Nei nostri panni

Nei nostri panni Nei nostri panni 10 non so, cari amici del sesso forte, se abbiate mai osservato a un ballo in maschera la differenza tra un uomo c una donna travestiti. L'uomo, camuffato da astrologo o da paggio, da frale guardiano o da diavolo rosso, è sempre un po' ridicolo anche se prestante, vivace e di buona razza. La donna, quale sia il suo trucco, e quale la sua nascita, non lo è mai. Osservate quel giovinotto. S'è vestilo da moschettiere: e fa pietà. Eppure ha trent'anni. ha servito in cavalleria ; ed è nobile di sangue e padron di casa. E adesso osservate quella ragazza. S'è vestita da Regina Anna, nessuno trova da ridire sul suo conto: e si tratta, semplicemente, della portinaia dello stabile di cui il giovinotto è padrone. Vorrei insomma richiamarvi un'antica verità : trasfigurarsi è un'attitudine essenzialmente femminile: tant'c vero che le mode, tra gli uomini, furono inventate per le donne. Fra gli uccelli, dov'è il maschio che si para di penne e di piume, e fra i selvaggi Sioux, dove lo stesso fenomeno si ripete, accade tutto il contrario : ma noi non dobbiamo stare all'esempio dei tagliatori di teste, e nemmeno degli usignuoli. Direte che gli attori sanno truccarsi, press'a poco, quanto le attrici : che fra i nostri,_ ad esempio, un Gioirla, un Benassi, un Palmarini se ne sono fatti una specialità. Io però osservo, senza villania per nessuno, che un attore non è un uomo. Di più, o di meno, a scelta vostra : ma un uomo no per Dtp. 11 preambolo m'era opportuno per uscire dal balle» in maschera, e ripetere il confronto nel bai pare della vita quotidiana. Avete mai osservato un infermiere? Oppure un commesso di mercerie? O insomma un qualunque uomo addetto a una mansione da donna? Non soddisfa. Non piace. Gli infermieri, per quel che mi ricordo di certi ospedali da campo, sono tutti intrattabili come asini rossi. Non mi stupisce che Serviatti lo sia stato. Cosi goffi sono, e così rozzi, maneggiando i balsami che stanno sì bene in palmo alle Maddalene! E allora finiscono per incattivire. Quanto ai commessi di mode, o ai qrooms degli alberghi, niente è più falso, sbagliato ed irritante del sorriso professionale con cui vi sciorinano la pezza di raso o vi fan luo; go nell'ascensore. Non parliamo dei bambinai americani. Li ho visti anch'io, in Central Park, spingere le carrozzelle : e al loro fianco, qualche volta, la girl sposa od amica fumava il sigaretto come un soldato. Un orrore. Ah, sì : un orrore. In verità noi non riusciamo mai a travestirci, nè da frati nè da diavoli, nè da moschettieri nè da nutrici. Ma le femmine? Le femmine, anche fuori dei veglioni, possono invece entrare nei nostri'panni, nessuno escluso, a loro piacimento, e senza il rischio d'una sgarratura. E' triste: ma è così. Al tempo dei miti, le metamorfosi erano sopratutto riserbate agli Dei. Al tempo nostro, eccone fatto un privi legio delle Dee. Da vent'anni, ormai, vediamo medichesse, avvocatesse, donne d'affari, ambasciatrici, aviatrici ; così come presto rivedremo, a Dio piacendo, le amazzoni, le governanti, le regine : e dite voi, in coscienza, se ce ne sia una che stoni Fatto preoccupante per noi è che, da quando la donna ha infilato i pantaloni, questi pantaloni le stiano bene. ■1 calzoni, e persino i calzoncini. Non avete ammirato mai Alda Borelli, in quelli del diciottenne Duca di Reichtadt? Stimando questi, potete immaginare se non s'hanno da accettare le brachette da jockey della contessina Macchi di Cellere. che dai diciot t'anni non è poi tanto distante. Greta Garbo, l'altro ieri, ha potuto scap pare dagli intervistatori travestita da uomo. Siate persuasi che Ramon 3 Novarro, travestito da donna, l'aavrebbero riconosciuto e acchiappato di sicuro. Il frivolo uomo, si dirà, che del, l'immane problema femminista fa . una semplice questione di sartoria ! ■;■ No amici. Non pongo problemi, e * tanto meno presumo di risolverli. <{ Sto all'abito, cioè alla superficie, per '" l'eccellente ragione che il quesito f femminista comporta una biblioteca, mentre un articolo di giornale non ha da durare più di due colonne, Però da questa semplice, fatua apparenza del costume, vorrei farmi lecito di derivare un concetto mio, che naturalmente non ha le pretese d'insidiare alcuno dei lati morali, o sociali, o religiosi, e tutti tremendissimi del quia. E il concetto, alla buona, è il seguente: siccome un rapporto di simpatia, ormai indiscutibile, esiste in ogni caso tra l'abito e la funzione, come negare alle dame così ben camuffate da avvocatesse, da medichesse, da ambasciatrici, da artigliere, almeno un'attitudine a difendere cause perse, a cucinare veleni, a portare messaggi, a brandire spada e moschetto? Se ci pensate, salvo forse questa funzione guerriera che aspetta ancora il collaudo delle Armate Rosse, tutte l'altre appaiono propriamente e squisitamente femminili. E il volare nei cieli, dunque? c La donna è mobile — qual piuma al vento.... ». Amy Johnson, era da settant'anni che la pronosticavano gli organini. La verità, è che la donna ha mostrato di saper fare assai bene tutte le cose maschie in cui s'è impicciata. Tutte le facoltà sono dunque in lei, tutte, meno una: il genio; e l'avere un poco di tutte le altre è la dimostrazione appunto, che di quest'ultima è priva. La qual cosa, se non fosse dimostrata a posteriori, per me a priori lo sarebbe già, per via di quell'abito sì bene portato. Rinnegheremmo dunque la legge biologica del mimetismo? L'insetto che può entrare nel costuxatierde. della, fogjia,, non. sarà, fo gevdqvadcad e o e o ? a a o i è o l e , l e e a ? o glia ancora; ma può farne le veci: ed è quanto basta agli occhi, cioè ai voleri del .Signore iddio. M'ero pacificato, da una ventina d'anni appunto, in tale opinione, quand'ecco da un giornale milanese venirmi incontro una requisitoria antifemminista, che mi ha riportato di colpo a certe dispule fine di secolo, ch'io sentivo echeggiare quando mia madre portava ancora le gonne a cinque volanti, e nel giardinetto dell'asilo noi si giocava al diabolo. Ho guardato subito la data del giornale : poi che, in questi tempi di scavi, tante cose van ritornando in luce : navi, templi, tesori; e persino il diabolo, che attualmente si chiama yo-yo. Poteva ben trattarsi d'un articolo del 1893. Ma no : c'era proprio stampato 1933, anno undecimo : e infatti un figurino di mode, a pie di pagina, non portava gonna a cinque volanti ; e in altro foglio non si parlava del marchese di Rudinì, ma di Benito Mussolini. In realtà non si trattava di un articolo, ma di una Bibbia. Erano là, su tre colonne, tutti quanti i precetti del bene e del male; e per ogni dove, dottamente sparsi, confronti tra le Penelopi antiche e le maschiette moderne, tra la donna romana che restò in casa e filò lana e quella « dai muscoli forti e dal cervello geometrico » che oggimai ci disonora ; poi citazioni mistiche e storiche, senza risparmio, da Coriolano a Ulisse e dalla madre Cairoli a quella dei Gracchi ; e, infine, ammonizioni di tal fatta: che la donna ha da restare « regina nella sua casa come l'ape » ; che « a Giovanna d'Arco preferiremo sempre Santa Monica » ; che « la donna migliore, come disse Tucidide,^ quella che non fa parlare di sè ne in bene nè in male » ; e via dicendo. Bah, mi dissi : sarà un marito che scrive. Corsi alla firma. Era una donna. Donna, dunque, e letterata. Curioso. Costei non ammette femmine altro che in casa propria, «come l'ape » ; ma, per sè, domanda un tavolo di redazione. Non vuole don ne « negli uffici, nelle officine, nei fori, nei ministeri > : e dunque neppure nelle fabbriche di candele steariche, dove esse non farebbero che lavorare la cera, a somiglianza di quelle api citate a modello di casalinghe: poi che, in verità —■ e l'articolista, nel suo furor polemico, l'ha dimenticato — contro una sola sedentaria ape regina, c'è sempre qual che centinaio di sbandatissime api operaie. Non vuole donne scienziate. Non le vuole trasvolatrici d'oceani. Casa e figliuoli, e stop. Come Cornelia. Come Penelope. Come, immagino, la scrittrice in questione, allora che non ha articoli da compilare o bozze da correggere. Senonchè, l'attribuzione virile che costei destina a se medesima, è proprio la più maschia e temeraria di tutte quella della fantasia. Crede ella forse che il dar forma organica a dei pensieri sia atto più comodo, e più muliebre, di un'emarginatura in ufficio o di un'analisi in laboratorio? O crede che un'avvocatessa, in tribunale, faccia cosa diversa da quella ch'ella fa in un foglio di giornale, difendendo persone in luogo di idee? Le idee, in ogni caso, pesano di più. O che le stesse trasvolatrici dell'Atlantico osino più di una romanziera, allora che si affidano a delle ali la cui esistenza, se non resistenza, è garantita? « Vivere in ombra — tale, alla lettera, l'augurio della scrittrice antifemminista, nell'anno undecimo di nostra era —per assurgere poi alla trasfigurazione splendente, come il sole che ha compensato Cristo del suo sacrificio in terra... dev'essere l'aspirazione d'ogni donna ». Confesso che la metafora non mi par bella, e nemmeno chiara : e ne ho un'altra prova, appunto, che lo spaziare sulle immagini è ancora più difficile ad una donna che il librarsi sui flutti. E quell'altro paragone dell'ape! La mia articolista, che fa « appello alla saggezza » pel ripristino di tutte le femminee virtudi, forse in sua saggezza ignora per quale poetica, ma immoralissima trafila d'avventure l'ape regina, finito il volo nuziale con tutti quei morti e feriti, si guadagni tragica seduttrice, il suo posto nella celletta modello. E forse non sa che la sua Santa Monica, così ostentamente preferita a Giovanna d'Arco, è detta « guerriera della Chiesa », nel canonico stile, appunto perchè tale, in quanto santa, da offrire il suo sangue per lei, non meno di quanto la vergine Giovanna, guerriera a mani giunte, abbia fatto per l'altare della patria, ch'era per lei quello di Dio. Bisognava dunque, questa Pulzella di Francia, preferirla vaccara al suo paesello, e non vittoriosa ad Orléans, per dar ragione alla scrittrice dell'anno undecimo, nonché al più anziano Tucidide, circa la superiorità della donna che « non fa parlare di sè nè in bene nè in male?». Dunque vuol dire, signora, che avrò da preferire la mia rattoppatrice di calzette ad Ada Negri e a madame Curie? E' un po' troppo, anche in tempo di caro-rammendi. Ed io non vorrei parlare di lei nè in bene nè in male, per non farle torto : ma dico soltanto che, quando si negano le avvocatesse, non c'è poi il diritto di pronunziare un'arringa contro il coraggio, il talento, e quant'altre mai doti possa mettere a frutto una donna, insieme a quelle sacrosante, e non incompatibili, di donna di casa. Per me, le avvocatesse bisbetiche, le affariste ridicole, le impiegate che trascurano i figli, le dottoresse che sbagliano il recipe del minestrone, e ardisco persino dire le letterate presuntuose, non le ho viste mai, altro che nelle tinte antifemministe e nelle pochades: due generi passati di radia da un. pezzo.. Ho conmriirto fudtcpdbctpasrgedNdnuvfiBFs invece delle laureate piene di giudizio; delle affariste piene di grazia; delle poetesse piene di figliuoli, tirati su con senno e con amore. Che l'impiego, via, non contraddice alla famiglia : ed anzi spesso il lavoro è un tonico, alla vita sentimentale, più di quanto l'inerzia non sia; e al postutto in un tempo, come il nostro, che la parità dei sessi è ammessa per forza di cose in ogni campo produttivo, si vede come i figli non abbiano degenerato, per questo ; solo che la vita sportiva è raddoppiata, il tono energetico cresciuto : e ciò appunto si deve al fatto che i pulcini, alquanto discosti dalla chioccia, sono fatti falchetti : ma non mi re che alcuno tenda a crederlo sl | Pa" mi, guaio. La venta è che le donne sono entrate bene in tutti gli abiti, e quindi in tutti i talenti maschili — salvo il genio, dicevo, che nelle sartorie dal donna non ha ancora trovato il fi-i gurino — e che la stessa toga, de-'precata dalla mia antifemminista! 1033, non sta loro male addosso. I Dice a un certo punto, questa nemica delle avvocatesse, clic « chi ha bisogno di grazie non si rivolge direttamente a Dio, ma alla Vergine Maria, perchè a lei nulla si nega ». E perchè dunque nulla a lei rifiuta. l'Onnipotente? Perché ella impetra per noi. Perchè, appunto, Maria la divina Curatrice dei nostri fallimenti, è l'Avvocatessa in toga azzurra dell'anime nostre. I la dunque una professione, anche lei, lassù, l'in comparabile Madre: ma non c'è ali ti femminista, di sicuro, che abbia da adorarla meno per così poco, MARCO ramperti. è e I

Luoghi citati: Cellere, Francia, Orléans