I risultati dei colloqui di Roma

I risultati dei colloqui di Roma I risultati dei colloqui di Roma attesi ansiosamente in tutto il mondo Un colloquio Daladier-Boncour Parigi, 20 mattino. Il ministro degli Esteri Paul-Boncour si è reoato sul finire della mattinata di ieri al Ministero della Guerra ove ha avuto col Presidente del Consiglio, Daladler un colloquio abbastanza lungo. Ieri sera il Paris Soir precisava che questa visita era stata effettuata in seguito a comunicazioni telefoniche che Paul-Boncour avrebbe ricevuto da Roma dall'ambasciatore De Jouvenel e aggiungeva: « I due ministri, che si sono intrattenuti della situazione generale e in modo particolare delle conversazioni in corso a Roma, si sono rifiutati di fare conoscere l'oggetto del loro col Joquio di cui non hanno dissimulato laimportanza. Sembra infatti che sia possibile stabilire un rapporto fra Iacomunicazione di De Jouvenel e le voci che circolano negli ambienti politici di Roma circa l'invito che verrebbe rivolto a Francia e Germania di partecipare ai colloqui anglo-Italiani ». Tali voci sono state premurosamente raccolte da tutti i giornali della sera i quali facevano precedere l'ampio notiziario dei loro inviati speciali a Roma da titoli nei quali si annunciava che le conversazioni anglo-italiane avevano gà dato risultati positivi e che, allargandosene la cornice, Daladier e tytler sarebbero invitati a parteciparvi. Nel segnalare queste voci per debito di cronaca aggiungeremo che il tono del commenti che i giornali parigini dedicano al convegno di Roma si man-tiene quale vi abbiamo segnalato in questi giorni. Alle affermazioni della simpatia della opinione francese per i negoziati anglo-italiani, fanno seguito le preoccupazioni che questi negoziati possano condurre ad una Conferenza delle grandi Potenze europee. Queste preoccupazioni sono parti- tormente vive a destra dove si torna colarmente ... sulle argomentazioni svolte nei giorni scorsi relative alle piccole Potenze, al-la parità navale e simili. Con evidente sofistica tendenziosità si osserva che l'America non dovrebbe partecipare alla conferenza progettata, non tenendo conto del particolare oggetto di questa e dalle ripetute affermazioni america ne di non intervento negli affari euro-pel. Intanto anche oggi troviamo, a prò-jT troviamo, a pro-posilo dei Congresso internazionalede- gU ex-combattenti a Ginevra, un accen- no alla revisione pacifica del trattati nella Repubblique, organo personaledel presidente del consiglio: « All'inizio dl questa primavera del 1933 — scrive il giornale del radicalismo — se la minaccia esiste, essa è unilaterale. Che cosa può fare l'internazionale degli ex-combattenti per scongiurarla? Anzitutto mobilitare tutte le sue forze per rappresentare in ogni paese un elemento decisivo e in nome di questa forza invitare i popoli al sangue freddo. Combattere con ogni mezzo la grande paura che si è abbattuta sul mondo; dissipare i malintesi, facilitare ì contatti, aopratutto col nostri camerati italiani molto sensibili al ricordo delle battaglie comuni, fare ammettere agli uni l'idea dl certe modificazioni ai trattati contro equi compensi, persuadere gli altri che queste modificazioni potrebbero, secondo le parole dl MacDonald, essere accettate attorno a un tavolo ma mai con la minaccia delle baionette, tranaporre il problema della SSPaSÌiSS^SSSS2J2rSS!"2viÌqSale non debbono ripugnare gli ex-combat-. ., , ,. _ _ r 0 _ . ~ , tenti che diffidano del T>acifisnio oratorio, controllo della fabbricazione delle armi, repressione delle false notizie, procedura da impiegarsi dalla Società delle Nazioni nel caso in cui un incidente scoppiasse su qualche punto delle frontiere europee poiché la pace non deve a nessun costo uscirne compromessa >. Ma se ne togliamo il Petit Journal, il quale osserva che il viaggio del Primo ministro britannico a Roma è una lezione per quelli che in Francia non volevano conoscere il Fascismo, l'incertezza preoccupata predomina finora nelle chiose del giornali parigini, i quali, evidentemente, attendono dal Quai d'Orsay quella parola d'ordine che verrà solo dopo il comunicato ufficiale sull'esito dei colloqui romani. Il revisionismo tedesco Berlino, 20 mattino. Nel circoli diplomatici si attendeva Ieri con crescente impazienza l'esito dell'incontro fra Mussolini e MacDonald. Frattanto al facevano illazioni, induzioni e considerazioni dalle quali traspariva un notevole ottimismo non disgiunto peraltro da un certo nervosismo. Fra i commenti di ieri va rilevato innanzi tutto quello della Frankfurter Zeltung : « MacDonald e Mussolini — scrive l'autorevole quotidiano dl Francoforte — potranno affrontare con successo il problema del disarmo se in primo luogo essi ai occuperanno dell'Europa. La sorte del disarmo dipende per l'appunto dalla possibilità di costruire un ponte fra i due opposti campi che oggi dividono l'Europa: tra il revisionismo e l'antirevisionlsmo. Nessuno è cosi ingenuo da credere che i due eminenti uomini di Stato riescano mediante un breve scambio dl vedute a comporre l'immane conflitto. Però c'è motivo dl essere ottimisti ln quanto MacDonald si è rivolto per cosi dire all'indirizzo giusto. Infatti Mussolini è, Botto questo aspetto, l'arbitro della situazione. Fu lui 11 primo uomo di Stato che per primo sostenne la necessità della revisione dei Trattati. Mussolini ha contribuito non poco a ridestare le speranze del vinti e a far si che dal fluido Inafferrabile che era nell'aria ne derivasse un movimento politico, e da questo a sua volta un'azione diplomatica. Mussolini, ed anche questo va ben ricordato e sottolineato, dichiarò sempre che ogni e qualsiasi revisione dovrebbe avvenire per vie e con mezzi pacifici. I vinti naturalmente non hanno mai pensato, nè pensano a soluzioni diverse da quelle additate dal Capo del Governo italiano. Però è necessario anche che i vinti non abbandonino il terreno della realtà, del che l'attuale Governo del Relch si è già reso conto. Per lo meno è dato di arguirlo da un passo di un recente discorso del vice Cancelliere: «Per quanto i nostri cuori possano, anzi debbano essere roventi dl amor patrio — ha detto Von Papen — ogni qualvolta ci si profila dinanzi la realtà internazionale occorre che noi procediamo a mente fredda, appunto non perdendo mai di vista quella realtà e con essa le effettive possibilità di politica estera». « Pensiamo — siggiungeva la Frankfurter Zeittmg — che Mussolini deve aver preso atto dl queste dichiarazioni e di altre analoghe fatte dal conte Tfrittilrn. comnifl/ocodoel che 1 suol ami. ci abbiano saputo valutare esattamente le .ealta effettive del momento». Più oltre il giornale osserva che mentre MacDonald è un semplice mediatore, Mussolini va considerato come un giudice arbitrale. Certo egli non può determinare dall'oggi al domani un capovolgimento della situazione europea, però è in grado di chiarificare l'atmosfera, beninteso qualora le altre Potenze si decidano una buona volta a condividere sinceramente i propositi di pace dell'Italia >. In tono quasi identico si esprime la Vossisch e Zeitu ng : «Le difficoltà - osserva - non debbono essere ricercate da parte dell'Italia e dell'Inghilterra, bensì da parte della Francia e della Germania; la prima |dev« essere più remissiva e la Germa 1 ma non può e non deve « spaventare i .- |° Preoccupare le altre tre Potenze ». L'argomento delle conversazioni.Londra, 20 mattino. I giornali domenicali si occupavano Ieri largamente e con viva simpatia dei colloqui romani tra 11 Premier inglese e Mussolini, ma 1 loro commenti sono ormai superati dalla conclusione del colloqui stessi. Ad ogni modo può avere qualche valore — sia pure retrospettivo — una informazione dell'agenzia Rnuter la quale pubblica da Roma che le conversazioni tra 1 due primi ministri italiano e inglese avreb- \ bevo avuto per oggetto i cinque punti : seguenti : 1.) è possibile evitare uno 1 scacco della conferenza del disarmo se | guendo le linee generali del piano trac ciato da MacDonald?; 2.) in mancanzadi questa soluzione si può trovare il mezzo per impedire una corsa agli armamenti che non potrebbe che condurre a una guerra? La situazione che si produrrebbe se bande di nazis conti ;miassero a violare la zona neutra in | Renania sara un nuovo soggetto di discussione? MacDonald chiederà a 1 Mussolini quale atteggiamento assu. imerebbe nel caso dl violazione nel caso dl violazione del trattato da parte della Germania; 3.) La situazione pericolosa del corridoiopolacco si ha l'impressione che solo il nrpqpnto *» t-pmnMiHir#\ otofn M riionv. presente e tempestivo stato di disar mo della Germania impedisca la guer-ira! 4-> la situazione in Jugoslavia ove gli italiani considerano che una rlvo-1 luzione può scoppiare da un momentocooperazione per la pace e accentua una divisione dell'Europa in due campi ostili. lll""""c «w»"» raurawuu «fattre- e che una guerriglia di^- 'rt ] Gli ex-combattenti italiani al convegno di Ginevra Ginevra, 20. mattino. Nell'intento di sostenere l'opera del disarmo i rappresentanti delle associazioni internazionali dei mutilati ed excombattenti (e particolarmente la CI. A.M. A.C., de* la Confedera «Ione internazionale delle associazioni degli excombattenti e vittime della guerra, e la F.I.D.A.C., cioè la Federazione interalleata ex-combattenti) hanno scelto Ginevra a sede del loro annuale congresso. Alla manifestazione ha preso parte anche una delegazione italiana, il , cui capo, il cav. Frangialll, ha ricordato ln ^ »PP>»udito discorso come la tesi n*0n„_0 i„_ „ ,, ... ., i ìrJUlflTIn TÌOf fiTPPlInnva afilla niiAof.nnn italiana" per eccellenza sulla questionedel disarmo sia quella della riduzione ai livelli minimi. « Gli ex-combattenti italiani, ha aggiunto il nostro rappresentante, fanno voti che vengano esaminati con serena obiettività e con spirito di lealtà nonché con animo predisposto alla pacificazione generale le difficoltà e controversie derivanti dai trattati di pace ». Le mozioni approvate ieri dal congresso, che compendiano le diverse tesi sul disarmo, saranno presentate al presidente della conferenza del disarmo, signor Henderson, nel corso dl una seconda manifestazione che avrà luogo oggl-_ _ Oro americano alfa volta dell'Italia New York, 20 mattino. La Banca federale di riserva ha ieri concesso il permesso di esportazione di 8.507.500 dollari in verghe d'oro, in Italia. E' questa la prima licenza federale concessa dal giorno in cui venne proclamato lo embargo sull'oro. Il fatto è interpretato come indice della decisione del Governo americano di permettere ai detentori europei di oro negli Stati Uniti di ritirarlo a loro piacimento. L'oro europeo accantonato negli Stati Uniti prima del 4 marzo ascendeva a 280 milioni di dollari. (United Press). Nuove difficoltà'bancaria in AustriaVienna. 20 mattino. Il Gabinetto austriaco ha tenuto una lunga riunione, protrattasi fino alle 1 di ieri mattina, per esaminare la situazione economica, aggravatasin seguito alle difficoltà in cui sono venute a trovarsi alcune importantbanche. Banche italiane e inglesi, che già avevano aiutato il Credit Anstalt quando questo istituto si trovò in pe ricolo nel 1931, sono intervenute mio» vamente con offerte per sanare la situazione. Le offerte sono accompagnate con la richiesta dei dovuti controlli e garanzie. Queste offerte sono ora oggetto di esame da parte del Governo e degli istituti in questione. (United Press). Oggetti preziosi e un Rubens Mopirti il un migiiiino di Krtugtr New York, 20 mattino. Numerosi quadri, oggetti d'argento, libri rari per un valore di centomila dollari, che facevano parte delle collezioni raccolte dal famoso finanziere Ivai- Kreuger, 11 « re del fiammiferi », sono stati acoperti giacenti in un magazzino. Uno del quadri è attribuito a Rubens, ed è valutato 17 mila dollari. Si sta ora facendo ricerca di una collezione di incisioni all'acquaforte, raccolta pure dal Kreuger. La fiera di S. Giuseppe a Casale Casale, 20 mattino. Si ò aperta ieri, nella nostra città, la tradizionale fiera di San Giuseppe, una delle più notevoli rassegne del patrimonio zootecnico piemontese. In questo primo giorno moltissimi sono stati giù espositori di bestiame e numerose le contrattazioni. La fle-ra continuerà, oggi e domani.