Da Parigi a Nizza in sei tappe nella "corsa al sole"

Da Parigi a Nizza in sei tappe nella "corsa al sole" LA GARA INTERNAZIONALE D'APERTURA DELLA STAGIONE CICLISTICA «•. Da Parigi a Nizza in sei tappe nella "corsa al sole" I partecipanti italiani: Martano, Camusso, Cacioni e Firpo impegnati in un se= vero confronto = Il notevole interesse della prova che aduna un lotto di campioni (Dal nostro inviato) Parigi, 13 mattino. « Corsa al Sóle », è il titolo di onesta prima grande rappresentazione ciclistica della stagione, di cvA è autore quel giornale parigino, il Petit Journal, piccolo di nome ma forte di tiratura, che noi, non più giovani, lontanamente ricordiamo debuttante sulla scena organizzativa con la più lunga corsa europea: la decennale Paris-Brest e ritorno. Gli sembrava già troppo anziana, forse, la sua prima creatura più che quarantenne, e le ha voluto dare una compagna giovane, abbigliata e truccata alla moda d'oggi, ch'è quella della corsa a tappe, battezzandola con un nome di fresco sapore romantico e poetico, pur nutrendola di sostanzioso alimento spettacolare e reclamietico marca Desgrange. i Imponente massa di iscritti Gli organizzatori, pur senza voler scimmiottare e tanto meno superare il Tour dei colleghi di Rue Faubourg Montmartre, hanno creato una manifestazione di reale valore sportivo, facendo le cose molto in grande e suscitando attorno alla loro iniziativa •un interesse che si tenterebbe invano di sminuire. I duecento invitati alla Parigi-Nizza-, infatti, rappresentano una massa imponente, non solo per quantità, ma per qualità: non dico che qui sia convenuto tutto il fior fiore del ciclismo internazionale, ma di nomi già famosi, o die stanno per diventarlo, se ne trovano molti a scorrere l'elenco degli aderenti e, anche se dopo domani l'appello farà una tara su tanto peso di celebrità, ce ne rimarrà ancora in abbondanza per dire che la prima Parigi-Nizza sarà una corsa di quelle che meritano di essere viste du, chi ha il compito di far rivivere ed j annotare i classici avvenimenti ciclistici per i lettori di un grande giornale. C'è del nuovo in questa gara, dell'incerto e del curioso: tre inpredienti che sano tra i più saponieri per un buon piatto da sportivo buongustaio; tre tinte che tiran l'occhio dell'osservatore, tre scintille che fanno sprizzare fiamme di passione popolare. Con un anticipo ohe l'esperienza 'dirà se sia stato prudente o no, gli organizzatori si sono assicurati il privilegio, da molti ambito, della primizia di aprire la grande stagione ciclistica internazionale. Le « prime » hanno sempre una loro attrattiva particolare e, anche, un contenuto tecnico di speciale significato; ti sipario che si alza sul quadro ciclistico di fine inverno promette sempre di lasciarci vedere cose e uomini nuovi A rinnovati, situazioni originali ed inattese, formazioni di sconosciuto rendimento: e U debutto stagionale di quegli attori che un anno di più fa salire o scendere nella parabola della carriera è sempre avvolto nel mistero dei doni e dei pesi della maturità e nel segreto della preparazione invernale, cioè nella più oscura e fascinante incertezza del risultato e nell'attesa delle più sensazionali rivelazioni. Difficoltà rilevanti C'è, poi, per questa gara, l'arditezza della scelta del periodo invernale; la stranezza della suddivisione del percorso, che comincia proprio con la tappa più pericolosa per chi, e sarà la maggioranza, non avrà ancora abbastanza chilometri nelle gambe; la semplicità del sistema di classifica, che pare una sfida agli ultimi ritrovati della scienza e fantasia desgrangìana; la ripresa della partecipazione ufficiale dell'industria francese {ben 14 Case rappresentate) ad una corsa a tappe; la presenza di uomini che difficilmente avremmo potuto giudicare in un'altra prova, ai così vasta, portata, o perdio di Paesi che ancora non si possono permettere il lusso di corse a tappe, o perchè esclusi dal Tour; l'intervento di altri che vedremo poi al Giro d'Italia o a quello di Francia e che non sarà male vedere per tempo. Insomma: un complesso di elementi di curiosità e di studio tecnico e di attesa sportiva, che inquadrano ed integrano l'aspetto già di per sè interessante di prologo in grande stile della stagione ciclistica che questa gara ha strappato, in tutto o in parte, a corse in linea di diverse nazionalità.Detto questo in linea generale, mi preme essere preciso e previdente dal punto di vista nostro, italiano. Una gara che nasce in così fiorito e lussureggiante campo organizzativo quale oggi quello internazionale, non può pretendere di assurgere di colpo ai fastigi della classicità e di questa avere la forza di attrattiva su tutti gli elementi che possono contribuire al suo maggior successo. Così, la prima Parigi-Nizza è come ignorata dal nostro Etite direttivo e trascurata dai nostri industriali e, diciamolo francamente, non è riuscita a distrarre dall'attività nazionale i nostri migliori corridori. E' superfluo ricercare al di fuori della novità che le viene, le ragioni che a questa gara hanno riservato in Italia così tiepida accoglienza; credo che in avvenire, se la gara vivrà, le cose cambieranno. Questa volta, ripeto, mentre tutta l'industria e quasi tutti i migliori francesi hanno aderito, mentre Belgio, Germania, Svizzera, Olanda, Spagna, Lussemburgo, Austria, hanno mandato qui parecchi dei loro migliori rappresentanti, l'Italia sarà presente con un ristretto nucleo di isolati, del cui valore e delle cui probabilità presumo abbiate piacere che io parli. Le possibilità di Camusso Trascurati i nomi, che troppo poco dicono, di nostri oscuri connazionali qui residenti, comunicate le assenze già certe di Giacobbe, Pesenti, Gremo, Battessi {quest'ultimo, recluta da pochi giorni), avvolta ancora nel dubbio la partecipazione di Gestri, Barrai, Vitali, Grandi, Viarengo, Molinar, la nostra rappresen tativa (tutt'altro che ufficiale, in- tendiamoci) al momento in cui vi telefono è formata da : Camusso, Martano, Cacioni e Firpo, già concentrati a Parigi. Solo Camusso ha già corso in Francia, cioè conosce quello specialissimo sistema di gara, tutta a scatti, di « pancia a terra » sin dalla partenza, di progressiva demolizione sul passo, che è prerogativa dei corri dori belgi e francesi ed anche tede- schi, ed è dettata, anzi imposta, dal-\le ottime condizioni delle strade e dalla pianeggiante caratteristica dei percorsi di questo Paese. Non ci possiamo nascondere che il meraviglioso scalatore del Sestrières e del Galibier avrà in questa corsa buon pane per i suoi denti solo nell'ultima tappa, la breve CannesNizza, sulla famosa Tourbie che conosce i successi italiani nel Tour. Terrà duro Camusso nelle tappe piane t Saprà superare, con la non perfetta preparazione, il grave ostacolo della prima tappa, la più lunga, e quello delle quattro successive, relativamente brevi, e perciò presumibilmente veloci? Non vi nascondo che ho i miei dubbi in proposito, perchè fra tanti concorrenti, con la voglia matta che certi corridori locali avranno dì distinguersi, magari con un fuoco di paglia, sulle loro terre, non mancheranno gli irrequieti movimentatovi della corsa, e il tormento dei tentativi di fuga a ripetizione non sarà troppo gradito a chi non avrà già muscoli sciolti e fiato da vendere, oltreché naturali doti di agilità, di tenacia, di brio; il che non mi pare ■proprio sia nel caso di Camusso, che sarà certo migliore sul finire che sul principio di corsa. Fiducia in Martano Per Firpo dobbiamo tenere presente un netto distacco di classe dai migliori in gara, oltreché, come per gli altri due, della assoluta inesperienza e conoscenza di ciò che può essere una corsa in Francia. Cacioni dovrebbe fare meglio, per quanto neppure lui sia un passista ed uno scattatore e preferisca i monti alla pianura; ma, secondo me, le speranze che possiamo nutrire sono quasi tutte riposte in Martano: egli deve essere più avanti degli altri nella preparazione ed è indubbiamente il più completo dei quattro. Il campione del mondo dei dilettanti non ha certo scelto una facile occasione per il suo debutto ìn-campo professioni \stico internazionale l i r ò i o se non sarà sommerso negli attacchi che gli saranno sferrati da sarte. . .. Le difficolta per superarle vittoriosamente sotto immense, ma potremo confermare l'opinione che Si lui abbia! °9Hl Pronostici individuali su questa i corsa non se ne possono fare, per-lche la classe senza la forma pococonta e, di questa, nessuno può dir niente. Certo dovrebbero essere favoriti quei concorrenti, in prevalenza belgi o francesi, che, .per la loro continua attività invernale in pista, lianno avuto bisogno di sole poche centinaia di chilometri su strada per essere più a punto dei routiers puri. Il velo dietro ti quale i più quotati sulla carta nascondono, alla vigilia, le loro possibilità, sarà alzato nella prima, tappa, nei 312 chilometri che martedì ci condurranno a Digione, molti misteri saranno svelati ed allora si potrà cominciare a fare i nomi dei più probabili vincitori a NizComunque, non sarà tanto il ri-' za.. _ sultato che ci interesserà in questa\corsa, quanto lo sviluppo e le dedu- zioni che ne trarremo in rapporto alle prove avvenire. ire, a cominciare I dona San Remo. I nostri colori ed fl|twstro buon nome non saranno affatto impegnati in questa settimana: potremo quindi assistere, con animo sereno e scevro di preoccupazioni, a del bello s-port. c trarne ammaestramento per le prossime competizioni nelle quali più cara ci saia la vittoria dei tricolore. GIUSEPPE AMBROSINI. Mdmrbbvd3RdMB.nb: [' IL PERCORSO DELLA GARA