I Sovrani d'Italia lasciano l'Egitto dopo una giornata di fervido entusiasmo fra i residenti italiani

I Sovrani d'Italia lasciano l'Egitto dopo una giornata di fervido entusiasmo fra i residenti italiani I Sovrani d'Italia lasciano l'Egitto dopo una giornata di fervido entusiasmo fra i residenti italiani (Per marconigramma italo-radio) Alessandria d'Egitto, 9 notte. / Sovrani hanno voluto dedicare l'ultima giornata del loro soggiorno in Egitto con la visita alle opere della Colonia italiana. Sono queste qui, come in tutte le altre parti del mondo ove siano italiani, frutto del nuovo clima fascista, e costituiscono quell'aspetto mussoliniano c quella soluzione mussoliniana dei problemi delle nostre collettività all'estero che appunto contradistinguono la loro vita nell'ultimo decennio. E' stato, infatti, merito di Mussolini avere affrontato e risolto in pieno il problema delle Scuole italiane di Alessandra, e la sua volontà ha trovato ferrei esecutori in Piero Parini, nelVex-Ministro al Cairo, Cantalupo, e nel Commissario del Fascio di Alessandria, Cignolini. Oggi, la costruzione, iniziata il 21 aprile 1931, è finita c si presenta tale da costituire il migliore edificio scolastico dell'Egitto. Nome augurale . Con l'inaugurare queste Scuole, cui è stato posto il nome di « Littorie », e che sono le più belle che abbiano gli italiani all'estero, questa mattina il Sovrano d'Italia ha iniziato la sua giornata. L'imponenza dell'edificio, la cui costruzione è stata affidata all'architetto Busiri Vici, si rileva attraverso i seguenti dati: recinto delle Scuole in località Sciatbi (spiaggia orientale di Alessandria) : superficie del terreno 29.700 metri quadrati, di cui 7700 per la sola area dell'edificio, 7000 per i giardini e 15 mila per il campo sportivo. Le strade cittadine erano, come sempre, assiepate di indigeni, stranieri e italiani. L'interno delle Scuole offriva uno spettacolo indimenticabile poiché una marea di gente nereggiava dai giardini alle balconate, alle finestre e ai cornicioni delle terrazze fra uno sventolìo di bandiere che spiccavano come un gran pavese sul biancore immenso dell'edificio cretto secondo le norme dell'architettura razionale. Erano presenti le Associazioni dei Combatlenti, dei Mutilati, del Nastro Azzurro, il corpo insegnante di tutte le Scuole italiane, rappresentanti di Istituti bancari, società e ditte, il corpo degli avvocati, ingegneri, medici; tutto il fiore della Colonia italiana oltre alla folla delle maestranze. Le scolaresche in divisa, Giovani Italiane, Balilla, Avanguardisti erano schierati nel primo vasto giardino, impazienti di vedere i Sovrani che sono stati accolti dal suono della Marcia Reale, dell'Inno egiziano e dell'Inno al Piave tra gli applausi incessanti dei presenti ed il grido di « Viva Savoia! » lanciato da tutte le scolaresche. Nel frattempo, il Vescovo Igino Nuli benediceva il locale completando la solennità della cerimonia inaugurale. Ai Sovrani e alla Principessa Maria, accompagnati dal seguito, da Hussein Sbri, Governatore di Alessandria, da Eddik bey, Direttore generale del Municipio, e dal conte Pagliano, Ministro d'Italia al Cairo, sono stati presentati l'architetto Busiri Vici, gli ingegneri Rustiehelli e Bonucci, il dott. Cignolini, Commissario del Fascio, ed Ernesto De Farro, decano dei costruttori italiani in Egitto, / Sovra»?, accompagnati ora da IPiero Panni, sono passati tra le fit-\ , i e a 5 e e n e o e i l i i o i i e o , i o i e te file degli intervenuti verso il sa-\Ione dove aspettavano le Autorità,' il Corpo consolare ed i Capi degli Istituti stranieri. Il Re intanto, dopo aver passato in rassegna i Combattenti, i Mutilati e il Nastro Azzurro, è entrato nel salone salutato da un altro prolungato applauso. Piero Parini ha pronunziato quindi un vibrante discorso. Monumento d'italianità Prima di ritirarsi, i Sovrani hanno visitato anche la saletta dove erano esposti i doni dei connazionali: albi, fotografie delle opere maggiori eseguite dagli Italiani di Alessandria, cofanetti, oggetti preziosi. I Sovrani hanno Ringraziato per .l'omaggio e poi si sono recati a visitare l'ospedale italiano « Benito Mussolini ». Questo ospedale è segnato nell'albo d'oro della colonia italiana essendo frutto degli sforzi dei nostri connazionali. E' un monumento superbo d'italianità, quanto quello del Cairo. I Sovrani, cui sono stati presentati i medici e le suore, si sono soffermati ad ammirare il padiglione della maternità visitando poi gli altri padiglioni. Di qui i Sovrani sono passati alla Casa di riposo « Vittorio Emanuele III », inaugurata l'anno scorso. Questa Casa raccoglie i vecchi della nostra colonia che prima erano affidati all'Istituto locale internazionale, e costituisce un'alta prova dello spirito filantropico che anima i nostri connazionali d'Egitto. I ricoverati stavano a tavola per In colazione, ed hanno indirizzato al Sovrano una calorosa dimostrazione. Quindi, i Sovrani si s9no ritirati a Villa Antoniadis. In forma privata, i Sovrani si erano già recati, alle 9,30, alla chiesa di Santa Caterina dove erano stati ricevuti dal Vicario apostolico d'Egitto che ha impartito la benedizione. Erano presenti tutte le personalità decorate dal Pontefice. Alle quindici, i Sovrani lasciano il Palazzo Antoniadis, diretti all'immenso stadio municipale, per assistere allo spettacolo ginnico-corale offerto dalle organizzazioni giovar nili fasciste. Si presenta allo sguardo una visione imponente: mai, si ricorda, tanta folla ha gremito tribune e scalinate che sono rigurgitanti. Accompagnano i Sovrani Piero Parini, le nostre autorità diplomatiche e consolari, le gerarchie fasciste, il Governatore di Alessandria, i consiglieri municipali. Quando il Re, la Regina e la Principessa compaiono sul palco reale, j. .una scena impressionante, tndescn- vibile si offre ai loro occhi. Lo star dio è quasi scosso da alte, infermi' iioèi/i acclamazioni mentre nella tri buna e sulle ampie scalinate si agita una folla delirante di entusiasmo. Le bande suonano gli inni reali; o vunque SDentola il tricolore. Non tutta la massa dei connazionali trodu posto nell'Interno dello stadio. Molta gente fa ressa ai cancelli esterni, trattenuta da folti cordoni. L'entusiasmo è così trascinante che a un certo punto le porte cedono sotto la pressione della moltitudine di italiu ni che Dogliono Dedere ed acclama re il loro Re e si forma una possen aìcontusi ; te valanga intrattenibile che si verso nell interno delle tribune dettostadio. Sono inevitabili, nella enor- me ressa, qualche ferito Zieve e Dan Si inizia quindi la sfilata dei no- stri giovani, che dura tre quarti d'o ra. I reparti, dopo essersi intrattenuti davanti alla tribuna reale, al suono della Marcia, sfilano dai gruppi dei più grandi a quelli dei più. piccoli. Alla fine, vengono i motociclisti: Giovani fascisti col fazzoletto giallo-rosso sulle loro macchine. La massa dei giovani si dispone nel campo. Un colpo d'occhio magnifico offre lo schieramento: le divise bianche delle Piccole Italiane sono al centro; le maglie azzurre dei Balilla e degli Avanguardisti ai dne lati. E' superbo il comportamento dei nostri baldi giovani: sono tre mila quelli di Alessandria, millecinquecento fra il Cairo e Mansura, seicento di. Porto Said e della sona del Canale di Suez; complessivamente, più di cinquemila. Vengono compiuti con perfetta sincronia c ammirevole intonazione di assieme gli esercizi ginnici cui segue il canto corale dei vani inni delta\Patria, da quello sardo all'inno degli\sciatori. La voce argentina che esce'da quelle gole avvince il cuore deì\presetiti con la dolce nostalgia détta pterra lontana ISua Maestà si compiace ripetuta¬ mente con Piero Parini e con il commissario del Fascio Cignolini, artefici di questa meravigliosa manifestazione finora mai vista da italiani all'estero. La scena sì chiude con il grido di « Viva il Re! » lanciato dai cinquemila giovani schierati, cui fa eco il formidabile grido di decine di migliaia di spettatori. Entusiasmo di popolo / Sovrani, quindi, col seguilo, si recano a Porto Ras el Tin, sempre tra due ali fitte di popolo plaudente e sotto una pioggia di fiori. I Sovrani d'Italia prendono infine congedo dalle autorità per imbarcarsi sullo yacht reale Savoia che farà ritorno in Patria scortato dalle navi della terza Divisione navale. Le celebrazioni odierne, svoltesi all'augusta presenza dei Sovrani e consacrate specialmente dai giovani e dai giovanissimi, parlano all'anima nostra con un'eloquenza che ci esalta e ci commuove. Oggi, tutti ì figli degli italiani d'Egitto, speranza ed orgoglio delle nostre fiorenti collettivi tà'ha^ilW'sfilato di fronte al Re vii- torioso ed alla graziosa Regina ed isitata hanno palpitato come mai per il nome splendente della Patria. Giornata indimenticabile. Mentre scendevano le prime ombre e si accendevano le prime stelle in questo cielo sempre azzurro d'Africa, ancor ra folla dalle sponde del porto agita va handiere> trofei, fazzoletti verso i; punto ove (lveva visto auont(inarsi loro piccoli cuori con violenza intt- e scomparire il vascello reale. Là era il suo animo, là il suo ultimo giuramento di fedeltà. ANTONIO L0VAT0.