Gli interesi di un debito

Gli interesi di un debito I censi di Cherasco Gli interesi di un debito ,,.iclie si pagano da oltre cento anniCherasco, 10 notte. Liquidare la storia non è mai uncompito lieve ed a prescindere dai severi problemi che affaticano ad ogni voigens di secoio la mente deiio statistatitutti sanno, per esempio, quali gravpostumi contabili a volte lascino sul lo-ro cammino i periodi che il nostroamor proprio vorrebbe considerarechiusi per sempre. Ma il caso che stia-mo per esporre supera ogni immagina-anno, al ragguardevole tasso del cinque ed anche del sei per cento, gli interessirasco. Centrotrentasette anni fa... Sono remote le circostanze che hanno originato la straordinaria situazione odierna; ed esala da esse lo scipitoodore delle vecchie cose che abbiamo visto, ai tempi della nostra fanciullezza, emigrare malinconicamente in solalo; ma non sarà inutile riassumere per sommi capi, i fatti che più ci interessano di quel turbinoso periodo. Uva: è il caso d'una città italiana cheda quasi un secolo e mezzo paga ognidel danaro preso a prestito, per pagareal Bonaparte vincitore ie forti sommedestinate a colmare il «deficit» dellaRepubblica francese! Si tratta di Che-Siamo nella primavera del li96: igiovane generale Bonaparte, trionfali-do finalmente delle inimicizie e dellediffidenze che egli annovera in grannumero nelle alte sfere parigine, ottie-da Camnt il romando dell'Esercitone tìa caraot a comando deli esercitocM, li galvanizza, li lancia sul nemico« riporta a Millesimo, a Montenotte, aMondovi una serie di clamorose vitto-rf«_ oh jùistriari srnnfitti si ritirpjnn <!i.onntti si ritirano sud'Italia. Valica le Alpi, raggiunge i 9uartier Graerale, lancia uno scintil lante proclama ai soldati ormai stan-Mantova. In Piemonte accampano lesoldatesche del vincitore. Cherasco ne* piena: le piazze e le vie si trasfor-mano in accampamenti, i palazzi di-ventano sedi di comando, lo case senorequisite per alleggi. Al Consiglio Co-mimale riunitosi d'urgenza, un uffida-la trasmette eli ordini del^incitore- ieae trasmette gii oroiniaeivinc-tore. lemura della fortezza debbano esseresmantellate e dovranno essere impie-gate all'uopo tutte le braccia che sa-ranno necessarie. In più, la città diCherasco dovrà subito pagare alla cas-^T^oivo^^if^ f„,i» „m'rih,--in sa dell esercito, una forte con.nbuzio-ne di guerra. , ... Le cronache de! tempo non ci dico-no a quanto ammontasse l'indennità ri-chiesta. Mezzo milione, forse? O unmilione? Non sappiamo. Non esistetracc'a neeli archivi contabili del Co-cipio cui ci siamo rivolti, ci è statodetto che i documenti dell'epoca si tro-vano, con ogni probabilità, agli Archi-vi di Stato di Torino. Certo però, lasomma dovette essere assai importan-te, a giudicare dagli espedienti cui ilComune, preso fra l'uscio e il murodovete ricorrere ^«„t^„; ,s-ii>r\t-^„„,.t„ i,„™„ ,,„ Ga Ideologi deU Ottocento hanno vo-luto spiritualizzare vicende ed uominidei tempo: ci hanno presentato quelnirti cnirf-jH ^oii'nnnn m z-nm» Horii ir.sistjva nei principi! dell'89, che essrecavano infilzati, pare, come tordi, sul-recavano mfiizati, pare, come torffljutla punta dello baionette. Ma in verità<-'A quegli immortali principil non tro-\iamo traccia nel proclama lanciato dalBonaparte il 27 marzo 1796; non tro-viamo in esso che queste semplici, ta-glientl parole: «Soldati! Voi siete laceri e scalzi, laRepubblica molto vi deve, ma nulla puòfare per voi! Io vi condurrò nelle p-.ùbelle pianure del mondo, ove troveretonori, gloria e ricchezze! Soldati, sarete voi imnari al vostro compito?!.. , " i.ii li besaoarte chiede danaro Maschio proclama, che non potevamancare di dar frutti. I francesi, stanchi, avevano dimenticato la stanchezza, scalzi avevano marciato, senz'armSS "£f ^hT, Vìnt0avevano sbaragliato il formidabile esercito austriaco bene armato e ben nutrìto. Ma il Bonaparte aveva oramai undebito verso 1 suoi soldati: un debito dmeglio dire, ci avrebbero „t penaato francesi stessi: ben sapevano soldati edufficiali d'ogni grado che bastava allungare le mani e prendere! Nessun— e tanto meno, poi, il generale Bonaparte — sarebbe venuto a ficcare inaso nel loro zaini e nelle loro cassettesifi^sotto mwu.zarde 1 avvemmenti, avevano cercato di nagli avvcainiiiiu, avevano cercauj ai nascondere in fretta e furia gli oggetti dvalore nei muri, o scavando profondbuche nell'orto; ed i francesi, che navevano avuto sentore, non si peritavano d'abbattere intere pareti, fracassare mobili, mettere i giardini a soqquadro. E guai a chi avesse tentatdì resistere! Scene selvaggie avvenivano in tutto il Coneese. n Comune di Cherasco non avevtempo da pardere. Lo spavento incornbeva su tutti i cittadini, ricchi e poverla cui fortuna, i cui sudati rissarmerano alla mercè degli u^iori francesH Bonaparte aveva fretta: fretta di riFcuotext Eell -=anevj. rhp -i Piris-scuotera cgj sapeva che, a Parigpiù che altrove, gli assenti hanno sempre torto. Agendo di testa propria, nela condotta della campagna, egli si erdecisamente scostato da! plano strategico prescrittogli da Carnot- ed erprobabile che il ministro, irritato, fosnlù acressibl'e al> fadimiS ™?ee più accessi We alle nuazioiii_maismuaziom malevoli che ai bollettini di vittoria. Blsognava al pCù presto tappare la bocca apoliticarti, mandando oro a Parigi. L'ordine comunicato al Municipio dCherasco era dunaue una tratla che bsognava pagare a vista. Ma per pagarbisognava avere soldi ed il Comune none aveva. Come lare? In altri momsnO. l'Amministrazione municipale avrebbe convocato tutti i capi-famiglia e, facendo appello a! loro civismo, avrebbaperto una sottoscrizione o magari lanciato un presi-ito a condizioni ragionvoli. La cosa era impossibile, in qufrangente. Molti, fuggiti, nell'imminenza dell'invasione, non avevano più datnotìzie dell'essere loro; i rimasti guardavano bene dal mettere il nasfuori di casa. Nessuno, poi, avrebbe acconsentito a. dichiarare* in pubblico ls^5—cao ^S^^goi *****-taJtori di Cherasco fecero Quello che si fadi solito, nelle pubbliche calamità::iircao in giro alcuni incaricatiMolti generosi cittadini dettero senza discutere, augurandosi che il sacria-Jo di danaro, pur cosi grave, datl'incertezza di «jud tempi, affrettass la partenza digli invasori. Altri, invece SS™ dettero, sì, ma pretesero ua regolare r:conos::m5r.to aai Comune, che ad trovarsi gravato on indifferente. stabilita conia- ns4c, cerne abbiamo detto, nessuna traccia d?ue modalità «siate ia raccolta dji fondi, nè della cifra raggiunta. Non esistono che le intestazioni degli interessi che id Comune paga ogni anno, quasi senza chiedersi il motivo per cui paga, ma, valutando U capitale in base alla media degli in- : teressi. la somma si può calcolare in- torno alle duscentecinquanta mila lire, in difetto d'un regolamento unico, il! Municipio dovette venire a trattative ; singole con ognuno dei creditori, sta- ; bilendo altrettanti censi, caso per ' caso, con criteri anche qui piuttosto arbitrari c senza lasciar traccia delle ; decisioni prese, so non nella intesta- ; zione dei censi, che importano un ; onere per il Municipio di circa dodici- : mila Sire annue. i Abbiamo potuto gettare uno sguar- ! do alio specchietto ove sono segnati i ; vari censi per lanino in corso. Sono, in ituno, una quarantina. Una particola- t rità. curiosa colpisce subito chi scorra ì benéficiarii — dato il loro danaro ad un interesse . dalTuao per cento; altri, pensando senza dubbio che gli affari sono affari e che la calamita pubblica non impedisce al cittadino di badarvi, hanno preteso il cinque ed anche a sei per cento. Vi sono censi di qualche migliaio di lire annue — veri canonicati per i altri di dieci lire, di [uanta. Ve ne è settanta cinque cerate¬ cinque, di due e dnq oersino uno di eettan ami: questione dei censi cheraschesi è risai- ìp levata dagli archivi e riesaminata, alla I a chiara luce dei tempi nuovi, nella spe- j =;on l'occhio le colonne doae cifre: ed è : la disparità di trattamento fra i cen- . Csiti Alcuni, pm bemacciani, hanno | mopaOgni anno, in sede di bilancio, la I v_ . _ ! t n ranza di farla una buona volta finita d con una paradossale situazione, chelv non è soltanto contabile, ma è so- i prattutto morale, e che dura oramai da ìx ceatotreatasette anni; ma convien pen- ; sare che il carattere squisitamente urna- ; c no della faccenda sia sfuggito a tutti o j D che nessuno abbia pensato a porlo tairrilievo, polche il prof. Bernocco, ret- 't tore della Biblioteca civica, insegnali- s te al ginnasio ed autore di pregevoli chiarando di ignorare nel modo più as- pl andat1' da Parte del Municipio, di addivenire ad un accordo con i benefl =larl di censi, per il riscatto dell'intero * Brevi cenni storici sulla città, di • Cherasco da noi intervistato, ha Imostrato la più viva sorpresa, di-;soluto che si perpetuasse, in forza dell'occupazione napoleonica, ima situazione di fatto cosi eccezionale. EgM ci ha promesso tuttavia di esaminare, dail canto suo, la questione, che offre allo studioso — egli ci ha detto — un interesse di primissimo ordine, con l'ausilio di documenti che ancora possano essere rintracciati nei privati archivi ed in quelli di Stato. A dire il v,aro' SS**® tentativo vi fu, nei tem- ni ori/in in sìa t^-«>^ Jxl ^f>,»j^_i. j : debito, ma non sorti buco esito per varie cause. Anzitutto, bisognerebbe H Comune avesse a disposizione xm& somma che non ha, in secondo luo£0- anche ammettendo che, per una circostanza fortunata, la civica animi- Distrazione potesse un giorno stanziare la cifra occorrente, urterebbe con-, tro il malvolere dei beneficiari di censo, i quali, avendo un capitale lmpie- ' gato in modo cosi redditizio, sono te- • r.acemente avversi al colpo di spugna, I sia pur* nella forma più liberale. Ve ; pei una terza categoria di oppositori, che vorremmo delirare storici: coloro che ne fanno parte sono intellettuali, appartengono ad un ceto sociale più elevato. Hanno il culto delle vecchie stampe. Essi considerano il loro titolo di credito quasi come una patente di nobiltà. La cartella di censo è, per loro, un cimelio, che a differenza di altri cimeli disastrosamente improduttivi, rende un tanto per cento: la custodiscono come custodirebbero un sigillo di Riccardo Cuor di leone. Posta la questione sotto la sua vera luce, spogliata del suo carattere puramente amministrativo per meglio metterne in rilievo il lato storico paradossale, non è improbabile che una via d'uscita si trovi. Dal canto nostro, non possiamo che augurarlo. Ci vuole un provvedimento radicale. Non è possibile ammettere che una città fra le più illustri continui a pagare sino al giorno del giudizio universale, gli interessi del danaro gettato sulla bilancia di Brenne MASSIMO ESCARD.

Persone citate: Bernocco, Bonaparte, Carnot, Sire

Luoghi citati: Cherasco, Comune Di Cherasco, Millesimo, Parigi, Piemonte, Torino