I drammi di Parisi

I drammi di Parisi I drammi di Parisi Romanzo di JEAN DE LA HIRE vi debbo alcuna spiegazione, ma solo un avvertimento. Sarà bene che manteniate il più stretto silenzio su questa avventura, poiché come saprete, i Thug hanno un'organizzazione che è come una piovra. E' elastica, rapidissima e i suoi tentacoli arrivano in ogni parte della terra... Non riuscireste a sfuggirci! — Ho capito — rispose Alex. Quando l'avevano imprigionato gli a vevano consegnato un pigiama di lana, della biancheria, un palo di pantofole. La sua biancheria personale, 1 suol vestiti, cappelli e scarpe erano stati messi al sicuro in un armadio, erano stati Queste parole ebbero la virtù di far balzare in piedi il prigioniero. — Mi liberate? — lUss'egli. — SI. — Perchè? — Che cosa ve ne importa? — E' vero!... — mormorò Alex. Ma non potendo credere che lo si lasciasse in libertà senza aver ottenuto lo scopo per il quale lo si era incarcerato, insistette nelle interrogazioni: — Ma sarò completamente in liberta? — Completamente — rispose Aghur. — E mi liberate senza domandarmi tìov'è la bambina? e— E' inutile — ribattè Aghur. — Non APPENDICE DE « LA STAMPA » (97 ta furtiva all'orologio e constatò che la mezz'ora, dtita come tempo a Myo, Rydù e Zaid per prepararsi, era passata. Si incamminò allora verso la porta d'uscita. Cinque minuti dopo Alex Mauduit si trovò nella strada. Il suo primo pensiero fu di allontanarsi al più presto da quel luoghi ove aveva temuto di lasciarci la pelle o quanto meno di subire crudelissime torture. E corse, più che non camminò, verso la stazione Marcadet, scendendo poi precipitosamente la scaletta del Mètro. A due incroci successivi discese e cambiò di linea. La paura gli metteva innanzi tali sospetti che guardava continuamente attorno a sè, mentre era nel vagone, e dietro a sè allorquando camminava nei corridoi del Metropolitano o saliva le scale che portavano all'aperto. E non scopri nulla che lo mettesse in sospetto. Ed era quasi tranquillo, quando, dopo aver trascorso quasi un'ora a farsi sballottare dalla tranvia sotterranea di j linea in linea, discese alla stazione di [Sèvres, David Gor abitava in via Ba¬ disposti in bell'ordine in un armadio che si trovara in fondo alla prigione. Sotto lo sguardo freddo e davanti al viso impassibile di Aghur, il giovanotto fece un po' di toeletta e si vestì. Nel suo intimo mon sentiva profondamente la gioia di essere liberato. Temeva un tranello. E il suo spirito inquieto, astuto, cercava di capire quale potesse essere il rovescio della medaglia. Guardò più volte il suo carceriere, ma non osò arrischiare una domanda Aghur, dal canto suo mantenne , sempre il suo contegno impassibile. E così Alex terminò la sua toeletta een,za che una parola venisse scambiata. Quando finalmente fu pronto per andarsene, dopo una breve esitazione, ! disse: — Allora io posso andare a casa? MI lascierete tranquillo per l'avvenire? — Potate andare liberamente a casa. Quanto alla vostra tranquillità essa dipenderà dal vostro contegno. Voi .siete affigliato ai Thug. E secondo che voi camminerete nella strada dovuta o meno la Setta vi servirà o vi combatterà. Dette queste parole l'indù usci per il primo dalla cella, Diede un'occhia¬ bilonia, al terzo piano di una casa moderna. Aveva un piccolo appartamento ed era servito da un domestico che sbrigava ogni cosa. Il domestico chiamato Firmino conosceva molto bene Alex Mauduit. — Ah signore! — gli disse con l'abìjtuale famigliarità — eravamo inquieti per voi! — C'è il padrone? — domandò lo scarcerato. — Sì. — E' solo? — Sissignore. — Va ad annunciarmi. — E' inutile, signore. Non avete che da seguirmi. Il padrone sarà ben contento di vedervi. David Gor era seduto davanti ad una .scrittoio americano in una piccola calmerà ammobiliata da studio e biblioteca. Ai muri erano appese delle panoplie di fioretti e spade, di pistole e fucili da caccia. Non c'erano tende alle finestre, che avevano però vetri smerigliati. Siccome la giornata di ottobre sra i scura, Gor aveva acceso la lampada che spandeva nell'ambiente una luce [bianca e abbagliante. — Accidenti! — esclamò David quando il giovanotto ebbe finito. — La faccenda mi sembra molto oscura — riprese dopo un istante di silenzio. — Sei sicuro che i Thug non poslano sapere senza la tua confessione 11 luogo ove si trova Eliana? — Come lo saprebbero? — disse Alex. — Non ci siamo che tu ed io informati della cosa. Io non ho parlato e credo che tu abbia saputo tacere... — E allora? — Allora... non saprei nemmeno io... — Credo, replicò David Gor menando un gran pugno sul tavolo, credo che quella gente si è detto: « Facendo subire al giovanotto una tortura sapiente, vinceremo la sua resistenza in cinque minuti e sapremo quello che vogliamo conoscere. Ma noi abbiamo interesse a saperne ancora di più. Forse non faremmo tutte le domande cha la situazione comporta. Liberiamo questo imbecille ». — Grazie! ribattè Alex- offeso. (Continua). Firmino, aperta la porta, introdusse il visitatore senza far parola. Richiuse e se ne andò. Alla vista del giovanotto David gettò via la penna, si alzò e corse verso il suo complice interrogandolo: — Di dove vieni? Che cosa hai fatto? Perchè sei scomparso? Ti ho cercato al circolo, a casa, dappertutto. — Ah! Lasciami prender fiato... — disse Alex sbarazzandosi del soprabito e sedendo in un'ampia poltrona. Appena posate le membra, cominciò a stiracchiarsi, emettendo del lunghi sospiri e atteggiando la bocca ad un sorrisetto sardonico. Gor si spazienti: — Perchè sorridi così, Idiota? — Non sono un idiota, — ribattè Alex. — E un recluso che ha creduto di esserlo per sempre e di essere anche minacciato di morte, ha tutto il diritto di ridere quando finalmente ha la certezza dì essere a piede libeto!.,. — Che cosa vuoi dire? - - domandò Gor lasciandosi cadere su di una sedia Alex non si fece pregare e con poche parole mise il suo complice al corrente di ogni cosa,

Persone citate: Alex Mauduit, David Gor, Eliana, Jean De, Parisi, Zaid