Serrato dibattito sui debiti

Serrato dibattito sui debiti Serrato dibattito sui debiti L'Inghilterra non è disposta a concessioni economiche - Recise dichiarezi'jni dei Cancelliere dello Scacchiere - Roosevelt prepara un piano di abbassamento doganale mondiale e di stabilizzazione delle monete i Londra, 2 notte, \ A Londra si apprende che nessuna\domanda e neanche alcun suggerimen-^0 indiretto di una nuova moratoria]*'? pagamenti dovuti all'America il lo|°l^°uPr°s_s™°' è stata fatta dal SO-verno britannico. i Da Waahino-tnn si rifprìsee. fh» lo 7- • ".a3°lnpton si rnerisce cne le notlzle ing]eSi dl una Moratoria, che ] Roosevelt avrebbe già deciso di conce- j dere alle Nazioni debitrici, ha seria- 'mente irritato il Congresso; senonchè, Inaila sua residenza nello Stato di „ prn5Ì,loT1fe „iPtfn riir,v,inro„Q geor„iaPresulenteeletto dichiarava ! f1 ™"c' *8.eSU S * s°llcvato 1 % ^esUone della moratoria di guisa |Che ]e em0210ni washingtoniane non .avevano ragion d'essere. \ Da questo gruppo di contraddittorie I informazioni, si deve trarre la sola conclusione che l'Europa si trova di ^-^^ ** «™ parte dei membri intransigenti | del Congresso e della stampa america- 1 ,na> Se „, potesse conslderarll quali un indizio di un nuovo orientamento del ! la politica in materia di debiti e di una prossima sistemazione di essi, soddisfacente per tutti gli interessati, i malumori del Congresso potrebbero essere ignorati. Senonchè, per ora almeno, si hf PF0Ia;dl questo-risentimento, ma?!f°f a?,att0 quella della seria proba" Sf»** T?J M.. a.cP.ord° sui debiti, anzi, si ha la .sensazione che il contrasto trale vedute inglesi e quelle americane,!tenda a farsi più netto e più profon-|do. Risulta ora in modo sempre più chiaro, che la soluzione del problema'dei debiti non scaturirà da eventuali I concessioni che l'Inghilterra potrà fa- ' all'America, bensì dal grado di au- |torità che Roosevelt godrà in seno al Congresso futuro, giacche di conces- sioni l'Inghilterra vuole, e può farne, poche o pochissime. ! : La presa di posizione ■,. « , . , I di thamberlain Chamberlain, che con ammirevole pazienza sta istruendo la pubblica opi- nione americana in materia economica e finanziaria, anche ieri, durante un banchetto offertogli dall'Associazione dei corrispondenti dei giornali d'oltre oceano, ha dichiarato che l'idea di con- ! cessioni da farsi all'America in cara- bio d'una riduzione del debiti, non è;una idea britannica. Gli obblighi as- sunti dal governo inglese, ha detto il ! Cancelliere dello Sacchiere, non pos- ' sono in alcun caso essere considerati alla stregua dl quelli esistenti tra uni debitore ed un creditore ordinario è, in più, la loro sistemazione è, in idan-1 tica misura, nell'interesse tanto del-1 l'Inghilterra come dell'America. Il go-j verno inglese, quindi, è contrario a: mercanteggiamenti attorno alla ridu-' zlonTe del sfuo debito'. , , „ «La nostra concezione del problema1 — ha precisato Chamberlain — non élche, se un debitore chiede un favore i ^^"iiwS^^w^*1 chle"! "he ia sistemazione^ dei debiM è ne"}^- t'eresse comune delle due parti; l'accór-]d? nim'e deve essere a mutuo vantag-1 eiZ01 esse *'.. . .. ! L ° v.ersi?nit cablografate. al &10rnali americani, il Cancelliere, avrebbe esplicitamente dichiarato che l'Inghilterra non farà promesse attor-! no allo standard aureo fino a quandojnon si saranno realizzate certe preci-'se condizioni che il governo ha già !varie volte definite, e che i delegati in-dglesl si recheranno a Washington con\il proposito dl mantenere isolate le di-;scussioni sui debiti, e del tutto indi-ìpendenti da quelle che potranno svol-jgersl colà attorno ai problemi econo-1 mici in genere. j Non si possiede una versione ufficiale delle dichiarazioni di Chamberlain, ma ò incontestabile, in base alla versione iamericana, che in questi giorni la po-jsizione britannica di fronte alle discus- ; sioni future è andata chiarendosi, pre- j cisandosl e, forse, anche irrigidendosi, iI giornali inglesi parlano senz'altro di,smorte dell'accordo Baldwin-Mellon ». Il Daily Mail dichiara apertamente &SfS£K£S dairin°| ghilterra all'America in base ai tratta-1 ti, e, attraverso le righe dei commenti,i si scorge il fermo proposito di questi! giornali di resistere a qualsiasi tentati- j vo americano d'imporre un prezzo trop- po elevato e, se è possibile, un pr?zzo1 qualsiasi, ad una eventuale riduzione:hm rfowtn | del debito. La reazione del sen. Borali Le dichiarazioni di Chamberlain, co me già era accaduto per il sue, discor-j 80 dl Leeds, hanno prodotto in America; rc'^-me immediata: il senatore Borab ai e affrettato a dichiarare: <: gE rl niltcrra non intende dlECU. tere altre questioni in connessione con la revisione del debiti, non avremo altra! alternativa che attenerci rigorosamente a;alla sistemazione dei debiti già avve -;nuta>. a; Il senatore Borah, passando poi a o1 commentare le dichiarazioni fatte ieri -\az Chamberlain. ha aggiunto: « Se Chamberlain intende dire che il oL.,1%" ""w^ c" e suo Governo non vuole prendere in esae ime altra questione che quella dei debi- \ ti, è meglio che non si perda tempo e -t non si incorra in spese a convocare una , Conferenza. Sarà difficile infatti e, sei : c°n?° m(y impossibile, realizzare una ri ] duzione del debito a meno che altri pro¬ a b]cmi economici siano presi in consideoi razione e risolti nello stesso tempo; coa : 5iCChè, so l'Inghilterra ha già raggiunto n ; conclusioni su questo argomento, la so la cosa che possiamo fare è di insistere !sulIa esecuzione integrale degli accordi. a jSe le Nazioni suppongono che possano i Sffi?«£gSS&^^£SS5?,3tol«Sr cian0 un tracollo, esse scorgeranno che ivranno assunto una posizione egoistica e rovinosa ». Queste ed altre esplosioni di malumore si ripeteranno nelle prossime settimane: Roosevelt è stato già informato dai suoi più intimi amici del nervosismo del Congresso, e gli sono stati trasmessi degli avvertimenti di senatori a! Dhe"Ìo scongiurano*a*« ricordarsi di ciò " =he accadde al Presidente Wilson quan do tentò di negoziare con l'Europa ignomando il Senato di Washington >. ! | Gli studi di Roosevelt ' Concessioni, in ogni caso, potranno essere fatte dall'Inghilterra sul terreno del]e tariffe doganali. Chamberlain ieri stesso ha potuto informare i corrispon denti dei giornali americani che, se gli accordi di Ottawa vincolano l'azione go vernativa nel campo economico, essi non ! impediscono in alcun modo al governo : britannico di conc : Jdere accordi che non ■s; trovino in aperto conflitto con le clau- I soie di quelli di Ottawa, oggi poi, un cablogramma da Hot- Springs riferisce che Roosevelt ha eia borato Iul da ora un piano di azione che "?,te!nP!a, 1111 abbassamento mondiale delle tanffe doganali ed una stabilizza zlone dei corsl monetari, in controparti u di una "duzione generale dei debiti, ! Ta'e riduzione, però, secondo il pia no attribuito al Presidente eletto, sa- ;rebbe preceduta da una moratoria di durata da decidere. Si afferma che ! questo piano è stato discusso da Roose ' velt coi suoi consiglieri, il prof. Molei e il notissimo pubblicista e specialista di i questioni finanziarie Walter Lipman. Nel corso della discussione si sarebbe 1 però riconosciuto che le tariffe non pos1 sono essere abbassate senza che prima j siano stabilizzate le valute, e che tanto :runa quanto l'altra questione, esigendo ' un'azione internazionale, rientrano nel camp° de"e ric"c,he de.Ua c°*l*T*™ 1 economica mondiale. Ciò spiegherebbe lla conclusione alla quale Roosevelt e i igu0i consiglieri sarebbero giunti nella !necessità dl evitare il ripetersi degli e- vcnti del dicembre scorso mediante il ]ricorso ad una moratoria per i paga1 menti del giugno venturo. ! clrca Po1 la scelta dei delegati alle .prossime trattative dl Washington è in- , teressante rilevare come molti giornali siano venuti sostenendo che MacDonald !non si recherà in America e che, d'aljtronde, la sua presenza a Washington 'non è affatto necessaria e può dimo !3trarsi anche pericolosa. Questa è stata d'opinione sostenuta con insistenza dal \Daily Tolegraph. Senonchè l'ultimo nu- ;mero delVEvcryman, l'organo ebdomaìdario del laburismo nazionale e quindi jdel Primo Ministro, sostiene l'assoluta 1 necessità del viaggio in America di j MacDonald e dichiara che quest'ultimo è il migliore e forse l'unico negoziatore capace di impressionare e convincere ila pubblica opinione d'oltre oceano. Ejgli può, meglio di ogni altro, porsi in ; contatto con la mentalità americana, j dice VEveryman, e « da questo contatto ie non dall'aritmetica — secondo il gior,naie — dipenderà l'esito delle tratta Uve *. ' • 1 |