Il Fezzan, ricca miniera per le ricerche scientifiche

Il Fezzan, ricca miniera per le ricerche scientifiche Il Fezzan, ricca miniera per le ricerche scientifiche / A «II- ir/" • J( A colloquio col prof. Cipnam) TRIPOLI, gennaio. Di ritorno da nn viaggio a scopo scientifico a Gadames, è rientrato a Tripoli il prof. Iddìo Cipriani dell'Istituto d'Antropologia dell'Università di Firenze, il quale, com'è noto, ha compiuto in quest'ultimo periodo, assieme al prof. Mordini, vaste ricérche antropologiche ed etnografiche nel Fezzan, quale componente della missione inviata dalla Beale Società Geografica Italiana, sotto l'Alto Patronato di 3. A. R. il Duca d'Aosta, per l'esplora* siano scientifica del Sahara Tripolxtano. Cogliendo l'occasione di uìia sua breve sosta nella nostra città, l'ito pregato di volermi dare, per i lettori de La Stampa qualche informazione sul risultato dei suoi quattro mesi di studi nel Fezzan, regione che, se, sotto ogni altro aspetto ha perduto per sempre quella qualìfica di misteriosa che conservava ancora tre anni fa, prima della nostra riconquista, ed è diventata una possibilissima ed attraente mèta turistica, è, invece, tuttora pochissimo conosciuta dal lato scientifico. Infatti, ancor oggi gli studiosi sono costretti a ricorrere quasi sempre alle fonti degli esploratori del secolo scorso, gli ultimi dei quali hanno percorso il paese 70-80 anni or sono, e precisamente Rholfs nel 1864, Beurman nel 1863, Dwveyrier fra il 1859 ed il 1861, Vogel nel 1857,1 Barth e Overwegh nel 1850-51. Dopo, un lungo periodo di stasi, le ricerche, sono state riprese dopo la nastro Hoc-I cupàzione, avvenuta all'inizio del 1930, ! ad opera di alcuni studiosi. Ma il problema viene ora affrontato organicamente dalla Società Geografica, che svolgerà la sua opera, come altra volta vi ho telegrafato, in varie riprese con specialisti di diverse materie, e la missione Cipriani-Mordini costituisce appunto la prima sezione. dcis| quella aaitropologica ed etnografica, i che ha iniziato il suo lavoro nel set-i tembre scorso. j 40 casse di materiale raccolto Il prof. Cipriani, che è al suo quarto viaggio nel continente africano, mi accoglie con schietta e squisita cortesia nella sua camera al Grand Hotel, e, senza inutili preamboli, entra swbito nel lAvo dell'argomento; la sua conversazione è tanto più gradevole in quanto noìi ci si trova davanti all'uomo grave con tanto di barba ed occhiali e dall'immancabile posa solenne, ma al cospetto di un giovane scienziato, tutto dinamismo e dal tratto affabilissimo. — Il ì-isultato più appariscente del mio studio nel Fezzan — mi dice — si concreta in circa 40 casse di wateriaZi, il cui peso supera i sei quintali. Oltre 2000 negative fotografiche arricchiscono questo materiale, die è di vivo interesse dal punto di vista antropologico ed etnografico. Io ed il collega Mordini, che è attualmente fuori di Trìpoli, abbiamo percorso oltre 12.000 Km. per la maggior parte in macchine messeci a disposizione dal Governo coloniale, ed il rimanente in carovana. Abbiamo, così, girato in lungo ed in largo la regione, seguendo questo itinerario : Tripoli - Gktrian - Misda - Sciueref - Brach - Sebha - Ubari - SerdeHes Ghat - Sebìta - Murzuch - Gatrun - Tegerri, rientrando poi a Tripoli per la via di Hon. Naturalmente abbiamo sostato più a lungo in quelle località che ci permettevano una più utile ed abbondante esplorazione della zona circoatante. Così da Brach abbiamo percorso l'uadi es Sciati fino a Edri, e de Sebha, seguendo tutto il pittoresco uadi el Agial, abbiamo, oltre alle altre coste, compiuto una più lunga fermata a Germa, l'antica capitale dei Garamanti, noi cui pressi si estende, com'è noto, una immensa necropoli preistorica. Ho voluto avere qui, però, semplicemente una visione d'assieme per trarre alcune deduzioni in rapporto alla popolazione attuale, alla quale si sono limitate le mie ricerche. Un'indagine più estesa sarà, in questo vastissimo campo, compiuta da altri specialisti inviati dalla Reale Società Geografica. « Nella i-egione di Ghat ho avuto un ottimo campo di azione pei Tuaregh, e lo studio su di essi l'ho ampliato in questi ultimi giorni a Derg e a Gadames; ma, per tornare all'itinerario percorso, le dirò ancora die da Murzuch, ove la permanenza si è prolungata alquanto, abbiamo compiuto, oltre al viaggio fino a Gatrun e Tegerri sulla via di Tnmmo, una importante deviazione verso oriente, nella Hofra, altro lunghissimo solco verdeggiante cosparso di ricche oasi, fino a Zuila, la Clllala dei Roma/ni ». Preziosi modelli dei Tuareg — Di che natura è il prezioso materiale ch'Ella ha potuto raccoglierei — Si tratta, anzitutto, di migliaia di utensili lìtici interessanti le varie e■poclie dell'età della pietra e di numerosi modelli facciali modellati direttamente sul vivente. Di questi modelli ho potuto fare una collezione che, per quanto si riferisce ai Tuaregh, posso affermare che è la 30U1 che si possegga. « E' noto, infatti, quanto sia difficile ottenere queste modellature presso quelle popolazioni. Difficoltà che, se è già, granile per gli uomini, diventa pressoché insormontabile per le donne. Coli'esperienza da me acquistata nei quattro anni trascorsi in Africa e col l'ausino prezioso di ufficiali dei nostri preHdiì, ho potuto ottenere di buon grado anche questo. Noti die finora nessuno era riuscito a modellare delle donne Tuaregh. Da ciò l'importanza specialissima di questa serie di modelli facciali. «.Sono poi particolarmente fiero d'una raccolta di resti scheletrici umani, i quali serviranno ad emanciparci dalla necessità di ricorrere a raccolte straniere per studiare certi caratteri a«atomici delle nostre popolazioni libiche, come avveniva finora. c Dalle osservazioni fatte posso, inoltre, affermare che il Fezzan ci può dare le migliori indicazioni sull'origine degli etiopici che, dal Sahara, ritengo, s'irradiarono per tutto il continente afrioano. Degli studi su queste genti li avevo condotti già durante i viaggi da me compiuti attraverso gran parte dell'Africa, ed ora li ho ripresi sul nostro territorio... ». — ...ove la sua messe di osservazioni dev'essere stata certo abbondante, secondo quanto mi ha detto in principio. ■ — Abbondantissima. Se in passato potei soltanto rilevare l'influsso culturale e somatico che le genti etiopiche esercitarono sul continente africano, dopo U viaggio attuale credo di poter fissare il luogo di formazione degli etiopici nel Nord Africa, ed in particolare nel Sahara italiano. Si tenga f-e'scnte che l'originario etiopico non è da e uVdstlmpaqdmp1tSdrvtl'pntWccgpvatdnsinrit^rmmppSdct ritenersi di pelle nera, ma, invece, di pelle chiarissima. Il sito oscurarsi in certi gruppi è dovuto soltanto ad incrocio. — Il problema delle origini etiopiche è uno dei più importanti della i "micrsi dx pelle nera, ma, invece, di\P<m?. c,M«'"fr'm<l- Usilo oscurarsi in\certt gruppi è dovuto soltanto ad in- \ Jf.tn*f^'.«*** Me5si perfuw con fi-UUi relativi al popolamento preistorico .! della nostra Europa. Ognuno comprendc, così, l'importanza che queste ricerche vengono ad avere per noi italiani, in quanto che sono destinate ad attrarre vivamente l'attenzione del mondo scientifico sulla nostra Colonia nord africana. Le mio deduzioni sugli etiopici le traggo, oltre clic dall'esame diretto dei tipi umani attuali, anche da antichi documenti, dei quali il Saluura tripolitano è specialmente prodigo B in che consisterebbero questi j documenti? \-Specialmente in incisioni rupe-Ustri, di cui il Fezzan è ricchissimo, e\che permettono deduzioni significative. Un dettaglio da me notato in antichi disegni si riferisce allo raffigurato appunto in molti della Tripolitania, e che è della stessa forma di quello usato ancora oggi presso i Bedgla, gli Abissini ed i Somali, tutte genti di razza etiopica. Tali scudi sono circondati da una spessa marginatura e sono convessi verso marginatura e sono convessi verso resterno, con dimensioni poco superio- ' ri al mezzo metro di diametro. Un altro dettaglio non privo d'importanza | è dato dalle raffigurazioni rupestri del carne levriere, — lo slughi del Nord Africa — che gli etiopici sembrano aver importato in tutto il continente et che trovasi allo siato semipuro perfino nel Sud Africa e presso gli Zulù, men- \tre è tuttora puro nei fatesi settentrio- ! ''l'i . „ ... . . . . lAlcnne delle taf figurazioni magiche ìUmane da me rintracciate e di cui ho raccolto un'ampia documentazione fo- \: africane, sopratutto nella Rhodesia. i- Cosicché il nostro Sahara sareb- bc stato la culla di una antica ^fcpreistorica. Miscuglio di razze Molti fatti inducano a ritenerlo. <?Ma, come le accennavo in orbici-1 pi0( u mio studìo avem £ in_ cìvalc le vovolazioni attuali 1ez~anesi USaTu^CX denti i segni dell'incrocio di tutte le iTsciarono orme pù prof onde, di altre. | Fra x vari gruppi etnici esistenti vi so- no poi. tuttora due aggregati, i Ber- • ben e i Tebu, i quali conservano pìu\puri i caratteri della razza etiopica.' Questa ha esercitato, come ho detto,1. una certa influenza anche in Europa, ove sembra essere trasmigrata nf\tempi preistorici. Diretti discendenti ; degli antichi abitatori del Sahara sono \ indubbiamente i Berberi e i Tuaregh òhe vivono oggi nel Fezzan. t — L'Italia potrà dare, perciò, un', ampio contributo, alla scienza ir qua \sto campo. ! _ Certamente. Noi italiani abbia- j l'no 3»ift d'ogni altra Nazione il dovere ìd'lndaaare con tutta Vam -v-.~„ nnx "alrobUn ,alm^ in aJnl'nì \ches p'°™'' cJ"Viro- "> 9"«"«o : che siamo i soli a possedere nelle Co. iDeì'nTareah abbiamo'\"miaViòr"7ì^i ' „o,Jdendo ali Or7 h^n e7r i nk fcfff^ renza miche dei vari gruppi Tuaregh', del territorio francese. I — Quali altri risultati ha. avuto la sua missione"! i[1 ?» * ' — "£c° ^«o «tro ««* ; , ■ IT ■ ■ sopratutto atta i iTÌ^tr^^J | neWinterno deUa wstm CnlJ(li cui fl Fezzan tra ltvcre m co'm_ • le(a illustraJone scil>„nnL che sen-\\^ dubUo merUa> d;tta p lcches.\' dì d0Cìimcnti, che potranno permei- 1. t -Hphjvt di rhinrtm mwHnl punto micora oZuro ìiFc~°an —mi \dice il prof. Cipria<H nel conf/edanni,\ ; _ {certo mètl, lU lr studiosi. \ ifa.Kfiin' e stranieri, G. Z. ORNATO.