Visita alla città delle beghine

Visita alla città delle beghine LETTERE DALLE FIANDRE Visita alla città delle beghine ?"e si d BRUGES, aprile. lLe vedove giapponesi hanno «n-Ucne loro qualcue cosa del genere,\stan raccolte in comunità attive e \ silenziose simili a queste della reti-Rgio beghinarum, e vivono al pari del-\le beghine molto onorevolmente, nel\mondo, non col mondo: credo non-:dimeno difficile che abbiano potuto \ ottenere per la loro organizzazione 1 tanto prestigio e circonfondere la\propria vita d'ogni giorno, che non\sarà gran che diversa dalla vita diequeste zitelle, d'un alone di tantoI poesia. Non è certo in loro la paura ì dclla colpa e dei castighi infernali,]no il mondo è per loro metà da pren-\dere e metà da lasciare: la istituzione mistico-industriale del beghinaggio offre invece il vantaggio di un sistema di lavoro cooperativo retto dai canoni di un vero ordinamento sindacale, e insieme da quelli della preghiera. Donde il suo nome, dalla radice fonetica beg, che vuol dire pregare. Classico scenario Lavoro cooperativo è però ansi tutto. Stentiamo a crederlo, ma come tanti metallurgici una volta e come i ferrovieri, le beghine fecero al loro bel tempo degli scioperi e delleìserrate per aumenti di paga: nei se-jcoli di splendore si mescolavano volentieri al movimento industriale delle drapperie di cui i fiamminghi erano stimati maestri, e venivano ricercate per l'abilità grande nel cardare e pettinare i drappi: le cose andavano cosi bene e in maniera tanto invidiabile, che pure gli uomini le presero presto a copiare, a imitarle, con altrettante organizzazioni e sette di beghini dediti similmente al lavoro delle drapperie e alle preghiere. Si chiamavano fratelli bogardi, quest'ultimi; ed erano laici e tessitori. La sovrabbondanza delle donne trovava così, specie nel medioevo, un utile impiego. Purché avessero il savoir vivre, cioè la dote, potevano entrare in questo chiostro senza mura, portarsi dietro la serva e sentirsi tranquille e salvaguardate dai pericoli come se avessero avuto marito: il mondo slesso non avevano da guardarlo col desiderio delle cose proibite, giacché infine avevano facoltà di toglierlo in cambio, quando che fosse, di questo loro anticipatoparadiso. Possono stato. Erano e sono nute all'obbligo di trovarsi a casa lasera per l'Ave Maria, e a dire gliIposarsT nZlrV0 unicamente te- uffizi; più s'intende alla disciplina taltri. Fuori della letteratura deca-dente, la quale ha conferito loro un che di patetico, appaiono quali sono* ..r.i•, 7ri j„7?„ ■ir.un prodotto naturale dello spiutod'ordine dì questa razza, della suatoboriosi(à e deUa sua mecnocre vita^sentimentule Appena entrati nel Béguinage I £ ^ li làdaiTre To ., frp „r/,j,; .„„,„ ;„ pn„,, \S%niri TtL\a "7LnL[ponte a tre archi sopra la Roya sol-icata dai cigni, ci s trova di'fronte., .. , -iT ■ i'i ,„ iti nlnvomn fiorili Q/'Cìtirì tifi /in,.il più classico degli scenuri del gè-l^re. Oitesta minuscola cìttà-qiardi-L0 è situata assai bene: a pochi pas-pochi pa: sì dal Mìnnexoaier, dal Lago d'Amore, uno specchio d'acqua stagnante dove bagnano i salici piangenti, e che serviva a perfezione a lavarci dentro i filati, i manufatti di lino, opera una volta di pertinenza esclusiva di queste donne pazienti; e in prossimità dell'ospedale famoso diiSan Giovanni pieno del ricordo di \Meurling, nel quale esse occupino le !poc/ie ore di riposo e di ozio uppre» ' , , ,', dendo oppure insegnando l'arte delleinfermiere. Dalla porta ch'è apei a tutti e senza controllo, custodita da un Cristo in croce, la chiesa bianca come una sposa di campagna ap-pare circondala da una quarantina5. ... . . . , il. e.ri*eito n line «vi/iM-i uii'efte. ti vinti.di casette a due piani, strette a spul la l'una dell'altra e combinate come in un racconto di Andersen o dentro una qualunque favola per fanciulli.Non è un'invenzione fatta per il pà^ 1 „ lìpì n:ttori jn cprr„ di ,,,0/;ri iZZ^r^^n^hT^UaT^ni rfncr'L regoiarmuue ai pu.un w SW ^ipre qualcuno, 1,1 un angolo guastare il quadro dove disegna o\dilinae 11 Quadrilatero delle faccia-xiiptnge. ti quaaruaieio acne [accia te attira e chiude nel suo silenzio, labianchezza dei muri senz'ornamentoffi^t,^ fif.„i';„n„„„; pfMti I | compone degl'ingenui effetti policromi da miniatura col rosso vivo geranio dei tetti e col colore fresco dell'erba: effetti d'una semplicità primitiva, di poche linee ed accenti. La Grande Dama ! Un secchio d'acqua tinto di cobal- Ito, dei vasi d'ottone per il latte, l'aIewfi posati a terra hanno in mezzo a tanta semplicità un rilievo ìnvero-\Unite e appena aggiungono all'insie-lme qualche involontario ornamento.ìStanno per lo più accanto alle por- \ Redole, segnate ciascuna dal nome\di una santa tutelare, e col campa-■!neUo che compie sempre il miracolo di far affacciare alla grata l'ombra gì una beghina o di una servetta incoronata di pizzi. Si respira, a vederle: se nel cortile se ne incontra quaicuna> bisogna salutare l'incontro come una rara fortuna, j\/on già che in cert'orc anche il beghinaggio non s'animi, e sulle sogHe delle piccole case non si mescouno pettegolezzi, come fra donne in ogni villaggio : può darsi che d'innocenti pettegolezzi spesso vivano le beghine a riposo della lunga giornata, e ne sgranino degl'interi rosari, vicino al fuoco e all'ulivo di pasqua benedetto, prima d'infilare le avemarie. A incontrarne qualcuna c'è a ogni modo da ringraziarne la loro santa patrona, Santa Elisabetta: e da ringraziarla in specie come fu al caso mio se s'incontri la Grande Dama, ch'è la vera e riconosciuta regina di questo regno. Le persone portate alla malin oonia e al sogno non sono fatte per te stato beghinale — mi diceva la Grande Dama; — il lavoro lungo e monotono non lo consentirebbe. E' loro permessa ogni libertà d'azione e di movimento: finanche di tenere a pensione presso di sè, conveniente- mente, gente di fuori ne solo paren- \ti: di passare ovunque si voglia, fuo-\ri di qui, a epoca data, un po' di vacanze: nemmeno vincola come parrebbe, in eterno* ciò ch'è scritto sulla landeìctta del serre-tète, ricamato in rosso — vieni, sposa di Cristo, sii fedele fino alla morte —; quel che consuma l'animo meglio temprato e induce al tedio, allo spleen, è il lavoro sedentario e pressocìvè identico in tutte l'ore della giornata, meccanico e privo di sforzo, troppo disinteressato, al quale è necessario che ciascuna voglia applicarsi ». Dalle drapperie ai merletti Dacché il lavoro s'è modificato e alle drapperie del sedicesimo e diciassettesimo secolo è subentrato il lavoro dei pizzi e dei merletti, nei dellt"lteJ.e aerazioni e sto per di re dmastle dl be9hme che 31 dedotto beghinaggi delle Fiandre,dei quali quello di Bi-uges è il piùanliC0> ?.™/«"<*° <*i contro glu«"« «? {'t010 dl P™<-™, sono a volteno di mano in mano, come altret¬ tante pratiche devote, le guipures di V09U°n° confermare una. tradizione d arte che questi pae- 8' 1lan retf ?r°Prw> ^n orme prò-pne caratteristiche, ma che non per- ^ d'imnortazione comet("}tot e tutta a importazione c«attestano degli studi non solamenterecenti, e il cui luogo d'origine vacontinuare ricercoto in Italia, a Venezia e a Milano. Furono dei mercanti veneziani, lano. Furono dei mercanti venezianie lombardi a trapiantare quassù que-sta difficile e delicata arte dei fusi,\e'mn?.a™a ^upmniure quassù quc--^difficile e delicata arte de, £«> le leggere meraviglie che adornava- ^^ ..\no c°n,1. ^desimi disegni doggi \0'ndeH'1 C0Slum delle principesseborgognone, dei cavalieri, delle da m p dpi fanciulli ammirati nei ritrai-e.aeijanctuut amnwan nei ncntr ti rfi Vati Duci;, in Rubens e nellasua scuola, in molti grandi c minorifiamminghi. Così piacque quell'arte',. . f. , . , 1 ,. di squisita decorazione che perfino,raccontano, le donne del popolo pri- .stierc e correndo tutte quante ad ap-yendere quest0 gìoco complicalo dfusi dentro le upposite scuole, si do-veite cercare di restringerne il numero, di arginarle e insomma di concedere a poche, per via d'eccezione , ,, ,. ' •„,• 0- ■ .7-~„. delle licenze speciali, in specializza ■ r rt , rono in effetti sempre di più. approfondirono i misteri tecnici di quest'arte appropriandosela degnamente infaticabili come le parche coi fil^/E" ,„,i££Z«7n nHro "Cl destino, c oggi insegnano a '3'O vo!tu nuovi ljUnti e manicrc di lavo- u merlett0 noti Universalmen- bloemwerk, a fiori separati c- . ,', „,,„,„ ,,■ v . ,,...) 1 " mezzo d?}Vu,lto dt BruseeU u dj Alengon; it brugswerk, o tuo- ... , d ' è * ; ' .u /^10- rotonaa, aie eum specie ai va ilencienne «l e t°9{lia alquanto'diversa, in uso a Bruges; il trolleikant, dalle maglie molto robuste; eu , v «/ j , 'via di seguito altri molti di quest-punti di Fiandra, ch'è ora ozioso, efitori luogo, volere enumerare. L'iniportanza del prodotto si deduce esattornente dalla gran cura posta peattenerlo, e molte sono quelle che Ja'varano con centinaia di fusi, ne tomboli ne contino fino alsaro che i n un migliaio. Si va perciò innanzi con^strema lentezza, un metro all'anno,iqualche volta non oltre i sessanta 1 entimetri\ che è pur poco, anche se «<™ u hKhn-»Anunti i«lqueslì pizzi, non più abbandonati in]arghezza di un nastro comune, dai,dieci ai quindici centimetri, costino issomme enormi per ciascun metro e paiano ancor oggi preziosi quali erano le << passamanerie » in uso una volta, tessute con filo d'oro. L'esilià del filo richiede talora non minore attenzione e forse abilità assai più grande che non se ne richiedessero allora; il paragone abusato della tea di ragno è qui da rimettere pienamente in onore. Le lavoratrici in tauni casi lo trattano con un portentoso riguardo, si riuniscono in cantine affinchè l'umidità lo preservi, gli tolga d'asciugarsi, gl'impedisca di rompersi. Caffè, pipa e stornelli Certo non è in queste donne la folìa della croce: non si presentano per nulla come delle mistiche emaciate, e non sono gli agi che a loro difettano. Molte sono qiielle che, vicino alla caffettiera sempre pronta per il caffè, fumano una corta pipa, c perchè l'alito soffiato sul pizzo non o ingiallisca, vi lasciano di tanto in tanto cadere sopra una polvere bianca. Curve sui tomboli picchiettati dalle loro dita, cacciano la malinconia con le sorsate di fumo, e con. degli stornelli cantati a turno ed mieme con le apprendiate, quali da noi, di primavera, o d'estate a tempo di mietitura, s'odono per le campagne. Sono per Io più vecchi motivi, spiritosi, pieni di brio; ce n'è alcuni giusto fatti per loro. « Piccola beghina, volete ballare ? io vi darò un uovo ». La beghina non risponde, o risponde con disprezzo, con una più forte e lunga pipata. In tono di litanìe gli stornelli allegri si seguono : le apprendista vogliono per forza far cadere in tentazione la vec- chia buona beghina, e le offrono do- ni più seducenti, un garofano di nn*>ri „« m« zi; rioTff '1,1. -ni,tt //;?3"d'Jl"™S0 dllDe";,'_ _7 frittura dolce, una saille per andare a vespro. « Piccola beghina, volete ballare''. vi darò un marito». E la beghina,ai sa, accetta di slancio, fra le risate delle compagne: lascia finalmente iltombolo e fa un breve giro saltando. ERCOLE REGGIO. peuito secondo i riti dall'età del bron- zo. Egli avrebbe insistito in modo par- 1*0^* affinchè questo rito venisse 5rtlo in Irianda, suo paese nativo, nella L.ontea dl Mayo, in vicinanza delle rovine di Moore Hall, il vecchio , , , L estrema VOlOIlta di UIl poeta, trovi Vivaci resistenze in Inanità Londra, 10 mattino. Duily Mail annuncia che il noto romanziere inglese Giorgio Moore, prima dl morire avrebbe manifestato il desiderio di essere cremato poi sep castello della sua famiglia, poco lungi ^£l« «gj* S derio ha rienuoito di indignazione e di ^yento- la i^miglia del grand^ poeta a > ~ ei romanziere; infatti mentre Moore si convertiva al protestantesimo, i suoi genitori ed i suoi parenti più prossimi, rimanevanoJermamsnte fedeli ai cat tolicesimo. Si assicura anzi che la vo- !or?tà deHo scrittc«' di non essere se polto eon t mcnifcri della pro-ria fa miglia, proviene da questa diverg-»n za in materia religiosa; d'altra parto ^}*™ J11?!'0 che tali funerali celeorati con piena conoscenza delllrian- dsL cattolica, datino forti proteste ne gli abitanti della ccr.tea. La sorellaTEATRI Una E CONCERTI celebrazione del Decennale al Liceo Musicale Ieri, al Liceo, il Gruppo corale magistrale, diretto dal maestro Pachner ha integralmente ripetuto il concerto ultimamente eseguito e del quale ci occupammo. L'esecuzione del concerto è stata fatta per celebrare il primo De- cennale della Rivoluzione. Tra i presen-^ abbiamo notato il prof. Giovannazzi.ifidl,ciario nu2ionale deirAssociazioné' fascista della scuola, il prof. Ottino. Di- rettore generale delle scuole elementa ri. ti prof. Morganti ed altri. 11 pubbli-co intervenuti! numerosissimo gremiva ogni orJine dl posti. calorosi e ripetuti applausi sono stati tributati al mae-gtre- Pachner edlagli esecutori -mj rwnm tu agii esecutori. AL TORINO la Compagnia dram- matica francese di cui fanno parte Lui:S} Verneuil ed Elvira Popesco. dà que3ta sera ia prima delle tre annunciate e attese rappresentazioni, recitando L'amante delta signora Vida/ dello stes 50 Verneuil. AL VITTORIO debutta questa sera la Compagnia di Emma Gramaticay denti.

Luoghi citati: Bruges, Italia, Londra, Milano, Santa Elisabetta, Venezia