II dono della signora Wurtz

II dono della signora WurtzII dono della signoraWurtz dgt Un piccolo regno di meraviglie = Arte, fasto e ric= chezza = il primo nucleo di uno straordinario museo Roma, 13 notte. A poco più di due anni dal giorno in cui la signora Enrichetta Wilrtz regalò al Capo del Governo la sua bella Villa gianicolense, ha voluto lasciare per testamento all'Italia le ricchissime collezioni del suo appartamento romano di Palazzo Mattel. Singolare dimora, annidata in uno di quegli edifici della città cinquecentesca, che sembrano essere stati composti di frammenti preziosi. Era l'epoca in cui ogni palazzo trasformava i suol cortili in altrettanti musei di scultura antica, dove, sotto gli archi e i colonnati dei Maderna, dei Ligorio, dei Della Porta, trovavano il loro assetto le statue, i vasi marmorei, i bassorilievi e i busti che il sottosuolo romano offriva con inesauribile prodigalità. Ma, disgraziatamente, con il volgere dei secoli tante richezze raccolta con un cosi magnifico senso d'arte, andarono disperse. L'occupazione francese del 1798, la travolgente bufera imperiale, lo scarso interesse che ormai destavano quelle anticaglie nei loro proprietari e — sovratutto — la ricerca dei popoli meno ricchi di memorie d'altri tempi ed il formarsi delle grandi collezioni europee ed americane, dispersero tutti quei tesori. La maggior parte dei cortili antichi si spogliarono, uno dopo l'altro, delle loro opere d'arte, e quelle che vi rimasero o vi rimasero perchè troppo colossali per essere trasportate o troppo mediocri agli occhi dei compratori. Il Palazzo Matteij sfuggi alla devastazione. Anche oggi i suoi due cortili, i suoi vestiboli, le sue scale, i suoi pianerottoli, le sue terrazze sono tutte adorne di busti cesarei e senatorii, di allegorie, di scene di caccia, di cortei nuziali provenienti da sarcofaghi antichi, di grandi vasi di alabastro, di affricano, di marmo lunense, si che le pareti scompaiono sotto quella ricchezza di intagli, di figurazioni pagane che accompagnano i visitatori fino all'ultimo piano, in una ascensione gloriosa. Fantasia di fiori trionfo d'argento ! ; j ' l l — 1 '. ; 1 i | ! i 1 L'appartamento dei Wurtz era in questo palazzo intatto e singolare. Per penetrarvi bisognava traversare una specie di altana inghirlandata di glicine e di rose rampicanti, e la cui balaustra è tutta adorna di busti consolari e patrizi. Nei giorni in cui i due americani, ormai romanizzati, ricevevano i loro amici — ed erano legioni — lo spazio era talmente ingombro di piante fiorite che gli ospiti avevano appena lo spazio per arrivare alla porta e per penetrare nella vasta anticamera dove il miracolo floreale continuava con una profusione non mai veduta. Tutti i fiori più belli e le camelie più rare, i rododendri più introvabili, le rose, i petti d'angelo, le spiree, i palconi di maggio, le ortensie, le azalee, a seconda delle stagioni, ingombravano talmente tutti gli angoli occupabili, che a volte sembrava di penetrare in uno di quei misteriosi giardini che i poeti hanno immaginato per gli eletti. Era questa la prima visione di quella casa ospitale, i cui ricevimenti sono rimasti memorabili, i cui pranzi hanno fatto rivivere nella Roma contemporanea i fasti dei banchetti cinquecenteschi. Perchè due cose non mancavano mai, nella minuta di quei pranzi: un grandle storione che quasi sempre oltrepassava la lunghezza di un metro e che era servito in un grande piatto d'argento cesellato con le armi dei WUrtz, di nobile discendenza germanica; ed un pavone arrosto portato in tàvola con tutta la pompa della sua coda occhiata e lo sue penne variopinte. Uesturucoii nattce mousseliiw e il rat Ce jciute paoii erano il trionfo culinario di quei sontuosissimi pranzi. I quali pranzi avevano luogo in una sala da pranzo, cosi piena di argenterie antiche e di vecchie porcellane di Sassonia e di Sévres che era di per se stessa un museo. Le argenterie, sovratutto, formavano una collezione che si può dire u:.ica per il valore degli oggetti e per la ricchezza del materiale. Trionti d'argento ma-jìcelo, dove si svolgeva tutta una teoria di ninfe e di satiri, di egipani e di driadi, di ninfe e di mostri marini; saliere cesellate con figurazioni elegantissime di Numi dell'Olimpo o di pastorelle dell'Arcadia; vassoi istoriati di frutta e di animali, alzate di decorazioni sontuose, arricchite di quei ricci e di quégli accartocciamenti di cui fu cosi piena la fantasia barocca. E poi, butta una sorie di galeoni s.oagnucli, di arriie olandesi, di galere veneziane, di vascelli britannici, di pinche barbaresche, con le loro vele, i loro cannoni e le loro attrezzature, tutte d'argento, sicché non si sapeva se ammirare più ia finitezza deJ laverò o la prezirrità della materia. E' fra questi oggetti di proporzioni più grandi, i piccoli ninnoli cari alje men:e germaniche, fantocci caricaturali che servivano da Depaiole, contadine che recavano in testa secchielli per la mostarda, gnomi, folletti, mostruosità vegetali e animali che sembravano uscite da uno di quegli inferni che Peter Breugel il Vecchio immaginò per suo diletto e per terrore dei miscredenti di trecento anni fa. La profusione di questo minuscolo popolo di genietti d'argento era cosi grande che una signora invitata ad uno di quei pranzi confessava di avere avuto paura — durante tutta la durata del banchetto — di mettersi in bocca una di quelle bamboline invece di un cioccolatino o di un pezzo di pane. Meravigliosa miniera di impreviste scoperte Del resto tutto l'appartamento dei WUrtz aveva questo carattere di fastosità e di abbondanza: come accade ai collezionisti appassionati, essi non conoscevano limiti: i loro salotti erano colmi di cassoni del '500, di portantine barocche, di mobili « stile Impero », di poltrone ottocentesche, di studioli fiorentini, di scrignetti veneziani, di seggiole « chipendole » e di specchiere Luigi XV. Con quell'eccletismo che fu di moda alla fine del' secolo scorso, essi avevano acquistato tutto quello che potevano acquistare — ed i loro mezzi di fortuna erano quasi illimitati — ed avevano conservato tutto quanto avevano raccolto. A prima vista, quella serie di stanze sommerse dai broccati antichi, tappezzate di arazzi, ingombre di mobilio, di statuette, di suppellettili, di strumenti antichi, di quadri, di ricami, di tappeti persiani, sembravano la bottega fastosa di un antiquario esperto: non vi era un ordine prestabilito, nè la ricerca di una unita di stile: come per i fiori, come per gli argenti, anche per le stoffe e per i mobili l'abbondanza impediva di godere interamente la qualità. Ma che meravigliosa miniera di impreviste scoperte non sarà quella raccolta, per coloro i quali dovranno ordinarla? E quanti oggetti, che si erano un tempo intraweduti in un disperso appartamento romano, o sui banchi di una vendita pubblica, verranno piacevolmente ed inaspettatamente ritrovati, in quella vastissima collezione di maioliche e di bronzi, di legni intagliati e di tessuti preziosi, di statue e di quadri! H dono di Mra. WUrtz è prezioso non solamente per la ricchezza degli oggetti, non soltanto per i ricordi di cose romane, ma, anche, perchè permetterà l'inizio di quel Museo dell'ammobigliamento che — incredibile a dirsi — manca finora alle raccolte ita liane. Il Paese che, più di ogni altro, ha contribuito a formare lo stile di ogni popolo e di ogni secolo, non ha mai pensato a raccogliere tante sue ricchezze, che ora si trovano preziosamente conservate nei musei specializzati di Inghilterra e di Francia, di America o di Germania. Con questo primo nucleo, l'occasione che si presenta è unica al mondo e, con un po' di buona volontà nei dirigenti delle cose d'arte, e con l'aiuto del Governo fascista — che si è sempre dimostrato cosi gloriosamente geloso delle noftre tradizioni di arte e di storia — in poco volgere di anni l'Italia potrà mostrare al mondo uno dei più straordinari e dei più prodigiosi Musei che un animo d'artista possa immaginare! DIEGO ANGELI. Vasca di arte neolitica scoperta a Roma Roma, 13 notte. Durante recenti lavori di restauro del vecchissimo ospedale di Santo Spirito in Sassia, sotto le antiche fondamenta, è stata rinvenuta una superba vasca da giardino in marmo finemente scolpita" che è stata immediatamente trasportata al Museo Nazionale romano. L'elegante vasca alta circa un metro ha un diàmetro di un metro e trenta, ed è in gran parte ben conservata. E' decorata di bolii^iime figure di nereidi che. cavalcando mostri marini, portano ic anni di Achilie. Cucsto importante saggio ài scultura appartiene all'arte nec-attica del secondo" e primo secolo a. C, che si compiaceva o! simili grazicse forme. Altre vr.sehe di questo genere, trovate pure a Roma, sono queiie del Museo Torlonia e del Louvre. « Re GiJigio conferma il verdetto contro l'uHiciale degli Hi^iianders Londra, 13 notte. Il dicastero della Guerra dirama stasera un ccaivuiicato ne! quale annunzia che Re Giorgio, dietro consiglio del suo Ministro della Guerra, ha confermato il verdetto della Corte marziale dinanzi alla quale era comparso settimane or sono il tenente Balille-Stewart setto l'accusa di spionaggio. L'ufficiale è stato condannalo a 0 acni di carcere e alla radiazione dai ranghi dell'Esercito. Con quest'ultimo atto termina un processo che ha destato profonda emozione nel Paese. Il tenente Stewart, riconosciuto colpevole di « aver ottenuto, raccolto e comunicato inlormazioni atte a tornare di utilità al nemico -, è stato oggi informato tifila sentenza e sarà fra giorni consegnato dall'autorità militare a quella civile por essere trasportato in un penitenziario. Il fatto che egli è stato non destituito ma radiato dall'Esercito aggrava la pena in quanto, secondo il Codice militare inglese, e.nii non potrà mai più occupar»; earie'u. nè servizi civili, navali e mi'itari nel Paese. La conferma reale della sentenza preclude ogni possibilità di ricorso in appelr io o alia demenza sovrana. 1;!jItL;'■: