Rocambolesca impresa in un Banco di cambio clamorosamente troncata dai carabinieri

Rocambolesca impresa in un Banco di cambio clamorosamente troncata dai carabinieri Rocambolesca impresa in un Banco di cambio clamorosamente troncata dai carabinieri Un lestofante arrestato sulla sua automobile dopo una movimentata caccia attraverso la città Il suo compare colto sul fatto e obbligato i a cooperare all'arresto -- Titoli per oltre 220.000 lire sequestrati o i l e Un rocambolesco inseguimento, attraverso tutta la città si è concluso l'altra sera con l'arresto di due pericolissimi delinquenti, i quali debbono essere protagonisti di primissimo plano in qualcuno dei più grandi furti di titoli verificatisi in questi ultimi tempi. L'inizio della brillante operazione di polizia, che è stata compiuta dal maresciallo Curzi, comandante la squadra investigativa della compagnia interna dei carabinieri, è dovuto alla perspicacia ed onestà di un cambia-valute. Ecco intanto come si sono svolti i fatti. Nel pomeriggio di martedì si presentava al Banco Cambio di proprietà del signor Vittorio Davico, sito in piazzetta Corpus Domini, un giovanotto elegantemente vestito, il quale chiedeva informazione per un'operazione bancaria di una qualche importanza. Il giovanotto desiderava sapere se sulla piazza di Torino fosse stato possibile collocare delle obbligazioni statali bulgare e romene della rendita del 7 per cento, emesse in dollari americani. Il sig. Davico rispondeva che l'affare poteva eventualmente essere concluso, solo se unitamente ai titoli fossero stati presentati i certificati di identità necessari a comprovare chi fosse il proprietario dei valori. Invitava quindi il giovanotto a ritornare recando con sè 1 titoli. Questi prendeva appuntamento per l'indomani. Dolorose esperienze di un banchiere L'altra mattina il giovanotto si ripresentava infatti al Banco Davico, ma neppure questa volta aveva con sè i titoli. Discuteva iuvece sulla cifra che si sarebbe potuta ricavare dalla vendita dei valori e in ciò si tradiva, suscitando i sospetti del cambista. Infatti, mentre in un primo tempo aveva cercato di tutelare con assai scrupolo i propri! interessi, tentando di ricavare la maggior somma possibile dalla operazione, alla fine dava a intendere non solo di essere disposto a transigere, ma financo di aver desiderio di esitare le obbligazioni a qualsiasi prezzo. Questa manovra, come si è accennato, metteva in sospetto il signor Davico. Bisogna notare a questo proposito che questo cambia-valute non è, purtroppo per lui, nuovo a esperimenti del genere. Per tre volte infatti egli ha dovuto avere a che fare con pericolosi delinquenti. Or sono dodici anni, quando ancora il Davico teneva il banco di cambio in vìa Milano, innanzi ali . Basilica Mauriziana, ignoti delinciuei4' avevano cercato di aggredirlo, tentando di accecarlo lanciandogli del pepe negli occhi Lasciato quel locale e trasferitosi in via Cernaia. il Davico subì una seconda aggressione, durante la quale era gravemente ferito con un corpo contundente al capo e depredato di ben 300 mila lire. Trasferitosi ancora una volta, è venuto nei locali attualmente occupati, subiva un'altra visita dei ladri. I malandrini, introdottisi attraverso un varco aperto nel muro, che divide il retrobottega dalla scala, nel Banco-Cambio riuscivano a far saltare la cassaforte e ad asportare valori per oltre 150.000 lire E' quindi immaginabile come, edotto da tali precedenti lezioni, il Davico accogliesse con l'immaginabile sospetto la misteriosa visita dell'ancor più misterioso individuo. Ad ogni buon conto, siccome il giovanotto fissava appuntamento definitivo per il pomeriggio, il Davico accettava, salvo, poco dopo, a mettersi in comunicazione con il maresciallo Curzi. Il sottufficiale accorreva egli pure all'appuntamento e si nascondeva nel retrobottega del Banco, donde aveva comodità di sentire quanto si svolgeva nel negozio. Il tranello e la sorpresa E così, allorquando il giovanotto si ripresentava, recando questa volta i titoli per 2500 dollari (circa 60 mila lire) I il maresciallo assisteva, se pur di lontano, allo svolgersi delle trattative. Ad un certo punto, giudicato che fosse giunto il momento opportuno, il maresciallo Curzi, usciva dal nascondiglio, si presentava e chiedeva al giovanotto i documenti. Questi li esibiva, ma, invitato a dar ragione del come fosse venuto in possesso dei valori, prima tentava di tergiversare e poi finiva di ammettere che gli erano stati dati da un individuo conosciuto due sere innanzi in un locale di divertimenti in Milano. Lo sconosciuto doveva anzi trovarsi nei dintorni. Una rapida battuta compiuta dagli agenti non dava però esito alcuno Allora II giovanotto veniva portato alla Caserma di piazza Carlina. Qui si continuava il suo interrogatorioEgli, mentre confessava altri partico¬ | | 'l i . e l è o a i a e r a e a e l o l o a o a a a o d o o , l a a e i i ) d e i i a n a ¬ lari sulle modalità con le quali i titoli gli erano stati consegnati, indicava 1 connotati caratteristici del complice. Al| to, cappotto color tabacco, cappello ver| de, distinto. Da Milano a Torino ave'vano compiuto il viaggio in automobile e solo quando erano giunti nella nostra città, egli aveva saputo quale incarico gli sarebbe stato affidato. Si tornava alla ricerca dello sconosciuto, ma anche questa volta gli agenti dovevano confessare l'impossibilità di ritrovarlo. Allora si metteva in gioco un'astuzia alquanto ardita. Il Maresciallo Curzi, cui si accompagnava il figlio del cambista, uscivano portando con loro il giovinetto. Ritornavano al Banco-Cambio, sempre nella speranza di imbattersi nello sconosciuto, il quale, a detta dell'arrestato, doveva essere in possesso di un voluminoso fascio di altri titoli. Anche questa gita si dimostrava però inutile. In casa della ballerina Ad un tratto l'arrestato, come se intendesse scagionarsi, dava un'ultima informazione alla Polizia. Confidava al maresciallo Curzi un'avventura galante del suo compare. La sera innanzi infatti i due si erano recati a trascorrere qualche ora in un caffè-concerto di via Roma. Qui avevano fatto la conoscenza di una ballerina, tale Marisa, domiciliata in via Madama Cristina 24. La ragazza aveva anzi dato poi ospitalità allo sconosciuto, il quale, a sua volta, le aveva promesso di riportarla in automobile a Milano, ove essa era chiamata da una scrittura. L'appuntamento fra la ballerina e lo sconosciuto era fissato per le 17,30 in via Madama Cristina. Immediatamente il maresciallo Curzi fermava un'automobile e con il figlio del cambista, il giovanotto ed un agente partiva alla volta dell'indirizzo indicato. Al"angolo però di via S. Teresa con via XX Settembre colpo di scena. Lo sconosciuto era là, fermo all'angolo della strada. e E' lui » accennava l'arrestato. L'automobile si fermava immediatamente: riprendeva la corsa, tornava a f ermarsi^l sottufficiale e l'agente scendevano per mettersi sulle traceie dello sconosciuto, ma costui era già scomparso. L'affannosa battuta nelle centralissime vie non sortiva alcun effetto. Si riprendeva allora la strada e si raggiungeva la casa di via Madama Cristina ove non era difficile ritrovare la nominata Marisa. Costei veniva interrogata; confermava la notizia dell'appuntamento, ma di più non sapeva dire. Era soltanto a conoscenza che, la notte innanzi, l'automobile era stata depositata in un'autorimessa all'angolo di corso Valentino. Qui stavano per dirigersi gli agenti quando il suono gutturale di un clacson tre volte ripetuto, faceva sussultare ognuno. Scendeva allora il figlio del cambista, seguito a un passo dal maresciallo Curzi. Innanzi al portone, nell'automobile ferma, c'era lo sconosciuto. Il Davico apriva lo sportello della macchina e, con un balzo, il sottufficiale si precipitava sul malandrino. All'intimazione di arresto gridatagli in faccia, egli si arrendeva immediatamente, tanto più che ad un fischio accorrevano altri carabinieri già in precedenza scaglionati nei dintorni. Sull'automobile prendevano posto i due arrestati e la ragasza, unitamente, si canisce al maresciallo Curzi, che, guardandolo a vista guidava il guidatore fino alla caserma di piazza Carlina. Sull'automobile, che si presume essere essa pure rubata, non furono trovati valori di sorta. Occorse una perquisizione nel temporaneo domicilio dell'arrestato, e solo qui si potè rintracciare la va'igia, nella quale erano contenuti tìtoli per un valore superiore alle 170 mila lire. Sulla provenienza dei titoli l'arrestato, che è un pregiudicato vigilato speciale, ma sul nome del quale la polizia mantiene uno spiegabile riserbo, non ha voluto assolutamente dire nulla. Si continuano intanto le indagini per stabilire quegli altri particolari che, venendo in luce, potrebbero agevolare l'onera della Polizia. 'Società piemontese di chirurgia Domani, alle ore 16, avrà luogo nell'aula della Clinica chirurgica, l'insediamento del. la nuova presidenza della Società Piemontese di Chirurgia che avrà quale 6uo presij dente il prof. Uffrcduzzi. vice presidente i il prof. Bobbio e consiglieri i professori j Fini e Stropenl. Alla seduta prescnzlerà ' il Ecnatoro G. Pascalo, illustre chlrurgf I dell'ateneo partenopeo, il quale farà una I importante comunicazione sul tema: c auto i plastiche della stomaco, tecnica operativa ' c risultati clinici >,

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