Il piano Mussolini nei discorsi di MacDonald e di Hitler

Il piano Mussolini nei discorsi di MacDonald e di HitlerIl Premier inglese: "Effettiva politica di collaborazione per mantenere la pace,, 11 Cancelliere tedesco : " Progetto generoso, lungimirante, ampio ed esauriente „ AI ^iera dei uomu Londra, 23 notte. L'aula della Camera dei Comuni era oggi affollatissima: si sapeva che il premier avrebbe fatto delle dichiarazioni circa i risultati del suo recente viaggio a Roma. C'era oggi a Westminster, così come era ieri nelle sale dei club politici di Mayfair, negli uffici piccoli e grandi di Fleet Street, un'aspettazione ncn consueta per quello che il Primo Ministro avrebbe detto in quella che, per la Gran Bretagna, è sede ufficialo delle grandi discussioni politiche. Gli è che questa volta il viaggio di MacDcnald ha avuto Roma per meta; che il suo incontro col Duce ha costruito molto più di quanto dieci gite a Ginevra con relativa sosta a Parigi non fossero riuscito — durante i quattordici lunghi anni tra Versaglia e Roma — a disilludere, a stancare e — oggi che la speranza, più che la speranza, è tornata, si può dire — a far disperare di quella pace di cui gli inglesi sentono forte il bisogno. Entusiasmo di folla Folla nelle gallerie della lunga feula prima ancora che i primi deputati andassero a mettere, come vuole la tradizione, il cappello sulle scranne di seta. La tribuna dei diplomatici e quella dei Pari raccoglievano in numero raramente visto le più alte rappresentanze delle Potenze accreditate presso la Corte e i più insigni membri della Camera Afta. Tra gli ambasciatori è presente S. E. Grandi. E' difficile — se non impossibile — tentare un confronto per rendere con evidenza prossima al vero, come l'Inghilterra oggi sia stata ansiosa di ascoltare dal Primo Ministro quella che, dopo tanti anni di vani sforzi, è la prima parola — vorremmo scrivere il primo consuntivo — della liberazione da quello spettro che ha oppresso finora l'Europa. C'era raccoglimento, ma anche entusiasmo nell'aula: fuori c'era entusiasmo soltanto. Entusiasmo di folla. Folla come si è vista, dicono quelli che c'erano, soltanto nel '14, nelle ore in cui fra Downing Street e Westminster si stava per decidere dell'intervento. Nel pomeriggio di oggi una vera e propria moltitudine affollava lo sbocco di Downing Street, si stendeva lungo la Whitehall Ano al Palazzo del Parlamento. MacDonald è uscito a piedi : la folla lo ha applaudito al suo passaggio: brevi e secchi gli urrah si ripetevano e si spandevano lungo il breve cammino. Un applauso anche nell'aula: applauso lungo e al quale hanno partecipato anche le tribune. Le prime battute della seduta si sono svolte fra l'impazienza di tutti: finalmente lo « Speaker » ha annunciato che il Primo Ministro stava per prendere la parola. Diciiiarazioni del Primo Ministro MacDonald si è avanzato di fronte r.lla tavola centrale ed ha detto essere suo vivo piacere informare subito la Camera sui risultati del viaggio compiuto da lui e da sir Jena Simon a Ginevra e a Roma. « Siamo partiti — ha detto il Primo Ministro — perchè tutto faceva temere che la Conferenza del disarmo potesse fallire ed eravamo convinti che pur tuttavia ci fosse da far qualcosa per scongiurare il fallimento. La Con. ierenza si era smarrita nei dettagli. Abbiamo allora ricordato che — senza voler diminuire l'importanza delle opinioni degil esperti e dei pareri delle commissioni e scttocommissioni — l'ultima, parola in faccende del genere, deve essere di' natura politica. «Fu così che decìdemmo di intervenire con' la presentazione di un piano che si occupasse del problema nel suo complesso, che trattasse della sicurezza, dei patti consultivi, degli armamenti di terra, di mare e dell'aria, dell'uso dei gas e che comprendesse leggi di guerra tali da significare praticamente disarmo e sicurezza. Ogni'piano del genere per avere prospettive di successo, deve tener conto dei bisogni particolari di ogni Nazione. «Xon so se il nostro piano, sotto questo plinto di vista, sia stato indovinato. Però ho già spiegato In sono alla Conferenza che mi aspettavo, come primo risultato, un'avversione generale al progetto, ma che confidavo pure che la seconda fuse sarebbe stata diversa e che cioò tutti, dopo un periodo di ponderazione, avrebbero desiderato di farne la base delle trattative, nella persuasione che da quel piaano potessero scaturire degli accordi. Non mi sono ingannato per quel che riguarda l'accoglienza immediata e sono tuttora convinto di aver ragione quanto all'accoglienza futura. Ci vorrà, è vero, del tempo, ma credo che non dovremo aspettare molto perchè ogni Nazione sa ormai perfettamente che la Conferenza non può durare Indefinitamente e ogni Nszione è costretta a fare il calcolo di quello che avverrebbe in mancanza di un accordo. « Una caratteristica essenziale del nostro piano ò che per la prima volta ei sono proposte delle cifre precise sugli armamenti, Mi sono reso responsabile di tali cifre, le quali però sono il frutto di studi dei migliori esperti di cui un governo possa dis-porre in una Conferenza internazionale. Quando la Conferenza riprenderà i suoi lavori — e sonO'Stato informato che ciò avverrà domani — queste cifre saranno oggetto di esame >. MacDonald ha continuato col dire che un altro punto da consiriernre era l'impo^no di concedere alla Germania la pariti, ma che un passo simile, nel momento presente, sarebbe pericoloso se dovesse significare un aumento degli armamenti. Perciò il piano prevede una fase intermedia durante la quale non ci deve essere riarmamento. « Una nuova speranza di nccordo e 11 risultato del nostro intervento. Quando ero a Ginevra ho avuta la sensazione che qualche cosa si muovesse in primo piano alia luce della riouita, ma che quello che avveniva in fondo alla ecena, in una luce vaga, fosse sconfortante. * L'Europa — ha esclamato con forza MacDonald- — ncn è a posto. Per disgrazia, l'unica cosa che ci potrebbe •salvare, la fiducia reciproca manca assolutamente. Certi atti politici compiuti molti anni fa stanno ora dando i loro frutti. « In considerazione di questi fatti, appena mi è stato possibile ho combinato un Incontro con Mussolini. Sapevo che 11 Capo del Governo italiano aveva da e-TOrlmere certe sue vedute in merito al - •onaolidamento della pace, ed ho deciso di recarmi a Roma insieme al Ministro degli Esteri. c Nella capitale italiana, subito dopo il nostro arrivo, ci è stato presentato un breve documSnto in cui erano riassunte le idee del Capo del Governo italiano e che ci mostrava come egli fosso fautore di una effettiva politica di collaborazione delle quattro Potenze occidentali, nell'intento di mantenere la pace in armonia con lo spirito del Patto Kellogg e del patto di non ricorso alla forza che fu già oggetto di esame alla Conferenza delle quattro Potenza quando si trattava di ottenere dalla Germania qualche cosa in cambio di una nostra dichiarazione di principio che eravamo propensi ad accordare alla Germania la parità. Il patto anzidetto comprendeva una dichiarazione che nessuna Potenza avrebbe fatto ricorso alla forza per la soluzione delle sue difficoltà politiche. Sentivamo che l'art. 19 del Covenant non è di quelli che possono cadere in prescrizione. « Il Plano dì Mussolini propone la collaborazione entro la cornice della Società delle Nazioni e pone per questa collaborazione un primo termine di dieci anni. Il Piano è basato sulla persuasione che, se si adottasse il nuovo concetto di collaborazione fra le Potenze, l'amicizia che ne conseguirebbe avrebbe ulteriori benefici sviluppi. Il Governo britannico elaborerà da parte sua altri dettagli del Piano ». Continuando MacDonald ha detto: « Le conversazioni avute da noi a Roma sono state di carattere generale e hanno trattato i diversi punti del documento presentatoci da Mussolini. Non ci è stato chiesto di approvare o disapprovare, ma soltanto di dire se eravamo disposti a impostare su di esso le future discussioni. « Abbiamo risposto che 11 Plano ci In¬ teressava enormemente e che lo avremmo sottoposto a minuto esame. D'altra parte abbiamo contribuito con alcuni nostri suggerimenti, come, per' esempio, quello riguardante il modo di consultare le Potenze minori. Apprendo che alcune di queste temono le conseguenze del Piano Mussolini: sono in grado di assicurarle che non c'è alcuna cosa che giustifichi tale paura. Mi importa segnalare che gli Stati minori avranno in ogni caso di diritto di essere consultati in ogni questione in cui fossero interessati. « Lo scopo del Piano — ha osservato a questo punto MacDonald — è infatti di rimuovere le cause di guerra esistenti in Europa, giacché esso mette in rilievo il dovere della Società delle Nazioni di addossarsi la responsabilità che l'art. 19 del Covenant le impone. Ciò avverrebbe col contributo delle Potenze minori facenti parte alla Lega a>. Dopo aver ricordato il suo incontro col Presidente del Consiglio e il Ministro degli Esteri francese che « hanno espresso il desiderio di collaborare realmente nell'interesse della pace », e aver dotto che il Governo britannico ha accolto con soddisfazione le proposte di Mussolini, il Premier è passato alla conclusione del suo discorso. L'ammirazione per il Duce * Il succo delle conversazioni — ha dotto MacDonald — è che bisogna che le quattro Potenze sì accordino rapidamente. Occorrerà lavorare onde attuare il Piano e farlo diventare uno strumento efficace; occorrerà studiare minutamente 1 mezzi opportuni per affrontare un problema estremamente delicato per sua stessa natura. « Se le quattro Potenze andranno d'accordo, se si troverà la via di far aderire le Potenze minori ai principii accomiati, e se si potranno rimuovere le cause di timori che ora impediscono il disarmo, chi oserà negare che l'unica opera veramente efiica.ee ai fini della pacificazione è quella ora cominciata? Debbo poi ringraziare il Capo del Governo italiano e i suoi collaboratori per la generosa ospitalità offertaci; debbo tributare la mia cordiale ammirazione per le altÌ33imo intenzioni che hanno ispirato Mussolini nel preparare il suo Piano. Spero sinceramente che la via della cooperazione alla quale il Plano mira sarà trovata. « La collaborazione potrebbe basarsi sulle quattro Potenze occidentali, ma senza limitarsi ad esse. Dovrebbe giustamente cominciare in Europa, ma senza finire qui. Potrebbe essere una collaborazione in una forma e uno spirito tali da attirare la simpatia e gliadagr.arsi l'appoggio dolla grande Potenza amica di oltre Atlantico ». Scroscianti applausi hanno accolto la fine del discorso di MacDonald Al dibattito che ne seguì hanno preso parte fra l'altro per il gruppo liberale « Samuelita » l'ex-Ministro Sir Archibald Sinclair, il quale ha dichiarato che anche i critici più aspri del Premier britannico debbono ammettere che la sua attività politica durante il « week-end > di Roma ha dato risultati benefici. Per i Conservatori ha parlato Wir.ston Churchill il quale ha detto che non certo egli avrebbe potuto fare obiezioni al piano Mussolini, giacché egli stesso ha reso sempre omaggio alla revisione dei trattati di pace. il Reichstag non si riunirà nrima del prossimo ottobre. Ancora in serata il Consiglio del Reich si è riunito per esaminare il progetto di legge di pieni poteri approvato dal Reichstag. Il Consiglio che, come è noto, è una specie di Camera Alta di cui fanno parte i rappresentanti dei varii Paesi, ha approvato alla unanimità il progetto. All'ultimo momento si apprende che l'ex-Ministro dell'Interno di Prussia dott. Sovering, nel pomeriggio di oggi, mentre stava per entrare nel Teatro Kroll per assistere al! la seduta del Reichstag di cui egli è membro, è stato arrostito per ordine de! ministro dell'Interno di Prussia Goring. Pure all'ultima ora si informa che i rappresentanti dinlomatici del Reich hanno formulato a Washington, a Stoccolma, ad Amsterdam e a Madrid delle vibrate proteste per la sistematica campagna della stamoa di sinistra contro il governo tedesco. Il ministro degli Esteri spagnolo plaude all'iniziativa di Roma Madrid, 23 notte. Gli ultimi avvenimenti Internazionali sono seguiti ccn profondo Interesse dalla pubblica opinione spagnuola. Tutti i giornali sono concordi nel mettere in rilievo l'interesso del Pi-ano Mussolini per l'organizzazione della pace europea, e si è potuto notare che per la prima volta le divergenze politiche e dottrinali tra 1 diversi settori dell'opi nione spagnuola sono stati messi a tacere di fronte all'importanza eccezio naie dell'avvenimento che viene giudicato dai vari giornali con eguale im parzialità. I corrispondenti da Parigi dell'A.B.C e del Dcbate, osservando gli ultimi avvenimenti, confermano l'accresciuta posizione diploma tica dell'Italia dovuta alla stabilita e alla forza del suo Regime. La stampa di sinistra approva senza eccezione il Piano Mussolini pur auspicando che le piccole Potenze possano collaborare all'opera di pace. Il Ministro degli Esteri, Zulueta, ha fatto questa sera eXL'Heraldo de Madrid una breve dichiarazione sui ne goziatt dì Roma; egli ha detto che la Spagna non può che seguire con sim patia tutti gli sforzi intesi a migliorare l'organizzazione della pace. € Guardando all'avvenire dell'Europa, ha aggiunto 11 Ministro, ritengo che un accordo fra le quattro maggiori Potenze costituisca la condizione essenziale e la base primordiale per una pace duratura. Mi auguro però che gli Stati neutri, che sono i più risoluti difensori della pace, non siano messi da parte. In ogni modo credo che le conversazioni di Roma e Parigi potranno essere utilmente continuate nell'ambito della Società delle Nazioni ». Il Ministro fieok a Belgrado Vienna, 23 notte. La Piccola Intesa prende apertamente posizione contro il Piano proposto di Mussolini a MacDonald e incita la Polonia a schierarsi dalla sua parte. Alle battute di aspetto degli scorsi giorni la stampa Jugoslava fa finalmente seguire una aperta offensiva, e soprattutto si scaglia contro la parte del Piano mussoliniano riguardante la revisione dsi Trattati di pace. Così la ufficiosa Politika avverte che il Piano « è una trappola tesa dai fascismo europeo alla Francia e ai suoi alleati, perchè la realizzazione del Piano significherebbe la fine della Società delle Nazioni ». Da Varsavia intanto sì annunzia la partenza per Belgrado del Ministro degli Esteri Beck, e subito la si mette in rapporto con le conversazioni romane di MacDonald e di Mussolini per dedurne che la Polonia voglia uscire dal suo riserbo e aiutare la Piccola Intesa a combattere il direttorio delle quattro Potenze progettato a Roma. La stampa governativa polacca sostiene l'opinione che il paese debba andare d'accordo con quanti siano minacciati dal revisionismo, e organi polacchi — già ostili alla Cecoslovacchia — hanno mutato tono e consigliano un avvicinamento. Ma anche nel campo della Piccola Intesa c'è elfi conserva un certo equilibrio. Il Prcu/er Tageblatt, giornale te-1 desc'1 davvero,, non ostile al governo I cecoslovacco, scrive che MacDonald 1 andando a cercare la chiave della situazione presso Mussolini, è stato guidato da un sicuro istinto, e mette hi grande rilievo 11 semplice fatto che il Fascismo si sia dichiarato pronto a formulare proposto che seriamente mirano a mantenere la pace. « Da oggi in poi — ammonisce ti giornale di Praga — bisogna infatti tener presente che questo sistema di governo è diventato in Europa potenti;*' ino ». In tutti i commenti di giornali, e In tutte le conversazioni con uomini politici ritorna l'osservazione che dettagli se ne conoscono pochi, e che bisogna stare a vedere. A Vienna, ad esempio, gli organi nazionalisti tedeschi sono curiosi di conoscere e fino a che punto il Patto di Roma (come già è stato battezzato ) contenga elementi di vitale revisione ». Nell'attesa, dicono le VViener Neuestcn Nachrichten, il popolo tedesco rimane tranquillo. « Il Patto a quattro può diventare uno strumento di pace se riunisce Potenze che accettano come base il punto di vista tedesco. La via è ancora lunga, ma i colloqui romani possono già contenere un germe per una intesa». La democratica Ncue Freie Presse vorrebbe ugualmente conoscere dettagli, e nel frattempo constata che le idee di Mussolini interessano al massimo grado il mondo intero: tutti vogliono evitare un gesto di brusco rifiuto, tutti vogliono esaminare a fondo il progetto. Il giornale è convinto ohe la quadruplice invocata da Mussolini g.a- j rentirebbe la pace, ma ritiene l'unione delle quattro Potenze alquanto utopistica fino a che non siano create le basi materiali, e non siano in modo palese composti 1 conflitti venuti in luce negli ultimi anni. , Il piano Mussolini nei discorsi di MacDonald e di Hitler