La guerra torna a divampare in Cina

La guerra torna a divampare in Cina La guerra torna a divampare in Cina Nanchino respinge I'« ultimatum » inviato martedì dal gen. Muto = l centri più importanti del Jehol bombardati dai giapponesi = Una divisione cinese passata al nemico = Lotta accanita per il possesso delle ferrovie = La città di Kailu in fiamme «, (Servizio speciale doliti ** STAMPA ,,) Tokio, 22 notte iLa stampa nipponica quasi senza {'eccezione c le innumerevoli organis-\zazìoni militari e patriottiche del Upaese scorgono ora una identità fra la posizione attuale del Giappone e\quella netta quale venne a trovarsi]nell'agosto 1914 la Germania. Non si parla di un vago paralleli- smo di condizioni; si afferma al con- trario che, come nel caso della Gei- mania, quest'oggi si assiste al con-: parla a Tokio in que, : parla a Tokio in que, giorni di una seconda guerra mondiale come di cosa certa perchè inevitabile. L'identità di situazione non sembra però turbare affatto le autorità militari nipponiche perchè sono proprio esse che prospettano la-si-, inazione di un Giappone, solo contro] il mondo coalizzato e posto nella du-[ ra e inesorabile posizione di doversi: battere fino all'ultima goccia di san-] guc per non essere cancellato dalla* parta geografica del globo. Esaltazione patriottica Il pubblico passa un momento di esaltazione patriottica clic i più sereni fra gli osservatori stranieri a' Tokio dicono non essere paragonabile] che a quella che incendiò l'intero Giappone in occasione del conflitto con la Russia nel 1904. In questo stato di sovreccitazione il pubblico oc- ■ n'AZJl0™*?^!? ^1^9tecoli militari senza darsi la pena di spingerla alle estreme e logiche conseguenze. D'altronde non potrebbe allarmarsi di fronte alle incognite dell'avvenire per il fatto che si sente posto con le spalle al muro. E' contento che è giunta l'ora di com-\ goCìpbattere o di perire e die il pensare' allo snodamento della matassa diplomatica e militare in un'ora così grave è altrettanto impossibile quanto criminoso. Si potrebbero forse contare sulle dita le alte personalità nipponiche che credono sinceramente che al Giappone sia lasciata ancora una via d'uscita dalla situazione in letti si trova, una via che non sia da praticarsi nel fronte unico mondiale mediante le armi. La rottura delle relazioni diplofnatiche fra Tokio e Ginevra appare quindi alla totalità dei giapponesi il primo atto della seconda guerra mondiale, «^'questo punte è sviluppato con abbàttdanza incredibile di argomenti dagli articolisti della stampa governativa allo scopo ovvio di far ricadere sulla Lega e sui suoi com ponenti l'intera responsabilità dei possibili svolgimenti del conflitto con la Cina. Si tratta quindi di una teoria messa innanzi come misura diplomatica precauzionale, più che necessaria del resto al Giappone ove le alte sfere militari ben sanno che una vera guerra fra Cina e Giappone non potrà essere condotta fino alle estreme conseguenze senza danneggiare mccdtqtdcputso senza colpire in modo mortale gli,interessi e le posizioni delle grandi Potenze del vecchio e del nuovo (inondo. Il blocco delle coste cinesi ? Così si lascia- abilmente correre la 'voce a Tokio che in caso di guerra dichiarata sarà indispensabile per il Giappone ordinare il blocco dell'intera costiera della Cina, ossia di chiudere il territorio nemico a qualsiasi forma di traffico internazionale. Per poi persuadere la pubblica opimione mondiale die fra le paróle demagogiche di Ginevra e gli atti vi è di mezzo una guerra, Tokio diffonde, per il tramite dei giornali, la vo' ce di un irrevocabile proponimento del governo di interpretare quale atto di guerra qualsiasi misura presa da una Potenza o da un gruppo di Potenze in vista di rinforzare U verdetto ginevrino mediante un boicottaggio economico del Giappone. Mentre la stampa diffonde a milioni di copte quesi* grave ipotesi, il governo , pone i tocchi finali alla preparazione'mUitare del paese, e afferma die VE- ! sercito, la Marina e l'Aviazione non sano mai finora giunti a tal punto dì \perfezione nel loro equipaggiamento enella loro preparazione per qualsia- \si eventualità. Il macchinario difen-\sivo è perfetto, e lo è ami a tal pun- ■to da potersi dimostrare anche per- fetto sotto l'aspetto offensivo. Quest'ultimo rilievo circa lacapa-cita anche offensiva dell'Esercito e della Marina e una specie di indirei- to avvertimento a coloro che si un- maginano di poter togliere dalle ma- ni del Giappone le isole ex-tedesche del Pacifico per il fatto che, non es-sendo più membro della Lega, il Giappone non può esercitare la fun- zione.di Potenza mandataria. InEu-rapa e s?<vie in Inghilterra in e ehiti diverte ad esaminare questo prò- blema sotto i suoi molteplici aspetti giuridici: nel Giappone si intende risolverlo senza discussione. Un membro del governo ha definito del resto la posizione delle isoledel Pacifico con tuttala nettezza de-siderabile. Non si tratta dì una que-"T '. ,. ... j„+fn. «.;stione di diritto, egli ha detto, si irle a prendere, tratta soltanto di veni L'ombra di Washington * „ , , Tofcio può parlare vn questo tonorchè sa che la sola Potenza che po- l„»r ^h'ÌPr>~rt> „P..\perchè irebbe farsi innanzi per chiede, ne-Ucessariamente con la forza, la sue-\flessione, è in cosi gravi faccende af- \ faccendata da non potersi davvero permettere il lusso di una guerra. Fi- no a un anno fa il Giappone tcnten- Uiava neW attuare il suo piano espan-sionista pel timore di sentirsi inti- niareun « alt » dà Washington: oggi questo timore non esiste più. E' scomparsa persino ogni forma di o- s(ilil verso l'America perchè ilGiappone ha deciso ormai di igno- rarla del tutto, sicuro di poter fare questo impunemente, e forse sicuro nizioni. Gli affari sono stati sempre ÌM9U affari. Ma non lo sono mai stati \ztanto come in un momento di crisi \Leconomico e di necessità vitale per \gli Stati Uniti di trovar meròati per ogni merce lecita o illecita. Z/ultimatuip del generale Muto, Comandante in capo delle forse giap ponesi in Manciuria, è stato conse to a Nanchino oggi e non ieri co me aveva inesattamente asserito Pechino. Non si sa come sia stato oc colto. Il governo cinese finora non [dice nulla in proposito. Parla- soltan- to il Maresciallo Ciang-Sue-Uang, il quale si sarebbe accorto che l'ultima- turo, porta la firma di un Ministro del Manciukuò; e avrebbe dichiarato che documenti di questa natura non possono essere toccati dalla- mano di un cinese. Va ultimatum » respinto Da Pechino si trasmette così la notizia che*i1rgoverno cinese si '«^rifiutato di ricevere Z'ultimatum e ha- rinviatola busta ohe conteneva il bellicoso documento a chi glie l'aveva spedita, non volendo sentirsi intimare l'ordine di evacuare un pezzo di territorio cinese da gente di sangue cinese. E' cosa questa che ha fatto arrossire di patriottica indignazione i governanti di Nanchino e il Maresciallo Ciang-Sue-Liang. Le operazioni militari, comunque, non sono ancora iniziate in forma ufficiale; ciò non vuol dire però che nella provincia di Jehol gli eserciti si guardino soltanto in cagnesco. Al i,contrario, centri importanti come o a a l i Kailu, Nanling e Peipiao sono stati abbondantemente colpiti da bombe, e altre ancora innumerevoli sono state fatte cadere dall'alto su agglomeramenti di truppe e di convogli cinesi in varie parti della provìncia. La lettura dei comunicati ct?iesi è oggi istruttiva e anche commovente. Pechino fa la voce grossa e si sforza di spaventare Tokio confermando le notizie dei colossali armamenti cinesi messe in giro negli ultimi giorni dal Giappone per giustificare le sue operazioni militari dinanzi all'opinione pubblica mondiale. Pechino sa che questi armamenti colossali sono inesistenti, ma la loro presunzione è necessaria per tenere alto lo spirito della popolazione e più ancora quello dei combattenti. 15.000 cinesi passano al nemico Non v'è dubbio che esiste una dìsperata volontà di resistere all'invasione nipponica, ma è indubitabile al tempo stesso che essa non è egual , mente ripartita tra tutte le unità agli 'ordini del Maresciallo Ciang-Sue ! Liang. Quest'ultimo crede di poter rincuorare gl'incerti e i traditori po \ tenziali persuadendoli che al dìlà dei ja Grande Muraglia fremono d'impa \zienza di combattere 150 mila nomi\ni armati. Al tempo stesso, però, ■ egli va narrando a destra e a sini stra, e perfino al commediografo Bernard Shaw che è stato suo ospite tiìl questi giorni, che all'interno del-e la -provincia di Jehol 150< mila sol- - dati vegliano alla difesa della fron-- fiera. Può darsi che quest'ultimo e- - sercito esista effettivamente. Cerroe -, s; e però che gli effettivi sono di- -\minuiti in giornata col passaggio l con armi e bagagli di 15 wiZa uomi-- Uj dalla parte del nemico. -ì I giapponesi fl-^-jJM—iUlnesi, li definiscono « banditi », e- così possono sterminarli senza »m- i \pianto. 1 cinesi quando vedono as-sottigliarsi i loro effettivi mediante rapidi e imprevisti passaggi al ne- mico definiscono i traditori « irre- o-oZcri ». Anche oggi i 15 miZa soldati e. t -\ che hanno fatto comunella con le -} avanguardie del Manciukuò soiw ;i„f^„;,„„ ^wnn/nW » Formavano i {«truppe irregolari ». l'ormavano però la quarta Divisione dei volon- tari cinesi al comando del genera- iTtIkIucv Tana il (male non era I H ^lz, l9. _iL ";„..„,. 7 j . 1. il MBn , affatto irregolare, dato cne ai e&so lai parlava fino a ieri a Nanchino t \n Verhinn rnme uno dei mialiori U Pechino come uno ^migliori \ condottieri dell'Esercito cinese. Non \si sa ancora se egli si sia posto alla [testa delle sue truppe neU'ingenero- i so cambiamento di posizione, ma da fonie nipponica giunge la notizia': ,— confermata d'altronde da notizie relative alla « immenso costerna- zione » del Maresciallo Ciang-Sue- ÌLìang — che questi 15 mila eroi hanno offerto in massa la loro ade-• 'sione al regime mancese, e l'hanno dimostrato volgendo le armi contro li loro compagni molti dei quali, ag- giunge un telegramma della Reuter,:«• i Tokio intanto non manifesta la ! 'menoma inquietudine stilla sorte •della battaglia imminente. Annuii-: •eie di avere catturato 'Pcipiao, mentre Ifa a smentire la notizia e a dire che ■la citta è strenuamente e valida- mente difesa dalle forze regolari ci- illesi. • jI a HifpQn di Nflnlino- !La (mesa ai nanung i I Accanita sembra essere la difesa cinese del nodo ferroviario di Nan- j■ ling che fino a questo momento le ! truppe giapponesi non sarebbero rr ait ', . , , mwito a occupare. E' pero bombar- aata senza interruzione dagli aero-, plani nemici e sarà Jorse ceduta sor- to forma di rovine in fiamme. 'Più importante appare l'attacco^. . j. . t-„ . „ [cinese in direzione di Tung-Liao, un]miro ferroviario all'interno deiia! ÌManciuria, poiché dimostra Z'mreji-i \zione del Maresciallo Ciang-Sue-\ \Liang di effettuare un movimento \avvolgente delle forze nipponiche.jr , L'operazione, riuscita fino a questo: momento, è stata diretta dal oover-jnatore stesso della provincia di le- , T ., , , „„j„ „.„ ■ hai, il quale crede con questa sua mossa di impedire l avanzata nippo-,mea su Kailu. Quest ultima citta però, in base agli ultimi telegrammi da Jehol, era stasera in fiamme e in In [procinto di seguire, entro poche ore, - la sorte di Ciapei. jl (Daily Telegraph). I Tao-han\ 1 ! N*. 'V {ClAN-tlUN ' > • ^ \MUHDEN ti ' Jehol. - • o l -To'"*' L'% ■ nen-tsm.

Persone citate: Bernard Shaw, Ciang, Muto, Tung