Conflitto tra Re Carol e Maniu che minaccia di sboccare in una grave crisi di regime

Conflitto tra Re Carol e Maniu che minaccia di sboccare in una grave crisi di regime Conflitto tra Re Carol e Maniu che minaccia di sboccare in una grave crisi di regime j Vienna, 7 notte. Notizie da Bucarest parlano di una I nuova accentuazione del dissidio tra 11 Sovrano e 11 Presidente del Consiglio Maniu. Sono notizie che naturalmente noi riferiamo col beneficio d"lnventario. So Maniu nello scorso ottobre, dopo il , col"o di testa di Titulescu nella que ! stione della Bessarabla, b1 è deciso a i3Ubcntrare-a Vaida Voivoda, lo ha fat!t0 unicamente ed esclusivamente per jarrestare all'inìzio la scissione che ai vrebbe altrimenti rovinato 11 blocco na¬ l zional-zaranista. Le origini del conflitto Come si ricorderà, nell'estate del 1931, Manin, dopo le elezioni che successero alla caduta del Gabinetto Jorga, sì rifiutò di assumere la Presidenza del Consiglio non avendo la Corona voluto accettare certi patti da lui posti, e che in partlcolar modo rlguarda- 1 . ... . . „ , , _ _ ,, r j va"° conciliazione fra il Re e il fra ' 0 ^allontanamento da Bu- SS^u B^g"0 deUa fldU°ia ilUmltata del Maniu disse allora che la sua condot- ! ta non derivava da indolenza verso gli va esercitato i proprii diritti in maniera inammissibile da parte del libero governo di una Monarchia costituzionale. « Voi converrete con me — dichiarò Maniu al membri del partito — che io non posso essere un capo di Governo dalle mani legate, e assumere la piena ! responsabilità di azioni le quali sono 'viceversa propocate da altri. E perche mi deve essere fatto rimprovero se persono intime del Re non godono della mia fiducia, e io non godo della loro? ». Detto ciò, l'autorevole uomo di Stato aggiunse di conservare tuttavia la speranza che in un prossimo avvenire il Trono non fosse più circondato da « fattori cattivi e perniciosi ». Costretto ad assumere dn ottobre la Presidenza del Consiglio, quasi da un momento all'altro, Maniu ritenne che il Sovrano si sarebbe ormai dimostrato propenso a dargli le soddisfazioni' da lui reclamate in nome del paese e allontanare da Bucarest la famosa signora Lupescu (causa del divorzio CarolElena) e dalla Corte, fra gli altri, l'influentissimo segretario particolare dello stesso Sovrano, signor Puju Dlmitroscu, oggi considerato come il vero padrone della Rumania. Il signor Puju Dimitrescu del resto non sempre ha servito bene il proprio Re. Facendo richiamare in servizio attivo suo padre, colonnello a riposo, e facendolo nominare generale e comandante della gendarmeria in un momento in cui gli ufficiali di carriera non ricevono né promozioni nò stipendio, egli ha — questo è innegabile — suscitato nel corpo degli ufficiali un malcontento vivissimo. Il rifiuto di un colonnello Per non costringere il Re a licenziare personalmente i favoriti (11 Dlmt- i'rescu ò stato a fianco di.Carol a Fa ìrigi durante l'esilio), Maniu ha avuto ji'ìdea di girare la posizione decidendo di demilltarizzrre tutti gli organismi amministrativi. Cosi, dopo di aver so stltuito i direttori militari dell'amml nistrazlone ferroviaria e dell'ammlnl 3trazione postale e telegrafica, egli ha preso un identico provvedimento nel confronti del prefetto di polizia di Bu ] carest, colonnello Marineseu (il fldudarlo del Re che ha poteri superiori a quelli del sindaco e dell'intera amministrazione municipale) il quale gli |ha però risposto che si ritirerà solo so Bara 11 Sovrano a ordinarglielo. Conosciuto il rifiuto di Marineseu il Ministro degli Interni Mtchalahe si è ]recato nel pomeriggio di ieri da Carol (ritornato urgentemente da Slnaja) e in una lunga udienza gli ha esposto le ragioni per le quali il governo non solo insisteva nell'allontanamento di 1Marineseu, ma chiedeva anche il col locàmento a riposo del gcn. Dimitrescu. Se il Sovrano non avesse accolto tali richieste del governo egli avrebbe dovuto presentare le proprio dimissioni. « Per il governo, ha aggiunto Mlchalahe, è impossibile mantenere al loro posto due ufficiali che negli ordini del giorno ai propri dipendenti sovente adoperano espressioni offensive per la persona del Ministro degli Interni, e che ancora hanno dichiarato, pure in ordini del giorno, doversi la loro destituzione escludere ». Ro Carol non ha ceduto e ha dato a Mlchalahe un'ora di tempo per ritornare sulla propria decisione. Dopo un'ora Mlchalahe è ricomparso alla Reggia per comunicare che tanto egli [quanto l'intero governo non recedeva dal punto di vista assunto. Il Cabinet to Maniu si era dichiarato unanime e solidale, nè è da sperare che questa attitudine di intransigenza sarà abban;donata perchè nell'ottobre Maniu ha dovuto risolversi ad andare al potere avendo visto mottersl alla testa del secessionisti proprio il Michalahe che è l'idolo del partito zaranista. Un « veto » del Re? Re Card, al quale la particolare ravità della situazione non può sfug- kire, dopo il secondo colloquio con Ml chalahe è ripartito per Sinaja senza 'aver dato nessuna risposta di merito: ciò significa che 11 suo veto definitivo alle disposizioni del governo ancora non è stato pronunziato. Maniu che fa dell'intera faccenda una questiono di fiducia ha convocato per domani sera il direttorio del gruppo nazionalzaranista, e ha telegraficamente invitato Titulescu — il quale si trova in Svizzera — a rientrare a Bucarest. Al tempo stesso il ministro del commer cio Lagojanu, che avrebbe dovuto og-|gl mettersi in treno per Ginevra, ha'rinviato la propria partenza, Il conflitto ò serio; tanto serio da schiudere l'adito alla possibilità che la crisi politica si trasformi in crisi di regime. Tanto serio, insistiamo, che la stampa estera raccoglie e diffondo la voce — la qualo ò assolutamente lnfondata — dell'uccisione della signo- ra Lupescu: una versione parlava dUmorte avvenuta durante una batttutaidi caccia, un'altra di assassinio por mano di un ufficiale sul balcone della!Reggia di Bucarest. Ma, ripetiamo, è,voce infondata. (Noi siamo convinti, e confidiamo che jgrazie all'accorgimento del Sovrano, la !crisi (la quale non coglile di sorpresa gli iniziati) avrà la soluzione più fe- lice per la Romania. D'altro canto, ir^w, „„„ ....i„mn „„„„„,.„ „„*t„ „s però, non possiamo passare sotto si.jlenzio che anche amici dal Re, come1il deputato conservatore Gregorio FIlipescu autore di recenti articoli sulla necessità di un regime forte, hanno ammonito 11 Sovrano dalle colonne del loro giornali a guardarsi da attività pericolose. «Cosa vi sarebbe di strano, ha scritto FiUpescu nell'Epoca, se un giorno si convincesse il popolo che la salvezza del paese sta nella Repubblica? Senza dubbio per conquistare dei mandati dei politicanti senza scrupoli impiegheranno anche questo mezzo e presenteranno il Re come la causa di tutti 1 mail abbattutisi sul paese ». Re Alessandro a Sinaja Dei membri della Famgilia Reale attualmente non si trova in Romania col padre Carol che il Principe Ereditario Michele. Il fratello del Re, principe Nicola, vivo esule all'estero, la madre del Re, la Regina vedova Maria, è da qualche giorno a Moedling (presso' Vienna) assieme alla figlia principessa Ileana sposata all'ex-Arclduca Antonio d'Absburgo. La sorella di Carol, l'ox-Regina Elisabetta di Grecia, recentemente era anch'essa all'estero, e proprio mentre — prescindendo dalla crisi scoppiata — la Famiglia Reale romena è tutta dispersa, si annunzia una visita a Slnnja di carattere assolutamente privato di Re Alessandro di Jugoslavia accompagnato dalla consorte, Regina Maria, la quale è una sorella di Carcil. La coppia reale Jugoslava passando la frontiera proseguirebbe direttamente per Sinaja senza tocoare Bucarest. La visita dovrebbe aver luogo la settimana ventura. Carol o Alessandro si sono Incontrati l'ultima volta a Orsova, sul Danubio, ned maggio del 1931. I. Z.

Persone citate: Dimitrescu, Gregorio Filipescu, I. Z., Manin, Re Alessandro, Re Carol