Visita alla città di Nettuno

Visita alla città di Nettuno Visita alla città di Nettuno Come è morta e come rinasce Paestum •- Il « teatro » tagliato da un tempio e dal Foro - La monumentale opera dì fognatura PAESTUM, febbraio, iLo scavo completo di Paestum fu \ iniziato nel 1929, ed insieme allo scavo !del centro della città dove sono stati ! messi in luce il foro e eài edifici chp in - u»esi" luce." y°r° \ e» eumci cne io circondano, si è iniziato il restauro del- la ciata muraria, sviluppante circa cin- * P^ro. e che ab- battuta ln alcuni P1"*1 daI1 °Pera ine"! sora?'!e del. teraP°. Puo con , relativa facillta venir riaIzata- dato cne &u e". normi blocchi di travertino sono stati asportatl sol° in Piccolissima parte. RI- conoscibili sono Ie 1uatt,ro P°rte, una|deIle "Juali conserva la caratteristica, ™s}™°™ d?^«° ^fi^ ^: si riscontrano specialmente nella Por-; ta Marina e nella Porta Giustizia. LalPorta Marina, benché non conservi co- ] me la Porta Sirena l'arco a cunei, è la più bella delle quattro e la meglio con- ; servata, anche perche non servi più. di transito dopo la morte della città,]mentre la Porta Aurea fu in seguito) varcata dalla strada nazionale. I L'inizio del Decumano ; no <ji ronda, dà l'idea di una formida ]bile preparazione difensiva non di- All'interno della Porta Marina si di-,stingue ancora nettamente l'Ingresso ai due locali del corpo di guardia situati al due lati; tutto l'insieme, dalla mas- slccia costruzione del muri Interni alle ! numerose scalette d'accesso al carnali- afano malati 1 greci, e che si rivelai j nell'architrave decorato dell'ingressoj ' alla torre rotonda. Gli scavi hanno mes-j j so in luce il magnifico selciato della 1 strada romana; è questo l'inizio del!Decumanus che sembra debba essere iintatto; di qui a qualche anno si potràjquasi certamente traversare l'intera \ città, dalla Porta Marina alla PortalSirena, sull'antico lastricato. Per ora, lo scavo condotto in trincea si arresta a pochi metri dalla porta, ma quello che qui è stato messo in luce è suffi-;ie,ieDte per farci Siudicare dellf sran-:idi03e °^re: eseS"ite dai greci. P" i] 1 °.uali pericolo che minava la città:'non fu affatto un mistero. Paestuml1sorge su di un grande banco di traver-1; tino formatosi attraverso i secoli con ; ie colmate causate dai depositi di fiumi1 , che neIla reg'0ne sono ricchissimi dll|Calcio n fenomeno interessantissimo e 1 raro in rapp0rt0 alle grandi proporzioni ^ che qui acquista, non era cessato all'è-1 !P°cabiella fondazione della città, come' * rPSsato neomire ai no-l !ael.rest0 ?on <- cessato neppure ai no ; stri giorni, cosa che indusse i greci | fondatori a costituire un grandioso si- ; ' stèrna¥croàche di"cui"sì vede u"coUèt-|itore principale sotto la Porta Marina.; L'enorme cunicolo è stato recentemen- (e scavat0 ^ gI.an parte e i0 scav0 ; 6 completo permetterà l'esame di tutto i . * * di fognature che per se- ?n„™, coli e secoli convogliarono le acque e- ! vitando l'impaludamento della città e delle zone circostanti. I; Quan(l0 plu tardl, ana fine dell'Impe- ro Romano, la città cominciò a deca! , , . .. ., . : dere, le fogne non più sorvegliate ces ! sarcno di funzionare, e la zona venne j infestata dalla malaria, mentre le col i mate calcaree investivano la città rin! chiudendola in una morsa di traverti no cne formò un specie di coltre intor-, !__ ... mur„pH.a „cavo m-c-cede sul °°. al a m'"j™*X,„P"??0!^"11 ilat0 ;n™sjf° "Sii^ntELv^h ina; si deve scalpellare il travertino | formatosi sulle mura, anch'esse di tra-Mvortino. separando cautamente l'opera della natura da quella degli uomini, per', »t • i, i „ _j „f' „„■;, rimettere m luce le mura rimaste qui|patte _ed intatte. La_ricchezza dei; ~ - u^,„-. LJ, , >.,■. I depositi di,guest^acquee enorme e si. i creola ad un centimetro ali anno 1 ac- ! crescimento delle stratificazioni, cosa i che la comprendere come nel corso di', secoli l'Intera città possa essere' rimasta sommersa sotto questa stra. je dissima alluvione , 'AI tempo dei Borboni ni Cosi è morta .paestum, uccisa dalla , malaria e da quella stessa sostanza che à j un tempo aveva fatto di lei una città r a à a r a e e - i I poiché Rcmia non aveva"Tà'ele- r|vato monumenti, ma case e piccoli edi- munitissima, inespugnabile dalla parte del mare ed arresasi soltanto al numerosi eserciti dei lucani invasori. Dove un tempo fioriva uno dei più ricchi empori della Magna Grecia, il deserto riprese 1 suoi diritti e gli sterpi divenuti poi boscaglie, soffocarono i rosai pestani che i poeti avevano cantato e reso celebri nel mondo latino. Nel foro ricco di edifici, improntato ad un carattere commerciale quale era tipico di questa gente, le opere dei romani croi - ncj ,j'uso pubblico: soli restarono i -|grandi templi innalzati dal greci e che- j sfidavano da giganti i fulmini. Una vol-l'ta il tempio detto di Cerere, il più pic.-1 colo tra i templi pestani. eretto allal! fine del VI secolo avanti Cristo, fu col:!pito seriamente dal fulmine che schian- itò alcuni capitelli e rovinò una parte \ dell'architrave. S'era al tempo del Bor !uonl e Bu accomodanti e placidi ar! cheologi di allora trovarono modo di , , - riparare al danno con una rabbercia-, *• ~nff„„i j. „„„ 0t,,«ij.»^r. tura in mattoni di una stupidaggine ; desolante e che dovrebbe essere rimos sa per un conveniente restauro, ! Ma non v'è certo bisogno di spronare, i moderni scavatori di Paestum, che in; . pochi anni sono stati capaci di rimet tere in luce il centro della città e si ac cingono ora a rialzare quel tempio det|t0 della Pace, dopo averne ordinato i , ruderi ed i frammenti delle colonne.. : °,rientato in contrapposizione ai tem- j; cata. L'edificio taglia col suo lato sin!-1 lstro una costruzione che rappresenta I ] ancora un'incognita per gli scavatori. | A prima vista essa appare un teatro e! ; del classico tipo greco, ma la mancanza <. delle parodoi e quindi l'appoggiarsi di-]rettamente delle gradinate alla suppo- j) sta scena, fanno ritenere azzardata I questa ipotesi, tanto più se si conside-|ra che nello stato in cui si presenta u !monumento, tangente al foro ed Inter-1secato dal tempio, la seconda gradina ,. . , , * dovrfbe, essefr,e «Sbattuta per far Posto al Porticato del foro, Questo aveva una specie di ingresso ! monumentale all'Incrocio del Cardo col Decumano, ed era per tutta la sua e-stenslone — 150 metri di lunghezzaper 57 di larghezza — coronato da un colonne d'ordine dorico, Mi! cui resti numerosi renderanno pos-jslblle una parziale ricostruzione della ;j piazza cosi come la videro gli antichi ( 1 abitatori della città. Il lato settentrio-!naie era occupato da numerose botte-' ighe che testimoniano della attività |jcommerciale di Pae jn, mentre il latoj \ meridionale era prc ^abilmente riserva- lo ad alcuni edifici, tra cui è notevole , una costruzione rettangolare riccamen- te decorata di mézze colonne corinzie e di nicchie un tempo contenenti sta- ';tue. Un emiciclo al centro dell'amblen-:te ha fatto pensare, ma senza alcun ] sicuro fondamento, che questo edificio :fosse la Curia romana sovrapposta adlun altro palazzo pubblico del tempo 1dei lucani. Altre costruzioni adiacenti al foro sono ancora oggetto di studi da 1 parte degli archeologi, tra l'altro l'e- ldlficio in cui s'è voluto riconoscere il ginnasio ed un altro ad oriente della ^ piazza, e che sembra un cospicuo pa- 1 lazzo. ' l I «nfji re<iiirrpjlnne Lenta resurrezione | ,UC6 ; ylclno a "a1,<fon° venuu ln luce|a,cuni resti dell'anfiteatro romano, twl;cui una delle scale-di accesso al secon- do ordine, ma lo scavo di questo monu- ; mento è impedito dal fatto che la stra- i da nazionale lo taglia a mezzo ed osta- cola ogni tentativo di isolamento del ' ' ' ruoUa* Quindi il lavoro sè per ora li «"tato a rimettere in luce alcuni avan Izi deV Pilastri delle arcate esterne, la^ sciando da parte l'arena e le gradinate di cui esistono notevoli resti. Considerando che la città è stata abbandonata dai suoi abitanti per il progressivo inquinarsi della zona, divenuta completamente malarica, il non trovare suppellettili è cosa abbastanza naturale. Pur tuttavia nonostante che l'abbando- , n0 sia avvenuto lentamente e quindi con 1tutto il comodo per gli abitanti di por tarsi via là roba, e nonostante le inva- barbariche da cui la città nonM immlTe neeU scavf sono state «™' SS dua '*^2^,^^£?^^c^?^; gono fino al IV secolo dopo Cristo, e nei ||ressl forQ furonQ rlnvenute tavole ;^ iscrizioni, inoltre, in ,lr,mi bronze;, „ Ì3Crizlor<;. ;n,;-.re in a;cu.,i . carattere commerciale * t u ^trovaU sylos granari In per- a t ^ ^ . , , '. wf-_„ à „„ ù-iti_-i_._ ''ra f^ttef,a è aPParS0 ™ bellissimo j Rantolo che sembra appena uscito dal- ,]e mam deUo scalPelUno al 1uale fu 'commesso parecchi secoli fa. Lentamente la città risorge dalla coltre di terra e di travertino che l'aveva coperta. I tre templi giganteschi non sorgono più spettrali sulla pianura desolata, ma si rivedono a poco a poco circondati da quanto essi, monumenti vecchissimi videro nascere e noi mo-veccmssimi, videro nascere e poi mo nma InaAM a 4 Villi alla In i-rini-iù Hai TOTMTin à - - e i e o i rire, insensibili alle ingiurie del tempo i einìfifa già- condotte a buon punto, re-ispms0"0 dall'antico campo di battaglia che spezzava un architrave, abbattevauna colonna, ma non riusciva a scar-dinaxe i colossali scheletri che oggi con-tano quasi duemila cinquecento anni, Ed anche le rose cantate dai poeti la-tini rifioriscono nuovamente a Pae- stum: intorno alla città si riformano i giardini e la torrida desolazione che 6» «:__j„_ìt ,.. „„„„ .„-.-, un tempo caratterizzò la zona sarà tea poco solo un malinconico ricordo,come la malaria, che le opere di bo-.|dove Alessandro il Molosso condusse aiP^r 'ultima volta 1 greci d Italia alla :Ivittoria. - RENATO PACINI.

Persone citate: Borboni, Quan, Renato Pacini

Luoghi citati: Grecia, Italia