Il piano di Mussolini dinanzi alle Cancellerie d' Europa

Il piano di Mussolini dinanzi alle Cancellerie d' Europa Il piano di Mussolini dinanzi alle Cancellerie d' Europa MacDonald lasciando l'Italia dice : "Noi speriamo di stabilire una pace completa che duri almeno una generazione,, Primo passo I Ministri inglesi hanno varcato da poche ore la frontiera italiana; la simpatia che li ha accompagnati nel breve soggiorno per la sua profonda schiettezza ha rivelato al loro animo i veri sentimenti del popolo italiano e dell'Uomo che lo guida. Di questo eravamo sicuri ; ma il lato più significativo dell'avvenimento è che a mano a mano molte prevenzioni sono cadute e quasi universalmente il viaggio di MacDonald e di air John Simon è stato apprezzato nelle sue reali intenzioni, nel suo giusto valore: non una manovra, non una combinazione diplomatica come era uso in altri tempi, ma una iniziativa leale, aperta, ardente per cercare un più vasto campo di collaborazione e di intesa fra gli stati. Non poteva essere diversamente; l'atmosfera limpida del sole di Roma non è adatta a macchinazioni, chiarisce idee, propositi, orizzonti. Un bilancio dei colloqui svoltisi nella Città Eterna? No, davvero; S'incontro tra MacDonald e il Duce è tutto proiettato verso il domani; perchè esso dia i risultati auspicati, occorre che le possibilità delincatesi abbiano i necessarii consensi, le progettate attuazioni. Come e {quando ce lo diranno le prossime settimane. Ma un fatto certo resta acquisito: il convegno di Roma ha portato un'onda fresca e nuova nello stagno torbido della recente attività internazionale. Si era arrivati ad un punto estremo di tensione da cui bisognava uscire per evitare le più brusche sorprese; non è qui il caso di fare il processo agli errori e alle responsabilità, ma è indiscutibile che non solo si era perduto lo Bpirito di cooperazione fra i governi ma la stessa normalità delle relazioni diplomatiche era minacciata. A Roma è rinato il senso di fiducia che è il substrato indispensabile per creare una situazione di tranquillità, per mettere la pace al riparo dalle più rischiose e imprevedibili avventure. E' un primo passo, che vale in quanto saranno compiuti gli altri, ma il primo è sempre il più difficile, specie quando si era lasciata accumulare una così densa dose di nervosismo e di irritazione. La speranza è risorta: che l'attesa non vada delusa. II momento è delicato e gli uomini di stato debbono giudicare con serenità, fuori dalle polemiche aspre e insidiose. C'è un piano in esame, quello di Mussolini ; secondo la mentalità e lo stile dell'Uomo esso non può nascondere secondi fini, esso non può non essere un documento di chiarificazione; sempre, quando il Duce ha indicato una mèta ha anticipato i tempi che hanno finito per dardi ragione. Nel passato esistevano dei preconcetti; oggi sono caduti; chi ancora se ne alimentasse sarebbe fuori della storia. Non si conoscono i termini di tale progetto; ma l'indicazione si ebbe nel discorso di Torino che accennò ad un obbiettivo e ad un metodo, i quali, se fossero stati subito accettati, avrebbero evitato all' Europa l'accentuarsi dei contrasti e del marasma politico. Una stretta, assidua collaborazione fra le quattro potenze occidentali non significa affatto disprezzo per i piccoli stati i quali sono elementi essenziali di equilibrio; nessuna grande potenza si è mostrata quanto l'Italia gelosa tutrice dei loro diritti di sovranità e portare su questo terreno le critiche è assolutamente fuori posto verso chi è unita a tante piccole nazioni da trattati conclusi e rispettati su un piede di rigorosa parità. Ma un sano realismo affinatosi coll'esperienza non lieta e felice di questo angustiato dopoguerra ci deve condurre a considerare i fatti nelle loro dure necessità: se noi riusciremo a stabilire un contatto continuo, leale, fra le quattro grandi nazioni europee ogni pericolo per la pace sarà prevenuto in tempo, nello stesso modo che si raggiungerà la migliore garanzia di decisioni informate ad equità e a giustizia. Così pure è fuori luogo qualsiasi preoccupazione di maggioranza e di minoranza in seno alle quattro potenze; a parte che ognuno resta sovrano nella sua libertà di giudizio e di atteggiamento, non si deve mai dimenticare il punto di partenza per quest'opera di costruzione pacifica, lo spirito di pace. Alla luce di questo nuovo spirito rivalità gravi, ritenute insormontabili, appariranno conciliabili in un superiore interesse comune che è quello di permettere ai popoli di svolgere tranquillamente il loro lavoro, fecondo, sicuri che le giuste aspirazioni e i .giusti bisogni non saranno ignorati, ma contituiranno il fermento vivo delle conquiste future di un'umanità avvallata, verso un migliore destino. Le dichiarazioni del Premier Roma, 20 notte. Questa mattina alle ore 9.30 il Primo Ministro britannico S. E. Ramsay MacDonald ha ricevuto all'Ambasciata d'Inghilterra i giornalisti italiani. Il Premier inglese ha fatto le seguenti dichiarazioni : « Voglio, prima di tutto, dirvi quanto sia contento di trovarmi a Roma. Mi dispiace soltanto di aver così'poco tempo a disposizione per trattenermi. Però questo tempo non è andato perduto e .posso dire con soddisfazione che il mio soggiorno romano è stato molto profittevole. Ho trovato a Roma un grande spirito di comprensione, nuova vita, una energia nuova e profondi cambiamenti. Del resto questa energia e questa vita, che si sente subito profondamente, è radicata nella vostra storia. Qui si respira un'aria completamente rinnovata, ed io ho cominciato a sentirla fino dal mio arrivo al Lido di Roma. « Identità di vedute » « In quanto ai risultati della mia visita, essi sono chiaramente e completamente riassunti, nel comunicato ufficiale già reso noto. Vi prego di non aggiungere e non togliere nulla a questo comunicato che è stato redatto in pieno accordo col Capo del Governo italiano. Vi posso confermare che, nei miei colloqui col signor Mussolini, sono stati ampiamente ed esaurientemente esaminati tutti i principali argomenti politici internazionali all'ordine del giorno. Ho avuto piacere di constatare, durante questi colloqui amichevoli e cordiali, che fra noi e il vostro Governo c'è identità di vedute e, senza volere anticipare gli eventi, si può sperare in buoni futuri risultati per la soluzione dei principali problemi che si impongono all'attenzione degli uomini responsàbUi della politica europea. Sono state esaminate alcune soluzioni, nella speranza di elaborare metodi accettabili per tutti. Esse non prospettano alcuna combinazione atta a forzare la volontà o ad imporre soluzioni di non completo gradimento dei singoli Stati. Noi speriamo così di stabilire in Europa una pace completa, che duri almeno una generazione. Col signor Mussolini, infine, siamo rimasti d'accordo dì continuare a collaborare in futuro per il mantenimento della pace ». S. E. MacDonald ha infine soggiunto che quanto ha detto è pienamente condiviso dal Ministro degli Esteri sir John Simon. Alle domande rivoltegli da alcuni giornalisti, il Primo Ministro inglese ha tenuto a ripetere ebe non crede che vi siano difficoltà di accettazione da parte degli altri Stati e che, dal coordinamento delle vedute singole, uscirà quella soluzione che i popoli attendono. « Si lavora — egli ha soggiunto — sii questa strada ». Dopo queste dichiarazioni, il Premier britannico si è ancora intrattenuto cordialmente coi presenti. Congedo festoso Alle 12,15, poi, col treno di lusso Roma-Parigi, il Primo Ministro britannico è partito alla volta di Londra. All'esterno della stazione di Termini si era radunata una folla fittissima che al passaggio della vettura che recava MacDonald ha fatto al Ministro inglese una calorosa manifestazione di simpatia. Applausi scroscianti il pubblico ha anche tributato al Capo del Governo italiano, che è giunto alla stazione alle 11,55, accompagnato dal Sottosegretario al Ministero degli Esteri, on. Suvich. Nell'interno sulla banchina prospiciente il binario, ove è fermo il lusso Roma-Parigi, prestano servizio d'onore carabinieri e metropolitani in alta uniforme. In attesa della partenza del treno, S. E. Mussolini e MacDonald si intrattengono in cordiale colloquio nella saletta reale. Sono anche presenti il Segretario di Stato britannico agli Affari Esteri. l'Ambasciatore e l'Ambasciatrice di Inghilterra, l'Ambasciatore di Francia presso il Quirinale signor De Jouvenel, il Ministro delle Finanze on. Jung, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio on. Rossoni, il Segretario del Partito on. Starace e il barone Aloisi (capo di Gabinetto di S. E. il Ministro degli Affari Esteri), il Governatore di Roma principe Boncompagni-Ludovisi, il Prefetto, il capo dell'Ufficio Stampa del Capo del Governo on. Polverelli, il conte Senni, capo del Cerimoniale, il Ministro Buti, e varii altri funzionari del Ministero. Pochi istanti prima della partenza S. E. il Capo del Governo e il Ministro MacDonald, seguiti dalle altre autorità, lasciano la saletta reale e si fermano sulla banchina, scambiali' dosi un cordiale saluto. S. E. Musso vfdcasgnfsltiDtantftdmpszccmmdmpmnmdrioumndspdi- Uni Xe un mazzo dì rosé a Mi^l lini oltre un mazzo di rose a JVliss Isabella^figlia del Primo Ministro in- glese, che parte con lui. Preso posto nel vagone, MacDo- nald si affaccia al finestrino e, al moHmento in cui il treno si mette ìd ! moto saluta ancora una volta con lamano il Caso del Governo italiano, im^ano il i-^oaei governo uai ano. SlIIIOn 3 a MOStra de a RIVO UZ'Olie vilumi umu mwwiiu uunu »■■« Nel pomeriggio, il Ministro degli Affari Esteri inglese, sir John Si- mon, come si è detto, si è recato a o o o o o a e e visitare la Mostra della Rivoluzione ! rifascista, ricevuto, in rappresentanza del Segretario del Partito on. Starace, dall'on. Dino Alfieri, che lo ha accompagnato nel giro delle varie sale, illustrandogliene particolareggiatamente il significato e il contenuto storico-politico. L'illustre Uomo di Stato ha manifestato a più riprese il suo interessamento e il suo compiacimento. Alle ore 16, il Segretario di Stato britannico ha lasciato Roma, partendo in idrovolante dall'idroscalo « Carlo Del Prete » al Lido di Roma, alla volta di Genova. Erano ad ossequiarlo alla partenza il Ministro dell'Aeronautica S. E. Balbo, il Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri on. Suvich, con alcuni altri funzionari del Ministero, l'Addetto aeronautico inglese ed altri membri della Ambasciata britannica presso il Quirinale, e autorità e personalità. Il Governo francese aderisce alle iniziative di Roma Parigi, 20 notte. Il redattore diplomatico dell'Agenzia Havas crede di poter affermare che i signori Daladier e Paul Boncour, nell'incontro che avranno domani con MacDonald e Sir John Simon, porteranno la loro cordiale adesione alle iniziative prese a Roma. La Francia è pronta a partecipare al trattato cui si è accennato, ma i suoi rappresentanti domandano soltanto di studiare con calma le modalità, alcune di queste sembrando a prima vista necessitare di serie modifiche. Collaborazione Londra, 20 notte. Il Gabinetto britannico ha tenuto oggi in una saletta del Parlamento una seduta in cui si è discusso brevemente in merito alla proposta britannica riguardante il disarmo presentata a Ginevra giovedì scorso e nei riguardi degli incontri di Roma. Si è appreso successivamente che MacDonald, dopo rincontro che avrà, luogo domani a Parigi col Presidente del Consiglio francese, arriverà a Londra mercoledì nel pomeriggio e che giovedì la Camera dei Comuni discuterà largamente sulla situazione. Il Primo Ministro farà delle dichiarazioni tanto nei riguardi di Ginevra quanto sulle conversazioni da lui avute col Duce. Il Daily Telegraph di domattina pubblicherà questa nota del suo corrispondente diplomatico: « Mussolini sente una calda simpatia per i principii generali del Plano di disarmo di MacDonald. Le concezioni politiche del Duce si incontrano a me raviglia con quelle del Premier britannico. Entrambi essi desiderano che il periodo di respiro che la Conferenza sugli armamenti proposta a Ginevra offrirà alle Nazioni, sia utilizzato per estirpare quelle difficoltà che minacciano o potrebbero minacciare la pace eu ropea. Ciò implicherebbe una graduale revisione dei Trattati non con la violenza ma con gli accordi. Per di più, lo strumento politico proposto da Mussolini a questo fine pacifico è, secondo noi, l'unico mezzo pratico, cioè un Consiglio delle quattro grandi Potenze occidentali. Sarebbe errato in ogni modo ritenere che tale metodo eminentemente pratico di regolare i problemi europei, tenda a far ignorare la Società delle Nazioni e ad escludere la collaborazione delle Potenze minori. « Non si pensa affatto di imporre delle soluzioni e, meno che mai, quella dei problemi sorti coi trattati. « Allo scopo di conseguire soluzioni col consenso generale, sarà richiesta mpimregutiunchhal'ICè d'viscsaniHripazaPuFsttespilmcoasosptozemciGvqpMdtetalime lammsismrslpl'aImcmtniddmWolecsdlnsP^sclpRgiVLa£SZ2^ rettamente interessate, -piccole e grandi, alle trattative amichevoli. Tutti gli accordi cosi raggiunti saranno presentati alla S. d. N. per l'approvazione finale. « Lo scopo essenziale di questa collaborazione stretta e costante delle quattro e (con l'America) cinque grandi Potenze, è di dar modo alla Lega di funzionare più efficacemente. Non diversamente si è giunti al patto di Locamo e al piano Dawes. « Mussolini è pronto a riaffermare gli obblighi del patto di Locamo in maniera tale da dissipare la paura per la loro sicurezza, nutrita tanto dalla Francia che dalla Germania. Locamo ha creato fra le quattro grandi Potenze — i due « garanti > e i due « garantiti » — un caratteristico legame. Questo legame si cerca ora di sviluppare sino alle sue logiche e sane conseguenze. « L'attitudine di Mussolini, come si ritiene a Londra, mostra che egli non è meno desideroso di pace di quanto non lo sia il Primo Ministro britannico. Entrambi vogliono esseri liberi da alleanze segrete e vogliono collaborare per la creazione di una « bilancia della pace ». Dovrà ancora essere deciso — cosi termina la nota del Daily Telegraph — se il metodo dell'intesa delle cqcgImpcm—iGttmìsphostgfdlmrcmIl Times osserva che il Capo del 'K11 iimes osserva cneii v«apo uei sLa via per la revisione Governo Italiano, ponendo in discus¬ sione uno strumento atto contempora neaanente a garantire la pace ed a modificare i Trattati, ha dato prova di grande lucidità mentale. pdnq«ritmi sriamo che nassa — continua's- u T4ma» — si è costretti a riconoscere' ^l meglio che il problema più importante ps rnegiio cne " I^""'^"1?1 cause del mnl 1 * quello' a ""^^J^™^4 ^ll 5™»fnt"»• Jf ..^utainu0, Sto S ferm^-N- P^fLjJL^^^ H^cluSSno (^<U la vta adl ogni prò? d ! Setto di disarmo sa" «Le cause fondamentali dell'lnquie- d indine dell'Europa sono assai meno lei politiche dei Trattali di pace,ìo che non gU articoli degli stessi tm^VS parntfprp nunitivo e che danno al i SeaTrinU il continuo senso della oro- ^- pria inferiorità. A Ginevra si è ricono- na soluto che la Germania deve essere pa- f rificata alle altre potenze: il proble ma immediato è di tradurre il princi pio in pratica: il primo passo è una mitigazione delle clausole vigenti, la revisione vera e propria potrà seguire ». La Mornlng Post, organo del partito conservatore, ricorda che Hitler è un grande ammiratore di Mussolini e che, perciò, il suo avvento al potere ha rafforzato 1 legami esistenti tra l'Italia e la Germania. «L'affinità spirituale di questi due Capi nazionali — scrive il giornale — è il fatto più importante dell'Europa d'oggi. Se fossero uomini inclini alia violenza, come i loro nemici asseriscono, il fatto sarebbe pericoloso: ma sappiamo dall'esperienza che Mussolini è animato da sentimenti pacifici: se Hitler si ispirerà al suo esempio, il risultato di questa intimità fra i due paesi non potrà esser che buona. Senza dubbio è di buon augurio che il Primo Ministro d'Italia abbia proposto un accordo tra l'Italia, la Germania, la Francia e la Gran Bretagna: se queste quattro Potenze potranno realmente e sinceramente accordarsi in uno spirito di cameratismo, Mussolini avrà il merito di avere proposto uno strumento efficace alla pace In un articolo dal titolo «Il Duce conduce » il liberale News Chronicle afferma che le notizie giunte da Roma sono della massima importanza e spiega : «Il vantaggio, evidente ed immediato di un Trattato delle quattro Potenze proposto da Mussolini, è che esso mette in fuga lo spettro che minacciava di distruggere la pace europea *. Il giornale si domanda poi se la Germania accetterà un Patto che rinvìi ogni correzione territoriale a cinque anni da oggi: «Vi sono due cose da dire in proposito — aggiunge — ; la prima è che Mussolini, probabilmente, ha già scandagliato l'atteggiamento del governo tedesco; la seconda, che il nuovo Trattato sembra non escludere la possibilità di una revisione tanto degli armamenti come delle clausole politiche e territoriali dei Trattati attraversola Lega delle Nazioni. Il Patto di Ro-ma. rnat hii/sno ima o-o-w- ma costituisce una garanz^'che" honsi tenterà la revislone^on altariCmez^4L'Uomo del destino L'Evening News scrive: « Mussolini è un realista e un uomo, se lo abbiamo ben compreso, che non mette mano all'aratro quando non spera in un buon raccolto. Se ora egli pensa' che ci sia modo di rappacificare l'Europa è già un buon segno. Egli ha provato di essere l'uomo del destino dell'Italia. Se dovesse provare di essere anche l'uomo del destino dell'Europa, in Inghilterra non ce ne meraviglieremmo di meno, specialmente dopo che alcuno degli aspiranti inglesi a quel ti mescniX0 conse&ulto nsultatl un P°Abbiamo citato il succo dei commen-ti del grandi giornali londinesi. Essi sono sufficienti, ci sembra, a dare una idea dell' enorme impressione prodotta dalla proposta del Duce e della unani-S^.Pa £t^ILd™^ me letizia con mi è nccnito in nnsci Wlitl che*u cacJColitico ver^ò il ouaiéomea cne n caos poiiuco, verso n qualel'Europa sembra diretta, possa essereevitato. L'opinione pubblica britannicacon quel senso di imparzialità e quelsenso della realtà che l'hanno sempredistinta, è stata pronta a riconoscerela posizione-chiave occupata dall'Italianel mondo odierno, e a dare perciò lasua sanzione al viaggio romano che ilPremier MacDonald aceomr,a°-n»to rial^in miTitar«S ?a^a^aÌsuo Ministro degli Esteri, ha deciso ecompiuto a tamburo battente: viaggiolmportante non solo per i nuovi princi-pii europei scaturiti dagli incontri diRoma, ma anche come omaggio allagrandezza della nuova Italia fascista. ir « V6FSO IO « 03X romana »r irBerlino, 20 notte. Tutta la stampa tedesca pubblica og *™Pi « dettagliati resoconti sull'in-contro di MacDonald e Mussolini e quindi, sulla scorta del comunicato uflì-clale di ieri sera e delle dichiarazionigiornalisti romani, commenta diffusa-1 Premier ine-lese dIrll^^L™ "li^^iff6^mente l'esito delle conversazioni e piùparticolarmente il piano del Duce. Incomplesso essa si mostra molto otti-m , .• ,. . « Ottimisti - osserva l'Augni— ma innanzi tutto grati. Grati per lainiziativa provvidenziale del Capo deGoverno Italiano che in un momento cri-ticissimo della situazione europea è in-tervenuto mediatore ascoltato e, più chemediatore, arbitro autorevolissimo traì due opposti campii. «II comunicato ufficiale che è statoscrive il Bei-liner Tuyeblatt - dicepiù di quanto a tutta prima possa sem-hraro TTlnori7Ì tiltln » fhlorn oh» nnn iorare, innanzi tutto è'chiaro'chTnon èstato stipulato alcun impegno contraituale di nessuna specie tra Italia e In-ghilterra, cosa che del resto non era af-fatto da attendersi. Le preoccupaziondi certa stampa francese e della Piccola Intesa erano dunque prive di fondamento. Un accordo tra l'altro è statoraggiunto ed è il seguente: Italia e Inconcluso, e lo dice chiaramente il comunicato, secondo lo spirito del patto 'Kellogg e anche di quello di non aggres sjone oul da p;irte tedesca già von Papen durante il suo breve cancellierato SL li : „ .. dichiarò il suo appoggio». .11 giornale fa capire che le difficoltànon saranno certo opposte dal Reich iquale naturalmente non mancherà da'sostenere 11 suo Punto dJ vista: ' *che la Germania non potrebbe di- pararsi disposta a collaborare .senza 11 riconoscimento eli una necessita dehlla revisione e della eguaglianza deaN***" >° sapevano prima di incora- ? 11 plaM del Duce è commentato as sai favorevolmente anche nei circol diplomatici. ei In una no*a della Diplomatisene,ìoorrèspondeuce. Agenzia molto vicina^VS^Sm^M^AOm^ t™o wuneim-sLras.se, si tiene per termo- ^ l'iniziativa di Mussolini è desti- nata in ogni caso ad avere benefici ef- fotti, e precisamente in quanto essa rappresenta quella Pax Romana che deve sostituire la Pax Gallica, quella pace per cui dopo 14 anni la guerra | mondiale è ancora lontana dall'essere completamente liquidata. Ricorda | quindi il grande discorso che Musso Limi"tènne^Torinoìr^ott scorso anno, e osserva che le memo-!Zarabili dichiarazioni inducono a ritenere Igrche nelle conversazioni romane deve avere avuto una parte considerévole jQuanche la questione della parità di j IIairitli- 'da«^.^«^C Unzlativa del Capo del Governo italiano, | / rsti esprimiamo la speranza che agli sforzi uniti dell'Italia e dell'Inghilterra riuscirà di guadagnare anche la politica francese, di guadagnare l'adesione della Francia al Patto proposto da Mussolini. dchL'Ambascidtore di Germania a Roma ricevuto dal Capo dal Governo Roma, 20 notte. L'Ambasciatore von Hassell è stato ricevuto da S. E. Mussolini, in relazione alle conversazioni che hanno avuto luogo in questi giorni con il, Primo Ministro e col Ministro degli Ir Esteri di Gran Bretagna. ingsoncaS(Stefani). | | Le giornate di Mussolini cintoCoRoma, 20 notte. In questi giorni si sono svolti a dei colloqui internazionali che lo !Za stampa mondiale già colloca tra iLe Igrandi avvenimenti forse decisivi di\„ . . . . . .... 6 jQuesto inquieto momento politico.] j II nome di Mussolini riappare circon-' ce 'dato da sempre più vivo rispetto ed'E Unterém in tutti i giornali. Ma, die-] | / ro il Suo nome, vi è anche una prò- radie/iosa somma di attività politica,*stche deve essere conosciuta. Voglia-Ì , i Ir ino dare il quadro sommario della giornata di sabato scorso del Duce, sommario che nella sita enunciazione sclieletrica ha una vigorosa e chiara eloquenza. Alle otto del mattino Egli giunge a Palazzo Chigi. Fra le otto e le nove riceve U degli alti funzionari di Slato. raSonasctrzilatineDalle nove alle nove e quaranta-[P cinque riceve in udienza l'Ambasciatore di Francia, De Jouvenel. Dalle dieci alle tredici presiede U Consiglio dei Ministri. Alle tredici e trenta è all'idrosca- lo SMj Tevere presso il Lido di Roma Ler dare il benvenuto a MacDonald \„ Simon 6 ' .. . ■ „• ] Dalle quattordici alle quindici ri' ceve il rapporto del Ministeio degli 'Esteri. ] Alle quindici compare al grande raduno dei commercianti alt Augu*steo, al quale reca la Sua alta parola, Ì Dalle sedici alle diciassette e qua- rantacinque è alla Camera, dove U Sottosegretario agli Interni, Arpiinati, pronunzia il suo grande di' scorso. Dalle diciotto alle diciannove e trenta ha il primo colloquio sostanziale con MacDonald e Simon a Palazzo Venezia. Dalle diciannove e trenta alle venti e trenta infine il Duce prosegue nel suo norpiale lavoro di ufficio a [Palazzo Venezia.