L'ingegnoso sistema dell'antiquario

L'ingegnoso sistema dell'antiquario IL TESORO DI VIA DELL'IMPERO L'ingegnoso sistema dell'antiquario per frodare i possessori di oggetti preziosi luai- Roma, 28 notte. NesBu/na novità negM scavi della « casa del tesoro ». TJ lavoro di demolizione, ripireso dori, è ccutiauato osrg: uitotar'r.c.Uio per tutta la fornata fino le j al tramonto. Secondo alcuni, per forza r-1 di oose Q<}ve SMir>llIirsl ne-irsipparta- abitato dall'aquario 1K ^^ ^tro tesoro;.secondo alto, armai le di tà a- a monete d'oro e i gioielli accio stati scoperti e null'aitro naaccinde la casa. Verso la famosa cantina I Ieri si è parlato di un nipote del I Martinetti, Arnaldo Jacovacci, il quale . ricorda benissimo la sioqoerta del famoso salvadanaio costruito nella stala'tua del discobolo e l'episodio dell'occule- ! tamonito delia preziosa etatiuina d'oro di la quale continua, secondo la convine- storne di uno degli eredi, a dormire i al soninl millenari in qualche beai nascoa- sto angolo della cantina. Gli scavi, da sempre rigorosamente controllati, ncn to sono arrivati alla facnosu camtina, fan- ! mo3a per le sorprese che secondo aia cuoi dovrebbe riservare come ultimo se1 colpo di acena. Oltre la statua d'oro, m-; secondo Arnaldo Jacovaccd, dovrebbero n- i tornare a vedere la luce altri artistici ne 1 oggetti di grande valore Intrinseco ed a i archeologico. re i Mentre proseguono le demolizioni e il sondaggi in via Alessandrina, contl- ti. nuano da altre parti le ricerche del fate t2, ii- moso testamento. E' vero che una copia di questo fu ddstmtta dal CrateUo dell'estinto, ma può darsi che in qualche vecchio archivio esista ancora . , traccia dello scritto redatto da quel n-1 notaio GentlH al quale v ù volte ha aca- : cannato la veocbAa governante di casa i- : Martinetti. e ! sino a questo momonto, dunque, nul- f-.i'ailtro è stato rinvenuto nella casa dell n- tesoro. Salo ieri sana, uno dei murar er tori addetti al lavori, nel dare un colpo telo! piccone ad una deUe pareti del fao-m<)so appartamento, ha compreso che o ! doveva esserci un vuoto nella parete - -stessa. ai Subito sono accorsi due agenti dell-1 l'Ufficio di archeologia ed il lavoro atci [torno a questa nicchia scavata nel muel1 si ee o-' i o. ò u¬ ro veniva ripreso. In breve, la nicchia ò stata messa allo scoperto, ma si è constatato che essa era completamente vuota. Da altri rilievi nelle pareti, un'altra piccola nicchia, pure essa vuota, è venuta alla luce presso una delle finestre dell'appartamento. Circa il valore definitivo del tesoro o !s,co£erto' sl Pr°nunzierà il sen. Corraa ido k'cci <*uand° 1 quattro sacchetti d'or r0 che ora si troyano nella cassaforte ^]^ Tesoreria del Governatorato san- ranno riaperti ed 11 contenuto sarà sotr a ! toPosto al giudizio dell'insigne archeo- tol1!1*0- Stando a ciò che dicono gli antl che conob,icro 11 Martinetti, le o nonete anticno costituirebbero la fa- !mosa collezione di aurei di proprietà Martinetti. D'altronde, la grande 0,quantità delle monete steese — sono rlrrn 500. tlltt*» rlpll't 'circa 500, tutte dell'epoca imperlale, lo1 catalogate per serie, per anno e per Im,«.perato|e starebbe a confermarlo, iD'altra parte, la verità sul valore numl- - smatico del tesoro non sarà attesa a - lungo. Infatti, si apprende che venerdì -1 prossimo 3 marzo i pacchi delle mone te verranno aperti alla presenza dei- a'l'autorità giudiziaria, dei funzionari di a u , §ei d;rlgen'ti l'Ufficio di ar 1 SheologIa e scavi del Governatorato, -1 gi aapra Cosl il valore non solo delle - ; monete, ma anche quello delle pietre a dure lavorate che erano nella nicchia - ' insieme ad esse. - La signora Matilde D'Angelo vedq- m, 'KT-i^^cva MiftaTsilssur- - \ rato 'cn^ ci si sentivano gli spiriti, per-- Chè vi aveva abitato un vecchio anti-- quario avaro e ricchissimo. Poco dopo r |^t^^« MaddalL piano superiore. Costei fu sollecita ad avvertirmi: «Badi, signora, nelle sue stanza c'è un tesoro. Il Martinetti quan- do mori non lasciò ad alcuno le nume- n 0 rose monete che possedeva e elio si sa 'teneva nascoste inPqualche ripostìglio ». | Il fratello dell'antiquario | « Un'altra volta però, tornando sul- iargumanto, osservò: t Chi lo sa? Può ! essere che il tesoro se lo sia portato via I 11 fratello Angelo, 11 pitterei avrebbe o-stracciato il testamento del Martinetti ,0 per il dispiacere deila sua morte o per altro. Fatto sta che un giorno lo vidi sgattaiolare alla chetichella dal porto-ne di casa con un fazzolettone rosso ri- 11 gonfio. Questo signor Angelo occupò w l'appartamento del fratello per due an- hi, durante i quali cercò e rovistò in 'ogni angolo. Quando fu sicuro che non i c'era nulla da fare, trasportò altrove o quella poca roba di scarso valore tro- vata nelle stanze e se ne andò via ». 0 * Dico la verità — continua la signo-ra Magalotti — che per oltre trenPan- ni siamo sempre vissuti sotto una spe- 0 eie di incubo di questo tesoro che si. ve- deva saltare fuori da tutte le parti, sisognava e e < rimancva sempre per noi Una leggenda. Con tutti i lavori che noi eseguimmo da cima a fondo, nulla ■ trapalò del segreto dei muri, e dei pavimenti. Per un certo tempo la camera delle monete fu subaffittata ad una tale I Pietro Caracciolo che. a ripensarci beine, aveva il letto proprio ln direzione Idei foro in cui il Martinetti aveva col¬ locato tanta parte delle sue collezioni d'arte ». Felice Bernahei ricorda nelle sue memorie inedite che una società per la incetta di cose antiche era costituita dal cav. Francesco Martinetti, che aveva il negozio In via Bonella, e dal conte Michele Tyszkiewicz, polacco, che risiedeva in uno splendido appartamento alla Trinità dei Monti. Il oav. Mar-tlnettl — egli afferma — era uno delpiù intelligenti conoscitori di oggetti antichi. Non era un numismatico nelsenso scientifico della parola; era un conoscitore e sapeva ripulire le monete come nessun'altro mai. I dotti più famosi che in quel tempo vivevano in Roma non sdegnavano tuttavia di recarsi nella bottega di via Bonella per consultare 11 Martinetti. Questi era intima' mente legato al conte Tyszkiewicz, chesi può dire aveva in mano la parte prin cipalo del commercio antiquario di Ro ma ed aveva un telefono mediante il quale era in continua relazione con il collega. Un lucroso sistema Appena passava per via Bonella qualcuno che portava qualche oggetto antico d'oro e sl presentava al cav. Martinetti o alla sua signora, 11 Martinetti esamlnava l'oggetto. Se l'oggetto era di pregio, egli diceva subito al possessore che non aveva per lui alcun valore, ma che si sarebbe potuto vedere se poteva essere riceroato da qualche altro com-§ratore; e allóra indicava al possessore ell'oggetto il nome e l'indirizzo del conte Tyszkkiewicz. Subito dopo, egli avvertiva il Tyszkiewicz per mezzo del telefono. Questi, informato della cosa, mostrava che l'oggetto per lui non aveva nessun interesse. A questo punto, il venditore, per le prove che aveva avute sul nessun valore dell'oggetto stesso, e per non tornarsene a casa con le mani vuote, si rassegnava acl accettare il prezzo che gli veniva offerto, lasciando che i forti guadagni li facessero il conte polacco ed 11 Martinetti.

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