Ferma presa di posizione italiana sulla procedura delle discussioni

Ferma presa di posizione italiana sulla procedura delle discussioni Ginevra e il disarmo Ferma presa di posizione italiana sulla procedura delle discussioni Glnevra, 14 notte. I Le discussioni sulla sicurezza, inizia-''tesi stamane alla Commissione politica della Conferenza del disarmo, non passeranno probabilmente troppo liscie. Gii Stati chs sostengono che la miglior garanzia della sicurezza è il disarmo, c possibilmente l'equiparazione degli armamenti, non sono certo disposti a cedere su un punto fondamentale specie dopo l'opposizione di principio fatta ieri da Paul Boncour. Dichiarazioni del delegato italiano A questo proposito è interessante rilevare la dichiarazione che il nostro delegato Di Soragna ha fatto oggi, all'inizio della seduta della Commissione politica. «La delegazione italiana — egli ha detto — seguiterà a partecipare a questi lavori con spirito di collaborazione con tutte le altre delegazioni, compresa quella francese. Dato però che non si sa ancora dove condurranno i dibattiti, la delegazione Italiana non può fare a meno, di fronte al carattere incerto delle concezioni in presenza, di formulare fin da ora il principio che si riserva di mantenere il suo punto di vista, vale a dire che la questione del disarmo, e specialmente quella del disarmo qualitativo, ha la precedenza sulle altre. Ieri il 3ignor Paul Boncour ha fatto al proposito delle dichiarazioni di notevole intransigenza : la delegazione italiana se ne felicita, perchè è questa la prova che i governi non dovranno inchinarsi di fronte a colpi di maggioranza quando si tratta del loro interesse nazionale. L'Italia avrebbe potuto rispondere fin da ieri che non poteva pronunciarsi sugli effettivi prima di sapere che cosa si deciderà per la riduzione del materiale bellico. Se la delegazione italiana non lo ha fatto, è perchè ha voluto mostrare la sua volontà di lavorare in favore dell'opera della pace conformemente alla volontà del suo popolo e alle istruzloni del suo Governo ». Le parole del delegato italiano sono state molto commentate in seno alla Conferenza del disarmo. La netta presa di posizione che il signor Di So^ ragna ha assunto in nome dell'Italiaera però quanto mai necessaria, spe- cialmente di fronte all'intransigenza dimostrata ieri da Paul Boncour. La rottura del sistema dell'unanimità che è stata fatta ieri dal delegato france se, porterà certo a conseguenze note voli: ma la colpa non è certo di quelle delegazioni che finora si erano aste- nute dai porre veti di qualunque sorta. La discussione si è svolta specialmente sull'ordine del lavori da seguire. Ha preso per primo la parola il Sottosegretario inglese agli Affari Esteri Eden per dichiarare che sarebbe opportuno discutere, prima del Patto di mutua assistenza continentale, l'impegno proposto dall'Inghilterra por 11 non ricorso alla forza da parte di tutti gli Stati europei. L'idea del delegato britannico è stata accettala, dopo un'ampia discussione a cui hanno preso parto il delegato del Rcich Nadolny, il belga Bourquin, il signor LitvlnoC, lo spagnolo De Madariaga, Paul Boncour che ha risposto alle osservazioni concernenti il Piano francese, il canadese Riddel, lo svedese Sanders e il turco Tewnk Rudschi bey. La Commissione si occuperà quindi innanzi tutto dell'impegno solenne di non rl- I correrò alla forza da parte dogli Stati 'europei, poi del Patto di mutua assi-11'stenza. i AI 1 ■ j ■ rv • I P1 lavori dei Diciannove |cLa Commissione del Diciannove, In- Scaricata daùl'Assemblea dol'.a Società i Ddotte Nazioni di seguire gli sviluppi ldel conflitto cino-giapponcsc, si è riu- ' r.".ita nuovamente quest'oggi. Di fronte j Galla risposta negativa del governo di Tokio sugli ultimi tentativi di conciliazione fatti, la Commissione si è vista costretta a inviare una lettera assai decisa al capo doUa delegazione! giapponese signor Matsucka. In tale lettera è dotto tra l'altro che le proposte presentate dal Giappone non forniscono una base di conciliazione accettabile e che la Coniimiissilone, dopo averle esaminate, non ritiene di poterai impegnare in una disoleatone. In tali condizioni, e fino alla data dilla riurJone finale doli'Assemblea, la Commissione resta disposta ad esaminare nuove proposte di conciliazione, pur facendo notare l'aggravamento verificatosi ncfii'.a situazione esistente, aggravamento che non può non rendere più difficùli, se non del tutto vani, i nuovi sforzi di conciliazione. Praticamonte dunque con questa lettera la Commissione del Diciannove ha chiuso la procedura di conciliazione, che resta soltanto formalmente aperta. La Commissione ha quindi proce duto alla lettura dell'ultima parte del rapporto proparato dal comitato di redazione e che concerno le raccomandazioni. Tale ra.pporto c stato unani memento approvato. La Commissione ha quindi deciso di convocare l'Assemblea per martedì della prossima settimana. PedrsvlnvddcCnrTFAccLa riunione della Piccola Intesa L'ufficio permanente della Piccola intesa, la cui costituzione fu decisa all'ultima Conferenza di Belgrado, si èriunito oggi per la prima volta. Hanno partecipato ad esso il ministro degli Esteri cecoslovacco Benes, il ministro 1 degli Esteri di Rumania Titulescu e il ! ministro degli Esteri di Jugoslavia Jef tic. La discussione sembra che abbia. esclusivamente riguardato un accordo i J per l'unificazione della politica estera] dei tre Paesi, accordo proposto da Be-ìnes. Si tratta di un'applicazione giuri-1 ica per cui, prima di ogni decisione in ! materia tìpoliUca estera, gU Stati del- | la Piccola Intesa si consulteranno. Ciò i o l e - del resto non fa altro che dare una for. ma giuridica a quello che di fatto avveniva. Con maggiore interesse si seguono invece a Ginevra le discussioni in seno all'ufficio della Piccola Intesa a proposito del possibile intervento degli Stati membri dell'alleanza nei reciproci affari interni in caso di sommosse. La proposta sembra, naturalmente, che sia: "piatita SMlsT Jugoslavia la: quale, di fronte al deciso atteggiamento preso dai Croati e dai ■ Macedoni, sente tremare il fittizio edificio statale fin dalle fondamenta. Come già abbiamo avuto occasione di riferire, i ministri degli Esteri di Rumania e di Cecoslovacchia non sembrano tuttavia disposti a seguire il loro collega Jeftio su questa strada pericolosa. E' quindi probabile che della proposta jugoslava non se ne faccia nulla.

Persone citate: Benes, De Madariaga, Di Soragna, Nadolny, Paul Boncour, Sanders

Luoghi citati: Belgrado, Cecoslovacchia, Giappone, Ginevra, Inghilterra, Italia, Jugoslavia, Tokio