Vittoriosa volata di Guerra nella Milano-Sanremo disputata a media record

Vittoriosa volata di Guerra nella Milano-Sanremo disputata a media record Trionfale giornata d'apertura della stagione ciclistica su strada Vittoriosa volata di Guerra nella Milano-Sanremo disputata a media record Bovet si afferma degno emulo degli "assi,, e Rimoldi fulgida promessa del ciclismo italiano - La grande corsa del tedesco Geyer - Binda e Di Paco, pari ai migliori, avversati dalla sorte - L'ammirevole prova di Girardengo (H> ci 1 nostro inviato special e) S. Remo, 27 mattino. lEra stato annunciato, per deferen-Uza al personaggio e per dimostrare\iche la risonanza della. Mìlano-3an-\nremo varca i confini del suolo sul\squale st. disputa, che al seguito della\aprima, grande corsa ciclistica nazio naie della stagione sarebbe stato, o spite graditissimo e osservatore acutissimo, Henri Desgrangc, direttore tcadel maggior giornale sportivo del fmondo, campione dei primordi della abicicletta, creatore del Tour e deileipiù classiche corse francesi, facto- 3tum dello sport di Francia, insomma'.rla più alta e più potente personalità\ssportiva internazionale. Desgrange\scredo non avesse mai visto una cor- ssa ciclistica italiana e ne aveva gran]sdesiderio, perchè, buon amico e ani- \ pmirai ore del nostro Paese, voleva-aconstatare de visu i progressi, del\Uresto già illustrati sul suo giornale, \ céhe lo sport italiano ha fatto sotto]pPimpuJso dell'idealità e dell'opera fa- ! isciata. \f,. - . . ... \cEdizione memorabile [n„. . ,,.„ , ,, ! Untore occasione l illustre colle- ga non poteva scegliere per questo]tnto maggio di ricognizione, che egli\adeve aver avuto ieri modo con ^ffi^^ezIa d^lt0' ^.UaJme f.eT nabilità di sportivo e di giornalista, che Ho distinguono, di percepire la ì#calda e sana vita dello «port mostro]ne di godere quanto di godibile può rtare all'occhio e allo spirito sportivo ima corsa ciclistica. Desgrange avrà certo (misurato con quanta forza pul ssl\L'"! ssi la. vena dello sport nel corpo sano cdella nostra gioventù, avrà constata- t«i™»rto Ut disciplina delle nostre inas6e,\ula maestria dei nostri organizzatori,] femon tarderà d suo riconoscimento e mla ma ammirazione per questo s-^ri-|jto invidiabile, per questopera im-\rpareggiabile. E mcn sarà questo '* ominor frutto della giornata trascor-fsa, se e vero che anche lo sport dob- Monto mettere fra le attività in cui] l'Italia fascista può insegnare qual-< cosa al mondo. \ sMaDesgranveavràamitoun'altraicfortuna; quella di assistere ad una\gcorsa «he rimarrà 'memorabile fralpte tante che lo hanno avuto lcsthmo-,vne in treni'anni di carriera, come srimarrà pei-noi, chc tanta anzianità snon possiamo vantare. Perchè tale èìVstata onesta Milano-Sanremo, cheìzogni più ottimistica previsione ha sudicperato in bellezza ed emotività; noii'-Fche così : essa non abbia, presentato, diròlti,dei vuoti nel suo sviluppo; non-i' 'cpasche manchino gli sminti per la criticai non che sia soddisfatto appieno l'osservatore che si è visto svanire sotto gli occhi alcune delle prospettive più seducenti della gara; ma tutto questo è analisi, dettaglio, rilievo di secondo tempo. Bisogna prima vederla in tutto il tmo panorama la corsa fissarla, nelle sue linee qene-\nrali inquadrarla, definirla. E aUoraìpvi dirò che al cronista essa non ha,ldi colori: cepisodi e rabidamente sv*1' con incessante successione m wiu>»lve di prospettive; che essa è stata do-lminata dal principio alla fine da un inusitato wdore combattivo, se '.ion:mda tutti dimostrato, da qualcuno, per ano elevatissimo si riassume nella me- ^dia record; che essa e stata travol- agenteper velocita, se pur severa omo- ; «no indicatrice di valori, benigna col |T^UCluaa^at°^ 0^^^r,h^^%at^^anor\sidtriche avreObeio meritavo vuguui\nJÌ%eZZ'«tn «..rfn rhe non aotrci • BJi3™fp% Sfffli SBitó*^ffatrnmnTdtA dati e dèi 7aitì\tfèlla corsa 1 [pAWadun'ata di ieri mattina negliguffici de La Gazzetta dello Sport oc-|cAnnerò loltanto ver dire che lì ap-ìgper firmare il foglio di partenza) halgsaltato o accorciato il sonno per ve- ; nire a salutare gli atleti cari al suo cuore! E quale calore, quale impeto di simpatia e di ammirazione in que! saluto, in quell'augurio che ognuno gridava al suo beniamino! Piazza del Duomo era messa a subbuglio da questo mondo agitato, rombante, acclamante che dà ogni parte della città convergeva verso il convegno dei campioni ilei pedale. Si perse così un ■po' di tempo nelle operazioni preliminari e si giunse fuori porta, ul punto di partenza, che già s'era fatto giorno. Un'alba sbiadita e infreddolita, che non si sapeva se ci avrebbe dato sole o pioggia in accompagnamento alla corsa al mare. II sorprendente inizio Pariimmo sei minuti prima delle sette, e avemmo subito la prima sorpresa. Faodàni, Pavesi e Fayplle non trovarono di loro gusto l'inizio non troppo brillante e salutarono senz'altro la compagnia. Cuzzulani e Giacobbe sì misero da. soli ad inseguire, mentre gli altri non se la davano per inteso. Cento c duecento metri divisero tosto i tre gruppi e le distanze si tramutarono rispettivamente in 35" e l'5" a Binasco, cioè in tredici chilometri, fatti in un quarto d'ora. A Certosa di Pavia Cazzulani e Giacobbe presero i primi tre, ma solo Faccioni dimostro di voler sfruttare sino in fondo l'occasione; gli altri subivano, più che itoti favorissero la iniziativa. Dietro, invece, dopo la prima incertezza, si corse decisamente ai ripari; Medri e i «garibaldini* grigio-bleu trascinarono il gruppo di¬ l'inseguimento, compiuto all'entrata' Uj Pavia. Media dei primi trenta chiiomelri: 40 all'ora! Come prologo non c'era male. In questa azione le squadre degli cassi» erano rimaste] aua finestra. Si vedrà anche in segui-, to che di giuoco d'assieme in questa'] corsa ce n'è stato poco o niente, sia, all'offensiva che alla difensiva. Avvenuto il ricongiungimento, si fn0 senza SCOsse fino a Costeggio, attenuando anche l'andatura, sì che ia. media cadde in venti chilometri sui 37 e mezzo. Ma la relativa calma durò poco; ì dieci chilometri fra Casteggio e Voghera videro entrare in, scena una maglia rossa, Medri, che] si alternò con altre grìgìo-bleu nello] scuotere spesso il gruppo con strap-. poni violenti. Si tornava a marciare | a quaranta all'ora; eppure si trovò U modo di fare ancora di più. Stilla circonvallazione di Voghera Firpo partì di volata; c'era un traguardo in vista e il bizzarro piemontese ne fece un buon boccone, prendendo an- che un lieve vantaggio che Pavesi an- [nullo. Ritornato al comando, sempre so-, femttissìn Medr- $ ToTJto)m sbattò Bovet. Vi ricordate toaorpreaa e ìa fuga deì bianco-celeste ffiS* finale, nella gara dell'an no scorsoi E' vero che il bis sarebbe f t di u anticipato, ma con cer# u , c>è ^ orzare ed è bene £ tas'c; toro tanta COrda. Que. sto devono aver pensato Bergamaschi, Pavesi, Giacobbe, Lavazza e Lotti, che partirono subito alla ri scossa. Il gruppo accelerò in ritardo, cm Grew * ìn%ata. L'allarme getta t d Bovet fece entrare la corsa in r» -» ««««.7»-»—- um impetmsa e tumultuosa; si fecerQ i sedìcì chilometri da Voghe m a Tortona a 43 «30 di media! Qui j c- e inaeguitori avevano 25" di ritardo su Bovet e 45" ne aveva il or0o«0 f ' Il colpo di Bovet .... Ma la aorte non permise xlptenod sviluppo di questo interessantissimocpisodio. Bovet, appiedato, fu rag-gmnto dai cinque, ridotti subito do-lpo a quattro per una foratura di Pa-vesi, e raccolto dal gruppo. Anche eo: sì ridotta, la pattuglia di testa non si diede per vinta; anzi, sfruttandoVingenuagenerosità diLoliteLavaz-za, intensifico l'azione, mentre dietro ci si calmò dopo l'arresta di Bovet JFu così che a Novi (km. 95) i quat- tro precedettero il gruppo, guidato ila Rovida, di l'59". In questo diffi- cile frangente avevo annotato forature di Barrai e Battesini, e cadute di Buse e Gremo. Nei 24 chilometri da Novi a Ovada il tentativo di chi fuggiva, prese proporzioni allarmanti; il distacco aumentava a quasi tre minuti; la corsa si divideva nettamente in due so ne e cominciava ad essere difficile,per non dire impossibile, controllar-le tutte e due. Entrando netta vdlle contatto e si mise a tirare forte; mavv...-..v w ». -, , , ...-le sue buone intenzioni durarono pò- co e gli altri non ne avevano delle miglìori. Si capiva che si rinunciava ad insistere nett offensiva. Attorni ^'J^^^^ f^^^^^Rì^^i^^.L^?\ ai ^musso etIJ^J^^^^ «* ^*r\ c5r ^* JnaaWarr^ì^at- |^J^J^^^^Srff^^ Ca'«wÌ- so, ai quali si veniva ad aggiungere Q^sM^Fm i còm di sorpresa era Binda, in posizione arretrata, ma an-* Guerra e Di Paco dovettero fa-\tieare non poco per tornare, in coni-[pagnia di Cipriani, Rimoldi, ZanzUgila ruota di Geyer, il cui energicoco»ja>«rfo portò m vsta deTl'avan-guardia, ormai rassegnata atta sua gonisti della fuga da lui neutralizza- , . ., , .. ta, a scontare col distacco il brutto cotiro giocatogli. Eravamo alle ultime]durampe, fra un corridoio di gente cheYbes-andava sempre più stringendo. Si\raportarono nelle prime posizioni Guer-^pura e Di Paco con l evidente scopo di do'i^mTlaiS Gue^ra^ceVr^^-1 !^..i'rJr„™ Jl^"£™ Sii• m'■'gresaivamente, ma, prima che si Vwdentasse il telone teso aU'imbwca-Y^' (wra dei tunnel Di Paco scattò ed" \eboe la meglio \n questo duello che ''■ ]se»ibrava preludere a quello che o-a \gmno qia intravvedeva fra i due :Jaroriiì' mj traguardo finale. Devo dìrc> ;„faitj chc essi, per quanto fi- \Kora tentisi un po' nell'ombra, ave \van0 dimostrato una tale padronan sa della situazione, che confermava Jn avpieno le previsioni della vigi todpGsa•nXQ'm!Aa^tart giùter °UdiscZl I nfuron primi Camuiso e Di Paco; gli\ad• ^: n \t> IH/UH /// frffVC UUI/hwuw V V * U-^kJ, i^vìi altri si scaglionarono in profonda e fila. Come era previsto, la discesa, più che la salita del Turchino, servì a scompaginare la situazione. Geyer, che eccelle più in forza che in audacia, come Giacobbe, rimase indie- ]tro con Moretti, ni riuscr,-o»o a 'mantenere contatto coi primi Berto \ni, Bellandi e Altenburger. Contili-1 dtànanò , no minato, che inseguivano il grup-\p,,™„»„„.„, -.^..v. ,,etto di testa, veniva Binda, magniAco ficamente lanciato alla ripresa. Gi-\('rardengo, con una decina di altri c'iar datari, crampassivo di 4 ormaiìp\deìrla gara. Il vento e Geyer, ecco i uUue coefficienti di questo crollo. n\U1 primo non cessò mai di sospingere, trìim po' di fianco, e il secondo rara-b mente si concesse tregua, una voltas ripresi i primi, nel condurre con n estrema decisione e tenacia. Cornili-^dì ciò sulla salita della Colletta a fareosda condottiero a Rimoldi, Moretti, soGestri, Guerra, Di Paco e Camusso.'bUCiò non valse a impedire che BindaA m\trascinandosi dietro Bovet, Moretti: .e Altenburger, portasse a termìne:sa il suo inseguimento. Fu vcramente\r'vi avevo detto l'altro ieri che solo le p ,. . . . , . condizioni di forvia, potevano far\dubitare di questo fuori classe"! Èb-\Ybene, col suo inseguimento, Binda\rassicurava pienamente su questo] punto. Guerra e D, Paco avrebbero] dovuto fare ancora i. conti con lui. I Anche swi tutH mallevano_agh ordini di Geyer: pa-\Vw-'/TnT/rt^T*^ ll'nr^f^tV''a'trpa. Y^J^ M " „ 7 t tenesse in. 11- °d°tener 7dtTZn°l^i lì a ' a°vluo' ieneT. %ro con. 11 tono della corsa. II filo conduttore della gara sino all'arrivo sarà sem-'pre questa instar, abile attività di Geyer, che, salvo <d termine delle salite dei prossim: Capi nessuno dei.\nazionale Altenburger. E' nascondere che ciò non toma troppoJad °™re dei nostri rappresentanti.t> nìimm ìllìiì voliti, ci fi Vèrtuta \ _ . « , e che ancora uiui volta ci e venuta dal di fuori una lezione dì aenerosì tà e di combattività. Senza Geyer non giurerei che molti staccati non avrebbe ripreso e che la «Sanremo» non sarebbe stuta la gran corsa che ò stata. Selezione definitiva Si procedila così come voleva il ianco verde e cominciava ad infil- ■inutile]la persuasione che la situu- non sarebbe gran che mutata,per molto tempo, quanao jummo ci lutataccontrollo monumento oi; Savona i(Km. 185). D::to il ritmo ai marcia, c'era stato finpm poco tempo !>"' pensare di metter carbone nella, uci Urono c0"le saeiie' seminandosi die- tro Moretti, Camusso, Bovet, Alten- burger e Rimoldi. Gli ultimi ire riu- scirono a rifarsi sotto verso Spotor- no: ma gli ultn due furono liquidati definitivamente. Moretti perche si osaurì nell'inseguimento, e Camus- so perche inseguendo, faceva una brutta caduta che gli rendeva quasi mutihzzabile un pedale. Da questo momento la selezione sarà definitiva: nessun altro aotrà rìportarsi nel aruppetto di testa; la pena battuto il record dell anno . . . , . ]p\scorso e giunto dopo il ventesimo, m\É aggiungeva che ormai per quesia\'P\gara bisogna abolire la ruota libera.]c] . f . rii n! „ \in] La IOratura 01 VI f&C0 . I Emvamo Nolì re condotfin Geyer. E poco 'dopo doveva veri-'.c\ficarsì un fatto di incalcolabili con-', vsegliele: una foratura di Di Paco\ssulla salita appena fuori della citta-'cdina. Supposi subito che Guerra non\psì lasciasse sfuggire l'occasione per mliberarsi definitivamente di cosi pe-.dhivece il man-t'ricoioso avversario tonano non si conunllò a lasciar fare a Gever, co\me se ^1,0 che era successo a Di scompose affatto e esgJ>llssolutà sicurezzadip'oTerdispòr.re di chiunque in volata o con la \ rirpnnr.HT>n?.ìrnif> irli fare, ti niunrn Hi nreoceuva-ìone di fare il aìuoco «11™preoccupazione ai lare U giuoco «t . Binda nel prodigarsi a toner lonta-\jno Usuo commanno. Senni-noi aU'ar-'arendermi conto dì così strana indif ]ferenza, e credetti di spiegarla o con ÌIO il SUO compagno. Seppi poi all'or-■ ' a - ■-■ „,lt>~.,,\pvnsth-o-\Cimasio passivo, glie che per una__ certa d»//^»a «rivo che nè per quella, né per 1. ragione Guerra era rimasto passivo; tue funVZ renali S lofiìset j Htiva di prender l'iniziativa di attacA scare; da parecchie ore sentiva la ne- ncessila di orinare e non ci riusciva;,sciò gli procurava dolori e malessere..hDa solo Geyer non poteva oppor-*,-^ ^ircómnito nero^wo»"fu"facile' t r/U ^ da solo quasi quaranta chi'-.Qci «Ha furiosa ripresa di Di p„c0 to il^njetri chc mn'lo rivedemmo che'^ vwin'ullra di 4fas.,;0 tempo pei p attaccare'con gli altri la salita di]d,CapQ ^ mlia quaìp Ge.l/£r dmct-e t.e„k.„- .scontando il peso del duro-n inseguimento, palesandone le consc- .d gue>,ss -nel volto livido, quasi terreo, h dovette allentare la presa e parve-S messo sulle gmoccniu Anche Ri mal- d di cedette, /,oi Altenburger e infine m Geyer: ma tulli di poco che in vet-ì- tu Guerra Binda e Bovet giunti nel-\m 1 ordine, li precedevano d, poche de-, ..«.intq <1i R^ndn -per riprendere contatto. Ma non ci.pcine di metri. :esgIn discesa, infatti, Altenburger fu,c riuscirono che quando si ricominciò'una discendere. Appena in piano si as-\tosiatette a un tentativo di Di Paco'mdi andarsene da solo; l'atleta che stsembrava poco prima stroncato, osa-,reva attaccare. Ma dovette essere più\pche altro un modo di cercare di. ini- upressionare gli avversari. Naturai-'stmente, il gesto bizzarro e sorpren-1 videnie non valse a nulla, che fu faci-. le a Boivt mandarlo a vuoto. Di Pa-,a„co era effettivamente ".suonato, c Ra3SS ^SSSifV^Sl c!ed0-»-«1 Variente che hta lotta per il pr no ponto, comvol-\tagendo con sè nella mala sorte Bin- ■ gda, in ben altre condizioni per difen-]fidere le sue probabilità, ali. arrivo. A dun certo momento Di Paro si a.ppog- dgio con una mano alla spalla di Bih- seda. Non dico quel che pensarono al-.bcimi maligni che gli facesse comodo [aquell'appoggio; propendo a credere,ache egli volesse intendersi, col suo' {compagno sul da farsi nella, volata., che in quella specie di ab-,ribi accio 1 due persero leqinlwrio e]pfinirono tutti e due malamente per vI terra. Di Paco vi rimase semnye- stnuto, emettendo fiochi lamenti e\mstringendosi il capo fra le mani co-\qme se lo avesse battuto nell'urto.'iuBinda, invece, si alzò dolorante ad.,tuna gamba, e, quel che è peggio, do- mvette constature la rottura di ima \gruota. Per quanto l'uno non si fosse\pin realtà fatto alcun male e l'altro mtrovasse poi una ruota di ricambio1 la partita era per essi perduta. \cGuerra, questa volta, non si fece'.m]pregare per fare la parte sua al co-,m mando: Geyer trovò ancora energie: f\'Per^ollal)or^ ]chilometri E la giornata'si decisem \in velocità fra loro due e Bovet, Ri-\ta. m Alt'enburger, Ll vidi Compa-\cnire alla svolta che precedeva di dus-\'.''.cento^ metri il traguardo: conduce-] ', va già Guerra, e Bovet e Rimoldi gli f\si erano messi a fianco per attac-js'cario contemporaneamente da due\ r\parti. I due tedeschi non furono mail l minacciosi. Guerra, quando vide ì\t.due bianco-celesti quasi alla sua al- Rtozza, produsse lo sforzo composto n e potente chc lo portò sotto lo stri- nsoione con una macchina- di vantaggio su Bovet e La vittoria del mantovano più ancora su Ri-,S]tibfCosì ha vinto Guerra la sua prUÌ^1™* Milano-Sanremo. Che egli abbia p . ., sneHacolosa di s\jauo u"a ,?Sraa. spcztacotosa, ai, 'amue Cile s illuminano ai gesta WH-|".v>-»— ■ r\pressionunti, non oserei affermarlo.ic\Chè più bella sarebbe stata la sua\m ,-ttm.} nessuno notpt-ìp infirmar-, G ««^•«♦^iW^W«^r^ j H.&eT* °se 771%. T*fi* che ì so- i ^A stenitori di Binda e Di Paco certa- niente metteranno avanti riferendo- ;*,si agli incidenti chc i loro prediletti 1™.hanno dovuto subire, è certo un ven-^*ler° che passa per la. testa del vinci-\° to la sortc non c «tòta maligna con'e.Questo grande corridore che proprio't torc. Ma chi si dorrà se una volta tan-] '^lla « Sanremo > ha provato le sue t più gravi disavventure e le più bru-\n]danti amarezze? Chi vorrà dire c;,e j/-egli non ha meritato il successo dal-sc; tI n-no fatto una figura tipica, iwonfon .dibile del nostro sport. Ma nessuno., ha mai avuto per un istante la vi-' e-SÌOne o la sedazione d> un Guerra dominato. Concludendo vittonosa mente hi velocità, con avversari che -ì-u questo campo non erano i più te-\mibiUj um che ha saputo som ' -, tenere sottQ u mQ controllo •j345l7S9. 1i.provato: certo Bovet allarmo era, :egU ha mcco[i0 ,7 frutto di una clas¬ se che non mente neppure nelle giornate non del tutto felici, di una ,c°>?!< regolare, di una preparazione no che ancora non aveva speso lui* o il- suo. La <■ Sanremo », evidentemenlc. e del silo tipo di gara, per latagione, e per il percorso. Non giureei sulle sue doti di eccelso arramicalore o di uomo regolare; ma in na prova in linea su strade di queo genere Bovet sta ormai molto icino agli '/.assi». Un'altissima promozione menta „che auei magnifico atleta che è Rimoldi, mio dei pochi giovani di. «curo avvenire, che in questa gara. a dimostrato una maturità di quei che r>n conoscevamo da diletante rhe sc non piena ha qià rag. iunto il grado sufficiente per farlo igurare degnamente in una prova ella severità di quella di ieri. Il suo ebutto in isquadra non poteva csere ;più promettente. 11 ragazzo è en piantato, equilibrato, potente, gile; lo conosceremo bene dopo un nno di esperienza professionistica. Mi lia sorpreso Geyer. Conoscevo fo rohuJto CQrridore, dal-tempcamcnto Aì combattente; ma la suri rova veUn Parigi-Nizzanon mi dava affidamento, a distanza di una ettimana, di così notevole mìqlioramerl.to. Egli è stato indubbiamente qUello che più ha apeso per portare u lotta ad estrema durezza; per olre 120 chilometri la figura predominante è stata la sua. Altenbunburer ha fatto enormi progressi e altri otrà farne ancora, che non è l'anianità che gli grava sulle spalle, Binda ha dimostrato con la sua orsa che non occorrono molti chilometri su strada per mettersi in for- ma a chi sulla pista ha mantenuto il iato e l'agilità. Il cittìaliese è sem- mi pare che basti per tessere il meriato elogio di un campione che da inque anni, si può dire, ha superato apice dd suo rendimento. L'andamento della corsa mi con- erma nell'opinione che avevo espreso alla vigilia: che, cioè, questa Sanemo si sarebbe conclusa con un duelo fra Guerra e Di Paco se la sforuna non ci si fosse me'ssa di mezzo, Rimettiamo questo epilogo appassionanfe alla prima prova di campio- nulo. Tolto Camusso, infortunato, c Stoepel, che ha forato tre volte, tuti gli altri migliori credo sian stati battuti sul loro valore o sulla loro orma. Mara era in giornata nerissi- ^l^^^^^^^^^ punto>tanto^significante è stataila sìla prova; Girardengo ha risentito aamDé e ann «tamaro lo ifnrzn "~ r\,p 'diffirihnpnfp « ndnttn n unrt c"6 ainiciimenze si aaaita a una macchma che lavora da vent'anni; Giacobbe e stato sfiancato dalla velo mMm^vt „ ^Bertoni, ohe prometteva sino a «t di gara e poi calato eia, /°r<"™ ^ ha ehmmato del tutto ™™°%*$T%&^9I^££T& ^Deglialtrt gwiant si sono fatti °*°> e <*rosso e «°- Con una competizione vivacissima. eon un record.'che non potrà essere tanto facilmente battuto, con la vit- tona di un atleta che le fotte adorano, con uno spettacolo di entusiasmo wpofare si è aperta la stagione delistica; buon segno e lieto auspido di crescente favore e di inesauribile vitulìtà dello sport die passa trionfainiente per le strade d'Italia. GIUSEPPE AMBROSINI. \,.\\{iI t La volata a Sanremo: Guerra precede nettamente Bovet, Rimoldi, Altenburger e Geyer. ] A sinistra: H gruppo di testa transita da Pietra Ligure guidato da Geyer. - .4/ centro: Guerra è portato in trionfo. -- .1 destra: Geyer conduce sulla salita di Capo Berta