La tariffa unica per due persone non è nuova

La tariffa unica per due persone non è nuova IL SERVIZIO DELLE AUTOMOBILI DA PIAZZA La tariffa unica per due persone non è nuova Nessuna difficoltà per l'applicazione L'interesse del pubblico e dei concessionari Le numerose lettere che ci giungono ci inducono a tornare sulla questione delle automobili da piazza. Alla proposta di adottare una tariffa unica, per tutte le vetture, sia da due che da quattro posti, quando si tratta del trasporto di una o due persone, hanno risposto ì concessionari con una lettera di entusiastica adesione, poiché — essi scrivono — nell'applicare la tariffa delle vetturette a due posti, anche per i tassì a quattro, si ripara al più grave danno oggi lamentato da tutti i proprietari di automobili: le interminabili ed inutili soste nei posteggi. Con questa più bassa tariffa, non pi(ù le sole vetturette lavorerebbero, ma tutte incondizionatamente, con grande vantaggio del pubblico, e con un sensibile sollievo per i concessionari!. L'esperimento del ISSO H problema, quale si presenta oggi, non è nuovo. Già nel ISSO erano stati espressi desideri di facilitare il pubblico e nel contempo di dare maggior incremento all'attività dei rossi da piazza. Il sorgere delle prime vetturette a due posti aveva messo in allarme i proprietari delle macchine di superiore capacità, e mentre il pubblico le accoglievo col massimo favore perchè, date le minori spese, veniva praticata una tariffa inferiore, i concessionari delle automobili grosse facevano presente al Municipio il danno che per loro si profilava all'orizzonte e quindi la necessità di contenere il numero delle piccole vetture in servizio di piazza. Queste intanto, durante le trattative, da dieci che erano all'inizio, salivano a quaranta. Per favorire con un idoneo ed economico servizio il pubblico, sarebbero occorse non quaranta piccole vetture, ma almeno la metà di quelle esistenti; e per raggiungere questo scopo il Municipio consigliava i proprietari, le cui macchine a grande capacità necessitassero di riparazioni onerose, a mutarle con altre a due posti. Gradatamente, seguendo questo criterio, si sarebbero venute a trovare in servizio un maggior numero di vetturette, e quindi il , pubblico ne avrebbe avuto un sensibile vantaggio. Questa proposta rimase lettera morta; ma furono invece gettate le basi di un accordo per una tariffa unica, applicabile solamente per il trasporto di una o due persone. La tariffa era la stessa attualmente in uso per le macchine a due posti. Senonchè all'atto di applicarla, sorsero delle difficoltà per parte dei concessionari di macchine grosse, e della tariffa unica concordata non rimasero che i cartelli, debitamente stampati, che avrebbero dovuto essere appesi nell'Interno del tossi. Rimase cioè il documento di un accordo che però non ebbe vita. Abbiamo qui sottomano uno di tali cartelli e constatiamo, con soddisfazione, che 1 prezzi stabiliti allora nel 1930, Bono in tutto identici a quelli che abbiamo già pubblicato l'altro giorno. Eccoli: « Per il trasporto fino a due persone. — Partenza: per i primi 430 metri o otto minuti di fermata, lire 1,50 (compresi 30 centesimi per rimborso nolo tassametro e apparecchio telefonico), per successivi 215 metri o quattro minuti di fermata lire 0,30, ecc. Per ogni collo non trasportabile nell'interno della vettura lire 0,25; i bambini portati a braccia non si considerano come persone ». « Per il trasporto di tre o più persone. — Partenza: per i primi 332 metri 0 otto minuti di fermata lire 1,50 (compresi 30 centesimi per supplemento fisco per il rimborso del nolo tassametro c apparecchio telefonico), e lire 0,30 per 1 successivi 166 metri ». Come si vede la tariffa c'era e c'è ancora. Difficoltà nell'applicarla non I o r è n Ine esistono. Il Municipio non opporrebbe certamente alcun ostacolo alla sua andata in vigore, dal momento che già |dal 1030 l'aveva approvata. E allora? i Allora, poiché pare che tutti siano ! d'accordo, c il pubblico a sua volta atj tende la realizzazione di questa riduzione di prezzo o meglio di questo livellamento di tariffe fra macelline j grosse e piccole per il trasporto di due I persone, ci pare che non ci sia che da | coneludere applicando senz'altro il j vecchio cartellino più sopra citato. La questione del telefono j Messo cosi in chiaro la questione, I passiamo ad esaminare il gravame che I maggiormente lamentano i concessio|nari, e cioè le lire 500,50 all'anno che essi pagano per il telefono di chiamata. Per l'impianto dei 31 telefoni ai rispettivi posteggi, e dello relative linee, nonché per la manutenzione degli apparecchi e l'apposito servizio di centralino, la « Stipel » ha concordato col Municipio il pagamento di 210 mila lire all'anno; ed infatti nel bilancio del Comune è stanziata una tal cifra,; per la durata di 15 anni, e cioè fino all'ammortamento delle spese d'impianto. Le automobili da piazza non sono circa cinquecento, come era stato detto, ma 420 in tutto, di cui 20 in servizio fisso alla stazione di Porta Nuova, le quali sono esenti da gravame di spesa t telefonica perchè fermano un gruppo a jsè come le altre adibite a servizio di stazione in altre città. Alle macchine iper passeggeri si debbono però aggiungere i camions per trasporto merci, anI ch'essi con posto fisso nei posteggi, e 'che perciò sono serviti dal telefono dei comuni posteggi. Le quattrocentoventi macchine, pagando 500,50 ciascuna vendono appunto a coprire la spesa a cui iil Municipio si è impegnato per facilitare questo pubblico servizio. | Se si tiene però conto della speciale j condizione in cui ora, per la contrazione idei traffico, si sono venuti a trovare i jconcessionari d'automobile, le cui corse I giornaliere si sono ridotte tanto da non raggiungere l'incasso di 40 lire, si comprende come quest'onere, che essi dovrebbero riversare sul cliente nella misura di 20 centesimi per le prime sette | corse, ricade invece, non compiendole, a loro carico. E i concessionari sperano che sì trovi qualche formula che permetta di abbassare il troppo forte canone che ora sono costretti a pagare. II tassametro - Le gite collinari Rimane il noleggio del tassametro per la cui elevatezza, 336 lire all'anno, pure si dolgono i concessionari. L'impegno con la Ditta appaltatrice era di sei anni, e mancano ancora due anni alla scadenza del contratto. Non è detto perciò che al termine dell'accordo, esso non possa essere favorevolmente riveduto a vantaggio dei concessionari d'automobile. Che il tassametro sia di proprietà del concessionario o di una società appaltatrice non può in alcun modo interessare all'autorità la quale, nell'interesse del pubblico, deve avere una sola preoccupazione, e cioè che sui tassametri vi sia quella necessaria sorveglianza che si concreta in periodiche, od anche Improvvise, verifiche che garantiscano l'onesto funzionamento degli apparecchi. Concludendo, ritorniamo sull'argomento che viene maggiormente dibattuto nelle lettere inviateci dal pubblico e cioè la diminuzione dei supplementi per le gite collinari, da tutti giudicate talmente onerose da sconsigliare l'uso del tassi a chiunque, e una chiarificazione, o per meglio dire una semplificazione delle tariffe applicate extra-perimetro. Bisogna che anch'esse siano tali da non lasciare nel passeggero alcun possibile dubbio che per una data corsa gli possa venir richiesto più del dovuto.