Milan - Juventus 1-1

Milan - Juventus 1-1 LA CLASSE DEI « CAMPIONI » NEUTRALIZZA LO SLANCIO DEI « ROSSONERI » Milan - Juventus 1-1 -(Dcil nostro Inviato)- Milano, 23 mattino, Gli spalti di San Siro erano gremitisrt cometa occasiono dei grandi Incon-o»oWn<n«M T.r.c»ocrn-i"H! antri.3terminatl P^ssi dl autoveicoli. Va detto che la Juventus, la cu; fa-ma supera quella di ogni altra equa-dra. è la compagine che fa registrareneUe sue visite ai campi avversari, 1messimi incassi ma va soggiunto chela partita di ieri aveva tutti 1 numeriper apparire la più interessante, a piùequilibrata, la più attesa della glorna-ta. A Muano, 1 < rosso-ner: godono del-menta per nessuna difficoltà. Ebbene,c'era da festeggiare, il Milan, ieri, perl'affermazione di Bologna, e da soste-nerlo nel duro incontro con i «compio-ni»; e c'era da vedere all'opera la J11-ventU3, quella Juventus, che, anche in-completa, anche di qualche poco al di-sotto del suo rendimento massimo, èsempre dura da fronteggiare. Tutto ciòvalse a creare la grande attesa di Mi-lano sportiva per l'incentro, a fornirenlla contesa una imponente cornice difolla, fmfonti n srnr.tenti ? unitemi o scontenti. Tutti contenti o tutti Ecc-tenti per ilrisultato? Forse tanto i « bianco-neri »quanto i «rosso-neri» furono, più chealtro, scontenti del risultato, mentre glispettatori riconobbero l'equità del pun-leggio e salutarono con un grande ap-plauso la chiusura della gara. Sconten-te furono, invece, le squadre, perchè en-trambe ebbero, nei due tempi di gioco,la vittoria a portata di mano. Dal pri-mo al novantesimo minuto le due pri-me linee rovesciarono nelle opposte areeminacciose azióni da goails, ma le duedifese, i pali, l'arbitro e la sorte fece-ro si che le sorti si bilanciassero e cheda tanto battagliare non scaturisse cheun goal per parte. Ma, se il risultato èlo specchio fedele dell'andamento della gara, ciò non toglie che volti a volta Juventus e Milan si siano sentite acurc del successo. La squadra campione annetteva giustamente a questo incontro un'importanza capitale ed aveva ragiono di preoccuparsi delle conseguenze che avrei}-be potuto generare per la sua classificauna eventuale sconfitta. Si trattava disuperare con una affermazione in una partita tanto difficile quel periodo di incertezza che costò ai « bianco-neri » ben tre punti in due partite. Purtroppo le assenze di Bertolini e di Cesarini, entrambe di rimarchevole importanza, ponevano ancora la squadra in condiziondi inferiorità, accrescendo in pari tempo le possibilità dei « rosso-neri ». Carcano trimediò alla meglio ai vuoti fattisi nelle file. Mandò Varglien II chetanto e timido e riguardoso in abiti bor-ghesi, è combattivo e duro in campoKichiamò Sernagiotto — che a Milanotutti erano curiosi dl vedere all'opera —all'ala destra, spostò Borei n a mezzodestro, nel ruolo, cioè, che meglio siconfà alle sue attitudini, innestò al cen-troVecchlna, che aveva una gran voghadi riconquistarsi il posto in squadra enon ebbe da far troppe raccomandazio ni ai suoi uomini. Cosi la Juventus entrò in campo ben decisa a spuntarla. Resistette all'inizio tutto fuoco dei milanisti, ebbe a suavolta lunghi periodi di prevalenza,chiuse con un nulla di fatto il primotempo, segnò un fulmineo goal ali ini-zio della ripresa e fu costretta poi asubire il pareggio quando 1 suoi ter-Zini, avanzati sin verso meta campo,stavano a rincalzo della mediana e del-l'attacco, accerchiami la difesa avver-sari*- . Immagino quello che si vuol sape-re: ha giocato bene la Juventus? Eperchè non ha vinto? Ecco, se non frale migliori, la partita di ieri è aa an-noverarsi fra quelle buone dei bianco-neri; buona per la saldezza mostratadalla squadra, per la tenace volontàsfoggiata dai giocatori, per i sintomidi ripresa apparsi evidenti in ogni re-parto. Se non ha vinto, la... colpa è delJÌPU^irt^&fl-nf SrhnE^Ci™è^^^t*L^^X^^^Ì^tM!Lm1?S?13h*SS veramentesalo ™ La Juventus si è riconfermata da,-vanti al pubblico milanese queUa.gran-de squadra che in realtà è. Può averavuto manchevolezze ali attacco qual-che momento di indecisione nella me diana, ma, a parte la nuova magnifica prova del'a difesa, fu. delle due squadre, la sola che seppe impiantare, nei momenti meno febbrili della lotta, un gioco tecnico, chiaro, avvincente. Iguaio fu che auesto suo dominio tecnico non lo note esplicare che a trattiquando il Milan. come fiaccato dallo sforzo, si concedeva brevi pause di riposo. AHova Rosetta poteva mostrare le preziosità del suo gioco, Monti sorgeva come un dominatore. Ferrari tesseva azioni su azioni con l'ulta perizia. Borei riu=civa a dar fastidi a Perversi e Bonizzoni, e Semnrriotto, infinecoglieva mese d'anniriisi per le sue scorribande irrefrenabili. ner l'accanimento che poneva nei duelli con i più prestanti avversari. In ouesti momentJa folla milanese vide all'opera la vera Juventus e cip! anali sono normalmente le possibilità di così forte siluratanto che non si sentivano, tutt'attorno, che frasi d'am"vr3Z'>ne, che esatti riconoscimenti del valore <■ bianconero ». _ , . , M., L estro del OìU&n ,„ T„-,,Q„t„= r,oMa ecco che, quando la Juventus PMjreva aver preso nella sua rete_ WWyersari. il Milan scattava al ^tr»tacco. Un guizzo d« ™*&^~™™versone ora ad Arcari ora a tiossovee l'anione era di colpo in area juventi na. Il Milsn reasriva. mirava a cogliere di sorpresa Quella difesa che noavrebbe potuto superare con un'offensiva manovrata. Era pericoloso in queste sue reazioni, pericoloso proprio pel'estrcsità dei suoi attaccanti, gentnon legata a norme tecniche, ma mirante allo rete avversaria, al e-oal, allvittoria. E la Juventus, dì solito cosealma nel fr^ntPfFriare le offensivedovevi a volte liberare alla mc-frliospe:rza"e, accettare la lotta uomo contro un"m. Si ce^va altèl tino di combaWmento ri frrri corti fra at^ncpriti f. ,::-£r.cnri c^e fa ratteriere il fato aUfoi'n: 1? ns'la vafrnvs r> un piede all'entro, calciati! o rico.lciata, fmo a chCornai r<-n usciva dalla mischia per riF' di CojrW nrenrio ohe si voleva n'-'-.'c. O-m'hi ? l'uomo che ha olivato la sua pn!:^'1*" t} spesso dì Tortio-i che. confitta. S! dirriamata dvena, parano il possibile e l'impossibile ma, quando il guardiano juventino è sicu»£i s.è' P^1 altro. suP<?a j? tem" P.^H^,S.br£YFÌ:? i** !°?L*> ° che ai «bianco-neri:» avevano fatto chiudere gli occhi. Date del lavoro a Combi, impegnatelo spesso, ed egli vi farà vedere ^ cha cosa è capacc. Per mio conto d;co cnr qualunque attro rortiere avrebbe raccolto almeno tre Dallont in fondo alla sua rete e che pertk-, non si esagera ne, ^ ^ ha conquistato il risultato pari alla sua scilladra C0SB del resto, che non è awenuta ieri per la prima volta. Ro ,otta, in gran forma, fu l'imparcggiabl- dra_ callgaris, veemente e sicurissimo confermo & aver raggiunto ormai il mi r]ic,r <rrado d| forma 0 ., . - mediana juventina vinse netta"1™2 il confronto con quella «rosso nera ». tè più classe, nel reparto della s(Tjadra campione, più continutà, e fu u" peccato che VargUen H abbia, nella ripresa, calato il tono del suo gioco, pol cne ?eI primo tempo aveva giocato bene, ricorrendo anche alla forza, ma rag-, giungendo comunque lo scopo di ferma- j re il duo Arcari-Morettl. Monti, dopo! :lvcr girato un po' a vuoto all'inizio, an- d0 via crcfcendo> sin0 ad imporsl; " "npletamente nella ripresa, allorché, riuscì finalmente di effettuare queglil improvvisi smistamenti agli attaccanti j^Sjio piazzati che tagliano1 senz'altro, fuori dallazione metà dei difensori av-l versar!. Non è in declino, quindi, non e stanco, ma bensì il perno saldissimo dcJa saldissima squadra, Uove sussisterà pecche Anche ieri fu all'attacco che si ebbero incertezze e pecche. Il reparto, cosi sottoposto a continui cambiamenti, stenta a unificare il suo gioco, a trovare l'intesa. Solo a tratti gli uomini dei trio centrale manovrarono con idee, - marcia, da qualche tempo, su di una falsa v*a. A Firenze si stizzì per non centrale chiare, ma avvenne anche che due attaccanti si precipitassero contemporaneamente sulla palla, che il troppo individualismo di qualche elemento facesse mancare buone occasioni. Ma il guaio peggiore fu anch'e ieri l'eccessivo nervosismo di Orsi. Questo giocatore, abile più di ogni altro, puntigliose, volitivo, trovare il corridoio attraverso il quale passare ed infiorò la sua gara di vane proteste, di gesti rabbiosi, di inutili scatti d'ira. Lo stesso fece ieri, dato che Perversi e Moroni gli furono angeli custodi per tutto il tempo. Pertanto, più si stizzle peggio fece, tenendo troppo a lungo il pallone, esaurendosi in palleggi che permisero sempre il piazzamento della difesa avversaria, perdendosi in picche e ripicche, lanciandosi inutilmen te contro l'opposto mediano e l'opposto terzino quando ben sapeva di non giun Sere in tempo utile. E un peccato dav ve"° che a nervi a fior dl pelle tradiscano °rsi e lo spingano ad agire in modo CQe torna dannoso alla sua squadra, n migliore della linea fu Ferrari che, seppUre0 un po. lento è l'elemento che dà ordine al gioco, che prepara e svl- luppa le azioni migliori. Se la sua attività può sfuggire a chi non è osservatore attento, balza agli occhi di chi studia e guarda l'azione offensiva della squadra, ed allora prende risalto, e si scorgono finezze di stile ed intelll genza e chiarezza di vedute, doti che, purtroppo, non sono patrimonio di molti. Vecchina, alla sua prima parti^a d0po mesi di assenza, giocò senza infamia e senza lode; fu coraggioso ma difettò completamente nel tiro in por ta, intraprendente ma in alcuni casi tanto da essere di impaccio ai compa- gni. Ha bisogno di riprendere fiducia e ci riuscirà presto. Sulla destra l'attacco aveva i due «pesi piuma» Borei e Sernagiotto. Giocarono bene entrambi, certo meglio che nelle ultime parti te. L'intraprendenza di Sernagiotto sororese c disorientò a tratti la difesa milanista e Borei, meno marcato come mezz'ala di quBnto non lo fosse come centro attaccante, se la cavò a dovere. Fatt°. 1 lettori che non hanno ^BÌa^ò all'incontro, il rapido esame riguardante il comportamento del sta¬ g0li. si può in poche parole dire della |qUadraKin i„oc^0. Anpari forte, un bj>occo so, fece dcl bef gioco e dei còmoattlménto a seconda delle circojrtani8e- Impres8innò. Cnnquist un pun- j a non perdere. to c'.ie mostrò di meritarsi appieno. Il saluto alla squadra campione Il pareggio è, per il Milan, un titolo di merito, non un passo falso. Il Milan sperava nella vittoria dopo di aver imbrigliato il Bologna al Littoriale, ma pensava di trovarsi di fronte una Juventus male in arnese, non una Juventus sicuro dl sè. Non per questo rinunciò al suo programma massimo, quello di giungere alla vittoria, ma per necescità di cose dovette badare soprattutto Fu, il Milan, assai meno potente della Juventus, ma, per contro, ancora una volta riusci, con le sue doti di vivacità, di improvvisazione, di gagliardia, a dar vita ad una partita tutto fuoco. Quando parti all'attacco ebbe il solo torto, dopo di aver magari creato situazioni 1 favorevolissime, di peccare di precipita izione. Ascari e Kossovel sprecarono pal ioni da goal, pregiudicando irremedia . burnente le possibilità di vittoria della I loro squadra. Romani non rivelò quella ■. pericolosità che lo fa tanto temuto, nè I scoccò uno solo di quei suoi tiri che gli Mnanno valso u primato nella classifica del <: cannonieri ». Si dice nell'ambiente milanista ch'egli sta attraversando un periodo poco felice. Come avvenne per i e- . j. Borei e Busoni, Romani è ora in un momento di stasi. Moretti e Magnozzi furono non solo i più abili, ma anche i più pericolosi fra gli attaccanti e rossoneri ». Assai forte in Moroni, la mediana del Milan subì gli alti e bassi del gioco dl Biffi e Pomi. Per questo, forse, la squadra ebbe squilibri! nel suo comportamento. La difesa fu ottima sotto ogni riguardo. La gara, diretta dal signor Turblanì dl Ferrara, fu improntata ad una esemplare cavalleria, se si accetuano le poche rinicche avutesi fra Moroni ed Orsi e fra Orsi e Perversi. Folla imponente e sportlvlssima, larga dl incitamenti per il Milan, piena d'ammirazione per la Juventus. Notato, al centro della tribuna delle autorità il Duca dl Bergamo. SI inizia alle 15, anziché alle 14,30. La folla passa la mezz'ora dl attesa supplementare ad ascoltare la radio che, j £ra ia pubblicità di un aperitivo e quella |di rinomate pastiglie per la tosse, dà il psdlgRiiPdmcnplmspl1sgmBprCAVMCsmcdssrppdrdssnsmzrsicgCpmiscUdLacsp3f : benvenuto a Milano alla squadra cam- i a i ì i e r a . , a l pione d'Italia, Intanto gruppi dl addetti finiscono di rullare il terreno di gioco, dove, spalata la neve, sono stati sparsi a centinaia sacchi di segatura e di pula. Il campo risulta, cosi, pesante, ma praticabilissimo ed il rimbalzo della palla è netto. Anche le formazioni ce le fornisce la radio: Juventus: Combl, Rosetta, Caligaris; Varglien I, Monti, VargUen II; Sernagiotto, Borei, Vecchina. Ferrari, Orsi. Milan: Compiani; Perversi, Bonlzzoni; Moroni, Biffi, Pomi; Arcari, Moretti, Romani, Magnozzi, Kossovel. Sernagiotto provoca, al suo apparire in campo, la stessa gioiosa ilarità di Mi,:key Mouse sullo schermo. Il « piccoio » se ne avvede e, salutando, sorride. Pochi minuti dl preliminari ed il fischio d'inizio. Il Milan, scatta nell'area «bianco-nera » : Kossovel fugge e centra, Romani Intercetta c manda a Moretti che, con abile finta lascia viaggiare il pallone ad Arcari, piazzato e smarcato. Buon per la Juventus che Arcari apre subito la serie dei cuoi sbagli. Seguono dicci minuti di prevalenza torinese e registriamo parecchie belle azioni dei campioni. Varglien II lancia Vecchina: allungo a Orsi, centro a Borei che fallisce 11 tiro e duello Sernagiotto Moroni che si risolve a vantaggio del milanista. Fuga e traversone di Sernagiotto al 7' con I mancato intercettamento da parte di Bonizzoni si che Ferrari giunge sulla, palla e Perversi riesce a stento a libe-| rare. Al 9' calcio d'angolo provocato da Compiani su tiro di Varglien I. Al 12' Arcari è arrestato irregolarmente da Varglien II; sulla susseguente punizione Moretti gira la palla di testa in porta e Combi blocca in tuffo. H Milan restituisce Intanto il calcio d'angolo di poco prima, per ripiegare poi sul contrattacco condotto da Orsi e Vecchina e concluso da Borei con un pallone calciato fortissimo a filo del montante destro. La stessa sorte tocca ad un tentativo di Ferrari. Goal di Borei - Goal di Moretti Dopo che la Juventus ha chiaramente prevalso, il Milan sflora il goal. L'azione parte da Magnczzi, continua per merito di Moroni che serve Arcari. L'ala si serra verso la porta, giunge a pochi metri da Combi, ma indugia tanto che Rosetta sopraggiungc e salva in « angolo », cui segue una lunga ed intricata mischia .finalmente sbrogliata dalla difesa torinese. Le due squadre non fanno gioco a metà campo, ma spingono a fondo senz'altro, nelle opposte aree. Orsi e Ferrari tessono una discesa e Borei è ancora sfortunato, poiché sbaglia di pochissimo il rettangolo della porta. Ed ecco la terza favorevolissima occasione che si offre ai rosso-neri per segnare. Un tiro di Magnozzi è parato da Combi, che'non può, però, trattenere la palla: riprende Arcari che smista a Romani, il quale non dovrebbe che toccare il pallone in rete. Romani si impantana, sopraggiungono difensori, si crea una confusa mischia, ma il goal non viene. Un e angolo * per parte poi, al 32' una delle solite bizzarre decisioni arbitrali. La Juventus non ha giudici indulgenti : a Casale bastò che Bertolini sfiorasse con un braccio la palla trovandosi appostato all'estremo limite dell'area di rigore e l'arbitro decretò il calcio di rigore; a Firenze un fallo fischiato in piena area « viola » si trasformò, chissà perchè, in un innocuo calcio dl punizione proprio dal limitare del rettangolo tabu; con il Milan... Ebbene con il Milan, al 32' di gioco, Pomi, ha messo chiaramente, e cosi chiaramente che non ci fu forse spettatore che non l'abbia visto, la palla in corner con una mano. Il fischio dell'arbitro si credette si riferisse al fallo di mano del difensore rosso-nero, e non vi dico la sorpresa degli stessi giocatori milanesi quando l'arbitro, riprendendo a fischiare come a chiarimento del sibilo precedente, mostrò che si doveva battere il calcio d'angolo. Non aveva visto? O non aveva creduto di dover punire? E perchè mal? Da quando si lisa adoprare le mani per correggere la. traiettoria del pallone sotto il naso dell'arbitro che, unico fra tanti, non ci vede? Ecco dei misteri che continueranno a restar tali, ma il nuovo caso ci fa più che mal convinti che le partite sono spesso ala mercè degi arbitri. La Juventus continua ad attaccare. Borei mette ancora a lato di un palmo, non di più; per mandare alto poi, allorché riprende una respinta di pugno di Compiani su centro di Sernagiotto. Quando il tempo sta per chiudersi, (siamo al 44') Combl fa ammutolire la folla con una parata prodigiosa. Il MI' lan è all'attacco da qualche minuto, ma confusamente, e non si vede come possa nascere il goal da questa disordinata pressione. Ma ecco Magnozzi uscir dal gruppo coli la palla: è vicinissimo alla porta, saetta a colpo sicuro : il portiere juventino arriva, chi sa come, a deviare di pugno. E' appena fisciato l'inizio della ripresa. Il Milan abbozza un attacco: Rosetta lo ferma ed avanza con la palla. Passa uno, due, tre, quattro avversari, quasi fossero piuoll piantati in mezzo al campo; giunge quasi ad Innestarsi all'attacco, poi, con accortezza passa a Ferrari, che pronto smista a Borei. La palla si insacca in rete violentemente. Il Milan tarda a reagire, ma poi Combi incomincia ad aver lavoro e para con bella sicurezza. Verso il quarto d'ora la Juventus torna all'attacco; 1 suoi terzini sono quasi a metà campo quando, al 16' un rimando della difesa rossonera dà la palla a Magnozzi. L'azione si svolge in pochi secondi: Magnozzi dà a Romani, Romani ad Arcari, Arcari fugge e centra a Moretti incuneatosi fra Rosetta e Caligaris, che non hanno fatto in tempo a retrocedere. Moretti fila sul goal e, giunto a pochi metri da Combl, mette in rete con un tiro secco. Uno a uno. Le due squadre riprendono a lottare con raddoppiato vigore. Al 21' Borei flassa tre avversari e scocca 11 tiro che a traversa respinge in pieno; un minuto dopo, su punizione battuta da Magnozzi, è la traversa che salva la porta di Combi. Pari e patta. SI susseguono attacchi nervosi dalle due parti : sbaglia Vecchina un bel pallone; sbaglia a sua volta Kossovel. Al 43' Arcari scappa a Caligaris, che scivola: quattro rossoneri sono in linea di fronte al solo Rosetta. La situazione è criticissima per la Juventus. Arcari ha il pallone che può decidere del risultato; forse l'emozione, forse la precipitazione gli anneb' biano la vista; fatto sta che sciupa pue rilmente, calciando a lato. Turbiani fischia la fine. Grandi applausi, e, sulle I gradinate, i soliti falò. tcrpièrltss- LUIGI CAVALLERO.