Il Re all'Accademia d'Italia per la commemorazione del Duca degli Abruzzi

Il Re all'Accademia d'Italia per la commemorazione del Duca degli Abruzzi Il Re all'Accademia d'Italia per la commemorazione del Duca degli Abruzzi Roma, 18 notte. Stamane alla presenza augusta tìi S. M. il Re nella sala di Giulio Cesare in Campidoglio, la Reale Ac-Lcademi» H'Ttali» ha tpnntn lo onlon no7™™.™™!?. Ai c a d t • • Sf 2 TZfif,0n? ?-A;?- Luigi di Savoia-Aosta, Duca degli Abruz- 21. Alla cerimonia sono intervenuti ]le LL.EE. i Cavalieri della SS. An-|nunziata Grande Ammiraglio Tliaon i di Revel Duca del Mare, Maresciallo d'Italia Caviglia e marchese Imre- riali- il vief>?nrAoiHoni-o Hni aMS.n ,^ Bnlsl t P -i • Se.5at0 sen. Bomn Longare, il vice-presiden- te della Camera dei deputati on. Bo- drero, le LL.EE. i Ministri De Fran- Icisci, Gazzera e Ciano, i Sottosegre-1 tari di Stato on. Lessona, in rap firesentanza anche del Ministro dele Colonie, on. Puppini e Manaresi, gen. Russo, on. Romano ed Asquini, il principe Chigi, Gran Maestro dell'Ordine di Malta, il generale Bonzani capo di Stato Maggiore dell'Esercito, l'ammiraglio Ducei, capo di Stato Maggiore della Marina, il prefetto gr. uff. Montuori, il comandan¬ te il Corno d'Armarci' cren "r™^ i dente del Tribunale Speciale per la difesa dello Stato, senatori, deputati, numerosi ammiragli ed ufficiali di tutte le forze armate. lLa parola di Guglielmo Marconi t-,. . .. . iterano anche presenti i membri del corpo diplomatico accreditato presso la Reale Corte, numerosi Accademici d'Italia, sir Oswald Mosley, capo dei fascisti inglesi e moltissime personalità. Erano ad attendere S. M. il Re, presso l'inerresso di Sisto IV, il presidente della Reale Accademia d'Italia sen. Marconi, il Sottosegretario di Stato all'Educazione nazionale on. Solmi, il governatore principe Boncompagni Ludovisi, gli accademici Formichi, Volpe e Val lauri ed il prof. Marpicati, vice-segretario del Partito in rappresentanza dell on. Starace. Il Re e giunto in automobile accompagnato dal marchese gen. Asinari di Bernezzo, suo primo aiutante di campo generale, e dopo essere stato ossequiato dalle autorità ha fatto il suo ingresso nella salaj di Giulio Cesare, dove ha ricevuto l'omaggio dei convenuti. IHa preso per primo la parola S. E.!Marconi il quale ha detto: % Sà9nT'eJ ^nori, la scom- S^m^^^J^A^S&Ì££g52W3^-SrÀ noverare nelle nostre file un Principejdi Casa Reale si associava in noi la!devota ammirazione per la squisita af-1labilità di Lui e l'altezza del suo carattere. Per me, che avevo goduto del privilegio di una amichevole consuetudine più che quarantenne, fu personalmente una gioia ed un'onore averlo collega all'Accademia e tanto più profondo il dolore di perderLo Cosi immaturamente. Egli è stato un esempio insuperato di principe moderno nel dìù nobile significato della parola: moderno negli ideali, virilmente perseguiti, e nella rara semplicità con la quale profuse fortune, tempo ed energie neli affrontare vittoriosamente i pericoli delle più audaci imprese. Ebbe in grado eminente una delle più belle virtù, la modestia, che cerca e trova nelJ adempimento dei più alti doveri la — suprema ricompensa. La Dinastia, la ;ÌL?,H?a la Scienza piangono la suaiperdita, e tuttavia nell unirci al comu-1ne cordoglio noi siamo confortati dal Ipensiero che il suo ricordo non sarà!mai cancellato né dal nostro cuore nò dalle pagine della storia italiana. La-1ccio ora la parola all'accademico Val- ;miri che vi dirà degnamente dell'amato ■rrmeipe guerriero e scienziato». \11 discorso del prof. Vallauri !^uSt»e d6Jh astantl- ha tenuto; quindi il suo discorso commemora-. tivo. L oratore inizia il suo dire rie- ]vocando i giorni così turbinosi della ! storia spagnola, nei quali il Principe1 Luigi Amedeo di Savoia-Aosta vide la luce a Madrid, figlio di R-, e l'ab- dicnTÌnne HpI rvnHr» o il ™!™„ S£s t V PnmoJdelicolpi della sorte che dovevano dare : tempra inimitabile a quella eccezio- : naie natura: la morte della madre diletta quando il piccolo Luigi noniaveva ancor toccato i quatti o anni, i Descrive poi l'infanzia operosa e stu-.diosa dei tre Principi fratelli: viag-|MStìKiì phcon^'14le Alpi e col mare. A sei anni e ìscnt-, to nei ruoli della Manna, a dodici \ entra in quella Regia Accademia Na- vale di Livorno, che lascia in tutti i; suoi allievi una così indelebile im- pronta e un così commosso ricordo. Compie con i suoi compagni di corso, ^le camDa°ne rt'Urmrinnp%À lip il =,,n ìf,.i^m i^?„ istruzione ed ha il suo pnmo imbarco da ufficiale sul Ve- spucct, sul quale fa una crociera sul-;le coste dell'America del Sud. Lungi dalla Patria lo coglie la notizia della jmorte del Padre. Egli torna alla vita;del mare nella quale trova e troverà poi sempre, conforto alle prove del- fawerso destino Spennino ^ltw P™ ivo-^TVs?^?pagne e crociere in tutti i mari del mondo. Ma anche non e sordo al ri-'chiamo delle alte montagne: ed ec-colo a capo di animosi compagni pre- * parare nei più minuti particolari una ; spedizione nella lontana Alaska e scalare e soggiogare l'indomito San- l'Flifi Tiri. • j i t ■ j- i 'U Duca e preso dal fascino di quel- le iperboree regioni ; e mentre foschi ;giorni correvano per la Patria e i più giovani, accesi dal ricordo delle gesta del Risorgimento provavanoIuna invidia sem-etn p ancorata npr la nello smarrimento dello spirito nazio-:naie, l'ardimentoso Principe Sabau- do si isolava, volutamente, dal mon- do civile e per un anno non si avevano notizie di lui e dei suoi compagni, 'lanciati alla pnnnni<jta nplla <--fin~p E Tn VT„Ji?. q v T '• poiare. In quell anno 1 atroce regia- dio colpiva al cuore la Nazione; ma a darle un nuovo soffio di vita, di spe- ranza, di ardore tornava dopo un an- no di silenzio, il giovane Principe onusto di gloria per la gesta compiu-1 ta. Fu l'entusiasmo di un momento ; ! poi nulla parve mutato nella vita delpaese. Eppure fu anche quello unodei tanti semilun^oVhiuir'da euildoveva, più tardi germogliare unaItalia nuova. IE 1 oratore continua : « Il Duca tornò nella Marina con quel-!la semplicità innata che era una delle jdoti .della Sua natura che più Gli ;iccat-|tivava le simpatie universali. Seguirono |altre memorande spedizioni : la conqui- sta del Ruvenzori e la spedizione a! Ca- rakorùm. Divenuto contrammiraglio c!Capo del naviglio sottile seppe avviva- re In tutti lo spirito aggressivo. Con questo spirito lanciò le sue siluranti al- latone allo scoppiare della guerra ita-lo-turca a Prevesa, a S. Giovanni di Me-jdna;, con questo stesso spirito preparò la flotta por maggiori cimenti ed afTronto il problema della guerra in Adriatico. L * Qui ,tennc i] supremo Coman°o in modo che ancora oggi non è forse degnamente c interamente apprez7at0. l'oratore rievoca la figura fredda, vigile, attenta del Principe a bordo della Tiiuocria durante quei mesi di austera vita guerriera. In piedi, prima dell'alba, in piedi sempre, si può dirp ch>? nuIla mai lo coglieva di sor§rf,sa- Tu,tto aveva dinanzi agli occhi dslla mente e tutto decideva con pronteasa sicura. Gli toccò l'arduo compit0 del salvataggio dei Serbi battuti e respinti verso il mare: e, nell'assolverlo, il Principe mise a prova le sue mirabili doti di organizzatore e di solda- quello di coprire appieno, con la sua to. Restano anche, se da altri dimenti cate, le memorande parole: «.Ora- e sempre ver questa opera vi accampa* gnino, Marinai d'Italia, la gratitudine c l voti di tutta la Serbia, che sulle Vostre navi ogni rinasce ». Il Duca degli Abruzzi, come in ogni altro momento della sua vita aveva voluto che nessun privilegio Gli derivasse dalla condizione di Principe, se non il carico di maggiori doveri. Nobile fra tutti <£ Forse la guerra non era ancor cniusa che già Egli pensava alla sua ultima grande impresa, per la quale un intuito mirabile lo spinse a farsi coonizzatore, ad additare coll'esempio " compito più vitale per ritaiia d'og- gi: il ritorno alla terra, la conquista e a riconquista d'i terra nuova di qua e di là dal mare. In questa terra di là dal mare riscattata alla cultura dalla sua opera feconda di nioniere Egli ha voluto dormire l'ultimò sonno: e quando un male implacabile, sopportato con stoica fermezza, Gli annunziò prossima la fine, volle solcare il mare per l'ultima volta. <; Questa l'alta figura del Principe, che la Reale Accademia d'Italia ebbe il grande onore e privilegio di chiamare nel suo seno; ed anche in questo consesso, nei semplici brevi discorsi, come negli attenti silenzi, ognuno senti quanto il suo Spirito fosse acuto e vigile, dignitoso e deferente a un tempo e quanto la sua preseiiza incitatrica ed ammonitrice L'accademico Vallauri chiude il suo commosso discorso, elevando il pensiero alla Maestà del Re, che presiede alle fortune della Patria condotta a più alte mète dalla passione del Duce e rivolge alla memoria del Principe marinaro il saluto di « Viva il Re» che già tante volte lo ave va salutato dai ponti delle navi. S. E. Marconi, quindi, in nome di Ì^^ B ** dichiara Chiusa la I1Sovran°. d°P° essersi brevemente intrattenuto con l'accademico P.rof- Vallauri, e con le autorità, lascia la sala di Giulio Cesare