Il " polentone ,, di Ponti

Il " polentone ,, di Ponti Carnevale monferrino Il " polentone ,, di Ponti a e , , o , . a l i , i o i a a o a e l o r à Ponti, 24 notte, C'è forse nel mondo un altro paese di cosi liberali usanze come questa romana borgata di Ponti, che s'annida tra i colli vitiferi dell'alto Monferrato? Qui una volta all'anno, il venerdì grasso, c'è da mangiare e da bere per tutti: in gran copia e a titolo assolutamente gratuito. E' un modo come un altro — un modo, anzi, preferibile a tanti altri — di festeggiare il carne- vaie, , , . La vecchia Usanza Anche quest'anno, seguendo una vec- chia e caratteristica costumanza. Ponti ha celebrato la « festa del polentone » ■in una atmosfera di schiettezza rusti- cana, in un tripudio gioioso di suoni e di canti. E la gaia cerimonia ha fatto affluire a Ponti migliaia di persone da tuttl i paesi dell'alto Monferrato, delle Langhe, del Savonese. Perfino Sam- pierdarena ha mandato qui un suogruppo di cantori in costume che ha avuto gran successo. Questa, di ammannire. il venerdì gras- so, una colossale polenta e di distribuir- un nutrito fritto di merluzzo e di arin- ghe, è un'usanza che risale a tempi as- sai remoti. E' infatti tradizione che molti secoli addietro, forse intorno al mille, capitasse in questa pittoresca e vetusta borgata una comitiva dì «magnani» (stasuini ambulanti). S'era di inverno — un rigido inverno nevoso — e per di più in tempi di carestia; e quegli umili randagi artigiani, privi di lavoro, spinti dal morso del lupo, si misero a ustolare alle porte del castello, del quale si vedono tuttora le vestigia. Erano allora signori di Ponti 1 marchesi Del Carretto, di stirpe aQeramica, i quali per soccorrere i meschini affidarono loro talune pentole da riparare. E, a riparazione ultimata, donarono loro tanta farina quanta ne poteva esser cotta nel paiolo più grosso, nonché uova e cipolle e aringhe e merluzzo in tal misura da sfamare un intero battaglione. Vennero cosi cucinate una polenta di proporzioni inconsuete e un'abbondante frittata, con cui i « magnani » solennizzarono il venerdì grasso. L'usanza si perpetuò; e anche oggi, sulla pubblica piazza del paese, gremitissima di popolo festante, abbiamo visto preparare la polenta mastodontica di sei quintali e l'eccezionale frittata, per la quale vennero impiegate quattrocento uova, un quintale e mezzo di cipolle, un quintale di merluzzo e uno di aringhe. Tutto questo ben di Dio è offerto in natura, ogni anno, dalla generosa popolazione di Ponti. Alla caratteristica cerimonia hanno oggi assistito anche il Segretario federale cav. Cario Poggio, il Preside della Provincia comm. Franzini, il conte colonnello Guido di San Marzano, presidente della Federazione provinciale combattenti, e altre notabilità. Fino a ieri i pontesi temettero che 11 maltempo potesse turbare il normale svolgimento della festa: ieri infatti cs-dde su queste colline una abbondante nevicata. Ma verso sera la neve cessò di cadere, e tutti i borghigiani diedero mano alle pale e — col loro Podestà alla testa — lavorarono di buzzo buono fino a tardissima ora a rgonibrare la piazza e le strade del paese. Oggi poi, da livido che era, il cielo si è fatto limpido, e un tiepido sole è venuto a rallegrare la festa. Ma più raggiante del sole è oggi l'attivo Podestà cav. Fratelli, per la bella riuscita della corimonia ch'egli preparò con vigile cura. uavddnia folla infittisce!«Nel pomeriggio, sempre più, e si pigia attorno al gran Spalco della'improvvisata cucina, eretto) tsulla piazza. La polenta cuoce nell'enorme paiolo, rimestata continuamente da una dozzina di cuochi in bianco càmice. Contemporaneamente vien preparato il fritto. Una valanga di cipolle è messa a crogiolare in due grossi padellonl, sicché un acre e impertinente odore si sviluppa tosto e si sparge per l'aria. Con le cipolle friggono le aringhe e il merluzzo. La folla comincia a ondeggiare, i più lontani dal palco cercano» di scavalcare quelli che han saputo conquistare le j migliori posizioni; e intanto si levano' dalla folla canti giocondi, si Inneggia a' ^Ponti ospitale, al polentone, al carne- j gvale. | lLa vita è bella |vIntanto — sono ormai le ore 17 — ili gdvtmacmpolentone è ridotto a giusta c.onsisten-i za: è o.-mai cotto a dovere, e rigonfiai nel gran calderone, facendo la véscia. ì CI cuochi han finito di rimestare, e si »apprestano a rovesciare il morbido cibo ss-ul capace tagliere, che misura ben sei mmetri quadrati. tEccola finalmente — annunziata da Calti squilli di tromba la gran polen-| ta- gialla dorata fumante E' vera--amente imponente; ed è - assicurano i 3cuocnt — senza t paternostri * : senza, ccioè, quelle còccole di farina asciutta't [che ha la polenta quando non è stata bene Impastata, zdsrm:1nopl'gpVa detto infatti che il polentone di Ponti non è soltanto degno di fama per le suo eccezionali proporzioni, ma si raccomanda altresì per la sua bontà. Tant'è vero che, in un batter d'occhio, la gialla montagna fumante è scomparsa Dopo aver distribuito le grosse fette ;d> polenta insieme alle fragranti por izioni di fritto, i cuochi, sul palco, siifn tergono ora il sudore. E la folla dà l'as-iC(salto alle botti di vino: giacchè ci sonoim I anche, a disposizione del pubblico, due I mila litri di arrubinato vino dei colli j monferrini. Le botti, manco a dirlo, ! vengono prosciugate in un battibaleno, I Tra gioconde cantate e risa e motteg- gi, sfilano poi sotto il balcone della Ca- d sa comunale i gruppi in costume; ed P Ognuno di essi fa una breve sosta, dif^ Inanzi alla giuria, per cantare la prò- m;pria canzone, composta per la circo-1co 1 stanza. Perchè bisogna sapere che la l' j festa del polentone desta ogni anno, | g immancabilmente, l'estro di parecchi: chstmscplad : poeti. 5|H gruppo deUmat- |V i ti di Acqui » ha fatto una larga dlstri buzione di foglietti multicolori, recanti un inno al polentone: Evviva il polenton con il suo vin bon e con la frittata. Era grosso così; cantiamo tutto il di: che bella vita! Poesia, come si vede, non precisamente alata. Ma a Ponti, nel giorno del polentone, è permessa qualunque cosa. ognedipresrecemtaresedinidavaglim

Persone citate: Del Carretto, Franzini

Luoghi citati: Acqui, Ponti, San Marzano