La fine di una famiglia patriarcale

La fine di una famiglia patriarcale La fine di una famiglia patriarcale | ■r x . ìi- • l'i i ii- . j ìi i iTre fratelli in lite per la... calligrafia dello zio , j Possono ritenersi leg-ittimi e fondati I ci dubbi sulla autenticità di una scheda Itestamentaria quando — come eie- *'siedono del de cujus che poche firme. ! l tempi lontani, su docu- 1 ! ^a^..?^ ,^°}^t}^ ?m?°J.,?uf' : ^menti di comparizicne — non si pos- j m sto Quesito, in sostanza, ha dominato | ri ! l'Indagine che la nostra Corte d'Ap- | g tpeMo è stata chiamata a compierei l j nella definizione di una controversia | d : ereditaria inserta fra i fratelli Enrico, i d; Krmcnegi,:do e Giuseppina Berrone, e ! rtoc-li agricoltori abitanti sui fini di B basale. lu I I tre fratelli sono gli epigoni di una . r | famiglia in cui il tono patriarcale co- it Istituiva, per così dire, una regola di' Ivita- Spentesi d'ultimo degli ascendenti I Si—lo zio paterno Giovanni Berrone col ii j quale essi convivevano — le tradizioni i u ' patriarcali che avevano rette, per un'o;lungo gtro di generazioni, la famiglia i 1 eBerrone, si infransero, ed all'accordo, «111 _ , , |sla ,aIIora «S^o fra i_suoi^compo |t nenti, subentrarono i dissidi. Giovanni Berrone si spense il 2 marzo 1928 e seguì nella tomba il fratello Luigi (il padre degli attuali contendenti) spenj tosi il 14 maggio 1927 ed il fratello Evasio, deceduto molti anni prima: il 22 novembre 1904. Nessuno dei tre fra itelli morì db intestato: seguendo una ! c bunga tradizione familiare, essi lega-' | rono lp rRnettiw <!o=;tan7P ai rii^epn. ! , rlsf.ettive sostanze ai tìiscen- Identi maschi, hi parti eguali. Così di|sP0Se Evasio "Berrone, con testamento 1pubblico 15 gennaio 1899, rog. Marti- | ocvrifcprnslbt ! notti, nominando eredi in parti eguali 'i nipoti Enrico ed Ermenegildo; analo- igar.iente disnose. con testamento mib- gar.iente dispose, con testamento pub blico 26 aprile 1923, rog. Calieri, Luigi Berrone attribuendo l'eredità in parti &S^-^ ai figli Enrico ed Ermenegildo,, ; s^o lasciando la quota legittima alla ! e 1 figlia Giuseppina; cosi diSiPCse, infine, pi con testamento pubblico 21 dicembre j cpzpgscpt1923, Giovanni Berrone, legando le tue sostanze ai due nipoti maschi. Un colpo di scena Ma a breve distanza dalla morte di ! *w a Breve oistanza dalla morte di , Giovanni Berrone si ebbe un colpo di i e scena. Si rinvenne un suo testamento olografo, recante la data 3 febbraio 1924 — e quindi posteriore ai testamento pubblico noi quale il de cujus si era uniformato alle tradizioni familiari — col quale veniva istituito erede il scio nipote Ermenegildo e veniva disposto un legato a favore della nipote Giuseppina. Il testamento fu pubblicato il 4 maggio 192S col ministero del notaio Martinetti, e tosto Ermenegildo èqpcpzesGaUqtv e sione della eredità, rimasta sino ad : e aiiora indivisa con quella paterna e I e ^s\\0 zj0 Evasio Chiamato in caus° -' Bn-ico E-rrane contesto 1t dite » là ^ ^^TSf latente ^ografo e dello zio Giovanni, e richiese, per an-; -' pura« se lo scritto ed ì dati contenuti: - nel testamento impugnato fcasero di - pugno del testatore, degli accerta-!- mentì peritali GU accertamenti furono : - aiSDOsfi dal Tribunato „ nurit-n „»n ! - a tÌTT«m IZv • • ^\iT'^^^^Sr^Ji^n SsSSSS' ! s! 1 tanto nel ' contesio, come nella firma, I e era radicaii.nente faisato. A contraa 2tare questo responso peritale Ermene- gildo e Giuseppina Berrone scttopo jsero al Tribunale i risultati di una pe- irizia di parte, redatta dail prof. Ghio, le secondo cui il testamento doveva ri ì tenersi autentico. Secondo il perito di o Parte, l'autenticità del documento era o- dimostrata dall analogia dei caratteri di gl'alici che erano stati presi come eieo, menti certi e sicuri par la comprovae zione: Te firme che Giovanni Berrone i- ; aveva tracciato su taluni rogiti. Ma il i rti li e nn0. in in hi-, . d.-„hi.r, n- ' '0..„tp eg-laonuraenio. ^jef oet11 ri- Tribunale ritenne insufficienti gli accertamenti giudiziali, e nel contrasto ùei due periti, sc.rpese ogni pronuncia sul merito, orlino ulteriori accertamenti affidandoli al prof. Gilardenghi. Contro questa sentenza appellò Enrico Berrone, chiedendo alla Corte di respingere Je domande dei fratelli fondate sul preteso testamento olografo e la nullità e la falsità del R r-I trova la sua duncitrazione nella com-lojparazione dei caratteri onde è vergato icon quelli delle firme autentiche trac-BonloluSiohi <mnn tuuicuuaicni State ascolte dalia Certe, la quale in- torno alla singo.are ed oscura vicenda. ha condotto l'indagine più attenta e minuta. n , . un- renOUi troppo belli j L'assunto dsl p:rilo di parte, seconciò cui l'autenticità dal documento ,ja I ciate dal rie cujus in altri tempi, non Ila trovato crédito presso la Corte, * Giovanni Berrone non può — argo- ! la scheda testamentaria 3 febbraio 192^ perchè egli; fino a prova con¬ : ^a.n.a'..non.h* ™ai ve-ato- .d?.?u*n^0 j menta la Corte — essere l'autore del | ricevette, bambino, | grafica rudimentale, una educazione altro scritto che i la sua firma. Il contenuto ideologico | dell'autografo e la costruzione perfetta i del periodo, escludono d'altra parte che esso sia stato ideato e formulato dal Berrone e tradiscono l'intervento di luna terza persona. B?n più che la pa- . rola « revoco », le numerose altre let itere, maiuscole e minuscole, le parole ' I Scriminato dimostrano lo sforzo di iimitazione, che ha potuto raggiungere i una certa perfezione nella firma, di 'o;:' si possedevano numerosi esemplari, i quali, pur attraverso i tempi e ad glavodMstramfammacoglisc_ , cee le cifre che sono contenute nell'atte 1 gcito ! cose che pensava ' | onta della malattia paralizzante che colpi il Berrone, hanno tuttavia conservato la stessa « aura » calligrafica e rivelavano la stessa personalità grafica. Non potè invece la mano che concretò l'atto essere fedele ne'.le altre parti per mancanza di scritti comparativi, contenendo il testamento, ner necessità, elementi diversi per le molte di includervi. Lo scritto tradisce una mano che compie lo sforzo di parere malferma e titubante, che si sforza insomma all'imitazione, imnossibile, di un caratteri i ognosanenDmanpiEe nivecetamcoceleLa decisione Ma, secondo la Corte, vi sono altri , ! elementi di convinzione che 11 giudice può desumere aJl'infuori dell'analisi j calligrafica, non scevra mai di perplessità, e che possono fornire presunzioni gravi e precise. Il testamento preteso olografo è preceduto, come si grafico quasi sconosciuto, per i troppi ! uscarsi elementi da imitare e rivela la'dcreoccunazicne di ncn tradire il carat- I dpreoccupazicne di ncn tradire u carat tere grafico personale dell'autore». ^è dette, da un testamento pubblico nel quale il Berrone, seguendo l'esempio patriarcale dei fratelli Evasio e Luigi, chiamava eredi, in parti eguali, i nipoti maschi. Orbene, questa circostanza ha un valore morale che non ••uò essere trascurato, tanto niù se si pensa, come è sostenuto da una parte, jhe Giovanni Berrone aveva già diviso ed assegnate in parti eguali fra i nipoti U suo patrimonio immobiliare: par quattro anni ancora, nonostante il pre. teso olografo, e->si continuarono a vivere con lui secondo tale decisione. E la Corte, neH'indieare e lumeg. altri ^^.f^ : I ; : -! -; o : ^P0110- ulfmu' la trasmissione ai fro ! curatore del Re, per gli ulteriori nro cedimenti di sua competenza, dcil ori¬ ' ! finale del testamento apocrifo, scaturisce la convinzione della falsità del documento, « dichiara apocrifo e quindi falso, tanto nel contesto quanto nella firma, il testamento 3 febbraio 1924 e di conseguenza nullo e privo di ogni effetto giuridico;-ordina di procedere alla divisione dell'eredità di Giovanni Berrone sulla base del prece! dente testamento 21 dicembre 1923: anrindtrsaeggrdrcocdsctdavCdcr, I - , i a i e il o a andi n e el La Veglia Forense La tradizionale « Veglia forense », organizzata dal Sindacato fascista avvocati e procuratori a beneficio dell'Opera Assistenza Invernale c della Cassa Assistenziale del Sindacato, avrà luogo la sera del 20 corr. nei saloni del Ristorante Parco del Valentino. Le richieste dei biglietti d'invito devono essere fatte nominativamente alia sede dsl Sindacato (Palazzo di Giustizia) o ai membri del comitato organizzatore: avv. Maocari, Ezio Rossi, Nonnis, Patriarca, Biancato, Rameri, Ferrettini, A. R. Rossi, Fea, Fasslo, L. Prcve, Unia, Fuiian, Marzet, •Silvestri e Albasio. — La distribuzione dei pacchi alla periferia Con effetto dal Iti corrente il servi idpnmgpSLm- I premure"rivolte alio scòpcT'dall'Àrnmito astrazione postale in collaborazione c-! con l'impresa assuntrice dei trasporti. dei destinatari, eseguito con gli auto furgoni dell'impresa Giusti, appaltate! ce dei trasporti postali in seue, sarà nn I esteso alla maggior parte della zona della periferia tii Torino che non ave- n- I va flnora usufruito di tale beneficio, a. i\ provvedimento non può comprende e ; re la parte più alta della collina di Torino, non comportando gli autovei- 'coli lo sforzo per accedervi. La solu- i zione adottata viene ad esaudire i voti da anni formulati a mezzo dei locali quotidiani, di autorità, enti e circoli rionali ed è il risultato de'le attenti zio" di Jistribuzione pacchi al aomtclJio|nto !

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