I Sovrani d'Italia in viaggio verso Baliana

I Sovrani d'Italia in viaggio verso Baliana I Sovrani d'Italia in viaggio verso Baliana La partenza da Dendera dopo la visita agli scavi della missione Schiaparelli == Ricordi dell'epoca romana nel tempio di Hathor == Risalendo il Nilo tra i villaggi acclamanti —( Per ixt* roo n 1 gra ni ma. ite» lo - ì-MClio )— ta o, edo — ao nta o. ire la ve a. eio ei eia di e ser a. aIn lla rre ro a. cioi er ia a e re ole ntra ti, me gi, aodi rati el go e, aroìaiovuni collaboratori: BaZfe?'ini,iwa, Sprestorapitodalla morti, e in ^ \ L?L™T0* ™Vu. JZ „.„„*i„. ! »Luxor, 2 notte. ' Un'altra intensa e interessante giornata, quella di oggi, per i Reali d'Italia, che non ha offuscato però la viva impressione riportata ieri dagli augusti Ospiti nella visita alla Valle delle Regine. La Valle delle Regine giace anch'essa, come la Valle dei Re, in un serpeggiamento di colline mostruose e solenni, ma è più impressionante percliè si chiude con una gola cupa, brusca, desolata. La Valle delle Regine ìw poi particolare importanza perchè è stata teatro dei felici lavori di scavo condotti dalla missione italiana ed iniziati, al sorgere del Novecento dal nostro Schiaparelli. Gli scavi di Schiaparelli La presenza di Re Vittorio ricorda come egli fu il mecenate di tale missione allo scopo di arricchire il Museo egìzio di Torino nel momento in cui i Musei di Parigi, Londra, Berlino, Cairo si riempivano di oggetti SrebgCclepsfoRnrnrtasscnddpactrovati in Egitto. Perciò in omaggio\ga Re Vittorio, invece che Varcheolo-\sgo Lacan, guidava la visita alla Valle delle Regine il prof. Carlo Anti, capo della missione archeologica italiana. In detta Valle esistono una sessantina di tombe ma le più importanti sono quelle della Regina Nefertati, quella dì Amon Kopf Scef e quella del principe Kamuasc, tutte scoperte dallo Schiaparelli e trovate vuote. Esse sono però interessanti per le decorazioni bene conservate e per le loro iscrizioni significative. Il Sovrano si è interessato molto specialmente alla tomba di Nefertari, moglie favorita di Ramses II, da lui tenuta fino al termine del suo regno. Questo Ramses aveva un numeroso gineceo, e trecento figli, ma Nefertari era riuscita a dominare tutte le altre per le sue qualità superiori. Durante questa visita è presentato al Re il dragomanno copto Bu- los Gattas die durante vent'annV jassistette agli scavi di Schiaparelli >se della missione italiana. Egli ricor- ptsumcpttSmsctlexlosgStamdtda il complesso di dodici campagne di scavi, condotte dalla nostra missione fra U 1903 e il 1920, con risultati felici nella località di Biban\"7 ir m t ' Ào * n a 7 *ei uanem, oltre la riva aestra acijtNilo. Con Schiaparelli vennero due]gto e de emi ne re inoisa co a ca si nra re nadi i aoue di diosì aodi utsa one al nrea. sti rali tir ati p- «cruuiuic ucì iuuicu yit-|wcìi Aiessanana aagiuo\re i Breccia, che poi fu per un ventennio il conservatore del Museo gre co-romano ed ora è professore all'Università di Pisa. La falange di archeologi italiani è benemerita di scoperte interessantissime ed ora Cario Anti continua con alta competenza l'opera dei suoi predecessori. Si deve allo Schiaparelli anche U scoperta, della tomba dell'architetto Khaa odl^panatesnDeh el Medinet, trasportata al Museo dì Torino e integralmente ricostruita. La sola manchevolezza che si potesse notare nelle tombe delle Regine era, fino a ieri, l'assenza di ì ApdManmsti,„iCluce elettrwa, ma in occasione della] .visita reale il servizio delle antichi-] tà e del Governo ha preparato un impianto apposito. Arte egizia La tomba della Regina Nefertari è uno dei più insigni monumenti della necropoli tebana, degna di stare al confronto delle celebrate tombe della Valle dei Re, sia per la disposizione architettonica che per le iscrizioni, i bassorilievi, ì dipinti, la grandezza delle figure, gli atteg-, giumenti naturali e la purezza del'9disegno. E' un capolavoro dell'arte'.Vegizia della diciannovesima Dina-\pstia. Particolare notevole è che en-\atro tale tomba, in un angolo dellaloparete, si leggono le cifre tracciatel"dagli stucca dell'epoca allo >A^po di ritenere i quantitativi del ma-cteriale impiegato. \sMentre la visita prosegue, ti dra-fgomanno Bulos Gattas ricorda, coniracconti personali, come avvennevnl'inizio degli scavi, dicendo che\lequando Schiaparelli scoprì che sul-\sla tomba vi era un sigillo, pensò\rche dovesse contenere cose prezio-\nse. Lo scienziato telegrafò allora\insubito al Ministro d'Italia al Cairo, ilché allora era Salvago-Raggi, ìnvi-\fotandólo ad assistere all'operaziones trdell'apertura. ' ìgDopo quella di Nefertari, U So-\dvfono visita lq tomba di Amon. Kopf, s iw""'^T" « ""/-«""'"t" i •» incostante .Carnale e ti nome odier- H ! »° * »» villaggio arabo abitato da\d' Scef, pure scoperta dallo Schiaparelli. A Medinet Habu, vicino l'imbocco della Valle delle Regine, sorge il tempio funebre di Ramses III. Colà il Sovrano è ricevuto dall'archeologo Lacan, che sostituisce nelle spiegazioni il prof. Anti. Il tempio ha una grande porta d'ingresso sopra cui si vedono i rilievi delle fortificazioni siriache espugnate da Ramses stesso. Sopra la porta erano probabilmente le stanze del Re, risultando ciò da alcune figurazioni, nalCtofdvfAnche questo tempio, oltre i pilo-\'ini massicci, conserva le corti late-ìprali e numerose stanze, tutte visi-\rtate dal nostro Sovrano. Qui è pre-\dsentato al Re il signor Canzìani, di segnatore della missione archeologica dell'Università di Chicago. J. mezzogiorno il Sovrano ritorna a bordo e nel pomeriggio riprende le visite cominciando dal tempio di Luxor che sorge sul Nilo dalla parte della città moderna, di fronte al Luxor Hotel. Esso fu scopertoccasualmente, e gli scavi furono ese- sGtmtvsc\guiti dall'archeologo Manette Pa-iS\scià. Il tempio è dedicato alla trini-\zV j0 dono gentile, a mezzo del con >soie Liberati, destina duemila lire per l'acquisto di dolci alle bambine tà dei Tebani: Amon Ra, la sua sposa Mut, e il loro figlio Khonsu. Da una delle sue porte partiva la famosa strada delle Sfingi che conduceva a Carnak, ora visibile appena per i rari ruderi che affiorano. Il tempio, adesso, è stato liberato dal terriccio e dalle abitazioni indigene. Sorge superbo e bene conservato mostrando i suoi colonnati che verso il tramonto assumono un dolce colore violaceo sotto i raggi del mite sole morente specchiandosi nelle acque del Nilo. Un dono alla Regina Durante la visita al tempio di Luxor, avviene il ricevimento delle colonie italiane di Luxor, Armant, Kosseir. La scolaresca formata dalle ragazze egiziane della Missione delle Suore Francescane — scuola fondata ne'1'89 da Schiaparelli — offre alla Regina un centro di tavola finemente ricamato. La Regina, graden- nptcmsctssmdcbrdella scuola stessa. La giornata si chiude con la visita a Carnak. Questa città sintetiz- cSwqldpdvnflL\"' 7 *a S09n° aeu arctiitettura egizia "jtende)Ue si CQn Veìemento gi.ìa]gantesco> ad annullare la natwra\c«uà misera popolazione, che crea] |w)1 jr0>1;co contrasto con lo splendo-\f\re monllmentaie dei templi v'wini,\ii , . ,ò . ibUe mediante a ve. dl^ CQme si { poeti arabi dei secoli scorsi, ciò era allora un desiderio intraducibile nella realtà. Vi è una grandiosità ancora bene conservati. Anticamente, la stessa località si chiamava e Trono delle due Terre » riferendosi con ciò all'Alto e al Basso Egitto. La distesa monumentale di Carnak si deve ammirare dall'alto, e Laddove ora strisciano insidiosi ì serpenti, sorgevano il tempio di Ammone, Signore del luogo; il tem- lslApdpio di Khonsu, suo figlio; il tempio'ddi Mut, sua sposa; ed il tempio di':pMentu, Dio spodestato. [smbetdpnnI sacerdoti e i Faraoni si recavano alle cerimonie su lettighe d'oro trainate da cavalli e bardate pomposamente con la scorta di guerrieri risplendenti nelle loro armature, attraverso la lunga strada fiancheg- nimmensa ed austera che armonizza iCo» Z'esnressioue granitica degna ] ... ] °"j*f_l , '9^ta da sfingi, eoe comincia al tem'.VW di Luxor c prosegue fino ai tem\pH di Carnak. Ora ci si va con le \automobili, con gli asinelli, con la loicicletta, eppure il fascino di Carla^ è vivo, commovente, irresisti- A^£*^ *^ «Sfecretto au eternità, poema aeua jor- c \sa Ver la forza suprema che e la «»-:ifinita. Ancne ia. natura concorre <* ; gmmcarzssciargli un carattere sacro per ìmpo vnenza e maestà; basta assistere fra \le colonne titaniche al tramonto del \sole, per intendere quale clima spi\rituale circondi tale monumento gra\nitico. Ora, al tramonto, il cielo è \infuocato, e pare un fiume di sangue il Nilo già così placido. Poi la sin\fonia rossa attenua i suoi toni, mens tre l'aria trascolora e gli estremi baìgliori del sole agonizzante si fanno \dolci, quasi freddi, finché la sera stende i suoi veli azzurri sui templi, pbn Hathor, equivakntealla dea egisu\della gioia e dell amore. nel cielo, sul Nilo, e la notte scende a confondere tutto nel silenzio e nella pace. Ma talvolta la luna investe Carnak con la sua bianchezza ridente, ed allora le colonne, ì piloni, gli obelischi, i muri sfumano; paiono fantasmi giganti, paiono espressioni di sogni di colòssi. Lavori di restauro Una grave minaccia alla eonservazione dei templi era data dalle infiltrazioni delle acque del Nilo, ma 'i>impresa italiana di Ernesto De parro ha assunto i lavori di restauro delle sottofondamenta e, sotto la direzione del Servizio antichità del. ci, metri, e l'altro alla regina shepset, alto ventinove metri, Governo egiziano ha sostituito il materiale sotterraneo corroso con cemento e mattoni, facendo tale sostituzione a spicchi. All'epoca di Thotmcs HI, esistevano, ai piloni d'ingresao, sei obelischi; ora ne rimangono solo due: cioè uno a Thotmes primo, alto ven- HatQue- St'ultìmo ha su ogni lato delle iscri zioni che nel loro complesso forma- no un tipo superbo di lirica del tem po in onore di Ammone, signore del trono delle due terre. L'iscrizione, con stile semplice ma eloquente, chiama Ammone padre e dice che sono stati coperti gli obelischi d'oro perchè illuminino le due terre, cioè l'Alto e il Basso Egitto, come il disco solare. Su un altro lato dell'obelisco sono le lodi alla regina clie è chiamata figlia di Amon Ra. L'iscrizione dice anche che i genii di Eliopoli crearono le sue bellezze. Le iscrizioni descrivono poi gli obelischi dicendo che sono stati fatti raccolto in paesi stranieri, sicc/(ècon granito estratto dalle caie delSud, ed ai loro vertici con oro finow^t*/. A» •>/»«..• c/™»>wì o.v^J^quando il sole si trova fra i due obe l'ischi, paia sostenuto da essi, irradiando le due terre. E' da notare, tra parentesi, che l'obelisco che sorgedavanti alla basilica Luterana pro-viene da Carnak, mentre quello do-nato da Mohummed Ali cento anni fa, e che esiste a Parigi in piazza della Concordia, è proveniente da Luxor. Da Dandera a Baliana "no, i ìa Benderà, visitando la anticamente \celebre città sede del culto alla dea Stamane, dopo la. traversata delSovrani d'Italia sono giunti ] Hathor era adorala in un magni- \fico tempio, ancora ben conservato,\in cui si trovano insigni ricordi del l'evoca romana II portone fu co-struito sotto Domiziano. Sopra i<n> i anni Ài lato del portone si leggono * «« A'erua e Traiano, mentre fuori dal portone esistono due fontane ro- Il paesaggio del Nilo, largo, spJen-dente, fiancheggiato da distese i>er-'deggianti e da villaggi pieni di po-polazione acclamante, è mggestim[sotto la luce di un sole indescrivìbile.mane, Iscrizioni 'e decorazioni sono in buono stato. Il complesso, però, pur essendo magnifico, non uguaglia i templi della zona tebana ed è considerato come appartenente ad un'epoca inferiore dell'arte egizia. I Sovrani d'Italia alle 11.40 lasciano Dendera verso lìaliana, dove pernotteranno A.NTONSO L9VAT0.