Un testamento del 1855 discusso nel 1933

Un testamento del 1855 discusso nel 1933 Un testamento del 1855 discusso nel 1933 Genova, 10 notte. Su di una causa che non è di tutti 1 giorni, deve pronunziarsi la prima sezione civile della nostra Corte d'Appello, chiamata a giudicare della validità o meno di un testamento, che risale al 1855. In tale anno, infatti, certo Bartolomeo Ferretti, ricco possidente di Fontanigorda, fece un primo testamento, nominando eredi dei suoi beni i propri! fratelli Biagio e Francesco. Dopo parecchi anni — si giunge al 1882 — pensò che il primo testamento non lo lasciava soddisfatto; ne compilò perciò un secondo con il quale dichiarava di annullare il primo, emesso a favore dei fratelli per nominare erede unica di tutti i suoi beni la propria moglie Rosa Futtl. Egli affidò anche questo secondo testamento al notaio Carbon La firma del notaio morente Senonchè, una diecina di giorni dopo, il notalo è colto da un malore improvviso, che lo porta all'orlo della tomba. La notizia veniva appresa subito In paese; ed allarmato vivamente, il Bartolomeo Ferretti correva alla casa dell'ammalato per constatare se tutto fosse all'ordine per il suo testamento. Ma Invece non tutto era in ordine: mancava a rendere l'atto definitivo la firma di validità del notaio stesso. L'atto dunque fu preso e portato ai capezzale del moribondo che, a quanto si afferma, era lucidissimo di mente. E il moribondo, presa la penna che gli si porgeva, cercò di appórre la sua firma al testamento: ma le forze fisiche non bastarono, e in luogo della firma risultò uno sgorbio indecifrabile, che non poteva ricordare per nulla il nome del notalo. Tuttavia, in un modo o nell'altro, l'atto di « espressa volontà > c'era; • morto e sepolto il notalo, morto e sepolto qualche anno dopo anche il Bartolomeo Ferretti, la vedova di quest'ultimo Rosa Futtl entrò, come voleva il famoso testamento, nel godimento m tutti i beni del marito. Trascorse qualche anno ancora; e morì a:-c".'.e la vedova. — Cosi — slamo nel 1G12 — tutti i beni del Ferretti passarono, ?er il successivo testamento della vedova, In eredità ad un predilètto nipote di lei, certo G. B. Barone, che ne entrò regolarmente in possesso e che ne gode tuttora. Or ecco che, mentre le cose sembravano correre liscie e piane, improvvisamente, un altro nipote del Ferretti, omonimo dello zio essendo anche lui Bartolomeo Ferretti, rivangando nelle vecchie carte di famiglia, traeva dall'oblio il testamento; e dubitando dell'autenticità della firma del notaio, che egli non riusciva a decifrare, faceva esaminare l'atto. Ma la firma non viene letta da nessuno; la firma non si può dire nè illeggibile nè indecifrabile, perchè non è altro che uno sgorbio. L'impugnazione e la cauaa E allora il Bartolomeo Ferretti impugna tale atto per sostenere che il testamento fatto dallo zio in favore della propria moglie non poteva avere alcuna validità, appunto perchè privo della firma del notaio Carbone; conseguentemente il Ferretti sostiene che non può avere alcun valore il testamento fatto dalla zia in favore del G. B. Barone. E aggiunge il Ferretti che quell'antico testamento non è valido, anche perchè il notaio che lo ha stilato accenna nel contesto alla presenza di due testimoni, mentre come si sa, ne occorrono quattro. Quindi divenendo nullo il testamento stesso, e conseguentemente anche l'ultimo, il Ferretti, dato che in tale stato di cose il cugino Barone risulterebbe indebitamente in possesso dell'eredità, chiede che i beni dello zio siano giustamente ripartiti fra i nipoti viventi. Il Tribunale di Genova che si occupò, in primo esame della cosa, ritenne pe- ro che il testamento firmato dal notaio Carbone fosse valido, perchè, munito di firma o di sgorbio, recava sempre la espressione di volontà e di consenso all'atto: restava a vedere se, almeno, lo sgorbio fosse autentico oppure apocrifo. Fu ammessa la perizia e si provò che la firma, o sgorbio che dir si voglia, era proprio autentico; l'atto perciò fu dichiarato senz'altro valido. Ma il Ferretti non si è dato per vinto ed ha appellato.

Persone citate: Bartolomeo Ferretti, Carbon, Rosa Futtl

Luoghi citati: Fontanigorda, Genova