La leva nell'Africa Equatoriale

La leva nell'Africa Equatoriale La leva nell'Africa Equatoriale Chi sfugge al servizio militare non sfugge ai « lavori di interesse generale » : il risultato è che gli indigeni nel! immenso possedimento francese sono diminuiti da dieci a tre milioni , CO A Tv NOSTRO I Bf V I A f O) . MAO (regione del Ciad), Marzo. 'zire dell'Affrica, 'dSono in pieno cuori **» Egiziano; giteci* scendo.,nno a.f'1 -nord, rlsinli i.:ifirfiiììft. emù imi «a Mao, quadrivio delle carovane: 'dquelle che vanno verso Abéchér e il n0 dr"'} norA>. tta° 1 ™&efinit% confini gdeZ '^°esti libico; quelle dell'ovest e tsud-, che si perdono nella savana ' occidentale e netta foresta equato-1 rtole. Per giungere qui, appena un anno i addietro, occorreva un mese di viag-1 io k le iste m SlUm deUa\ f^f Ori l'aeroplano compie ili tragitto, partendo da Niamey, in un giorno. Il paese sorvolalo è un'uniforme pianura di graminacee grigie, ravvivata, di tanto in tanto, da Zar-1 ghc chiazze nere, residui degli in- : ceads, che gli indigeni, d'inverno, soglionQ BJÌJ>Utcare aUa sa.vana,_ per stei-miacre yli animali selvaggi e ottenere con la cenere un discreto concime per le seminagioni prima-' vcrili. Danze e tam-tam „ . . , . II viaggio, dunque, non offre ut- traiiive, però Mao mi accoglie con tutta la baldoria di ima festa collelUva. Rumorosissimi tam-tam funzionano fra il villaggio indigeno e il posio militare francese: tam-tam di doììne peulhi che vnìte in cerchio . dolcemente cantando e seUfo la cadenza con il battito dei sandali di legno; tam-tam di donne . ka&embu, che, immobili, vibrano ad un tratto come scosse da una simidtanea scarica elettrica, al ritmo in- ! dtovolato di un suonatore di ganga; ■ tam-tam di fanciulle barbuane, che, ' ìnfatìcabm saltano, avanzano, re '«.:• j„- f.,„„f„ „n>~u„„ • ?'pedono luna di fronte ali altra, * Insto diritto, Vana procace, martettando il suolo con il piede minuscolo. Più tardi, vi sarà il tam-tam dei guerrieri gerani'. Per il momento, questi uomini fierissimi si accontentano di passeggiare in su e in giù om incedere grave e con w porta. mmtP, ^ credoH° certamente aisai bellicoso. Tutta questa gente che, per l occastone, ha riposto in guardaroba i pochi stracci, con ì prirsi e si mostra nuda, vale a dire j,, costUme nazionale, che cosa fes'eaaia'' l,Vr„ ■,„„,-,„,.• f^,„y„„„;„ „ JVo", stupile.i: festeggia, a modo *"0» ìl 9lonl° dt leva; Ma"n?n P% tili ti tale ricorrenza e occasione di gioia. Paul. Morand, in De Paris à Tombouctou, riferisce le lamentele di motti coloniali, scontenti del reciutamento intensivo del Ministero deZ/o Guerra. che priva l'A.O.F. e a E F di u„a mam d'onera aia *ai una mano a °l'eia già mta;T . „ « Un ex-governatore — essi affer mano — non ha forse definito Man- gin un flagello coloniale? ». A guardare le cose da vicino, co6./0,.0 ncM hanno torto, soprattutto Uer qmnto riguarda VA.E.F.: la le^ ^ i loro guadagni del ein quali suole co- mmta per cento. Ve ne spiegherò *^'io « perchè. Un succinto ragguaglio su questa colonia, chiamala comunemente la cenerentola * deil'impero, si impone, innanzitutto, ^jg,- oen capire le cose. Come l'A.O.F.. sua ricca sorella vici eaga è um federazione di co/o ■ Gaboì, UMedio Co, ì(Jo,VUban. . Z„ ì*às' 3tu San e il Ciad. La popolano inai- 9W appartenenti a ire razze: bia-n- ;chi, negri, pigmei. Primi abitatori dell'Affrica, i pigmei adesso di moda con il cinematogra U0 — vennero relegati dagli invaso "° ?a grande massa etnica a sud del 10-° P"ml,^° nor(i- Al dl to comin ciano a mischiarsi con i bianchi: tuareg, pculh c arabi libici. Regime di lavori forzati diventali Sovra un estensione di 2./50.000 chilometri, bianchi, neri, pigmei rag- giungono tutti insieme appena i tre milióni. Questa cifra è ufficiale, ma non per questo sicura. Gli ultimi ìruoli delle imposte la rilevano, al \ contrarip, come assai approssimati- va_ ; neqri> chc ^ nascomlono all'or-, rivo dell'amministratore, sono molti, ruoli, ; , . dimodoché, per comporre quest ultimo non ha altra c/ie i capi indigeni. Responsabili del pag amento delle tasse, l'interesse dì risorsa Icostoro è di diminuire il numero dei co,(/rjk,(e„f; joro sudditi, per appio- . . .... f~ . '€ zione sarebbe imputabile ai metodi di, colonizzazione instaurali quaggiùnotte regioni, ancora attuatinente, «7: ^Jm^: AoT1> A TP TP o« ceo-m c.rW_dalla nazione « civilizzatrice'». ' Fino a qualche tempo fa, e, in gu indigeni deU'A.E.F. vissero soi- toposli ad un regime di lavori for- zati, varagonabile alla schiavitù: il regime delle concessioni. Instauratoìdal Governo francese nel 1899, con\decreto del ministro delle colonie, | Guillain, ufficialmente, tale regime _ ; fanendo lavorare lacque dalla necessità di far affluire in un paese ingrato, mal conosciuto, nella cenerentola delle coionie francesi, -i due fattori essenziali ad ogni buona colonizzazione: uomini bianchì e denaro. In realtà, un certo numero di par- Mlamentari aveva ceduto a pressioni, promesse, doni da parte di gruppi capitalistici, adescati dalle ricchez- te non indifferenti che si trovano;in queste terre: cacao, caucciù,\avorio, legni preziosi. Il paese ven- ne., pertanto, diviso in una quaran- tùia di lotti, oscillanti fra i 200 mila'e i 10 milioni di ettari, che furono.'accordati per irent'anni a Compa-igiiic francesi regolarmente costi-'tutte. Queste, ultime, come contro- partila, si impegnavano di pagare un canone fisso e il 15 per cento dei profitti. Ora, pei- raccogliere ilcaucciù e il cacao, tagliare le piante* Iei':li Preziosi, uccidere gli ele-Ìfanti per asportarne le zanne, oc-correva della mano d opera in gran numero. Si doveva farla venire dal-.l'Europa'! I negri non si trovavanoproprio lì, a disposizione? «Non è lavorando che ci si arricchisce, è Questo vecchis- simo aforisma trovò, quaggiù,iun'applicazione intensiva. \Recluiatori bianchi, lanciati nel-[nulla, firmavano. «Travail volon- taire », dunque! L'opera dei reelu-\tutori, d'altronde, si presentava piuttosto fucile. Di rado occorreva persuadere direttamente gli iute- Tessati. Bastava un piccalo regalo al capo. Se avevano da fare con un incorruttibile, il villaggio di pagliai veniva messo a fuoco e fiamme. Ar-: ìgomento più che persuasivo! ì \ Savorgnan de Brazzà, l'oriundo italiano creatore della grande co- , Ionia francese, raccolse, nel 1906, dati impressionanti sul « travaiii ; volontaire » dei negri. Le Compa-^ la mano d'opera con razzie, violen-\ zc, massacri. Nostro conlcmpora-\ Ignie concessionarie si procuravano, nco, André Gidc, afferma che le' cose quaggiù rimangono quelle di 1 „ ... . • i gliere il caucciù, per evitare la rapr ù presagito déÙ'incendio. , calvario dei negri. Al <: travail vo- _ Imi taira» *, r> «tnà-n w .• ■ ,r ... t„n- ' Il regime delle concessioni è fi-n nito nel 1930. Non è finito, però, il- lontaire » è stato sostituito il « tra- - vail prestataire ». A Ginevra, i rdp- presentanti delia Francia possono ^ìcosì dichiarare davanti alla Com- d\missione per la tratta |.« .Velle colonie frances dei negri: non esiste cn■I cosidctli (( obblighi fiscali » Esatte! Chi Jisatto! Chi non può pagare le-. Msse, chi non intende fare il scr v[zio militare, presti la sua mano d'opera ali amministratore. Il de creto del 21 agosto *1!)30, a firma ;Doumerguc e Fietri, legalizza il /a-, \voro prestataire in tiitte le colonie, creando il fumoso S.M.O.T.I.G. (service de la main-d'oeuvre pour 'tos travaux d'intèrèt general). o' Migliaia e migliaia di indigeni, ri reclutali militarmente ogni anno, e tf'raccolti dapprima in campi di con- l centramene nati adibiti actI blr.lmgsIiou.ui uuppitmu in cunipi ai con- isntramento, vengono così desti- tanai lai-ori pubblici. I più sono )dibiVi alla costruzione della ferro- r.via Conj,o-Ocean da Brazeeville a n. Poihic Xoirè. Un inferno! Albert jÌLondres, sul Petit Parisien, ne ha 'narrato le atrocità. -.Le chiatte, b che trasportano sui fiumi i negri s.destinati alla Congo-Océau — egl 'scrive — potrebbero chiamarsi cdr ri funebri, e i cantieri fosse comuni, II distaccamento di Grìbingui ha perduto il 75 per cento degli effetitivi. Quello di Likonale-Mossaka, \ com posto di 1250 uomini, si è ri- [dotto a 429. Da l'esso sul Sanghc ennna jn dicci anni dilavoro, e per 500 \chilometri, la ferrovia costò 17 mi Ui negri: uno per ogni traversina, n nano delle regioni equatoriali, lo sapete, i di costituzione fisica do¬ no s{s'pn bolissima e per natura mollo pigro. La sua vita? Le feste e i tam-tam i finiti, passa ore (Usale inattivo, l'oc-t :ch'io assente. Guardatelo! Disteso ìdavanii alla capanna, ora sonnecchia appena. Apre un occhio. No, non si alza. Si riaddormenta di nuovo. Il giamo perditi passa così. L'i-ndoìnaini, bis in idem. Copi'è possibile pie- garc, tutto d'un tratto, ad un lav.o- ccdqdlsptbscinto inell'indolenza, e la cui formazione fisiologica è tale, chc la r ro duro e regolare quest'uomo crc-|, minima costrizione provoca ne organismo conseguenze fisiche " .. . .. . erjsuo —s0. ' pendenza, vien consumato dalla mastenia. ne- ; rile% dunque,-sorprendente che, inI^ , z —:t7 .-.-a . Migliaia di negri dell'A. E. F. soni?} morii coti! !tt iati ^condizioni, villaggi interi stono dscomparsi, e la popolazione dell'A. rE. F.,diminiiitadelsettantamer cen-lfrò? Che i negri fuggano nella fore-\rsta, preferendo la vicinanza detteì*sio miilitare obbligatorio appaia a rcostoro come una liberazione? -, sPer quanto stravagante ciò sem- cbri, il negro, inoltre, possiede un po' Udi buon senso, e conosce, fr<*iZhrjwvolta, Tabe della logica Perchè il |tiratore, suo simile in colore, che lo arresta se non paga ile tasse, e lo sorveglio mentre lavora lungo le strade, non dovrebbe suggerirgli, .dif fatti. Videa che è assai meglio es lasere sorvegliante che sorvegliato''. gD'altronde, che cosa occorre per o-iperare tale melumorfosi? Arruolarsi,' msemplicemente. E il negro si armo-, ela. Arruolato, per di più, avrà anche vda mangiare due volte al giorno. -sDMangiare ! ' p„. , „ , dMangiare! Il crepuscolo già cade rsu Mao e si stempera lontano pi ««.dmore rosa, di quello, straordinario rosa, vivo e leggero del Ciad in in- \ lverno. I battiti del tam-tam ?V?caZ-jh sano più acuti, diventano rulli. I rulli si gonfiano, si amplificano, di- d[ventano assordanti. Il tam-tam dei!fguerrieri goram ha raggiunto ilI Cdiapason. Le donne peulh, le donne]rkànernbu, le fanciulle barbuane si j d.sono ormai mischiate a questa ban- \ 1'da urlante di energumeni, dai gesti c eiriletiici, dallo sguardo vitreo, doli ridere mostruoso, che spalanca loro dla bocca, spinge in primo piano ./-vdenti bianchi e si prolunga fino alla punta del mento in torsioni sinistre. uèLna melopea insaziabilmente ripe- ^""Wfftl^ t^'n6fhv dù,l0-> cantano- ™mo even9ono, /a-,ucendo piroette e grandi gesti di mi- vnaccia, colpendosi a vicenda con le '-. , oggetti di vestiario li coprono atta \ rinfusa e nei modi più strambi Tilt- tf, mÓa destra,«trktggno.la gavetta.} l danzatori e le danzatrici di tam- questo il saluto aei villaggio pai 140 negri di Mao, arruolati dal econsiglio di leva, che, adesso, par- dtono per Fort Lamy, centro di mo- vI bili!azione e capitale del Ciad. 'pPerchè non arrivino nudi, l'ufficia- le ha fatto distribuire la collection de recrutement: pantaloni, giubba, pa- .letot kaki, fez e fascia rossa, una ca- \ micia, unu coperta, una borraccia, la gavetta, il cucchiaio. I neo-soidati of- s .. , Ai- Irono uno spettacolo saporoso. Gli i danzatori e le danzatrici di tam- tam li osservano con una larga smor- )ia d'invidia sul volto camuso. OM] ranghi informi, intanto, un brusìo naie. Tendete l'orecchio. Cosa dicono j partenti * — y a'soupe! Y a soupe — essi biascicano nel loro giocondo france- se-sabir .La zuppa ètutto per questi gSesseri, che vivono perche sano nati e non sono (nuora morii, che mai han-.\no avuto Vìdea di domandarsi se sono felici. Sanno almeno cosa vuol dire la parola felicitai Un tempo, qui, venivano i negrieri a strapparli con violenza dalla sava i na grigia. Altri seguirono per co stringerli ad un lavoro duro e mas {sacrante nel sotto-bosco grigio e cu 'po della foresta. Adesso, nuovi uo mini bianchi continuano la tradizio ne: li portano aaia dal villaggio di scapanne còniche, lontano, verso altri scicli. Ed essi ubbidiscono. ... , ... , , . ,. , ., Ubbldire, ubbidire, quando il pu- drone dà almeno da mangiare, c per questi primitivi cosa nuhtralc. Non i , ,, a i . i domandano altro. Se qualcuno parla loro drlla Francia, se dice loro che sono soldati della Francia, c partono per la guerra, essi guarderanno l'in-', terlocutore con i tondi occhi imbavi-] bolali, senza capire. ro raccontato cne laguerra fra man |,'0l"'-"f.'paH'.&''}oro_padrotii._La guer~- La Francia '! Neil 'immaginatone, essi Incedono come il villaggio degli ra? Gli anziani della tribù hanno lo- jfti è un tam-tam a colpi di tuono. — " "— — "' —"!" 'love si balla per giorni, per mesi, per fort-Gen, PoinìtHoirt Bonza,