Torture, fame e saccheggi

Torture, fame e saccheggi LA JUGOSLAVIA VISTA DA UN INGLESE Torture, fame e saccheggi prLondra, 2 notte, idHerbert Vlvian, vecchio amico del- j oia Serbia, decorato dell'Ordine serbo'. di Takovo, autore del libro in cui ia Serbia veniva definita «li Paradiso dei p0Veri », si occupa oggi nella En-'^ Ush Revue deiia situazione jugoslava, fiQuello che egli dice a proposito del IsJ*^ ^ Re Ate3£andro è dunque tan- mto più grave e significativo in quanto enoscenza delle cose balcaniche e ma-i3 nifestava, fino a qualche tempo fa, la! più sincera simpatia per la Serbia. i Ecco come il Vivian si esprime, al proposito della politica serba nel Mon- i ccenegro: iv« Tortura, fame, rovina, saccheggi, nassassini e crudeltà hanno ridotta la;cLmontenegrini riesce a giungere iuoriiafoVuS aY&r^ che il Montenegro è felice e contento,!di tanto in tanto qualche montenegrino!bò comprato dall'oro serbo e spinto da pBelgrado a -proclamare analoghe pa-l tenti menzogne. II terrore in Montenegro « Ogni inchiesta straordinaria è impedita. Fin'anche i rapporti ufficiai!, quali ad esempio quello del conte De Salis per incarico del governo britannico, vengono sorressi. Cosi il mondo resta all'oscuro di quello che è stato datrègiustamente definito « il più grande de- i fitto della storia ». ; cNoumeno categoricamente il Vivian,si esprime a proposito della Croazia: m«La sorte deUa Croazia non e mi- gliore di quella del Montenegro. Essa 1 era un Regno indipendente che aveva difeso la cristianità ed aveva una | grande letteratura quando i serbi non ; erano che dei pavidi schiavi immersi i nella ignoranza e nelle barbarie. Ccn | gli assassini! del 1928 e 11 decreto del . -ennaio 1929 ogni libertà nazionale e : individuale è scomparsa in Croazia Non solo le associazioni politiche e le riunioni pubbliche; ma anche le società letterarie, musicali, filantropiche e sportive sono state rigorosamente proibite, a meno che non si svolgano sotto l'egida dei tiranni stranieri (i Serbi). La Croazia, come Nazione, doveva insomma scomparire. Il mettere in mostra la bandiera o lo stemma croato il deporre dei fiori sulle tombe dei martiri, sono stati puniti come delitti di alto tradimento. «Nessuna vita croata è oggi sicura. Gli assassinii sono preamunciat! nella stampa governativa, nelle liste dei cosi detti proscritti. Poi eseguiti vergognosamente in pubblico, davanti alla polizia che non si muove ». Questa è ia procedura adottata per masj Stefano Radio e per gli altri capi croa-1 ti nel p .riamente jugoslavo i cui aggressori non hanno subito che condanne nominali. B 10 febbraio 1931, il dott. Milan Shufflay venne bastonato a morte in una strada principale di Zagabria, senza che nessun tentativo fosse fatto per arrestare gli assassini. Il 7 giugno 1932 il dottor Budak venne prima fatto segno a colpi d'arma da fuoco, poi vigliaccamente percosso davanti alla sua casa. La polizia protesse dall'Ira popolare uno degli aggressori, mentre altri due, ! sebbene perfettamente individuati, fu-1 ■ rono lasciati liberi. Torture da selvaggi B malcontento è punito come un reato, selvaggiamente, con la morte e con pene gravissime. Le accuse pubbliche documentate, contro le autorità per avere usato la tortura, non sono mai state smentite. Il vecchio i sìstema °turco 'tìeuk" ba7tonatura~"pér i . „r,-.i™i „„ii ;„,„,,t„(f a estorcere confessioni agli imputati e stato reintegrato. : Segue un rapporto raccapricciante fatto a Vivian da uno che ha su-1blto o°ni forma di tortura prima di |essere processato e che ha visto altre vittime della polizia jugoslava; fra queste, ad esempio, il commerciante Yavoz che fu sottoposto a sccrticazione e tortura col fuoco fino ad essere reso irriconoscibilt. Le sue ferite dopo sette mesi non erano rimarginate. Il Vivian passa quindi a parlare delle « terribili persecuzioni » nella Macedonia sottoposta al dominio serbo. « Di questa regione — egli scrive ta Jugoslavia si serve per provocarecontinui incidenti di tronferà, mentre la popolazione softre l'insoffribile. Giun- ,ono continuamente notizie di bambini martirizzati selvaggiamente perchè igenitori hanno loro insegnato a chla-rnarsi bulgari o macedoni. « Gravi pene pecuniarie sono infli a quelle famiglie che hanno dimentii \ to "che i loro cognomi debbono finire in «io e non in « off ». Tanto in Macedo- i«a quanto in Croazia è stata stabilita una gendarmeria speciale numerosissi-ma. Dove prima dell'annessione duo o tre agenti bastavano, se ne trovano ora non meno di quindici. Il terrorismo e la crudeltà di questi agenti per la difesa più oitre il Vlvian — si trova che la tirannia di Belgrado ha sostituito il caos di un regno fittizio sono ormai proveroiali. « Quando si passa ad esaminare la si ^"miseria aVbenessere economico e finanziario. Sicché è naturale che non solo 1 croati, ma anche i macedoni, i montenegrini, gli albanesi e gli sloveni, e eie;; la maggioranza della popolazione 3„rità ds!io stato». c_ij,j5 . ur:_9B»i OOiaail e Brigami Lo scrittore passa quindi a rilevare che perfino nell'elemento serbo, che dovrebbe essere soddisfatto del predomi- nio cosi acquistato, serpeggia il malcontento per l'ingiustizia, la violazione fppLuazTbne econo'mica del paese — scrive j saen'intorno stesso della Serbia imper tempo, sebbene non se ne pW un'accanita guerriglia promossa da bande di agricoltori datisi alla macchia per non pagare le enormi tasse che il roverno impone. « Anche se i governanti di Belgrado — continua 11 Vivian — avessero a che fare con dai vassalli soddisfai ti, essi marcerebbero diritti verso la rovina. L'enormie pressione fiscale non è destinata a migliorare la condizione del paese, ma a svolgere una politica di militarismo in previsione d: una g-uerra di conquista. Può darsi cne cedsndo aue pressioni di tutta ^ . gerbi t*ocitmo deUe pro_ me^/?ormalÌ; ma è certo che essi manterranno mai. Essi sono, e sono stati sempre, dopo l'avvento dei regicidi al potere, una minaccia che incombe sulla pace del mondo. Oggi il 27 per cento del bilancio è apertaoien te devoluto agli armamenti. Ma ciò è ben lontano dal rapDresentare tutta la reaitai giacché enormi somme, appa¬ rentemente destinate a scopi pacifici, sono ingoiate segretamente dall'esercito. All'esercito regolare bisogna poi aggiungere tutte le organizzazioni militari celate sotto l'etichetta di associazioni nazionaliste, ma poste di fatto alla diretta dipendenza del Ministero della guerra. Cosi i « sokols » con 120 mila membri che in caso di guerra andrebbero ipso facto nell'esercito; cosi i ceticl o « comltagi » che contano solo cinquemila membri, ma che sono poco meno che dei briganti temibilissimi per la ferocia e l'assenza di scrupoli ». B Vivian ricorda che le istruzioni al ceticl sono state date in un libro « Battaglia di Jadar » pubblicato dal ral| serbo Paliovic nel 1924. Es se intimano ai membri dell'organizzazione di essere « violenti e sanguinari » e dà « eseguire con le armi, dietro istruzione, l'assassinio di alti funzionari e di personalità politiche ». « Ogni cetico è una spia potenziale in tempo di guerra, e l'organizzazione deve essere mobilitata prima dell'apertura delie ostilità Vivian così conclude: « Nel cuore dell'Europa esiste una co- struzione fittizia creata per ragioni ! strategiche all'epoca del Trattati di pa 1 ce, la quale condanna milioni d'infelici ■ alla servitù ed alla decadenza, sotto la pazzesca dominazione di criminali trionfanti ».

Persone citate: Budak, Macedo, Milan Shufflay, Salis