della scintilla dei grandi avvenimenti di ogni sport. ì gerarchi e il -popolo dt questa spòrtivissima cittadina han voluto dimostrare che il ciclismo, insieme al calcio e alla scherma (i tre sporta che vi hanno più profonde radici e più nobili tradizioni) ancora è sugli altari della sua passione, e han saputo tributare ai giovani campioni del pedale una imponente, indimenticabile attestazione di affetto e di ammirazione. Giornata dì ottimo sport E ben degni ne erano, questi atleti generosi e animosi, dopo una gara tthe ha superato di gran lunga le generali previsioni di attrattiva e che vi ha dato l'immensa gioia di vivere una giornata, da non tutti attesa, di bellissimo sport. Confesso che; per 'quanto fiducioso nell'ardore e nel valore della schiera giovanile che a Nòpara ancora teneva il campo, non avrei giurato in cosi brillante svolgivnento e in così netto risultato della tappa il cui percorso non offriva «punti salienti di battaglia. L'AostaNovara era stata combattuta alla baionetta su di un percorso severo ■per dislivelli e fondo stradale, in una giornata di caldo soffocante^ e aveva «erto una profonda sistemazione alla classifica; non era quindi infondata Ja previsione che vincitori e vinti di ieri risentissero dello sforzo compiuto all'attacco e in difesa e quelli intendessero mantenersi sulle posizioni conquistate. Ebbene, è bastato il lungo riposo della notte per rinfrancare le energie, ritemprare lo spirito scosso dalla non felice e sfortunata corsa di ieri e far sorgere altri protagonisti, mettere in luce uomini e squadre che finora non avevano potuto distinguersi. Vi avevo già accennato alla forza preponderante dello squadrone di « Frejus » ; il numero e la qualità degli uomini gli permettevano autorità e disciplina di manovra, come si è chiaramente visto nella Aosta-Novara. Non ad armi pari, quindi, lottavano i « rossi » della « Gerbi » e l'animosa pattuglia di « Luxor ». Lo squilibrw sembrava dovesse aggravarsi con la presa di posizione, da parte dei rappresentanti del signor Ghelfi, dei primi tre posti di classifica. Ma non e dei giovani, nè dei meno forti che han cuore adattarsi alla resa. La lotta per la vittoria finale non era chiusa per Valetti, e tanto questi come i « rossi » dell'astigiano e gli svizzeri pensavano alla riscossa almeno per i successi di tappa. Inoltre c'era un Graglia che, rimessosi dalla indisposizione che gli aveva brutalmente strappato la maglia « bleu-gialla », voleva ancora fare onore a quella « bianco-nera » di « Dei ». Di questi propositi di rivincita ci siamo 3ubito accorti stamane alla partenza e ne abbiamo avuto conferma per tutta la gara. Che importa se proprio dai « grigio-rossi », cioè dalla compagine che fino allora era stata bersaglio di piccole e grosse offensive, è uscito alla fine l'uomo che dell'accanimento iniziale, nel quale aveva fatto la sua parte come buona guardia di Minasso, e della generosità degli attaccanti, ha approfittato per dare una buona dimostrazione del suo valore e per cogliere una vittoria che ha solo l'aspetto della sorpresa? Grazie a Dio questi giovani sanno osare, arrischiare, e non considerano infamia essere battuti combattendo. E così anche la terza tappa di questo Giro è stata una piacevole, interessante, emozionante corsa; frutto di uno spirito e di un temperamento che vorrei che i giovani conservassero intatti anche con il crescere dell'esperienza e della fama. Perchè solo da essi ci è dato sperare che in Italia anche gli « assi » corame, come si deve correre per non ridurre lo sport ad una speculazione personale, e come i professionisti devono per meritarsi quello che guadagnano. Scatti su scatti Ma non voglio impegolarmi in un tema che mi porterebbe lontano dalla gara che devo riprodurre ed illustrare. A questo compito mi limito e mi appresto. Stamane al Baluardo Quintino Sella si ritrovarono 59 corridori. A raccogliere le informasioni ed i propositi di tutti ci sarebbe stato da riempire un taccuino, ma mi sono ristretto ad annotare il pieno ristabilimento di Graglia, le tre forature che ieri Ferrando ha subito nell'inseguimento, l'altissimo morale degli svizzeri, per quanto inceronati e indolenziti ancora per le cadute (le discese non sono il forte di questi simpatici pedalatori), la gioia di Lessona per la medaglia che gli è stata assegnata a riconosciniento del suo brio sulla salita di Andrade e nella fuga della prima tappa. I corridori, condotti oltre il sopra passaggio della ferrovia, prendono fa partenza alle 11,15. Cielo completamente coperto; aria fresca e immota; in lontananza seria minaccia di pioggia. Eravamo appena partiti che, dopo un regolare comando, di Morisio, cominciò la serie di scatti che ha caratterizzato questa tappa fino a Gattinara, cioè per centodieci chilometri, tanto che essa potrebbe definirsi, per intenderci, corsa alla francese. Iniziò il tambureggiamento Morigi, cui risposero Lolli, Sbersi, Bertolazzi, e poi Graglia che ricondusse il gruppo. Poi a scappare fu il vincitore della prima tappa, con Bertolazzi, Mina3so, Sbersi, Morisio, Como e Morigi. Ripresi, il tentativo fu rinnovato da Giuntela e mandato a vuoto ancora una volta da Bertolazzi; ripetu¬ IL GRUPPO ANCORA COMPATTto da Mastarone due volte e annullato da Astrua, Lolli e Bertolazzi. Era l'offensiva dei « rossi » della Gerbi die si scatenava, ma trovava sempre pronti quelli della Frejus alla risposta. Forse per far capire cìie non c era nulla da fare anche Facciani si produsse in una puntata di velocita. E così si fecero ì 17 chilometri fino a Oleggio a 35,100 di media. Altri sassi gettarono in piccionaia Graglia, Bianco, Mastarone e di nuo vo Bianco; Ma non conclusero niente, tanto vigilante era la guardia dei « grigio-rossi ». Ma le maglie « rosse » non si davano pace; ecco ancora Mastarone scattare portandosi a ruota Bertolazzi e Lolli, indesiderati e inattivi angeli custodi. Questa volta si fece luce tra i fuggitivi e gli inseguitori, separati ad Arona da mezzo minuto. La magnifica strada del Lago Maggiore, che sembrava una gran perla incastonata in un diadema di smeraldo, fu teatro di questa fase che vide i « rossi » cercare di liberarsi a scossoni dei due gregari del leader della classifica che se ne stava in gruppo ad aspettare che gli altri levassero per lui le castagne dal fuoco; e questi altruisti furono Castagnoli e Stettler, che a Lesa condussero il grosso sui tre. Nel frattempo avevano forato Lessona e Muttini. Ancora due frustate dì Castagnoli e Stettler, ed eccoci a Sire sa, a 36,200 di media. AUro_ che top pa di riposo! E il nervosismo era tutt'altro che finito: ne davo» prova Egli e Saladia, che, forzando, ri manevano soli con Astrua, Bertolazzi, Valetti, Giappone, Melloìie, Bianco, Pollarolo, Morisio, Morigi. Ma i trecento metri che essi riuscivano a prendere erano mantenuti solo fino a Baveno. A Feriolo lasciammo alle spalle il lago e risalimmo la Valle del foce. Egli e Martin all'offensiva Prima di Gravellona si aprì una nuova fase, forse la più bella della corsa. Egli e Martin scattarono contemporaneamente, non preoccupandosi nè della leggera salita, nè del forte vento contrario. Gli altri non reagirono subito ed i due svizzeri a Gravellona passarono 25" prima del gruppo. Il vantaggio fu portato a 42" in sette chilometri, cioè al controllo di Omegna. Allora si cominciò a pensare che Egli era qualcuno e non bisognava dargli tanta corda. La compagine, perduti Bertolazzi per caduta e Como per salto di catena, frazionatasi al controllo, si ridusse a Facciani, Ranzani, Lolli, Ferina, Giuppone, Boccaccio, Saladin, Briano G„ Folco, Giunteli*, Morisio, Valetti, Minasso, Oggero, Oria, Lupo, Astrua, Castagnoli e Lessona. E questi si misero di impegno per demolire al più presto il sogno degli svizzeri. Ci riuscirono con relativa facilità, anche perchè Egli, ripetendo l'errore già due volte scontato, si trovava male, con vento e salita, col rapporto esagerato. Dopo Pettenasco, Minasso terminava, con bello spunto, l'inseguimento. Graglia subiva la prima foratura : la seconda gli capito durante l'inseguimento. Egli non disarmava; riprese, scattò ancora per riavanzare di cento metri con Balmamion; lasciò che Castagnoli e Giuppone tirassero per un po, poi tornò a scattare. Imbrigliato, si mise a condurre vigorosamente e fece una spettacolosa volata per vincere il traguardo di Borgomanero. Il robusto e tenace ragazzo sembrava un leone in gabbia, disperatamente in cerca di libertà; ma ogni sua mossa ormai era vigilata ed Egli si dibatteva inutilmente per scuotere il giogo degli avversari. Nel frattempo, Valetti rimaneva appiedato, iniziando qui la corona di disavventure che anche oggi doveva perseguitarlo. Vi dirò subito che il caposquadra di « Luxor » (capo per modo di dire, perchè aiuto ne ebbe ben poco, specie da Oria) riuscirà poi a prendere il secondo gruppo, ma forerà ancora e cadrà, compromettendo così la sua ottima posizione in classifica. Fra Borgomanero e Romagnano c'era una piccola salita che vide Egli e Giuppone fare l'ennesimo tentativo di forza, anche questo vano. sscaatdntnnivimmnngptEmpsBlcpmllstdatavnncllSveaddtEsgnpnqslsqpicmlapdf La fuga di Facciani Le disponibilità degli attaccanti andavano man mano esaurendosi; l'iniziativa collettiva si poteva dire fallita. E allora cominciò la controffensiva dei « grigio-rossi ». La iniziò Astrua nella discesa su Romaìgnano, prendendo di agilità e di au\ dacia un 200 metri al gruppo con\dotto da Castagnoli e poi portandogli a 500. Ma questo primo colpo fu I sventato poco dopo Gattinara, dove ila media era di 35.400. Astrua con[tinùò a condurre alla svelta, ma non -potè impedire il ricongiungimento idei secondo gruppo composto di 15 unite. Erano insieme 38 uomini. Ancora un, guizzo di Martin ed Egli. TO POCO DOPO LA PARTENZA. subito soffocato, ed erro il colpo di scena decisivo prima di Roasenda. E' un « grigio-rosso », Facciani, che capisce venuto il momento di apnrofitarc della delusione che può aver provocato il fallimento di tante offensive ai danni della sua squadra e parte a fondo, non trovando nessuno disposto^ a rispondergli a tono. Per i primi in classifica egli non era pericoloso (aveva 17-18 minuti di ritardo); più di tre ore di insistente battagliare avevano provato i « rossi », gli svizzeri c quegli isolati, clic si erano buttati nella mischia; i suoi compagni, naturalmente, nicchiavano. Fatto sta che nessuno si mosse finché Facciani non ebbe trecento metri di vantaggio. Finalmente, come sferzati della pioggia, lenta dapprima, scrosciante poi, Piretta, GAuntelli, Oria ed Egli a turno si misero affannosamente a correre ai ripari. Un tiro phì energico di Egli fu sostenuto solo da Lessona, Astrua, Folco, Briano, Massaglia, Piretta, Giuntelli e Balmamion. Ma Perìna riallacciò la fila, mentre questa perdeva, per la seconda volta e definitivamente, Valetti per foratura. La disperata generosità di Egli e la collaborazione di Oria (che Valerti non avrà certo benedetta) valsero a ridurre il distacco che a Santhià era di 2'5". Ormai Facciani, die è un passista di primo rango, aveva le ali ai piedi per volare vittoriosamente verso il traguardo. E aumentava irresistibilmente il suo vantaggio. Le sorti della tappa erano decise. Facciani, che non accennava a cedere, finì indisturbato, compiendo l'ultimo chilometro fra le acclamazioni frenetiche della folla. E, sceso di macchina, ebbe dal Segretario Federale Gazzotti il bravo e la stretta di mano del gerarca e dello sportivo. Tre minuti dopo apparve in fondo al viale ti gruppo degli aspiranti ai posti d'onore. Ai duecento metri erano quasi allineati sul fronte Lolli, Minasso, Folco ed Egli. Ma lo svizzero sbandò a sinistra e fu superato da Lenti e Castagnoli, mentre gli altri tre finivano nell'ordine. Il gruppo, classificato a pari tempo, era di 35 unità. Gli episodi che vi ho narrato hanno colorito una tappa disputata a quasi 35.500; lascio a voi giudicare se questo non costituisce, per chi l'ha voluta, una prodezza. E chi ne sono gli autori principali? Gli irrequieti « diavoli rossi » di Gerbi, in prima linea Mastarone e Giuntelli; il vincitore, che con una fuga di 50 chilometri, anche se' non unanimamente contrastata, ha confermato le superbe doti di passista che lo avevano fatto, in altri tempi, olimpionico; ma soprattutto Egli, senza dubbio il migliore degli svizzeri, che finalmente ha potuto apparire al- IL V L'ordine d'arrivo 1. FACCIANI CBSARR, del Dopolavoro Fiat di Torino, alle ore 15,58'5", impiegando ore 4,44'5" a compiere i Km. 167,800 della Novara-Vercelli, alla media oraria di Km. 35.438. (Agli effetti della classifica generale il tempo viene diminuito di 2' e viene considerato 4,42*6"); 2. LOLLI ONORATO, dei Dopolavoro Fiat di Torino, alle ore 4,47'12"; 3. Minasso Andrea, del Dopolavoro Biagio Nazzaro di Torinn; 4. Folco; 5. Lenti; 6. Castagnoli, 7. Egli; 8. Ferrando; 9. Stettler; 10. Oggero; 11. Ferina; 12. Massa.glia; 13. Mellone; 14. Bianco; 15. Vinelli; 16. Moro; 17. Oria; 18. Lupo; 19. Piccone; 20. Cagnassonc; 21. Piretta; 22. Bonino; 23. Morisio; 24. Saladin; 25. Balmamicn: 26. Giuntela: 27. Mastarone; 2S. Bertazzoni; 29. Giuppone; 30. Astrua; 31. Ranzani; 32. Lassane; 33. Martin; 34; Boccaccio; 35. Briano, tutti nel tempo di Lolli; 36. Glaudo, in ore 4,47*50"; 37. Graglia, in ore 4,49'30"; 38. Bertolazzi, in ore 4.49'36'; 39. Como id.: 40. Valetti, in ore 4,50'40"; 41. De Benedetti id.: 42. Molinai, in ore 4,51'ÌS"; 43. Castiglione, in ore 4,58'16"; 44. Mazzola, in ore 5; 45. Spada, in o-e 5.2'4"; 46. Sbersi, in ore 5,2'11"; 47. Guasco, in ore 5.2'15"; 48. Pollarolo. id.; 49. Muttini, in ore 5,14'; 50. Bersaglio ,id.; 51. Chicco, id.; 52. Ferro id.; 53. Toniazzo, id.; 54. Bosticco id.; 55. Magari, in ore 5,14*30". La classifica generale 1. Minasso, in ore 14,15'22"; 2. Bonino, in ore 14,16'22" (1'); 3. Folco, in ore 14,16'22" (1'); 4. Lessona, in ore 14,16' e 22" (1'); 5. Astrua, in ore 14,16'22" (D; 6. Penna, In ore 14,17'H" (l'49"); 7. Valetti, in ore 14,22'3" (6'41"); 8. Giunteli!, in ore 14,23' 14" (7'42"); 9. Boccaccio, in ore 14,23'23" (7'51"); 10. Balmamion, in ore 14,24-iO" (9'18"); 11. Oria, in ore 14,24'49" (9'27"): 12. Lolli, in ore 14,24'49" (9'27"i; 13. Briano Giacomo, in ore 14.24'49" (9'27"); 14. Bertazzini, in ore 14,26'45" (ll'23"j; 15. Facciani, in ore 14,23'23" U3'l"); 16. Oggero, in 14,29'1" (13'39**); 17. Lupo, in ore 14,29'38" (14'16"): 18. Bertolazzi, in ore 14,30'18" (14'5o"); 19. Morisio, in ore 14,32'4" (16'42"); 20. Moro, in ore 14,32'43" (17'21"); 21. Massaglia, in ore 14,34*34" (1912"); 22. Cagnassone, in ore 14,36'35" nU'13"); 23. Castagnoli, in ore 14,37'50" (22"-28"j5 24. Vinelli, in ore 14,40'6" (24, : ; r, 25. Piretta, in ore 14,44'22" (29'1: 2(3. Ferrando, in ore 14,47'26" i32'4'">; 27. Stettler, in ore 14,48'2' (32'40"i; 28, Giuppone, in ore 14,4S'52" (33'30">; 29. Bianco, in ore 14,4S'52" (33'30"); 30. Egli, in ore 14,48'52" I33'30"): 31. Graglia, in ore 14,49'44" (34'22"); 33. Como, in ore 14,51'16" (35 54"); 34. Mulinar, in ore 14,51'32" (3610"); 35. Mastarone, in ore 14,54'38" (39'16"); 36. Piccone, in ore 14,55'4" (39'42"); 37. De Benedetti, in ore 14,55'25" (40'3"); 38. Saladin, in ore 14,57'4S" (42'26"); 39. Ranzani, in ore 15.212" (46'50"r, 40. Martin, Id. id.; 41. Lenti, id. id.; 42. Castiglione, in 7»,4'12" (48'40"); 43. Mellone, in ore 15,4'37" (49'15"); 44. Sbersi, dn ore 15,5'28 (50'6"); 45. Guasco, in ore 15,5'32" (BO'IO"); 46. Mazzola, in ore 15,7'26" (52'4"); 47. Ferro, in ore 15,15'40" (ore 1 e 18"); 48. Toniazzo, in ore 15 e 22" (ore 1,6'38") e 46"); 50. Spada, in ore 15,40'39" (ore 1,25'12"); 51. Chicco, in ore 15,5T26" (ore 1,36'4"); 52. Muttini, in ore 15,55' e 23" (ore 1,40'1"): 53. Bosticco, in ore 16 e 43" (ore 1,45'21"); 54. Magari, in ore 16,1,U" (ore 1,45'49"); 55. Pollarolo, in ore 16,1'55" (ore 1,46'33"). l'altezza della sua classe. Questo rude pedalatore ha sfoggiato un coraggio e una tenacia indomita per due terzi della gara, battendosi, si può dire, da solo contro Va ben unita fortezza in cui si è chiuso il leader della classìfica. E' mia opinione che se Egli lavo- .rosse un po più di agilità, abbassan-i do il rapporto, il suo rendimento sa-jrébbe enormemente superiore. Come pure ritenqo che migliorerà di tappa in tappa, perchè la sua preparazione](in Svizzera si comincia a correre in maggio) non appare completa. Sono certo che domani dovrò molto e bene riparlare di lui. Fra gli infortunati di oggi, vanno messi in prima linea Valetti, di cui vi ho già parlato, e Graglia, che oggi VITTORIOSO ARRIVO DI FACCIA NI. EGLI E MARTIN IN VANT marciava forte. m,a. è stato appiedato due volte. La classifica generale non muta nei primi posti; a. un minuto da Minasso sono sempre Bonino, Folco, Lessona e Astrua-; su cinque, dunque, quattro sono della «Frejus» e uno, Bonino, della « Prina ». Anche Ferina, dato il lieve distacco, deve essere compreso nella rosa dei probabili vincitori del Giro, le cui sorti sono meno decise di quanto a qualcuno possa apparire. Siamo a metà della- fatica e i «grigio-rossi» hanno ancora nel fianco la minaccia di due uomini che non perdonerebbero la minima debolezza e approfitterebbero del. più piccolo incidente a Minasso o al suo sostituto. Inoltre Valetti, passato lo scoramento della giornata, sfortunata, non ha rinunziato a migliorare la sua posizione, come Giuntela, Boccaccio e Uria. È che sorprese ci serbano gli svizzeri, Egli sopratutto, deciso a smentire chi lo vuole considerare figura secondaria in questa gara? Domani faremo la tappa VercelliAlessandria, tutta piana. La partenza è stata protratta a mezzogiorno: ammaestrati dalla sorprendente media di oggi, qli organizzatori vogliono evitare che i corridori entrino allo stadio Marengo prima che vi sia i convenula la folla che non vorrà mancare a porgere il suo saluto al vincitore. GIUSEPPE AMBR0SINI. I nostri collaboratori per l'arrivo della terza tappa Abbiamo accennato che l'arrivo è avvenuto in modp impeccabile sull'ampio viale Garibaldi. Segnaliamo con gratitudine che il Comitato di Vercelli, disciplinamento sul traguardo e ai ser vizi logistici, era cosi composto: Pre sidente comm. Pietro Gazzotti, Segre tario federale; vice-pre3idente: cav. Se condo Ressla; membri: signori Zarino, Banfo, cav. Ara, dott. Barberis, cav. Balzaretti, rag. De Giuli, cav. Frova, Gaito, ing. Giordano, geometra Giordano, signor Maiotti. La tappa odierna Vercelli-Alessandria (Km. 134.500) La quarta tappa, toccante i grossi o popolosi centri"di Casale, Mortara e Tortona, sarà di profilo molto pianeggiante: propizia quindi, a seconda de gli umori, o a un salutare riposo oppu re til che appare più probabile) a lotta ^™?* ^ey Pesisti j degH uomuii di treno per eliminare gli inevitabili svantaggi che si r°>' creati nelle t3ppe precedenti o cercare di mettere in difficoltà i < leaders ». In 33 Km. si arriverà a Casale attraverso Trino, ma non si entrerà in città, proseguendo invece sulla riva sinistra del Po fino a Candia e Mortara. TAGGIO VERSO OMEGNA. Nel maggior centro della Lomellina, cui si giungerà dopo 63 Km. circa di marcia, sarà situato il controllo-rifornimento. Si proseguirà, sempre in piano, per Lomello, S. Nazzaro dei Burgondi, Bastida de' Dossi e Tortona (Km. 115) dopo aver traversato il Po. Di qui gli ultimi 19 Km. verso Alessandria, termine di tappa, si svolgeranno su ampia bellissima strada. L'arrivo avrà, luogo allo Stadio Marengo. In esso, in attesa, sarà predisposta una riunione di cui riportiamo gli estremi: prova preolimpionica (inseguimento Km. 4) squadra di Torino contro squadra di Alessandria; Individuale dilettanti per il premio « Città di Alessandria » su 8 Km. Vercelli □istanze Passaggio Par. Prog. Alt. a 25 a 30 ! O,0| 0.0il30|12—Ì12 — 13,11 13.1il30|12,31|12,26 5,1 18,21130 12,43112,36 6.0| 24,2|l26U2,58J12,48 9.01 33.2 116ll3.19|l3,6 !l5,o| 48,2 111 13,56113,36 Mortara (ct.r. rif.) jl4.7| 62.9|108 14,30 14,5 Lamello (16,3! 79,21 96 15,10|14,38 S. N'azzero |10.5| 89,7| 83l 15.35 14,59 Bafltida, | 8,7' 98,4) 76]16,55|16,16 Tortoli» 16,6ill5. 114 16,36115,50 Il3.5|128,5,102ll7,8 116,17 DeHaua. Trino Morano Po Oaflulfi l.'andlu. Lninellirin Spinetta Marengo Alessandria 128,5 102117,8 [16,17 6.0|134,5| 95!l7,22|l6,29 Venerdì al Motovelodromo in attesa dei concorrenti Per il giorno di venerdì, in occasio ne dell'ultima tappa della nostra gran de manifestazione ciclistica a tappe, è stata preparata una riunione al Motovelodromo. Scelto il beli' anfiteatro quale luogo di arrivo dei valorosi che durante sei giorni si sono data battaglia sulle strade del Piemonte, era logico si pensasse ad offrire una manifestazione gradita al pubblico ciie si recherà ad attendere i concorrenti, e si è allestita una riunione franco-italiana. U programma sarà imperniato sull'« Omnium » dei « routiers » in quattro prove, seguendo la forma di gara che è molto in auge e che permette di giudicare, attraverso varie contese di elevato valore, le migliori attitudini dei partecipanti. E sono stati chiamati ad esserne attori: per l'Italia: Guerra, Binda e Girardengo; per la Francia: Archambaud, Speicner e Cornez. JGld uomini sono molto rappresentativi: vi è il vincitore della Sanremo, il suo grande rivale campione del mondo che si è preso la rivincita a Messina, il sempre gagliardo Girardengo. I primi due sono hi piena preparazione per la prova di campionato di Mantova. Ma i nomi dei francesi, e segnatamente di Archambaud, ci richiamano alla mente famosi incontri ad inseguimento che, nell'inverno, hanno appunto avuto per protagonista l'ufficioso « reoordman » del mondo di Algeri. Guerra sarà appunto opposto ad Ar-Ì chambaud in una prova ad insegui- j mento su cinque chilometri; Binda lo sarai a Speicher, che, dopo la brillante Parigi-Nizza, è stato selezionato! pel Giro di Francia; Girardendo a Cor-1 nez, che è un « routder > di vaglia. Nel-1 lo stesso ordine, a testa a testa, essi I correranno poi una velocità su metri ottocènto ed altre due prove: un in- \ seguimento a squadre su otto chilometri ed una individuale di venti giri con dieci classifiche. BALBUZIE 690° Corso di cura - 33 Aprilo a Torino. Il noto specialista comm. prof. E. Vanni, già Dir. Ist. Sordomuti Venezia, oggi decorato di Medaglia d'Oro dal Ministero Educazione Naz., terrà un altro Corso per la correzione seria e garantita di ogni difetto di pronunzia. Risultati sempre brillanti: oltre mille ringraziamenti, molti di Torino, a disposizione. Visita, iscrizione al Corso Domenica 23 Aprile, ore 9-18, Albergo S.I.T.E.A. - Via Carlo Alberto, 23 - Torino.