L'uomo che regola cento orologi

L'uomo che regola cento orologi Terrazza veneziana L'uomo che regola cento orologi VENEZIA, gennaio, .sSono salito su:!a terrazza dell'Oro- zloglo, dopo dicci anni, soltanto perchè, ' gpoco prima, aveva chiesto di far le] .scalo Harold Lloyd. " j mE' stato cosi. Il celebre acrobata]camericano che fa la verticale sulic pgronde, durante il suo soggiorno a Ve- nezla, (senza gli occhiali, che rimise:fsul naso per la seconda volta alla sta-1 ezionc dove qualcuno doveva applau- ; 3dirlo, che cenava a mezzanotte, ccat- '. '.tamente — olive, mandorle salate, j rpatate fritte —V alla mattina, quasi idse^">" EUa. ,f,!n°° are .masia„nella h:o dall'hotel, arrivava di cor- „ all'alba, faceva la sua ginnastica con la testa Bll'inglù sui tappeti persiani de! Danieli. Prima di prendere il caffè scivolava lungo le ringhiere, appariva c spariva' con una 7iaZZ. Uscito sa in cima al campanile di San Marco. Ad Untale che giungeva dopo di H|vnaturalmente servendosi dellaocenso-! __ ,, _, ... . _ pre, Harold Lloyd chiese di vedere Ga- ;spare Melchiore Baldassare, i Re chej=per otto di dall'Ascensione, escono da, donn^^r^^^ùr0, n° *"* Ma" ' ldonna, entrano dal! altra. sHarold Lioyd cerca ì Re aimNon vede? — rispose il signore uB'— i Re Magi sono di fronte, nella log-jsgià dell'Orologio, sopra l'arco di San!LMarco, Il « divo » scese a precipizio le scale del campanile di San Marco, attraversò la Piazza, dalle Procuratie Nuove a quelle Vecchie, entrò sotto l'arco, i«ninoro mezzo, l'altro mero le ribatte. — E si carica? — Due volte al giorno, per quattro Buono ad una porticina piccola pie-.dcola — come un segreto, come un mi- j nstero — riprese la sua corsa, salllgquest'altre scale, anguste, lunghe,: qbilie, trovò il signor Emilio Peratoner, j scustode dell'orologio, volle veder da j avicino i Re Magi, li toccò, uno alla;mvolta, domandò qualche spiegazione, i cun po' in italiano, un po' « coktell » , di francese e inglese... ! — Dura molto' ' Venti ore, e suona tutte le ora Vn J, batte le ore e, dopo un minuto e !£ppi lSS?SnS*^f^S T™' IT PCT °» nfSmato P S ' Unap6r! iV? '.ji im* "^JV « ^ Dn°n 2,.oaava tan"1 te volte? Mi dicevano laggiù... Lr a • . t„ i m— In America, non mi conoscete? |rAllora si rimise gli occhiali e fu ri-lRconosciuto prima dai piccoli, e poi dal ; ceran^'^f.}? stavan,° ad ESC0,ltare- ! s— Infatti la meridiana, a mezzosior- | pno e a mezzanotte, suonava. centoqua- i *rantaquattro colpi, divisi, dodici per do- - dici, ma dava fastidio. Fu rimessa alla ncaduta del Campanile di San Marco ci,fu levata quando venne ricostruito. LDaJìa terrazza Harold volle vedere tVenezia. Vi stette un'ora, — il fore- LBtlero più ostinato, a memoria d'uomo e— poi discese, acquistò il grano, sl fece salire i piccioni sulle spaile, sulla testa, sul petto, cercò sua moglie sulla Riva degli Sclùavoni, chiamò una gondola, dal Molo, raggiunse la stazione, pasti per Parigi. Morgan o Greta Garbo? crilbcnIo ho cercato di sapere quelli che ov'eran andati prima, ma non c'è un re-1 gistro, e nessuno potrebbe ripeterli,1 vcon esattezza. Gli ultimi custodi — ' aCltella, Gastaldello, Donadoni — non sono stati dei cronisti appassionati, non avevano la stoffa curiosa e capricciosa di Sanudo. Qualcuno, passando, ha scritto sul muro o sul marmo, qualcuno ha cancellato, un re, un principe, una star, una ballerina, un milionario, Hearst e Wanderbll, il Re del Siam e Morgan, ima non si può dire se sia Morgan — il ddbmsbcPcimilionario che giungeva a Venezia con jnla sua goletta e passava il traghetto a Santa Maria del Giglio o alla punta della Salute, oppure Blena Morgan — perchè, fino all'altro giorno, la scrittura pareva fine fine, e non contraffatta, e allora Morgan vorrebbe dire Greta Garbo, ospite dslYBscélsior per tre giorni, sola, in una stanza del rez dè chausèc. Forse la gente sale sulla terrazza più che per l'orologio, che è meraviglioso, legato intimamente olla storia bizzarra e gloriosa della città, perchè dalla balaustra lo spettacolo del bacino, visto nel quadrato aereo delle colonne della I piazzetta, è stupendo, e San Giorgio ! maggiore sembra, davvero, un alt°re . sfavillante, sollevato per im prodigio dalle onde. iMa sarà mai l'oro1'., o più vecchio d'Italia? Il dottor Nicolò Erizzo ha scritta ai veneziani <:. una lettera » tutta piena di I nomi e di nu»eri, tutta pervasa da un icocente amore per questo gioiello del- \la città; era allora il novembre del ! 1860. Se è vero che l'origine degli oro' Eogi si perde ad un secolo e mezzo I prima dell'era cristiana -- l'acqua per motore — questo di Venezia, che è freJ più illustri, non è fra 1 più vecchi; il primo orologio a ruote, mosso dai' *, . ,,„ °t , ,,„,. „,,. . 5ef,i' ?i.coUocJ?0«,inS \306 ,SuUa della Chiesa di S. Eustorgio, a Mila- no, il secondo fu costruito a Londra, da Riccardo WaHimgfod, monaco bene- dettino, il terzo nel 1328 fu collocato sul campanile di San Gottardo (ner or- ^,7' jTfTT." v,„„„„ta ti e. f,, dine del Duca Azzo Visconti) e ne fu artefice Guglielmo Zelandino. Cercau- do nel diari di Marin Sanudo si trova .scritto clic il 10 giugno del 1496 fu ini ziata la demolizione delle case ali'in ' grosso delle Mercerie sopra il volto ] ..per far le fondamente di un «orologio j molto cxcelcnte el qual — ut dlcitur — ]costerà zercha ìniiia ducati et sarà ci più belo do Itaìia ». Il senatore Domenico Malipiero con:ferma la notizia nei suol annali e pre1 elsa la data — giugno 1496 — e il co; 3to reale — 6000 ducati — e c sebbene '. '.e fabbriche sian sospese per la guerj ra di Na.poli » anche il tempo giusto idei lavori ò indicato cosii due anni e sette mesi. Il magnifico orologio Il primo di "febbraio del 1499 venne esposto alla folla il magnifico orologio, questo zorno primo de fevrer a hora andava el preSelpe per piaza per „ _ „ TO* a Hlfnt* Maria. For- ' |vo&M££ eheT^u il ^ ! , j„ ™„,..a-jn f.*. pra la strada che va in inarzarla fato ;„„ " „ „f i^n™(m„» j=™ fSSTS-ASSS&. se, r del risor|rlmento dell'ar- ' lettura fai Italia fon tre grandi scompartimenti : uno per il quadrante, andar a vespero a Santa Maria Forimo3a, fo aperto et scoperto ila prima uno pei' « Nostra Donna », seduta col Bambino sulle ginocchia, uno a mo jsaico in azzurro e stelle d'oro por il !Leone, ritto su quattro piedi e aperto il libro del Vangelo con la leggenda «pax tibi, Marce, evangelista meus», A salir in cima alla torre, adesso, nessuna cosa è mutata. Il custode fa vedere 1-quattro piani, .due stanzette per ciascuno, la macchi' j na, il meccanismo dei re magi, il conlgegmo luminoso per la notte, e, se : qualcuno gli chiede — Peratoner, mo j strateci qualche cosa dei vostri più j antichi (predecessori — egli inette le ;mani nelle carte giallette, e qualche i collega solleva la testa dalla polvere, Il cust0de della torre ! T, . . „, .„,._ . „ ' 11 Primo lcustc<le della torre- Gian" JftJW^^^'gSB 3"E !£rut£;re della tacchina. Morto dopo pochi anni, gli successe Girolamo, suo primogenito, che arrivò a Venezia con i la moglie e con i figli ma, dopo un an no di prova, si vide che l'orologio non ! ignava più regolarmente le ore, e il imoto del pianeti era arrestato. 1 Allora, su delibera del consiglio dei Ljecj> fl 'Ranierl fu consedato. e chia- i mato da Padova Raffaele Pancino che |rimase a quel posto otto anni, mentre lRanieri calato di nevrastenia, suppli- ; cava la ecCellentissima signoria e lo ! stesso doge di esser riammesso al posto | percjuto i * Fu riamm6SS0, per pietà, - Poco t„mpo dopo u Ranieri partiva nascostamente per Modena, lasciando i,a cura de]la torre a persone inesperta Lhe vendeva il c movimento dei piane ti:> sl che mdusse u senato a convo Lare a Venezia fabbricatori, meccanici e astrolabii. Le vicende posteriori sono complesse e discordi. Ma, attraverso i ricordi meno labili di questa impresa, la figura del custode di adesso ci sembra congiunta in una ideal parentela con quelle che il tempo ha sommerse. Perantoner orologiaio del comune, non è maestro di logaritmi e di scienze occulte o di matematiche celesti, 1 E' m omino scialbo e pallido che vi1 ve da gran tempo nella sua specola, ' a mezzodì di San Marco, tutto avvolto. ridpdRnpqdeQmal2avdavzabssnusslcnUdfttdafttdalle pietre, tutto assorto nella musica discreta dei pendoli che sembrano un batter discorde di cuori. Egli governa da quella specie di eremo più che cento orologi, quello immenso della torre, i diciotto elettrici distribuiti nei lontani quartieri della città, 1 cinquantaquattro di Ca' Farsetti e di Palazzo Loredan, quelli del palazzo Ducale, del gran cortile, della sala del Se- jnato' e dell'Avogaria o Se Nicolò Copernico, dopo una vita tranquilla ed, agiata, non fosse morto a settant'anni, a Berlino, di morte naturale, 11 24 di maggio del 1543, sareb-1 be perito, secondo la leggenda, a Strasburgo, dopo che i Consoli e i primati gli tolsero gli 'occhi per porlo nella Impossibilità di costruire un orologio simile a quello che egli aveva ideato, col mese, il giorno, il pianeta. Infinitamente più fortunato di quel suo grandissimo e lontanissimo parente, Peratoner guarda dall'alto il panorama splendente della città dogale e I "*"»* 1 * tutte le o ! infelicità, e di tutto le gioie, senza cue . rarsi troppo degli sposi in luna di mie o e- JtaIlam e stranieri, che salgono sul ila terrazza per ripetersi il più fedele giuramento d'amore. ti. 0. Gallo. o I i. \*n m 8 S. E. De Bono ! DopQ ]a cerlmonlf °sm0^l aTripo- li al Teatro Mlramare, per la conse- La gratitudine dei coioni libici I ma'dél~prèmf cònce^f dàì~Duce "ai cò foni metropolitani della Libia, il Cover-enatore Badoglio e l'en. Razza hanno inviato al Ministro delle Colonie S. E. 'De Bono, il seguente telegramma: .-Siamo lieti comunicarLe che sta- mane, al Teatro Miramare, affollato di co]0ni c concessionari convenuti da ogni zona, abbiamo proceduto alla con segna di 142 premi di colonizzazione oer l'ammontare di lire 213 mila. I co. lo,ni tutti, che sanno con quale vigile ed affettuosa cura l'Eccellenza Vostra e ,a loro dura impre3a lnviano n pjU devoto saluto e prometto- i no che persisteranno con sicura fede*.