Arma potente e il teatro

Arma potente e il teatro . Tv' INVASIONE ^gl^O-ìeA NEW YORK, aprilo. La maniera di vivere delle comunità negre, così piene di colore e cosi aliene dai formalismi, dalle uniformità e le repressioni della razza anglosassone; le concezioni morali di gente ancora tanto vicina alla natura; le originali e impensate deformazioni che le dottrine religiose subiscono nell'impiantarsi in mentalità ancora bambine, destarono negli anni del dopoguerra, la più viva curiosità dei bianchi. Lo scossone formidabile della guerra aveva fatto uscire gli americani dal provincialismo gretto e apatico in cui si tenevano paghi come se il resto del mondo non esistesse. Il loro cervello s'era aperto al contatto di nuovi tipi di convivenza umana ed era pronto a lasciarsi impressionare da ogni nuova manifestazione di vita che si svolgesse loro attorno. Ciechi e sordi fino al grande cataclisma, la loro personalità vagava in un mondo di fantasmi. Ritenevano viva e reale un'America tramontata da tempo, la cui parvenza era conservata allo stato di mummia dall'illusione ingenua di un manipolo d'intellettuali, da alcuni ostinati tradizionalisti e da tutti coloro che beneficiavano dell'enorme trasformazione del sistema industriale, perchè la nazione non aprisse gli occhi alla spoliazione sistematica che ei compiva all'ombra dei grandi principi di libertà e d'individualismo. La attenzione degli americani, a causa idei miraggio di cui vivevano in balla, non s'era potuta mai fissare sujgli aspetti vari, interessanti, assurIdi, tremendi in cui milioni di uomini ^onducevano l'esistenza nel gran calderone americano. Rivelazione La guerra fu un enorme squarcio (aperto sul mondo. Quando, dopo un periodo di vertigini, essi rientrarono Sn sé e ristettero per riflettere, ai (avvidero che il mondo di fantasmagorìe, il quale sembrava loro così affascinante, era sparito. N'era, nel frattempo, sorto un altro, ferrigno ed implacabile, che non concedeva tregua ai travestimenti. L'arte ne fu influenzata fino al rovesciamento di tutti gli schemi e le formule prece'denti. Si abbandonarono le peregrinazioni nel regno della fantasia per Quelle sostanziali e riteinpratrici degl'inferni industriali, degli slums cittadini, e delle farms desolate. Gli americani si accorsero che c'erano i negri. La curiosità destata nel pubblico in generale, ebbe ripercussione immediata nell'arte. La curiosità divenne interesse, perfino entusiasmo. Non occorreva uscir fuori degli Stati Uniti alla caccia di soggetti esotici, c'era in casa quanto esotismo si voleva. La vita dei negri era una miniera vergine : poteva divenire una fonte inesausta d'ispirazioni originali. Come per riguadagnare il tempo perduto, scrittori di ambedue le razze pubblicarono romanzi che rivelavano idee, aspirazioni, lati poco noti di una parte della popolazione americana a cui non si era accordata mai eccessiva considerazione, circondata, com'era, da una fitta cortina di pregiudizi e d'ignoranza che impediva di penetrare nel Vivo della sua anima. Libri del genere ottennero accoglienza calorosa, quasi festosa come se da molto tempo attesi: essi colmavano un vuoto che rendeva manchevole la riproduzione integrale e complessa della vita americana. Ma fu il teatro, soprattutto, a risentirsi di questo Ibenefico afflusso di sangue vivo L'apporto di nuovi temi, la presentazione di situazioni che uscivano dai sentieri troppo battuti dette al teatro un più largo respiro. L'insistenza su argomenti eccessivamente sfruttati gli toglievano ogni interesse e lo avviavano verso il marasma. Alcune produzioni di soggetto negro rimangono fra i più grandi successi teatrali di questi ultimi anni. Non è nostio proposito di procedere a una disamina completa dei lavori teatra li che presentano scorci di vita della popolazione di colore. Ci limiteremo a far cenno di alcuni fra i più rap presentativi di questo genere teatra le, i quali si allontanano, come tema e come procedimento, dai generi teatrali consueti fino a permettere di affermare esser stata pronunziata una parola nuova nell'arte drammatica d'America. « Negro, negro, negro! » Il più grande drammaturgo americano, Eugene O'Neill, non ha mancato di trarre il massimo vantaggio dalla luce che il fervore di ricerche psicologiche e sociali aveva gettato su di una categoria sociale che ben pochi ritenevano formata di esseri dotati di pensiero, sensibilità ed elevate aspirazioni umane. In quel suo « Ali God's Children got wings», egli presenta il tormento del negro delle classi intellettuali a contatto dei suoi fratelli bianchi. Ci fa assistere allo sforzo torturante per mettersi al loro livello, non rimanere al di sotto d'individui meglio dotati per ereditarietà biologica, elevatezza d'ambiente, vastità di relazioni sociali, senso di superiorità innata. E quando crede d'esser vicino alla mèta e d'avere in pugno il premio delle sue fatiche, se ne vede respinto da una forza ignota che lo costringe a rimanere per sempre al di là della cupa barriera separatrice delle due razze. Il dubbio roditore che devasta l'anima di tutti quelli della sua condizione gli s'impianta nel cervello come un ferro infuocalo: £ la malevolenza del mondo bian¬ ccInsl La trovata di un artigiano per ottenere la proroga delle tasse Parigi, 13 notte. In Francia 6 talmente raro che un contribuente colpito ingiustamente riesca ad aver ragione de! fìsco che quando ciò avviene vale la pena di darne notizia. Un tranquillo cittadino di Lavai, certo Leloup, aveva impiantato una specie di officina nella quale riparava sopratutto gli strumenti agricoli. Per due anni gli affari furono abbastanza floridi e Leloup fece l'esatta dichiarazion3 dei benefici realizzati pagando l'imposta che gli era chiesta. Ma sopravvenne la crisi, gli affari diminuirono e quando qualche settimri.na fa l'usciere si presentò con tanto di fattura, la cassa del Leloup era vuota. Le intimazioni si succedevano una dopo l'altra, mi il povero Leloup non aveva denaro; egli chiese una dilazione assicurando l'esattore che prima del 23 avrebbo pagato. Ma l'usciere non prese in considerazione nà la disgraziata posizione dell'operaio nè le sue lagnanze ed ordinò che i beni do! Leloup venissero sequestrati e venduti. Il Leloup decl3s di resistere. Lunedi scorso l'esattore arrivava con tanto di portafoglio sotto il braccio e l'ombrel¬ lo in mano; ma egli non contava sulla ingegnosità del Leloup. Dalla serratura scaturivano scintille minacciose contro le quali l'ombrello dell'esattore non oitriva neppure l'apparenza di uno scudo protettore. Fu necessario chiedere l'intervento di un operaio. Infine la port-i. dell'officina si aprì e l'esattore entrò pieno di dignità, Ma indietreggiò subito; al di scora dei tavole in cui doveva sedersi il commissario incaricato della vendita era attaccata un?, grossa corda che terminava ca un nodo scorsoio. Il malcapitato fisciere r-on parve apprezzare aì suo giusto valore quell'ornamentazione per lo meno inattesa, e tanto meno gradita in quanto che nella strada davanti alla porta spalancata si erano adunate più di cinquecento persone che ridevano a crepapelle. Un agente di polizia tagliò corto infine e il commissario che doveva procedere alla vendita ali'jsta dei mobili dell'artigiano, lianciiejrgiato dall'usciere, si sedette al tavolo con aspetto contrariato. Ma nessun acquirente si presentò e depo mezz'ora di vana attera commissario c usciere dovettero ritirarsi; La vendita fu annullata e per ordine superiore l'artigiano Leloup ottenne, per pagare le sue tasse, una dilazione maggiore di quella che gli era stata negata dall'esattore. co o la sua insufficienza organica che non gli permettono di riuscire? Il dramma interiore per la risoluzione del terribile interrogativo, una soluzione che lo aiuti a superarej l'impressione schiacciante della di-j sfatta, si complica con quello più appnriscente dell'esasperazione erotica dei negri a contatto di donne bianche. E' una brama di possesso inappagata che giunge fino al delitto, un desiderio accorato di penetrare in un paradiso le cui porte sono loro inesorabilmente contese. E il negro di O'Neill riesce a conquistare una donna bianca, un'antica compagna di scuola che vive nelle vicinanze, a farla legittimamente sua. Ma il pregiudizio di razza non permette ch'essi vivano pacificamente in America: emigrano in Francia dove rimangono per qualche anno. Ne ritornano improvvisamente: qualche cosa s'è irrimediabilmente spezzato nella loro unione, nell'affetto saldo e tenace che li aveva aiutati a sfidare tutt'un mondo di odi secolari e una fosca eredità di oppressione e di sangue. La donna non ha resistito alla spaventosa tensione cui è stato sottoposto il suo spirito, allo sforzo di rigettare e dimenticare giorno per giorno, ora per ora, le convinzioni e le ripugnanze più radicate della sua gente, che sono state a lei trasmesse nel sangue e fanno parte indissolubile della sua personalità fisica e della sua anima. Il cervello non ha resistito ed ha ceduto sotto il travaglio immane. A crisi di eccitamento seguono periodi di calma in cui ella ridiventa bambina e gioca con lui come giocavano quand'erano scolaretti nello stesso vicinato. Ma una sera, mentre egli è solo nello studio, le appare la compagna scarmigliata, discinta, col viso beffardo e crudele della pazzia che gli scaraventa in faccia l'insulto da lungo tempo contenuto, l'insulto soffocato durante tutto quel tempo, anche nei momenti di amore intenso, nelle latebre oscure della coscienza e che lo sconvolgimento psichico fa affiorare: negro! negro! negro! E' una scena agghiacciante, degna del più cupo Tolstoi e che basterebbe da sola a formar la grandezza di un autore. // terrore nella foresta In « Emperor Jones », O'Neill ci presenta un altro negro, una differente specie di negro. Si tratta' di un negro americano ch'è dovuto scappare dalla terra natia per aver commesso azioni criminose. Capita in Africa dove diventa capo di alcune tribù native, ma gli eccessi a cui si abbandona suscitano la ribellione dei suoi soggetti ed egli deve mettersi in salvo fuggendo attraverso una foresta. E' inseguito dai selvaggi sguinzagliati alla sua caccia, dal rullo implacabile, ritmico, sempre più prossimo del tam-tam, e dai suoi terrori. E' la prima volta che lo spavento è stato messo in iscena come qualche cosa di visibile: lo si è potuto fare perchè si trattava di un negro. Nella grandiosa scena della foresta sono i suoi terrori materializzati ch'egli vede come cose reali Solo un negro può vederli balzare davanti ai piedi e sparire; solo un ne dvPtugdcpggsdfgt3dllcgulutaisnzmdefucptprmsIgrò può ricercare il posto dove ave-]va sotterrato un tesoro che gli si dilegua davanti agli occhi; solo un negro può dar a credere di essere invulnerabile a tutto fuorché ad una palla d'argento e rimaner veramente ucciso da una palla d'argento. La scena della foresta, tutto il lavoro, in verità, non avrebbe senso se i>vesse dei bianchi come protagonisti. « Emperor Jones » rimane un capolavoro che la speciale psicologia dei negri ha ispirato e contribuito esclusivamente alla sua creazione, originalità e riuscita. Com'è un capolavoro « Green Pastures » del Connolly, uno dei più grandosi, autenti • „,.„__„- 4„„f__u j: „„__n ,,if;„j|ta successi teatrali di questi ultimi tempi di cui potrebbero tenersi ono-lrate le letterature più illustri. E' un dramma di un'originalità e una pò-lenza che ricorda le tragedie greche.! L'azione dei personaggi principali è'così mirabilmente armonizzata con quella dei cori - la cui fusione . maestosità sono una rivelazione peri chi non conosce la musica negra — l'elemento umoristico e grottescoisono tanto perfettamente ccntemperati al grandioso e al drammatico da formare un tutto unico proporzionato e solido come raramente può raggiungersi con temi e spunti assai vari e disparati. Si tratta delle concezioni religiose dei negri: come immaginano i fatti principali della Bibbia, il Paradiso, il Signore, gli Angeli; dell'adattamento che la loro Imentalità ingenua fa di dottrine tra-lscendentali e il ravvicinamento di avvenimenti di altre epoche ai fatti della loro vita di ogni giorno. Da!. tutto il dramma spira una freschez-za di credenze semplici, simili ai so-| Broadway, un dramma dello stesso tipo, scritto, musicato, inscenato e rappresentato da artisti di colore ri-, chiama ogni sera un pubblico Mior-Lme. « Rwn, little chillun » il tltolOigni dei bambini e il lavoro deve con-|siderarsi come una prova nobilmen- te superata per fissare nell'arte uno| stadio dello sviluppo spirituale della popolazione negra degli Stati Uniti nell'epoca nostra. « // diavolo s'è scatenato » E attualmente sulle scene di| Arma potente e il teatro del dramma di Hall Johnson, è un verso di un canto popolare negro: «Run, liulo chillan, run! Po' de devi!'a ione loose in de lsn' > « Fuggite, fanciulietti, fuggite!] Perchè il diavolo s'è scatenato sulla j terra ». Ed è il diavolo che sotto forma di una mulatta quasi bianca tenta ili giovane figlio di un ministro negroj di una fiorente chiesa Battista di una! comunità del Sud. In questa è ap-| parso un nuovo gruppo: «I pellegrini del NUovo Giorno», che ten-| gono le loro riunioni in un bosco e sono ispirali da un profeta venuto di lontano. Non c'indugeremo a riferire la trama del lavoro. La ra-| gazza appartiene al nuovo culto e vi trascina il figlio del ministro. La 3cena nel bosco in cui i « Pellegrini » dopo aver ascoltato un discorso sull'unità della natura, si abbandonano liberamente ad un'ebbrezza dionisiaca di canti, di danze erotiche, di preghiere, d'invocazioni, di estasi, di urli, di tremori isterici, di salti, di lamenti, può esser rassomigliata ad un poema sinfonico in cui i temi molteplici si fondono in una poderosa armonia unica dalle caratteristiche individuali e inconfondibili. Il culto sotto gli alberi, al chiarore della luna, è una franca reversione alla danza sacra-erotica della jungla, (nònj manca neanche il tam-tam) che prende come punto di partenza qualche elemento di religiosità moderna deformato dalla mentalità negra. E' una scena di primitivismo potente come solo attori negri possono rappresentare e che non ha l'uguale nel teatro letterario dell'Occidente. 11 pubblico accorre numeroso a queste rappresentazioni, il che dimostra come esso abbia bisogno di allontanarsi dai soliti soggetti di cui è stufo. Il teatro ispirato dalla vita dei negri supplisce tale bisogno e diviene, per questo solo fatto, un potente elemento di rinnovamento e rigenerazione. AMERIGO RUGGIERO. dntcparnpvqsczmrrvinsesspIInattesa scena dal vero per un film storico Parigi, 13 notte. Si sta girando in questo momento alla Bastide-du-Roy, presso Antibes, una pellicola sui « Miserabili » di Victor Hugo. A tale scopo un quartiere del vecchio Parigi, il Faubourg St. Antoine, è stato colà ricostruito e numeroso comparse compiono evoluzioni in mezzo a quella ricostituzione storica. Ieri per rappresentare il popolo di Parigi alle esequie del generale Lamarque, le comparse erano circa 1200; ma oggi le esigenze della scena erano minori e cinquecento persone dovevano bastare. Ne vennero ottocento e fra di esse si trovavano non soltanto dei professionisti del film ma anche un gran numero di disoccupati di ogni genere. Si diede la preferenza ai primi, ciò che ebbe per risultato di far protestare gli altri per il motivo che il giorno prima era stato detto loro di tornare. Ma non si potè dar loro soddisfazione ed un indennizzo di dieci franchi non bastò a calmarli. Essi cominciarono a fare del chiasso per ostacolare la audizione dei suoni ed allora si dovette chiamare la Polizia che ricacciò i perturbatori. I malcontenti non si considerarono però sconfìtti e, cacciati da una parte, irruppero da un'altra. Questa volta furono i figuranti 3tessi che intervennero: venti cavalieri che si apprestavano a figurare nella pellicola vennero inviati contro i protestatari; ne segui una zuffa violentissima. Vennero scambiate botte e vi furono persino dei feriti, sia pure di lieve entità. Alcuni ricevettero le cure necessarie sul posto mentre altri vennero accompagnati all'ospedale di Antibes ove due, irlscmggcfoicdtiscscss1lntptlstutssisd]clle erano caduti in un fosso, rimasero in osservazione. La Polizia nel frottem no era riuscita a ristabilire l'ordine e tre giovani vennero mantenuti in arresto per ribellione agli agenti. Ma intanto la famosa sedizione del 5 giugno 1832 era stata ricostituita con scrii noiosa esattezza poiché durante le cariche dei figuranti a cavallo, il cinematografo aveva continuato a funzionare.' » L'inventore della sedia elettrica muore a S2 anr! (Si eia Parigi, 13 notte. Un telegramma da New York annunzia la morte colà avvenuta all'età di 92 anni del dott. Alfonso Davide Rockwell, l'inventore della sedia elettrica. Egli aveva ricevuto nel 1883 dal Governatore di New York la missioni |di trovare un apparecchio che permet tesae Ve^nz[on^ capitale nel modo lpiù umano possibile. Esrli si mise al lavoro nei laboratori, di Edison e si *$&4%£ìT&& ! bla ispiralo l'invenzione della famosa 'S3dia- . . .. . ,, A , ... P, N P^ÌO «LH»!* AldrWttP a Firenze i n i0 di poetì^cSe"gl'anno viene assegnato da un gruppo di artisti i£iorentir-i> avrà una nuova denominazione: si chiamerà <: Premio Libero Andreotll assegnato dalla Tavolata dell'Antico Fattore ». Cosi è stato deliberato in una riunione che ha avuto luogo ieri sera. Con questo affettuoso omaggio la « Tavolata » intende riaffermare l'originale carattere del concorso. Libero Andreolti, che promosse tale! premio, fu squisito intenditore di cose; letterarie. Giudice franco, attento aj ogni voce significativa. Più che mai,' dunque, gii artisti si propongono di pre- LIBRI RICEVUTI Inaiare, con indinenàenzi df giudizio lbuont poetl !M,r,"K.,:E BÀWUr _«Bànte>. - Siuuoui.l od., cireiiKC. i.. xo. LUiui ìolnellI: c Tumore m-iia puc-siul | L^!„i,'^B'?ire1«e, J4£!g£memo* ~ 11'*': < &ai rum i..i;n rium s. — V ed., Messina, L. 40. 1 sPO-s'CANO: « ha poetica del gens imo e la iiuusia del favini», — Principato, ctl.. ilcrfsiua, L. ìu. '. AIT1M0 MOMIGLIANO: c Alen.snntlro Man-; zoili». — L'riiicipato. ed., 3icgsiiia, L. 20. Dott. KZlo Dl'siM: . l.iui.-iiizicm- pratica penalo», — Zanno.)., ed.. Pàdova, i-. 42.1 Frate FRANCESCO DA OSUKA: «Via oliai mistica9, a cura di <ì. M, Uerttoi. —| Morcelliana, ed., Brescia, li. 8. San Uiovauni della Croce. «Aforismi e poe[* :\ a cura di don lì. Du Luca. — Ai or* ! ..Hiana. ed., Brescia, 1.. 6. pjbthó GlLLONfc.; «Saggio sul realismo e p.»|r^8¥l«^diM^U«Sj , parlata Balauina». — Giusti, ed., Li-i -L/oro*it «la rita Mie pian- Oi te». — Genio, <*!., Milano, L. 22, 1 |ALOia ua kaH'aiJ' | » |