L'anima di Novara

L'anima di Novara L'anima di Novara NOVARA, aprile, ivX 1)1 tutte le città del Piemonte, 3Novara è la più esposta alla tenta- 3zione Hi nrrviPtt-Tr» nltT-o !<• un«, : SrfazìonèSorteli \£5ì& ' -T^ * j regionale le necessita, e le tendenze della propria vita col- aettiva. Ciò accade perchè essa è il itcapoluogo subalpino a contatto im-1 cmediato, non tanto con un'altra va-! psta nlatra <*ia miro rfoll'imnnrfai,,-! iaSÙPi■ ^v,,^nP i i lmP°rtanza, sdelia Lombardia a qua] cosa si ve- ! srinca ancne per Alessandria; quanto,dcon un centro del calibro di Milano, hla cui forza di attrazione ne! raggio sdell'Alta Italia nessuno discute. g!*2S» SSS&Ì. ^.-Novara^Più [Sche dalla cupola di Superga, riscin tillante di infiniti bagliori al sole primaverile sopra il colle sacro alla vittoria sabauda, l'ardita cuspide turrita di San Gaudenzio è attratta epimudalle guglie, puntate verso l'azzur-ldro, del Duomo: il Duomo per ante-j d5Sg^ÌM^^g.Sf<^l<!»^gg' F§nÌrLhl^St™£»?Ivi *»J£ <*>T™« 1nne cne arrivava aua eeriaa Ivrea, rfcapoluogo ha sentito ner la Brinia volta fi -distaccc^ da Tormo il p«fso LvoiLa. 11 uiauau ud. ìonno, u peto|ddei cento chilometri di raggio, su-,tVtAt<Q ri *"*-vl/-v j-in i\ T r\ vi-. n *r\ finn *4i 5Sn«-S0lh d r^S8-^'Ìn ra ?"|nrezione che l'avvicina idealmente, uanziché allontanarla, alla vecchia se de della Dinastia; diciamo di più, ne ha sentito il cocente dolore mano a mano che il distacco cresceva e minacciava di cristallizzarsi in forme definitive. Due centri due metodi Perchè rispetto al Piemonte si tratta realmente di una situazione anormale. Milano ha dimostrato come si tengono avvinte, entro l'orbita dello Stato unitario, le Provincie chc|cla regione, entità storica e geogra- Isfica, ha posto sotto la propria influen-htttttsivpLdfza economica e morale. Organismo a base esclusiva, la sua Cassa di Risparmio protende su tutte queste Provincie le lunghe e capaci braccia Provincie le lunghe e capaci braccia, ofiPlTa PdPÌ r^rnHnt-tnri rn^tro ir JLr Pf.oautI01?- 5mi ■ 'poii per eccellenza, cne aeiia.1 egione SlTaSvJi1 ™ =,,!S!^2o Ji Ì^wn':" festazioni, ne asseconda gli sviluppi,-ne coordina le finalità, e onnipresen- to con lo slancio dei suoi industriali, dei suoi uomini di commercio de luei suoi uomini ai commercio, aei, a ìonno cjoiaccia totalmente oiiec- ito; certo e tuttavia cne viaggianao.il Piemonte a piccole tappe, studianedone le situazioni i nrovinciali ai acquisisce la sensazione paradossalefchinterland avulso, straniato 'di un dal suo centro, che ne dovrebbe cs-sere il massimo propulsore. Si direb-jbe che Torino non si accorga della | presenza delle altre Provincie pie montesi e ciò non perchè oggi la regione è intimamente fusa con la compagine dello Stato fascista, ma forse perchè, spezzato il congegno dell'antica organizzazione ducale e regale, in tutti i rapporti con le zone periferiche ne è seguito un rilassamento che ha finito per assumere i caratteri dell'indifferenza. A un siffatto risultato contribuì la stessa raccolta del risparmio, com- aaneBlni£sSa%Tvoìgereft0|secolo ad una luminosa potenza, tanto da essersi collocata subito dopo la j grande consorella lombarda, la Cassa di Risparmio di Torino non è però riuscita a compiere la sua ascesa in modo così rapido da prevenire il costituirsi nelle Provincie piemontesi dei minori organismi locali. Lo sforzo rimase cosi frazionato. Le Casse salirono in Piemonte a dodici, delle quali cinque nella provincia di Cuneo, tre nella provincia di Alessandria, due in quella di Vercelli e rispettivamente una nelle Provincie di Torino e Aosta. Un filo che si spezza La Federazione piemontese, costituita col decreto 13 novembre 1930 e avente sede presso la Cassa di Torino, iniziava bensì con successo, per merito precipuo del presidente cavalier di gran croce prof. Giuseppe Broglia e del segretario del Consiglio comm. prof. Giulio Fenoglio, l'opera di coordinazione a tutela del risparmio; ma quello che poteva essere lo strumento formidabile della coesione piemontese in una sfera di stretti, continui rapporti fra il — , capoluogo della regione e le provin-eie, fine supremo l'interesse naziona-le, cioè la Cassa centrale unica con grandi filiali nelle sedi di g-iurisdi-zione provinciale e agenzie nelle al- tre Città in proporzione della loro en- tità economica venne a mancare Per colmo di disgrazia, in que-sto trionfo del localismo dei passa-ti regimi, dalla fase forzatamentecaotica del Risorgimento al crepu-scolo del 1922, Novara, staccata daVercelli e da Biella, venne_a tro-varsi mio prop: vo dell'attrazione che Milano escr-cita su di essa. I pratici della cittaci diranno che una Cassa a Novara ha esistito, e to suo la Cassa di Torino istituito una succursale; ma questaai fondeva più tardi con 1 Istitutonovarese. In seguito accadde ! ine-luttabile. Mentre i novaresi vedeva-no sorgere e ingigantire una lorobanca che ben presto si sarebbe imposta sul mercato finanziario di gran parte-dell'Italia del nord, la Cassa delle Provincie lombarde interveniva ad assorbire il superstite istituto di risparmio, spingendo inoltre le sue succursali da Novara al di là della Sesia, a Gattinara, a Borgo, a Va rallo.'Era rultimo filo t-mes^SESS^SS^SSSSlinee ferroviarie su un percorso dicinnuantadup chilometri la città ac-"niSnr,6 n,,^ quistava ora qualche diritto ad ab bandonarsi alla corrente. Allo stringere dei conti, tutta l'economia del la zona è incanalata verso quella par te; il risparmio si divide tra la banca novarese e la filiale della Cassa lombarda; infine i laghi inclusi nella circoscrizione subiscono anch'essl'influsso milanese. ... Ce n e abbastanza per giustificarequalsiasi atteggiamento della città edella provincia nei confronti dellaregione di cui è una delle parti piùnotevoli- la città conta infatti r>iù di63 SabitanM con Alessandria subito dopo Torino;«quanto alla provincia, se con la eie- -(Uul nostro iuvinto)- azione di Vercelli ha perduto oltreI66 mila unità, ne conserva ancora ! ™95.537. ì Attaccamento al Piemonte i ;Eppure il popolo, nonostante tut- o, ha conservato e mantiene tena-'ernente ferma la sua vecchia anima ■iemontese; intendo il popolo, nella j,', U'TI! ":r" "/"ry"'1 r ! ua espressione più moderna, nel suo,ignificato mussoliniano, che si tra- ; uce nella totalità degli ordini e del- e categorie. In una piazza noco di- tante dal Broletto testimone delle;lorie medioevali del Comune, sorge Tna.statua che nel drappeggiamento | nell'attitudine del volto arieggia un hersonaggio romano. E' invece Caro Emanuele III. Estemporaneo, il monumento sarebbe finito altrove in n museo o nella più remota aiuola i un pubblico giardino. I novaresi i oggi lo hanno lasciato lì dove i lo- °- Wsnonni lo innalzarono nel 1837, | 11 att0 dl gratitudine al Sovrano che festaurò e risano la citta deturpata, edeltà piemontese dei cittadini, che,] j 11 ì ^ !■ ■ )Ur camminando con il loro tempo, devoti a un altro grande Restaura-ore non intendonS rimanere estra . ... _ nd ai più suggestivi richiami della _„j:_:'„ bft c{are j primi fiori purpurei di Casa savoja. La nobiltà novarese non si è asciata nè assorbire, nò dominare radizione. Che questa possa mantenersi inalerata anche in contrasto con gli ineressi materiali, costituisce un'aira eloquente condanna del cosideto determinismo economico di marxitica memoria. Ancora una volta è l sentimento, l'idealismo, che prevale. In primo piano, nella fedeltà, i patrizi. L'attuale Podestà, marchese , | Luigi Tornielli di Borgolavezzaro, discende da un ceppo le cui radici af- ondano in una linfa che vide sboc-|dai Visconti e tanto meno dagli in vasori iberici: la luce che ne ha rischiarato il difficile cammino, le è «.mt,re venuta dalla cerchia delle Al-1marclat0 sulla ,scla sabauda; Po1 11 popolo. Del quale si potrà affermare a indistinta coscienza dell'orienta-1mento; ma dopo Carlo Emanuele ìll\ t rf di Novara ha inciso, colU"* - \, di n ltr0 monar- sansue' 1 °°TfnrL",;„„ jiofStn /li \ca.; e se » cancellare una disfatta, di . bb colpa alcuna, la Citta a centinaia i suoi figli a mo- ,ire gul Cargo e nei Trentino, ouel \nom custodì conie in un sacra-\ri0 Essa non dimentica che fu qui. uaK> "u" «™«"'«« m—fcSfelSSl: ^VtoffiNto a,bdi?0,1? f?v,°5? "li^Vt^tìnuele II. Ma dal dramma de! ne av-l^' ^"ttuTL SwI o«Wn"flÌ S^o »"es - P 9 " segreto della sua anima forte e ge^nerosa, non c'è neppur bisogno di Commemorazione dJ^.MiH aggiungere che dieci anni dopo, nello stesso Palazzo, altra e riù lieta storia si intesseva : il nuovo Sovrano riconfermante con Napoleone IH il patto di alleanza da cui doveva scaturire la liberazione finale. FRANCESCO ODDONE. Faenza, S notte. Ricorrendo l'ottavo annuale dcll'as-sassinio dei due Martiri fascisti Giù- seppe Ghinassi e Guglielmo Volterra. è stata celebrata, nella cattedrale, acura del ^Fascio e delle famiglie, una Slessa solenne di suffragio. S. E. il Segretario del Partito on. Starace, aveva" inviato due grandi corone d'alloro, che questa sera, da un corteo di vecchi squadristi e di giovani fascisti sono state portate al Cimitero monumentale, sulle tombe dei due caduti. Un'altra corona del Fascio è stataportata alla lapide che, in corso Saf-fi, ricorda il punto dove ì due Martirifurono assassinati «^ «muniste Con una solenne cerimonia, a cui hanno preso parte i fascisti e le organizzazioni deila zona, ha avuto luogo, a Cureggio, la commemorazione del Martire fascista Modesto Tizzoniassassinato nel 1924. Ha rievocato la figura del valoroso camerata il Segretario federale De Collibus. Per incarico di S. E. il Se-gretario del Partito è stata depostasulla lapide del Martire una coronadi fiori, dopoché ha avuto luogo l'appello fascista. . « Ilffirln tnnolifo a Ti-mcia «Ullfiviu iUliCUIC a ìrilslc jn suffragio del Duca degli Abruzz Trieste S notte A cura e con intervento delleli^J aa. rr. i Duchi di Aosta, è stato ce lebrato un solenne ufficio funebre nel la Chiesa di Sant'Antonio Nuovo, in%S^L$&&JL S' Sav01a oltre allo IT A A RR nllp A„tn Htà civili ^a ^u£ri hanno^sslstlro a]la fu^0n0^Corpo^onsoUÌTe a completo, reparti dell'Esercito, della Marina, dell'Aeronautica, della Milizia^rappresentanze delie _ organizzazionj ——lo^rsraffTeri^ella' 'Casa Ducalc. Ha officiato il Vescovo ., iiii.-.h... , L 3S110 infantile di V11 f a ST6 ! ! 0 fi e j -, t d , Provvedi{or8 2 <: 5{ud ",u uo' a ' J' ! T, „ ^.....Xyj»_^e!i°if,e'i..3?H5-_Il R. Provveditore agli studi Mondino. si è portato a Villastellone, peuna visita a quel nuovo asilo infantilc Principessa ai Piemonte». A ricevello erano oltre il presidente dell'asilo Oddenlnl. tutte le autorità locall bambini dell'asilo, sotto la guiddelle suore maestre, hanno fatto usaggio accademico, composto di recit^ lanScoTa^ e^ sapu^d^e "I VlUastellone un asilo d'infanzia prov visto di tutle le 'omòdità moderne congratulato con U presidente Oddenini per | conferimento ^della^medagha doro fattagli da S. M. il Re perchè benemerto dell'istruzione popolare. Balilla che muore ^^„ j„ i _ j. . stringendo la sua divisaPinerolo, 8 notte. Dopo alcune ore 11 Balilla è mortstringendo al petto la sua divisa, co Nel vicino Comune di Scaienghe ;deceduto il bimbo Antonio Ghiano, d 8 anni. Quasi presentendo la gravit ,del ma]P' 11 Piccolo ha chiesto ai ge n , rl ,po,E? accanto a se! ■ Pro»)rl° Ir;tt°> la, «vi«a da Balilla » [la quale è stato composto neha bara IL PIEMONTE SOTTO JL SEGNO DEL LITTORIO Prossima inaugurazione a Roma \. „ _ , . . ;della tonrerenza interparlamentare .aei commercio |Roma 8 nnttp ,I ., . '. iIl 10 aprile prossimo venturo, alla .presenza del Sovrano e delle supreme IGerarchie dei Regime, sarà solenne-1 ! ™™ffIJtKSSSiÌS Conferenza parla-; ìSSSVt»mKKSS^.«nih0^»^fe fondata nel 1913 da Eugenio Baie, per i Sft^S^ £2£2ffiV8££fà.;mlttee» deila Camera dei Comuni in- Blese, a cui seguì in breve la costitu- 'zionc del Comitato parlamentare del ] ■conimercio in tutti 1 Parlamentl eu-j jrT<!:~- » —- I! Come è noto, la Conferenza parla- ;,mentare del commercio è andata acqui- > ; stando una importanza sempre maggio- ! re non solo per il numero delle adesio-! ni ma anche per le questioni trattate. ;;Essa si riunisce annualmente nelle va- j Tie Z&ÌSL tdR^,S1o?CÌ?=PlTiI}^1=" I | rmXneSf WS?5S5 t&^fSSS? ha, prima, essendo avvenuta nel 1917 e là seconda nel 1925. Dopo la seduta inau gurale, 1 lavori della Conferenza proseguiranno fino al 22 aprile al Palazzo Montecitorio, nel salone centrale del primo piano, messo gentilmente a di- | i temi che saranno trattati alla Con- j ferensa saranno i seguenti: 1) Contin-', gentamento e restrizioni ai cambi, e sposizione dal Presidente della Camera jS. E. Giurlatl. ] zi nn'mgrosso ed al minuto (la relazio- zi all'ingrosso ed al minuto (la relazio- nC su questo argomento è stata affida- \%£$S5i 2s^"sffli^B,a ;Paesi agricoli dell'Europa centrale ed .orientale; 5) Istituto internazionaledelle radio-diffusioni. | La delegazione italiana alla Confo-, ronza si compone di 55 tra senatori c ideputaU. ed è presieduta dal senatore conte Di San Martino; l'Inghilterra inviera 26 delegati, sotto la presiden-1za di Sir John°¥andèmànn Àlleu; la; Francia, Si, tra cui gli ex-Ministri fea2!5?riì peredu: la Germaiìia. 7 pre- sieduti dal Presidente del Reichstag e . ^iDls^° de? Reic;h' Gòring ;nla *R%; nia, 10 parlamentari, con alla testa il -Presidente della Camera, Stephan; ] Jugoslavia, 12, con alla testa il Pro jsidente della Scupcina, Kumandi; la I delegazione belga sarà guidata dal Mi¬ ; nistro della Difesa nazionale. De Ve > ze; quella ungherese avrà 28 paria ! mèntari. &nerese ™ra Parm ! Tra i parlamenti aderenti sono quelli ; dell'Afganistan, della Australia, del j Canada, Egitto, Fini-india. Giappone, I —tonia' ..cllanda' PoloP^z. Spagna Svizzera, di Terranova e del Venezuela, Ai lavori partecipano i rappresentanti dell'Istituto internazionale di agricoltura, con alla testa li senatore De Michelis; della Società dello Nazioni; dell'Istituto Internazionale ner la unificazione di diritto privato; dell'Empire Parlamenfcary Association. Durante la j le opere edìmonumenti delia Capitale"; 'saranno ricevuti dal Sovrano e dal Ca po del Governo. In jloro permanenza a Roma, i parlamen tari della Conferenza, oltre a visitare -si recheranno a Milano per visitare la -si ree -Fiera.