Il Governo francese di fronte al Piano Mussolini

Il Governo francese di fronte al Piano Mussolini Il Governo francese di fronte al Piano Mussolini I colloqui di De Jouvenel a Parigi -- L'inquietudine della Piccola Intesa - Posizioni che debbono essere chiarite Parigi, 1 notte. I L'ambasciatore De Jouvenel, giunto a Parigi questa mattina, è stato i ricevuto nelle prime ore del pomeriggio dal ministro degli Esteri PauljBoncour col quale si è intrattenuto ja lungo circa le conversazioni avute , a Roma col Capo del Governo italiaino intorno al progetto di accordo : quadripartito.' i Interrogato dai giornalisti al mo! mento del- suo arrivo, l'Ambasciatore si è rifiutato di fare qualunque dichiarazione trincerandosi diètro il noto motto dell'ambasciatore Cambon secondo il quale il mestiere dell' ambasciatore consiste Unicamente nell'informare il proprio governo. ua medesima discrezione è stata osservata tanto dal diplomatico quanto dai circoli del Quai d'Orsay nel corso del pomeriggio dopo la conferenza con PaulrBoncour. Tutto -quello che si ammette nelle sfere competenti è che «il progetto di Patto presentato da Mussolini forma attualmente oggetto, dell'attento esame del govèrno francese, e che lunedì un Consiglio di Gabinetto si occuperà delle modifiche o delle eventuali controproposte che potrebbero venire elaborate' nel senso della salvaguardia dei diritti dei terzi ». Un quesito specioso In contrasto con questo riserbo e questa correttezza ufficiale, gli ambienti di destra propendono ancora una volta ad accreditare la voce che Daladier sarebbe stato ieri fortemente scosso dalle osservazioni fattegli da Titulescu, e che la sua tendenza a favorire l'adesione al progetto itaio-britannico ne sarebbe rimasta compromessa. Secondo i rumori diffusi da questi circoli estremamente sospetti, l'argomento che avrebbe tanto impressionato il Presidente del Consiglio francese sarebbe quello delle complicazioni che potrebbero nascere in Europa qualora, nell'ipotesi che le quattro grandi Potenze riuscis-sero a mettersi d'accordo sulla revi-sione di questo o di quel punto deiTrattati di pace, le piccole Potenze interessate si rifiutassero a ricono-scere il valore esecutivo della loro decisione. In tal caso, avrebbe detto Titulescu, come evitare lo scoppio di un conflitto? lì quesito è abbastanza specioso iessendo già stato ripetutamente det- to tanto a Roma quanto a Londra che!nessuna decisione definitiva dovreb-|be venire presa dalle grandi Poten-fze senza provvedere in pari tempo ajraggiungere l'accordo coi terzi che ' -Ifino a prova contraria, se non come:tesi tendenziose messe in circolazio-;ne soltanto per creare un'atmosfera ;ostile alla conciliazione dei program-!mi in presenza. Non più verosimile risulta un'ai- tra voce accolta e propalata compia- !centemente dagli stessi ambienti: L.quella secondo cui il Governo fran-;cese, persuaso dell'impossibilita tat- i fica di opporre al progetto Mussoli-lni un rifiuto brutale, farebbe contodi ricorrere a quella che l'Echo de Paris definisce «una manovra sa- nipntp - n^ia nrnnnrw il rinvio Hol piente. , o^aj^o^.^mviQ^auiprogetto stesso al Comitato dell'U-mone europea di infelice memoria,,rinvio che equivarrebbe al suo sep- kpellimento cogli onori delle armi. I circoli nazionalisti francesi deb-!bono avere un'opinione realmente:singolare dell'intelligenza politica regnante a Palazzo Venezia e a Dow-|ning Street per riporre fiducia in si- mih baggianate! A chi si vuol far credere che applicando tale tatticalà Francia riuscirebbe a sottrarsi al- la responsabilità enorme di avere'arovocato essa sola l'insuccesso del,tentativo di pace italo-britannico? ''uì *>..,..„:,,, . Lu.i.i .u, ; cora, con la loro duplice assenza al-la Camera, si sono nettamente rifiu-tati di fare il giuoco di questi circo-Titulescu si agita teressate che i guerrafondai parigi ni pretendono dare del riserbo di Da ( 1 tiplica gli sforzi per tirare dalla uro-ipria il maggior numero possibile di; parlamentari influenti nell'intento di |creare imbarazzi al Gabinetto. Co-1me non rilevare.infatti la serie di vi- 'li, e a seguirli sulla strada pericolosa dove vorrebbero trascinarli. Quello cui non stentiamo ad accordare un certo credito è che in seno al Gabinetto francese qualche Ministro, più accessibile degli altri all'influenza in questo momento nefasta di Herriot, possaeffettivamente lavorare a complicare la situazione. Quello poi che ci sembra largamente provato è che Titulescu mol . • , ■ „i. _ r ; 4-: J„U„ ««« site da lui fatte nella sola giornata di oggi ai più influenti membri del Gabinetto, intrattenendosi prima col Ministro delle Finanze Bonnet, poi col Ministro dell'Interno Chautemps, poi col Ministro dell'Aria Cot, e finalmente con Caillaux, presidente della Commissione finanziaria del Senato, e con Mandel, nientemeno, membro della Commissione degli Esteri della Camera, ma sopratutto famoso manovratore parlamentare e rovesciatore di Ministeri? . Ma lasciamo da parte gli intrighi di Titulescu, il quale non ha ancora forse compreso come l'atteggiamento di ostilità sistematica da lui adottato nei riguardi delle iniziative politiche italiane non sia probabilmente il mezzo migliore per salvaguardare' gli interessi del suo paeattendiamo con calma il risul- se e attenuiamo con caima n iisui- tato degli studi in corso a Parigi sul,Patto quadripartito fra Daladier, jBoncour e De Jouvenel. |I sofismi di Herriot gli esteri di Francia ci sarà lui, non mancano i giornali dello stesso par tito per confutare freddamente gli argomenti dell'ex-Presidente del Con sigii0. Ieri era la volta dell'Oeuvre da quarantotto ore acquisita alla causa dell'adesione al progetto italobritannico. Oggi è la République a scrivere. L'articolo due del progetto di inte- sa doi Quattro, quale lo ha citato Her-j riot, è concepito in termini prudenti e [ s^SSi- Vi è infatti nel Patto un articolo ,ì9 che prevede jf'"^.^ftrtu^dei f3Sf^Stt^Sgffi| Tcut mantenimento potrebbe mettere in pe- ricolo la pace del mondo. Riferendosi aìquesto articolo il progetto di intesa qua-12uesti0ne è delicata fra tutte le altre; pCiChè due principìi si urtano; da una' parte la popolazione del Corridoio è in maggioranza polacca, dall'altra parte| il buon senso esige che il territorio te-( desco-nonsia ^tmato a nm anere in-1 gME38| ^ui ~Se« ia^wSJe L'.S di ieri craweeva chi un diritto, il diritto del più forte, e una! sanzione: la guerra. Invece la morale!dt oggi non conosce che un diritto: laisiustizia <• una sanzione: l'arbitrato, Ecco perchè noi riteniamo che le riven dlcazlonl tedesche devono essere sotto- POSte al verdetto della Società delle Na- g^. golo è troppo evidente che se la Jlo^rdé, Corridoio"fòsse portata"a|5lnevra senza negoziati preliminari a-ik-rebbe poche probabilità di essere ri- solta. La sl vedrebbe secondo 11 ritoIandare da una Commissione a una sot-j tocommissione, da una sottocommissio-ne a una Conferenza. _ . _ j * Jt'TiT problema' , su^ à,!eat| e dalralt legni dell'intesa dei , buissimo che da questi te esca un progetto sere utilmente sottoposto di Ginevra. Abbiamo ftp momento, di rigettare biuta.' Si, se abbiamo la convinzione cneigli ultimi Trattati sono definitivi, tato ,„,,, : w . , ^...^istesso meglio sicura la pace». L'argomentazione dell'organo ra- dicale potrebbe secondo ogni evenien-e di perfezionamenti ci sembra che dob-; Vii <a tv» e* **r\rrì i .. rtcrni n/i^acirino rto*« roti. 1 za venire eventualmente applicataanche ad altri casi. Ma è per l'ap-punto di questa logica obiettiva e se- rena che i guerrafondai francesi non vogliono sentir parlare. Questi si-gnon farebbero bene, se non altro, a meditare attentamente le parole che uno dei loro, l'ex-Ministro PaulReynaud, reduce da Londra ha detto oggi ai giornalisti parigini per spie-gare loro il senso intimo del viaggio di MacDonald a Roma: « MacDonald è andato a Roma da un lato perchè gli inglesi sono partigia- m .della revisione pacifica dei Trat- tati, e dall altro .perchè molti di loro ritengono non solo che sarebbe unaingiustizia lasciare da parte uno Sta-to di 42 milioni di anime quale l'Italia, ma che una politica simile sarebbe pericolosa giacché equivarrebbe lasciare Mussolini e Hitler mettersi d'accordo per rivedere i Trattati a modo loro ». La giornata dell'Ambasciatore e per pronunciarsi poi in piena conoscenza di causa sul progetto di patto quadripartito< n Minislro degli Esleri paui.Boncour ha ricevut0 nel pomeriggio al quai d'Orsay l'Ambasciatore dinistro de~li Esteri francese"un oro- mmMria%mm^tt%9SidodSSSe'a Simor^loro recenti colloqui con Mussolini aRoma, poi con Daladier e Paul-Bon-Comunque, a parte gli apprezza-menti più o meno fondati della stam-oa. quel che più importa è seguirel'attività diplomatica che oggi si in-centra nei colloqui di De Jouvenel. Su questi si hanno le seguenti ìnlformazioni. ° Le conversa-doni diplomatiche dioggi hanno portato al Governo fran- c°se il complemento di informazioni necessarie por deliberare dapprimavv u ci i u v_/1 oay i niu uciouiULUi c ui Francia a Roma, De Jouvenel. Il col-statocour a Parigi. Questo prò memoria sarebbe stato accompagnato da un progetto di testo britannico Dopo che Lord Tyrrel ebbe preso congedo da Paul-Boncour. alle oreig 30 il ministro degli Esteri hacontinuato il suo colloquio con il sen De Jouvenei smo aue 0re 17. L»^^datore di prancia a Roma si è poi recato al Ministero della Guerra dove e stato ricevuto da! Presidente del Consiglio Daladier col quale si è intrattenuto fino alle De Jouvenel ha potuto fornire aDaladier e a Paul-Boncour informa- zioni più precise sulle intenzioni del Duce, non solo per quello che con- cerne il metodo di collaborazione delle quattro grandi Potenze occi- dent^1' "«he per quello che ri- S™1?1» tutti i problemi politici eu-r°Pel- . „ . ^ , . In serata, Prml-Boncour ha avuto un nuovo colloquio con Tutto induce a credere che il Presi- Mmistro ni^^ uaiaaier. £WS °°PP10 P'f.no àe\la Politica interna esulla procedura da seguire per la discussione del nuovo Patto sul ÈI&imLi dPSS^'lJf'^ffiSSIdegli Esteri si sieno messi d accordo della politica estera. Le decisioni da prendersi saranno — come e stato detto — oggetto di deliberazioni governative al principio della pros sima settimana ™-^-.".:„" _[ I-T-™: „_ ^ W ^C^^JUT unP11? portare ompra alcuna a nessunodel piccoli fatati europei 1 cui diritti sovrani saranno rispettati. C. P. . _ perchè dell-opinione cne questo Patto _ c * _