Il belga Schepers vince in volata a Digione

Il belga Schepers vince in volata a Digione LA PARIGI-NIZZA INIZIATA A PASSO DI « RECORD Il belga Schepers vince in volata a Digione L'altissima media raggiunta: Km. 35,267 = Fughe, prodezze, tenaci inseguimenti, rinun= eie e colpi della sorte nel quadro della gara senza tregua « Soffietti 4° e 1° degli italiani Dal nostro inviato speciale —— Digione, 14 notte. \Le previsioni comparse su queste,colonne nei giorni scorsi si sono.lpurtroppo parnoi, per fortuna dello ìsport, integralmente avverate. La Parig'i-Nidà'si è iniziata con unaìtappa in cui il primo italiano figu-.rà al quarto posto e gli altri sono'più o meno lontanamente sperduti\nnelle posizioni arretrate, ma che è .stata una delle più belle corse che io abbia mai viste, più ricche di toni\ e di aspetti, più sorprendenti nel lorc significato tecnico.e sportivo.. Pensate: 312 chilometri percorsi a metà corsa a 35,350 all'ora, supe-1 rati dai corridori in un incessante. ! turbinoso e affannoso battagliare;' trascorsi, per l'osservatore, senza ' riposo di occhi e di nervi, pur at- i traverso una linea maestra che vii verrò poi tracciando. Anche a tener conio della gìorna- \ ta ideale, delle strade ottime, dcl\ leggero vento in favore e delle scarse difficoltà, esclusa la distanza, del j percorso, sono stati veramente am- \ mircvoli il comportamento agonisti-1 co di questi atleti, l'iniziativa con ' cui hanno cercato di suscitare la', lotta e l'ardore con cui l'hanno sostenuta. Lotta sin dall'inizio Non si creda che questa lode va- j 'da solo ai campioni, agli «. assi » ; parecchi di questi, anzi, molto me- ! no se la meritano di più modesti e ; meno conosciuti concorrenti ; gli è che qui non si conoscono gerarchie ' e privilegi e ognuno lotta per sè e ha, a ragione o a torlo, le sue prodezze e le sue velleità : gli è che questi corridori non badano al ri- \ schio dell'impresa e la tentano senza calcoli matematici delle possibi- ; lità di riuscire, senza la preoccupa* j zione dell'eventuale smacco; e la ri- \ tentano, e insistono, finché a qual- ■. cuno riesce. Tralascio di fare il solito quadro\ deU'adunata, del ritrovo che era allpPetit Journal, della sfilata fino atoìtpiazza. d'Italia, della 'traversata di\ZParigi fino alla Belle Epine, sulla*pstrada di Fontainebleu, dello schie-ramento, dell appello, del con pprimavera, e mi inetto senz altro al \vni facendo la prima puntata in ve- IVZocitò bussataila dm e I oro™ rtèVchteVatolit tutte, iò frnn ire del larao stradone alberato as-\lie avi largo ST.rauone aiociaio, as -, Burnendo un calmo e regolare tono dì gara. Vi era così tempo di far ve-'nir giorno senza correrei riscM del- \cle sfuriate nel buio. Ma quando la dluna fu àatt'ólba canr+Tlaiat atta e ii lS'tott co- ^do furioso di Vervaecke sulla salita cdi Ris Oranges, uno scossone ener- tgico di Memi in piano, una tirata a due di Milthouard e Julien Ver- i vaecke sulla rampa di Essones, un\tentativo di sorpresa dì Rebry, un<altro di Grandi, prontamente wen-tato da Louviol e da Vervaecke, mi- fine una volata di Max Bulla, tene- vano continuamente in sussulto il cgruppo per una ventina di chilome-\- iera la volta di Leducq al tri. Poi era la volta di Leducq ai mettere in scena un episodio semi'< comico; egli sì impegnava in un lun- «SKS!tfr/ÌdKrt!fdere cento, duecento, quattrocento,metri, che gli altri facevano finta di niènte. Fece così, il roseo epaf-Vfutello « Dedès> una mézza do-zina di chilometri da solo, che gli scm-\orarono sufficienti per rialzarsi sul manubrio scoppiando in una risata{e dicendo: « Mi volevo scaldare un{po' e immaginavo che non potevano \prendermi sul serio... ». dello scherzo, Leducq tranquillamente nei rane,... " Un ardita tuga xy„ 7'.,,.™™„*;„,> si 'rrlfZ,, STfe»^^K«J aafcrÀP^*lta^SJ352f^-taSSWrmo%coTvo SAattM'amWatS^^^anM^Ìfen^So^orltiolo quando i ire'ebbero al loro attivo un quarto <iichilometro saltò fuori dalle file De- muysère, seguito da Milthouard e\Felicicn Vervaecke. Ciò valse a scuo-\tere anche gli altri, che si rifecero sotto al secondo terzetto, mentre U\primo segnava a Fontainebleu (W km.) un vantaggio di un minuto. Fin'qui niente di nuovo e di preoc->cupante: ma quando dal grosso, al.cui comando figuravano ancheìGrandi, Camusso e Molinar, riusci-\vano a staccarsi Soffietti. Faure, Foraison, Louviot e Burthclemy. si'ebbe subito l'impressione che la cor- sa prendeva un'allra yisga. Infatti in dieci chilometri questo quintetto riduceva a 45" il suo ritardo sui pri- mi tre e aumentava il vantaggio sul'gruppo che aveva lasciato fino a l'45". , E a Petit Fossard, cioè dopo al-tri dieci chilometri i due nuclei ditesta si fondevano costituendo cost«ria avanguardia assai pericolosa,tanto più che il grosso si illudeva chela raffica passasse presto e nessuno >si decideva a correre ai ripari. Futto\sta che al controllo di Sens, dopo 102 chilometri di marcia, gli otto fuggi-Ìtivi e, cioè, Buse, Soffietti, Faure,'Foraison. Louviot, Gillard, Barthe-\pere che fino a questo momento si era marciato a 36,400 all'ora. La velocità, dunque, e la combattività, so-1 no state le caratteristiche del V™no>terso di corsa e mentre l'ima nata¬ talmente andrà^^±^^£"1rimanendo quasi eccezionale, i altra andrà aumentando sino all'esauri- mento, direi quasi allo spasimo dei [gareggianti. \Da questo momento infatti è sta- \ta guerra dichiarata tra i }uggitivi\,e chi dava loro la caccia; la mischiai lsi e svolta su di un fronte di sem-\ ìpre maggior profondità (perchè, in\ complesso, i primi hanno finito « ìavcre la meglio sui secondi), su dii.una linea generale che spero poter\'ricostruire anche attraverso gli in- \numerevoli episodi in cui si è venuta\ .minutamente spezzando la gara. Do-\ \npo Sens sono cominciate le disavven-'sture dei nostri se non vogliamo ri-ì ZareancZuna. sS8«*«Lpoco dopo la partenza. Firpo ha do-]*Vuio cambiare una gomma e ciò pro-\dprj0 mentre dal gruppo di cui facc-'J • • a-' i „ • v?nseguimento e avere ripreso na-\aV v'u >C7V"£: A" >**™ayrn> gii ,m-(Jburazzi e\t Firpo era nel frattempo .dven'li° il tentativo di Bidot di anda-mle da sol° a Pendere gli otto cheÌBQ itevano j„ „>„,;„ jif„ „™, ,.;„„„;1 "Y ir conmunzione fra questi e gli altri e' dove mfme T"8**?**™ a riprendere: la compagnia del gruppo con la so.\v^insolazione di Wrl ridotto a 4' j vche, doveva costituire il tema cen-\ troie della gara sembrava dunque o-j vcre probabilità di riuscita: il nu-\hmero juireva dovesse prevalere, tan-:pto pm che l illustre sconosciuto Fio- 3ra*s°n> che era stata una delle scin- tper tanta fiamma, sparate tut- pw » sue cartnccie si ritirava dalla pscena, lasciando agli altri sette il fcompirò di resistere e rispondere allucontrattacco. \n „ . J: Ktècadf n 11 A' t uueiio a distanza fre (159 ^ ^Mn**1 Percorso, gli inseguitori si era-\vno portati a 3'5•» dalla preda, for-eVTf0 talmente 1 azione da spargere h"leiro la prima ondata di vittime dt gt(mto accanimento. Il rifornimento, x 5?r Quanto volante, compi l'opera di dlaaregamento della massa, Bonduel, che aveva forato, Geyer, Bono, erano 1 personaggi più illustri ormai gnarsela, imitati poco dopo da Sche- lpers, Lapebie, Joly e Desmet. lnve-\ee Cornez, appiedato, e TommiezAPersero il contatto dèi gruppo. CianWvvenne in trenta chilometri I fug-l^*»^ ^ della minaccia; Julien Vervaecke'de™ «solo disposto a di/^.^|l dent> metro per metro; Buse si fas ceva desiderare al lavoro e gli altri tojomptvano perdovered* turno ma:vaenza strafare. Dietro di loro invece » notizie e i segni del navvicina-^ mento raddoppiavano le energie. Fu cosi che ad Arci, sur Cure (194 Km.){ ™alttnger e Decroio; giungevano a "" ìsoh 35" dai primi, mentre Schepers, Lapeble, Joly, Bernard e Louviot erano a V e Lucien Vervaecke, Van Trieht, Gardoen, Groon, Max Bulla, Hardiqnest erano a 3'55". Purtropto tutti i nostri, meno Soffietti, era no stati travolti in questi attacchi alla baionetta. Con un ultimo guiz zo Dev.roix, piantato Thallinger, che non ne poteva più, andò a far parte dell'avanguardia e, attraversando A valimi (211 Km.), si vide piombare addosso Schepers, Louviot, Joly e Cornez; ma a questa città anche Bernard e Lapebie avevano a tiro (25") Jle vedette, mentre Thallinger era all'W; rommies, Bulla, Hardiquest, Groon e Van Tricht a 5'. Il grosso| seguiva a 6'50", e ne facevano par-\te Martano, Camusso, Grandi, Via- rengo. Giuntela, Molinar, Cacìoni.'Nei successivi trenta chilometri il gruppetto di testa si riduceva a die-,cì per la perdita di Cornez, che si.Gli italiani in ritardo Camusso intanto, operando decimente di sorpresa,era fuggito con gli altri del quarto gruppo e passa- ^ con essi in terza posizione, a 3' ' • 55" di distacco, seguite do un to[busto grumo di diciassette corrideri, e, a 5 50 , da un plotone di altri diciotto, in cui erano gli altri italia- i\ni, compreso Grandi che, ver una ai indisposizione di stomaco, aveva do-\v,,t0 superare una Htpvp rrìti Per. n\c^m^i^rtmT^^!^rìle ora « 2E*S2 il fSf™ ii»\travvedeva la, posslbitità di rag r\9}un9ore 1 secondi, ai piedi della sa k'0„ di Preci/ fu appiedato. Cadeva \così l'ultima nostra speranza di ave \re ancora un uomo in buona posi ìdalla sua disperata controffensiva, j \non traeva che il magro frutto di 30 'secondi ,ì ri' 3. „■ • a. . L L,° r™'a fl w- Z\ i ]*»*•. fmal%ta reclamistica ma * ben M\dubbio contenuto sportivo, era fata- 'Je a C amusso, che sul pavé si lascia- j:_ _i j • ; _1. .* I zione di classifica e capace di miglioI ra/rla nelle prossime tappe. 0, megl'io, essa veniva riversata tutta sul 'modesto ma incrollabile Soffietti, che ' non mollava e non Ha mollato il suo j posto tra i primi. Camusso si univa j a Sieronski e a Cornez, ma cominciava evidentemente a calare. Per un guasto di macchina Buse si doveva fermare, e non potrà più risalire al comando. Ormai si precisava e definiva 7a situazione: a 50 chilometri dall'arrivo n~a.no in testa gli otto che vi I ho elencati. A 2' seguiva Buse, a 3' un gruppo di quindici uomini. In fa\vore di chi si sarebbe conclusa que>sta lotta furiosa, dato che ormai il {nucleo di Camusso (a 4'30") e quelIlo di Leducq, Martano, Grandi, iGhijssels, ecc. (a 9') non potevano sperare di guadagnare terreno"! Non ci volle molto a capire che i primi 1 „±„ì: -_j„\ .._„-;,,„« Inon sarebbero stati più vaggxunU, ora die Schepers e Joly erano ve- Inuti a rinforzare l'inesauribile foga I di Julìen Vervaecke e la smania belga di una clamorosa vittoria. Il finale era impressionante: dopo otto ore di treno infernale, si aveva ancora l'energia di.filare a 37-38. In .questo difficilissimo frangente Le- I \ducq forava; era il crollo del benia- {limito di queste folle. Buse era som- merso nel secondo gruppo, il quale, t \aveva suJla destra Soffietti e|" (J.".«<o,_ „„.».,^ \o .dietro Benoit Faure e a spuntarla -megli ultimi metri su quest'ultimo e ! eÌBarthclemy, mentre Soffietti mante-\1 .-, -7 Ie' e: 7? affibbiai.e trenta. seconai a Ver\voue ajjiuoiare irouiu svcunwiu kc; j vaecke, giunto a 50 metri dagli altri. L di ti La prova dei nostri Bisogna riconoscere che % belgi hanno meritato di vìncere, se non proprio Schepers, che di loro non è 3tato n migliore, altro che negli ul timi cent0 metri. Julien Vervaecke, per esempio, d più degno di encomio per ja formidabile resistenza all'of- fenSiva, Nessuno ha individualmente uminato e l'ordine di arrivo di ooginon vuo tar Mre con sicurezza cfiiKaiM^ tutti; egli ha rivelato una forza, se è di Ciriè e si vanta di presentarsi come compaesano di Brunero) ha appena venti anni: non mi nascon¬ deva, dopo l'arrivo, la speranza di fare ancora meglio domani, che métaMnon uno stile, che non gli suppóne, vamo; la più accurata preparazione e la famigliarità con queste corse lo hanno messo in condizioni di far me gito degli alln. Il piemontese (egli x lavorare per essere lui; Martano non\ha risposto alla fiducia che si meri-Atava e ha marciato senza convinzio-ne e senza puntiglio. Grandi, per il ldisturbo cui ho accennato, ha messo omhra peri?iU fessimi e Br«-'danti; Barrai è calato alla fine;vo|Jo«terose.Ie prove dì Viarengo, Guaistelli, Mulinare Caciom. Domani faremo la Digione-Lioue :di spettive di combattività e di interesse. Tolto per Soffietti, diventato l'al-vincerà questa prova. Dei nostri, Soffietti ha prevalso su 198 chilometri. Fatica più breve ma. non per questo con minori pro^ {fiere dei nostri colorì, gli altri ita fomi guardano alla affermazione par- ìziale, unica messe che per essi ri-piega ore 8.48'5Q" a percorrere i 312 della Parigi Digione, alla medla7>m>ie da mietere in questo campo. GIUSEPPE AMBROSINI. L'ordine d'arrivo 1. Schepers Alfonso (Belgio), che im-oraria di Km. 35,367 2. Faure Benoit (Francia), a 1 lunghezza; 3. Barthélemy Albert (Francia) a 1JRaimondo; 8. Devroix Emilio (Belgiol""*»1 4i ex"*equ°: f^flf" Giuseppe (Italia),.Joly Emilio (Belgio) e Louviot |Raimonc \a ruota; 9. Tommies Leone (Belgio), aruota; 10. Aerts Jean (Belgio), a mezza'ruota; 11. Bulla Max (Austria); I2. ex-aequo: Groon (Belgio), Ghyssels, id.,Spelcher (Francia), Archambaud, id..Thallinger (Austria), Bidot Marce(Francia) tutu in ore 8,51'20"; 25. But2 i li /t4._i „\. oc c-i i • iim^.wtafuochi (Italia); 26. Sieronski (Belgio)27. Cornez (Francia); 28. Demuysère tBelgio); 30. Camusso Francesco (Italia), in 8,56'30"; 41. Viarengo Amelioin 9,0'51"; 45. Giuntela Battista, id.49. Martano Giuseppe, id.; 50. GrandAllegro, id.; 58. Molinar, in 9'2'22"59. Leducq (Francia) in 9,3'38"; 80. Surtal; 105. Codoni. ""*"'" h