Vento e pioggia avversano la Avignone-Marsiglia

Vento e pioggia avversano la Avignone-Marsiglia La "Corsa al sole,, non rispetta il programma Vento e pioggia avversano la Avignone-Marsiglia vnaapelclie , dopo un'ardita fuga Marsiglia, 17 notte. Da Parigi, che ci aveva regalato •un anticipo di primavera tiepido e luminoso, siamo giunti, dopo criniirò marce accelerate, sulle rive del Mediterraneo e siamo siali salutati dalla pioggia. Altro che corsa al sole! Mi pare che questa riviera in burrasca, col suo vento furioso che ci e venuto incontro stamane fino ad Avignone, col suo rigido invernale, con questo ciclo tutto una nuvola, abbia voglia di farcela desiderare da lontano la mèta ideale di questa corsa. Che, le prospettive per domani sono tutt'altro che liete, come le notizie che giungono dalla costa cosidetta « azzurra ». Speriamo che la situazione cambi nella notte e ci si ■presenti all'arrivo meno fosca di quanto è mentre trasmetto queste note. La lotta contro il maltempo Il vento: ecco il personaggio più importante c influente dì 'questa quarta giornata della Parigi-Nizza: •un vento che veniva da mezzogiorno, efte et prendeva, quindi, quasi sempre di petto e poche volte di traverso, ma che non ha mai cessato di turbinare e di opporsi talora con violenza dì bufera alla marcia dei corridori. Ostacolo più temibile delle salite, avversario che stronca le energie e lo spirito di iniziativa, esso "ha voluto intervenire per scolorire la fisionomia di questa tappa, per rubarci la gioia di assistere ad. un'altra brillante com-petizione che non sfigurasse in combattività di fronte a quelle che l'avevano preceduta. E c'è riuscito, si capisce, ma solo in parte: che questa tappa, pur non as¬ surgendo al grado di combattività, delle altre, è stala tutt'altro che\ completamente fiacca nel suo svi-\ lappo e anzi si. è chiusa, dopo una\ lunga preparazione, durata per tre. quarti del percorso ed effettuata appunto al vaglio della fatica, provocata dall'invisibile avversario, con un episodio vivacissimo, con un colpo di^Sorpresa, con una soluzione imprevista. Quasi avessero saputo quanto av.evo scritto ieri sul loro conto ed avessero voluto prendersi la rivincita, furono corridori francesi i protagonisti di questa scena finale. Ma, senza voler togliere loro alcun merito, non posso tacere che la fuga di Speicher e Merviel può essere stata in certo qual modo facilitata dalla considerazione che i leaders della classifica generale, e specie Schepers, poco avevano da temere da essi quando li sorpresero nella iraversa}ta dì Aix-en-Provence. Merviel aveva giù perso nei giorni ."corsi la bellezza di più di mezz'ora, ed ora era confinato al sessantesimo posto: Speicher, anche se più pericoloso, aveva al suo passivo più di cinque minuti. Quello che è cerio però è che i due fuggitivi compirono gli ultimi venti chilometri fra un tale corteo di staffette e di.aecompagnatori automobilistici e motociclistici che in alcuni momenti mi sembrarono correre dietro allenatori. Nessun ufficiale disse o vide niente; ma ciò non toglie che la patente irregolarità sia avvenuta, perdio l'ho constatata coi mìei occhi. Questo può anche spiegare come, dopo averla tenuta per una ventina di chilometri a vista d'occhio, gl'inseguitori si videro sfuggire davanti, in pochi minuti, la preda e non poterono più raggiungerla. Il solo Demuysère, riuscito a distaccarsi dal aiuppo, si infiltrò fra tanta baraonda e ne godette lui pure, anche se in minor parte. Ma non aJidiamo a cercare il pelo nell'oro di questa organizzazione, che ben altro ci sarebbe da ridire per dimostrare che noi qui non abbiamo proprio niente da imparare in questo campo. E' meglio stare alla- corsa e parlare dei corridori. Martano ha abbandonato Stamane al ritrovo, ritardato, tanto per non cambiare, di un'ora, non ho trovato Martano. Lo vidi poi con Firpo e Cacioni in abito turistico per la via principale di Avignone che stava per prendere il treno per Marsiglia, dato che solo colà gli organizzatori avrebbero saldato loro il conto. Il campione del mondo dei dilettanti si era convinto eh' dopo la imbastitura presa domenica al Vcl d'Hiver, non poteva sperare di riprendersi in questa corsa. Tale lezione è stata dura per il giovinotto che qui cercava l'affermazione per porre la sua cambiatura al Giro di Francia. Non dico che la cattiva prova la debba far tramontare, ma certo avrà insegnato qualche cosa all'inesperto che si è lasciato attrarre da un ingaggio e ha perso di vista lo scopo del suo debutto in campo internazionale. Appena messici in marcia sentimmo lo schiaffo del vento che non doveva cessare per tutta la giornata, perchè l'intera Provenza era battuta sino al mare. Le sottili e leggere ramate giallognole e i filari di ' cipressi innalzati attraverso le grandi distese di viti nane a difesa dal maestrale, sbattacchiavano c ondeggiavano sotto la furia delle violente sferzate, che facevano increspare i campi verdi di grano. La gente ci aspettava in cappotto e si vedevano certi visi infreddoliti che qiuisi mi facevano pena a guardar- I , \ \ \ . nel; davano la caccia Schepei-s, Aerts, Guisquieres, Louyet, Buttafuochi, Minardi e Demùysère, che riuscivano allo scopo. Era appena composto il gruppo che Merviel tornò all'attacco con Cornez; l'inseguimento durò dieci minuti e fu compiuto per opera di Rebry e di-Buse. Attraverso la « Crau » Quest'ultimo e Geyer, pur senza scattare, posero alla compagine un treno assai sostenuto, che, lì per lì, ruppe la fila, riallacciatasi poi rapidamente. Eravamo nella Crau, temuta nel « tour » per i calori del solleone, oggi desolata e fredda nelle sue distese incolte, in cui branchi di pecore cercavano, fra i sassi, lo scarso alimento, fi quadro cambiò dopo Salon e Delissauer, le cui campagne già si tingevano delle bianche fioriture degli alberi, ma non la cor- sa, che continuava a svolgersi sen-za altre varianti al tono sostenuto che le davano ì «celesti». Fummocosì sulla collina di La Barben, la cui salita vide prima Molinar, poi Buttafuochi e Camusso in testa. Un arresto di Schepers, non so se per foratura 0 per girare la ruota, non fu sfruttato da nessuno. Grandi as-sunse il comundo e lo tenne per un pezzo finché fummo ad Aix-en-Pro- vence La corsa, si può dire, cominciò oli!. Speicher e Merviel schizzaronovia dal gruppo di, testa e passarono al controllo cento metri prima deglialtri, sempre condotti da Grandi. De Ryck prima, poi Groon, Bore- tM.„, Putta fuochi cercarono a no- mans, autmjuocM cetearono, a po chi secondi di distanza l'uno dall altro, di andare a unirsi alla coppia che fuggiva, ma in breve furono assorbiti dal gruppo, anche per merito di Viarengo. Si era nella zona colli ondeggiava sulle gnbbeampie e ro tonde della nova della Chete d'Etoile e la stradaaoveva seguire Jino au uri ivo. 1 auefuggitivi erano in vantaggio di 500 metri. Non soddisfatti della guida, Louviot, Buttafuochi e Camusso o-pcrarono sratti su scatti, finché aCamusso riuscì di sopravvanzare il ' gruppo di duecento metri. Ma nella facile discesa fu riacciuffato. L'italiano dovette poi respingere un attacco di Demuitsère sulla salita suc- ecssiva e trascinò il gruppo giù perIla discesa rw„ ,.»„f„„ ,.i,;/„m„ir; <Nw>,>fcorJJopo yemun cniiomem, apewnm e Merviel avevano un minuto ai van- taggio e non riuscivano ad aumen- tarlo; si presumeva quindi che essinon potessero difenderlo fino a Mar sigila. Ma, mentre da una parte si mallo la presa, dall'altra si tentò decisamente l'ultima carta, favoriti, come ho detto, dall'accompagnamento motoristica che li aspirava e li premeva. Cosicché a Roquevaire (Km. 180) il distacco aumentò a dueminuti, e ad Aubagne (Km. 188) a tre. Mancavano solo più 17 chilome- tri all'arrivo e la corsa poteva dirai decisa, all'infuori che fra Speicher e Merviel. Quando, dopo altri sei chilometri, Speicher dovette fermarsi per il salto della catena, credetti che Merviel avesse partita vinta. Invece il « celeste » riparò e inseguì con una foga indiavolala e a cinque chilometri dal traguardo riprese Merviel. Nel frattempo Demùysère, giostrando d'audacia e di equilibrio sul lungo pavé, aveva lascialo ftttti gli altri, aeilis- sima la volata dei primi sull asfaltodel Pare Bovely. Speicher condusse fino ai duecento metri, dove Merviel iniùò il suo attacco portandosi a fiuiico dell'avversario; lottando go- „,;/„ nnmitn p con oauroti irn'rti mito a.9^^J^COnpauran acaril, i due si portarono sulla linea d arri-vo dove Speicher piazzò mezza ruotaavanti a quella di Merviel; poi arri- vò solo Demùysère, quindi il gruppo. ti attraverso ì berlina. vetri della «Balilla:. Un i^ThinL ÌZ ■s"/.A'e"r;'lo;! era»uu inviamic cruiio i. corridori, che aovevano essere sempre al tiro e cercavano riparo dietro una ruotablcu, marron ecc. nonostante questo tormento, sicomincio a marciare a 33, per poiture „0 chilometri nella prima ora senza che nessuno, contrariamenteal solito, turbasse la regolarità del- la marcia. La media fu mantenutafino a Tara-icona (Km. 63), dove.Murccl Bidet e Louviot ebbero vo-glia di rendere onore a Tartarino con un impresa che gh si addiceva. Ma la scappata eboe il risultato chesi meritava. Al controllo di. Arles (Km. <9>Merviel cominciò a dar segni di irrequietezza, che fu, del resto la dote odierna di quasi, tutta la sua squadra, forse ordinata dal direttore sportivo di « Lutetia ». Ma Grandi, Louviot, Cassin, Bono, Louyet, Gabard e Spcicher lo misero subito a freno. Subentrò un lungo periodo di calma, quello delta colazione consumata a venti all'ora in buona armonia. Il vento non cedeva un istante e il cielo si andava sempre più appesantendo di piombo. Anzi trovavamo la strada già bagnata, segno che la. pioggia ci precedeva: purtroppo pei ci aspetterà. Un più energico. ma regolare comando, era rotto da un tentativo dì Blanchon- ,S' Brevi tnraium te dpdusinni dt>Ua\^'aiornaìa Auròra Larnltnli f-ri .giornata. Ancora una volta SI e di-, mostrato che il sistema delle o//en-j sive a ripetizione e a sorpresa in pia- ino può avere il suo risultato e c/ie.'\in questo, belgi e francesi sono mae-j \minei frangenti della gara. Migliora- iti sono anche Viarengo e Molinar. ìlnvece Soffietti ha accusato netta Unente le fatiche della prima giorna ita e ha perso definitivamente ogni [possibilità di ricupero di forze e di [posizione. La media, tenuto conto della formidabile avversità atmosferica, è più che notevole, j La classifica generale non cambia . \nei primi cinqu% postit portandosj: Speicher solo al sesto per il ritardo I ;d; Barthclemy e Soffietti. Domani \penultima tappa di altri 209 chilo- metri fino a Cannes, con qualche dislivello sparso qua e là, nessuno dei quali però può considerarsi campo per amatori e specialisti di salite. GIUSEPPE AMBROSINO L'ordine d'arrivo 1. Speicher Giorgio (Francia), che |copre 11 percorso della Avignone-Marsiglia (Km. 204) in ore 6,49'27", alla media di Km. 29,850; 2. Merviel (Francia), a mezza ruota; 3. Dcmuysère (Belgio), in 6,50'34"; 4. De Ricyk (Bel- ; gio), in 6,51'55; 5. Van Rysselberghe ! (Belgio), id.; 6. Rinaldi (Francia), id.; I I"™6'"'' 7. a pan mento con lo stesso tempo del | Archam-j ard (Id.), quarto: Leducq (Francia) baud (id.), Noret (id.), Mithouard Bernard (id.), Louviot (id (id.), Wattiez (Belgio), Gaillot eia), Deloor (Belgio), F. Le Drogo ;I (Francia), Joly (Belgio), M. Bldot i i (Francia), Blanchonnet F. (id.), Co- i\musso (Italia), Bernardoni (Francia), fAerts (Beleio> Lanebie (Francia) Bu. 1 |Aerts (Belgio, i^apebie (trancia), Bu-, se (Germania), Viarengo (Italia), BuU jtafochl (Francia), Calamel (id.), Sche- ; pers (Belgio), Cardona (Spagna), Giù- jliano Verwaecke (Belgio), Rebry (id.),i „ , !Decroix (id.), Groon (id.), Hardiquest | e a . (id.), Gabard (Francia), Horemans (Belgio); 38. Ghisquières (id.), in 6,52' e 50"; 39. Vuillemin (Francia), in 6,53' e 40"; 10. Louyet (id.); 43. Grandi (Italia), in 6,53'50"; 45. Bertocco (Italia), in 6,54'49"; 46. Soffietti (Italia), id.; 59. Barrai (Italia), in 6,59'50"; 65. Bianchi (Italia), in 7,1'4"; 72. Molinar (Italia), in 7,4'55"; 83. Beltrame (Italia), in 7,17'. Cassin ha abbandonato a Aix-en-Provence e B. Giuntela è giunto fuori tempo massimo. a