Aerts vince in volata la Digione-Lione disputata a 38 all'ora

Aerts vince in volata la Digione-Lione disputata a 38 all'ora Succedersi di prodezze nella "Parigi^Ni^a Aerts vince in volata la Digione-Lione disputata a 38 all'ora Grandi, ardente protagonista del finale della corsa, cede a pochi chilometri dal traguardo -- Irregolarità all'arrivo — Schepers conserva il comando della classifica generale ("Dal nostro inviato speciale) Lione, 15 notte. Non è per la soddisfazione di vedere azzeccate per la seconda volta le proprie previsioni — del ree generali, della vi- sto ' fàcili e generali, della gilia, ma perchè ogni corsa va subito vista e presentata nelle sue linee generali, prima di scen- dere a particolari — che cominciò col dire che non ho sbagliato a concludere ieri sera le mie note sulla Parigi-Digione, dicendo che anche Za Digione-Lione sarebbe stata una tappa veloce e combattuta e non avrebbe sfigurato in emotività e valore di risultanze tecniche nel confronto di quella, che per me rimarrà memorabile, che l'aveva preceduta, Dirò d1 più: che anche oggi, come i-eri, le ottimistiche previsioni sono state non solo integralmente realizzate, ma anche largamente superate; con questa aggiunta: che la Digione- Lione ha visto un assai migliore'comportamento dei nostri, che, pur ,non migliorando la, loro posizione in\classifica, si sono, in genere, spesso'distinti e sono stati autori di episodi \notevoli, uno dei quali va considerato il più bello, il più colorito, il più appassionante. A 40 all'ora La media: ecco U dato riassuntivo, di per sè abbastanza eloquente, per dire che corsa ho visto oggi: oltre 38 km. all'ora è una cifra che non giurerei costituisca un record, ma che, sono certo, si riscontra ben raramente negli annali del ciclismo internazionale sulla distanza, sia pure non pesante, di duecento chilometri. E aggiungerò che nei primi 70 chilometri il cronometro ed. i calcoli hanno segnato una velocità oraria esalta di 41,764. Anche questa volta hanno favorito le belle strade, la configurazione piana del percorso, la temperatura ideale: ma non il vento, che la giornata senza sole era calmissima. Ma ciò non sarebbe certo bastato per raggiungere così alto livello generale di marcia. E' stato ancora «no, volta lo spinto ardente dei gareggianti a compiere questaj specie di miracolo che, a pensare jijcscpuau.o di vivo stupore per la velocità e l'agilità dimostrate nella spola che ho fatto cento volte fra i vari nuclei del fronte di gara,-ho potuto, come pochi, essere sempre presente a questo incessante incalzare di offensive che costituisce il tema unico, ma ognora rinnovantssi, della gara e di cui vi svolgo sullo schermo la pellicola fedele. Gli organizzatori, temendo un altro arrivo dinanzi a quattro gatti (a Digione la gente, compresi gli agenti dei servizio d'ordine, cominciavano ad arrivare Quando i corridori se ne andavano all albergo) avevano denf» stamane di ritardare dimezz ora la partenza già fissata perle 9. Al ritrovo « nostri ci sono tutti, conipreso Barrai, che solo stamane si e visto assegnato il suo tempo per la prima tappa, dato che nessun uff* ciale ieri lo sapeva precisare. La te¬ to, di spendere le energie e non di risparmiarle. Così anche oggi la gara è stata lutto un susseguirsi di mosse offensive, di tentativi di inseguimento isolati, di scatti, di volate, di sorprese. Grazie alla mia meravigliosa «Balil-?a»>, oggetto fra quanti non la co-alle condizioni tult'altro che liete in cui la maggioranza aveva ieri raggiunto il traguardo di Digione, nessuno avrebbe considerato possibile. Esso è stato, in gran parte, il frutto dell'in iziativa di protagonisti che Inon erano quelli di ieri: e ciò dano-,stra che gli uomini possono cambia-\re, ma il sistema resta, quello di an- idare allo sbaraglio anche da soli, o\in pochi, di tentare il tutto per u tilt-\'^stimonianza di Mauclair, col quale aveva tagliato il traguardo, mise le cose a pósto : in sostanza, ieri, « Barralino » ha perso 26 minuti e ciò anche per la rottura di una ruota. All'appello Schepers si presentava con la « maalia celeste » fasciata di oro, colori ufficiali del primo in classifica. Martano mi volle spiegare il suo mal di gambe di ieri, che però non è scomparso, con la pazzia che fece di correre domenica al Vel d'Hiver Wamericana delle sette Nazioni, sen ga aver mai in questa stagione la vorato con rapporto da pista. Grandi appariva rimesso dall'indisposi- ione^di'siornaco~~e~8oWMtì ntenieaffatto provato dalla fatica prece- dente V • A' H rirpo 81 distingue Alle 9,35 eravamo in viaggio, in a Firpo di iniziare ti tambureggiamento d'allarme: Parmentier e Lovr viot intervennero a interrompere iVuprologo dell'italiano. Poi, come per far sapere che era inattaccabile, fu Schepers, con Archambaud, Sieronski, Max Bulla, Rebry e Buse, a dare un colpo più secco, il sestetto riuscì a imitarli. Bettini si mise con loro, mentre il gruppo era guidato da Viarcngo, che si vide scappare di sotto il naso Marcel Bidot, deciso a inse\guir e da solo. qeega mettere duecento metri fra sè e^ail gruppo, cosicché l'attacco sembrò\csubito, per la quantità e la qualità]ddi uomini, quanto mai serio. Infatti\aesso non doveva essere tanto facilmente soffocato. Il gruppo si mise al comando di Godinat che impedì, a Demuysère dì andare da solo alla caccia dei sei. Ma dopo Prémeaux (chilometri 25) il « leone delle Fiandre » che però non è abbastanza preparato per mettere fuori tutti i suoi ar-' tigli, ripetè il tentativo col conna-, zionale De Ricylt, e in tre chilometri andò a far parte dell' avanguardia. L'esempio dei due belgi invogliò Ri-\ naldi (un corridore di Nizza) e Bono provocata-da Mertens con Godinat Mithouard Je Vervaecke e Parmen H ai ^ v ad aggiungersi j poi Bono Sulle orme di Jget_ tavano Decroix e Merviel, a distanza di trecento metri: poi Soffietti, Thallinger e Ghapagnat a cinquecento. Questi inseguitori si riunirono grazie all'energia dell' italiano, ma Eravamo in piena Borgogna, fra] le vigne e i vini famosi, ma nulla ci astraeva dalla gara così presto accesa. Si cominciava a pensare che co- \ sa avrebbero fatto i leaders quasi tutti ancora nel gruppo inseguitore. Lo sapemmo dopo Beatane (Km. 38), quando dal grosso si staccarono venti uomini fra i quali Soffietti e Viarengo; era questi die portava il plotoncino alla ruota prima dì Bidot, poi di Rinaldi, Bono e Bettini. Preso un po' di fiato, la caccia ricominciò implacabile; il distacco dai primi sei diminuì a vista grazie a puntate di Rebry, Camusso, Berlu e Le Drogò'. Fu così che a Chalon (Km. 71) tutta la compagine sfilò ininterrottamente al comando di Ghisquiere. Nullo era quindi, in apparenza, il risultato della media di 41,764 sin qui battuta. Non per questo si rinunciò a battagliare, ami, più ci si accaniva. Ecco infatti un'azione d'assieme \torì si Jusero e aj blocco vennero a 1unirs\i condotti da Camusso, prima I ajte.gro wi^énnio riprnidólmi^ ,po che ?; inseguiva. In diciotto d'i- \iometri il vantaggio dei primi saUvuia m m\nut0 e venti secondi: allora\xhallinger, Groon, Buttafuochi, Ri-\\naldi, Demuysère, Bettini e Viarengo^costituirono un nmvo nucleo imegui-tore. inseguito a duecento metri daun altro composto da Rebry, De-schapper. De Ricylt, Mallord, So/- f ietti, Merviel, Bertucco e Cassin.Anche queste due mute di inseguì-Speicher, Drìancourt e Monderò, poi quasi tutti gli altri. Un attacco di Camusso e Grandi Frattanto le sei vedette si difendevano disperatamente per evitare il ritorno della massa; ma il numero prevalse e il vantaggio si riduceva a Toumus (chil. 99) a un minuto e dieci secondi, a Fleurville (chil. 112) a trentasei secondi, e a S. Albain (chil. 114) sfumava del tutto. Durante questa progressiva avanzata, Schepers forava: buon per lui che, dopo una così affannosa fatica, tutti avevano un po' voglia di tirare il fiato; cosicché potè riprendere con relativa facilità. Passato il controllo rifornimento di Macon (chil. 129), mentre si stava lasciando il selciato della città, Camusso con Grandi diede una tirata furibonda: allungò, spezzò la fila, ma invano chiese ai pochi rimasti con lui che gli dessero una mano per tentare qualcosa di buono; e allora rinunciò alle sue intenzioni aggressive. Non così Grandi, che subito dopo ripetè il colpo del compagno; rispose a tempo il solo Aumerle, col quale salutò decisamene la compagnia; ma fochi istanti dopo Max Bulla imito i due e andò a raggiungerli. Gli altri tentennarono e in cinque chilometri persero quaranta se,condi, che diventarono settanta poco oltre Crèches. Nel gruppo nessuno si decideva a correre ai ripari: Camusso stava all'erta nelle prime posizioni, ma, penìsando al compagno che era avanti, aspettava c7ie se la sbrigassero gli \altri. Finalmente si mosse Thallin- -aer' P°l Buttafuochi scattò e Har- \diquest lo andò a prendere, così co \mè fecero poi Camussoe Sardelli. Ilr energico e generoso. A Saint-Geor-ges (cftiZ. 157) essi precedevano di un minuto e quaranta secondi il quartetto di Camusso, di due minuti e dieci secondi Corlhont, Noremans e Wattiez, e di 2'20" il gruppo grosso. Rimanevano ancora 41 chilometri all'arrivo: cominciava ad acquistare consistenza l'ipotesi di una soluzione di forza nella quale i nostri colori avrebbero trovato una bella afferma stone, se non addirittura la vittoria, dato che Bulla meritava le preferenze in.caso di un arrivo in volata con Grandi. Cominciava, cioè, il nostro «'■Ufo"», il nostro nervosismo, la nostra passione. Ma neppure questa volta dovevamo essere esauditi nelle legittime aspirazioni. La presenza di Hardìquest primo ex aequo in classifica con altri sette, nel secondo gruppetto, doveva preoccupare Schepers e i suoi compagni, i quali si misero seriamente all'opera per sventare il pericolo, coadiuvati da quanti, come Aerts, Barthelemy. Bidot, potevano aspirare a vincere in velocità. Il ricongiungimento Abbandonato Demuysère, vittima di una gomma, il gruppo più forte si agpugrvtrqrpcd impegnò' a fondo" nell'inseguimento, ™cntre purtroppo Grandi poca colVuborazionc aveva da A.umerle e appena discrete da Bulla. A Villefranche (chil. 166), dove la media era ancora sopra i .19, i tre avevano solo,m un minuto c 55" «al orwppo cfte'aveva assorbito tanto il nucleo di ^ourtout quanto quello di Camusso:] ad Anse {chil. 172) il vantaggio erolridotto a un ;nimo e venti secondi,, chò Schepers c i suoi non si concedevano tregua nel condurre. Per giunta, dopo passato il ponte a corde sulla Saònn, sul quale le vetture dovevano passare ondeggiando una a una, Ma:> _ Bulla si doveva fermare ]per gonfiare una gomma, e Grandi mperdeva così i! più prezioso compa- '■ iIperdeva cosi 1! più prezioso compa gno, anche se jiiù pericoloso avver¬ pi alle gambe stroncarono le uZfimclsue forze. A Neuville avveniva l'or-|mai inevitabile ricongiungimento. Per la più si retta strada che ser poggiava alle ;orte di Lione, Camusso e Macs tentavano ancora la sorpresa, che andava a vuoto. Mues si provava ancora, poi anche Mathis e Firpo, ma. tutti invano. Per entrare in Lione bisognava superare una col- linetta, salendo per due chilometri c\mezzo. Giungano in vetta nell'ordi-^neLouyct Deeroix e Camusso; maltri, scaglionati a ruota Lunga e>pericolosa era la discesa (si era an- che avuta la peregrina idea di inaf- fiore bene il selciato.) e la traver- sela della città fino all'imbocco dell«miai* ,7> aniii/.ròffifow Amie- lìnntwn ! ìh^l in J . ' d0,Cia!jnure ia co/.vi. i . . . . !11 Vincitore ed 1 battuti INel rontrovialc ver i ìicdoni ern;fìf! JL°:}.". f.7..nLP. /1° :L„ . i pollaio, e, quando sono riuscito asal tare le alte barriere, i primi erano stata chiusa, con duplice stacchila ta, una striscia non larga più di sei metri, dove i corridori dovevano fare la volata. Questa non ve la descriverò... per la semplice ragione che non l'ho potuta vedere: non ho trovato, e con me quasi tutti i colleghi, l'entrata in questa specie di già arrivati. Vi dirò solo, per tener vi allegri, che ho saputo che in. que- sto trambusto, Decroix e Louyet, che,[erano in testa. ai quattrocento «l'erri, i\to per finirvi ia corsa) passarono\\fuori, in mezzo alla strada, e per po-i eo non li volevano escludere dallarrivo. Gli altri fecero in tempo ad infi- lare la strada giusta. A^mtmtatevil^quindi dell'ordine di arrivo, che già ;larga fatica mi è costato per riusci- re ad averlo dagli introvabili « uf¬ ficiali ». Da esso e dulia classifica generale potete rilevare che la pai- tugVia di-otto ossificati primiex- ^aequo, si e ridotta a sette per il he- lgve ritardo di Vervaecke, e fra essijè ancora il nostro Soffietti che, con ; una corsa prudente, ma intelligenteed energica, mantiene, anzi, in certo 2j> I modo, rafforza la sua posizione, doloroso, invece, rilevare che Grandi, causa i crampi, non abbia colto alcun frutto oltre quello di una brillantissima affermazione tecnica, dalla, gara che lo ha visto ardente protagonista nel suo finale. Barrai ha fatto quasi tutta la corsa temendo di avere la forcella guasta, mentre all'arrivo gli ho fatto constatare'che non aveva che un galletto allentato... Martano non si è ancora rimesso dal suo indolenzimento alle gambe. Il vincitore di oggi, figura oscura durante la lotta, è riuscito a tenersi a galla nella tempesta e a sfpittare lo spunto velocissimo per cui va famoso. Schepers, per difendere^ oggi la sua posizione, ha fatto più che ieri per conquistarla; egli è veramente un bel corridore, completo di mezH, volitivo, intelligente. Non per ciò potrà dormire sonni tranquilli nei prossimi giorni: la lotta è ancora, dopo tanto accanimento, quanto mai aperta. La Parigi-Nizza, anche vivendo giornate combattutissime, non ha perso il carattere più attraente di una gara a tappe : queP.o dello svol-^ gersì in sempre viva incertezza di risultati. Vedremo se saprà conservarlo domani ad Avignone, dopo altri 222 chilometri che non 7nancheranno di essere campo del terzo serrato confronto fra tanti « assi ». n quale, offrendoti la gioia di assistere a così begli sforzi, ci dà purtroppo l'amarezza di non essere sufficientemente rappresentati in una competizione in cui tenere alto il tricolore e far sentire potente la voce della Patria fasciata, avrebbe voluto dire parlare al cuore di tanti italiani che qui. con m-goglìo e con amore, coltivano il ciOto della loro origine. GIUSEPPE AMBROSINO L'ordine d'arrivo ,r 'seconda tappa Dtó^IJwem ore o « ». al!a media ^ Km' 3S'°™ , ] 2. Alfonso Sciiepeks (Belgio), a lmezza lunghezza. ., 3. Alberto Banlmemv i,,!1?,^:»3, 1. JEAN AERTS (Belgio), che co-pre la distanza di Km, 19S.-100 dellauna lunghezza - 4. Jean Bidot (Fran-eia), ad una lunghezza - 5. Emilio Joiy(Belgio) - 6. ex-aequo: Wulhscnleger (Svizzera); Milhere (Francia); Godinat(Francia); Rebry (Belgio); Archam-baud (Francia): Trueba (Spagna)^Bon- ]duel (Belgio); Martan0 (Jialia); Ferdi- mando Le Drogo (Francia);_ Leduc.c' '■ (Francia); Marcel Bidot (FranciaK iLouviot (Francia;; Camusso (Italia);Ivietto (Francia); Viarenyo (Italia);Utaf lcia)" DriooV' (Be^o-.: M&buard {^r|cia); Cardona (Spagna): Blanchonnete e rain (Belgio); Bernard (Francia); Sieronski (Germania); Bernardoni (Ita-,„;„>. -vr™ T3„iia 1 4,,Qt,-in\' Ppr.(Francia); Max Bulla (Austria), Fer-n„»<;„- trtni;,,-,- %'nfffrtTi(lUdlaT Thalllngef '^Au-stria); Lesueur (Francia); Benoit Fau-re (Francia); MMretta (Italia): De-ricyk (Belgio): Gaidot (Cozes): Reyns(Belgio). Vengono in seguito: Augustoc\Monfiero (Italia in oro;6.is;n":Gran--^^ <«S$ m^'^^^^i^H^e>erle (Francia), 5,15'40": Naert (Bei-- rio), 5.16'09"; Luigi Barrai (Italia),- Paul Le Drogo (Francia) e Parmen-- tiér (Svizzera); 93. Cartoni, in 5,34' ell50"} 105 Motttiar, in 5.46. Fra gli altrin ! arrivati si notano il tedesca Buse, loa!svizzero Antenen, il belga Demuysère,!il francese Bono, Merviel, ecc. Il bel-I ga Romano Gyssols ha abbandonato inn;3eSuìto a ferita ed a rottura dclla bi- i cicletta. PIGIONE j Sesancon Tba/on s. Saone