Bali padiglione delle meraviglie

Bali padiglione delle meraviglieLUOGHI COMUNI DEL VIAGGIAR NEL MONDO Bali padiglione delle meraviglie e DEN PASAR, novembre. Come m'era parsa, tutta bella, da lontano, questa Bali! Già la conoscevo attraverso le pagine dei libri: Bali l'isola delle danzatrici misteriose e caste, Bali l'isola dei templi numerosi e delle divinità monumentali e grottesche, Bali l'isola ove anche il sudicio è pittoresco, Bali l'isola delle donne seminude ed elastiche come gazzelle. Scrivo ora. da Den Pasar e, per arrivarvi, ho dovuto traversare l'isola, da un capo all'altro superando montagne piuttosto alte. La mattina dell'arrivo, in automobile, faceva quasi freddo sotto il picco di Bali ed ai margini di Bratan, il laghetto vulcanico dell'isola. Nelle prime due ore di viaggio le strade mi sono apparse spopolate o quasi. I primi incontri sono incominciati presso 101 paesetlo dell'altipiano ove trovai poi un mercato. Lunghe file di donne vi si avviavano portando tutto sulla testa e procedendo, l'una dietro l'altra, a corpo eretto, rapide, elastiche, ondeggianti. Sul capo portavano persino polli vivi legati e curiosissimamente adattati. Faceva freddo ed oltre al sarog otforcigliato alla vita, erano coperte, dalla cintola in su, del giubbetto consueto alle donne indiane. Albergo strano' ^ Alloggio al « Bali-Hotel ». E' un piccolo, lindo albergo in tutto simile a quelli maggiori di Sumatra e di Giava. Un gran locale centrale che non richiama affatto le nostre sale da pranzo. Più che un salone è un gran portico e, sotto le volte, sfrecciano uccellini variocolorati; 3Ulle colonne accade talora di scorgere lucertoloni gonfi dzl testone triangolare, '•e camere sono leggiadre costruzioni dissenniate per un vasto giardino ed unite alla costruzione da esili portici. Si pensa, non ad un albergo, ma ad un convento equatoriale in cui, per ragioni di temperatura, si siano dovute abbattere tutte le pareti. In questo villaggio ogni cosa tradisce l'industria del forestiero. L'organizzazione è irritatile e perfetta: accanto all'albergo — e per giungervi si rasentano modernissimi campi da tennis — soìid una trentina di negozi tenuti da cinesi che vendono curiosità malesi fabbricate in Europa. Le statuirle, le maschere, le marionette per il teatro delle ombre, gli ìdoletti grotteschi e paurosi sono fabbricati in serie e copiati da quelli che, in originale, si possono ancora acquistare in altri punti dell'isola direttamente dai nativi che hanno spiccatissime attitudini artistiche. Del resto, in tutto l'arcipelago, le donne usano per il loro sommario abbigliamento stoffe olandesi, tedesche e inglesi. Gli importatori durarono qualche fatica ad imporre il batik fabbricato in Europa perchè quello vero serbava l'odore delle vecchie donne che lo tingevano e le compratrici malesi, al fiuto, scoprivano il surrogato. Si trovò presto un rimedio. Le stoffe vennero impregnate di betel ed ogni controllo divenne impossibile. Nelle Indie uomini e donne ìnasticano foglie di betel. Le gengive diventano rosse e sanguinolenti e così, ad ogni passo, vi trovate davanti ad una umanità che sembra uscire da un gabinetto dentistico. Danzatrici a prova di mare Sin da Batavia m'era stato consegnato un volumetto su Bali il quale avvertiva, premurosamente, in francese, cBmladrctsldcccmdvgnbnrutufcpgsapracnìaIshtzd che « par les bona soins du gérant du Bali-hotel à Dèn Pasar les hótels sont a méme de jouir, chaque vendredi dans la soirée, des excellentes concerts de cette célèbre societé, sur la terrasse de devant. Bien des fois ces concerts s'accompagnent de raprésentations de danse ». Sono le famosissime danzatrici che si sono prodotte alla esposizione coloniale di Parigi ed alla fiera di Chicago. Il disinvolto volumetto aggiunge ancora che nemmeno i lunghi soggiorni nelle città tentacolari hanno turbato l'innocenza delle figliole. Strane queste danzatrici! Rigorosamente caste debbono persino, prima di danzare al tempio, immergersi ogni volta in un bagno purificatore. Poi, ogni venerdì, si dimenano a pagamento nel giardino di un profanissimo albergo. Isola questa di tutte le contraddizioni ove solo le donne che vendono l'amore vanno rigorosamente coperte, ove in un tempio trovate, in un bassorilievo, tra divinità ancestrali, il disegno di una bicicletta, ove infine, in tanto diffusa atmosfera poetica, lo sterco dei cavalli serve, non a concimare i campi, ma agli artisti pei' decorare l'ingresso dei villaggi. In tutte le Indie olandesi sono notissime le meer-babu, ossia le governanti a prova di mare. Le famiglie degli impiegati ogni sei anni hanno diritto di ritornare gratuitamente in Olanda su apposite navi che fanno la spola tra la colonia lontana e la madre patria. Hanno diritto di viaggiare gratuitamente ìanchc le babu indigene. Dipendono, queIsfe generose ragazze, da un ufficio che ha sedi a Batavia e a Rotterdam. Il viaggio dura trenta giorni e s'è accertato che la loro presenza a bordo è preziosa tanto per i paffuti, piccoli sudditi della Regina Guglielmina, quanto per il personale di bordo. Nessuno ha detto ancora, e mi pare questa la chiave del piccolo segreto, che l'Olanda vieta nel modo più assoluto l'ingresso a Bali delle missioni religiose. I balinesi, e specialmente le ba- stssu\lj aI sicdccut«o1 .| ul\\ ■ l,d\ l a e i i o n , i i i i u a e e l i r e , - li/nese, debbono restare alla toeletta di natura. Le missioni non continuerebbero a permettere la moda femminile corrente a Bali. Circa sei mesi fà capitò a Bali Charlie Chaplin il quale sostò parecclvi giorni 0 Den Pasar interessali dosi molto dell'isola ed in particolare del villaggio che l'ospitava. Delusioni di Charlot Come a Venezia, Charlot aveva voluto restare unico uomo in mi salone dì un grande albergo, per la più curiosa delle feste da ballo, tra le cento ragazze viennesi che, danzando, portavano in giro per l'Italia un cavallino bianco, così, a Den Pasar volle {lassare, a quanto mi raccontano, lunghe ore colle sacre danzatrici. Nessuno doveva turbare gli incontri e le conversazioni. Cosa si dicevano.' Forse voleva ricavare lo spunto per un film, forse quelle giovanette, che parlavano una lingua a fui sconosciuta, riuscivano, coll'esperanto di passettini, guizzi e moine, a fargli dimenticare tutte le altre donne che, nella vita e sullo schermo, gli avevano procurato solo guai e malanni. Sembra che queste ore di balinese distrazione non gli abbiano por tato fortuna. Abituato a portare la croce dell'umanità nelle storie filmate, ognora teso verso un'impossibile felicità, pare abbia dovuto anche questa volta concludere che la ragazzina della Malesia è pericolosa quanto la girl americana. Per qualche anno l'isola è stata preda dei cinematografisti. Un tedesco entrò colla macchina da presa in un tempio e per poco non suscitò una piccola rivoluzione. Solo in nome dell'ospitalità e delle superiori necessità dell'industria del forestiero l'incidente ebbe per tutti onorevole soluzione. Saggia, turistica misura del Governo delle isole è stata quella di revocare l'ordinanza di un malaccorto residente che, de, Bule\leng, astiosamente istigato dalle figlie, j aveva dato l'ordine che tutte le balineI si girassero coperte. L'ordine fu revoicaro, non in nome del turismo s'intende, ma della salute pubblica: l'ufficio medico delle isole giurò pe<- iscrìtto che le balinese deperivano a vista d'occhio col nuovo abbigliamento. Quest'isola dalle troppe meraviglie, un francese l'ha chiamata «l'ile en trance»; per conto mio l'ho battezzata « la Marken dell'arcipelago ». Diremo, per quelli che non sono stati in Olanda, che Marken è un'isoletta dello Zuidersee ove vivono un centinaio di uomini, donne e bambini che, zoccoli di legno, cuffiette di pizzi, calzoni a sbuffi, pipe da lupi di mare, cercano puntualmente e disperatamente d'assomigliare agli olandesi delle operette e delle cartoline al platino. Eroi 1 Non si creda però che quest'isola .beata, in cui le donne lavorano e gli | uomini sj tramandano il culto delle colse belle, dedicandosi all'arte, allestcn\do pei turisti combattimenti di galli, \ facendo del teatro persino nell'arciere ■ i loro morti e dando le ceneri all'aria le al mare, sia sempre stata popolata ,da comparse. Annoverò eroi e sapienti. Gli olandesi sono a Bali solamente dal 1906. Pare interessasse loro occu\pare l'isola tanto vicina a Giara e si inventò un pretesto per l'occupazione. I balinesi tentarono di resistere, ma presto capirono che nulla v'era seriamente da fare contro le armi dei così detti civilizzatori. L'olandese dottor Kraus ha narrato in pagine di tragica evidenza la storia dello sbarco a Bali. I principi, con le famiglie, i consiglieri, i dipendenti, i servi, piuttosto che arrendersi all'invasore, preferirono soccombere in massa. Compatti si avviarono contro le artiglierie olandesi a farsi orrendamente dilaniare, adorni tutti delle migliori vesti e dei più bei gioielli. Non c'è ragione di non credere alla insospettabile testimonianza di questo olandese che racconta di donne che si sono immolate gioiosamente. Sciolti i lunghi capelli, illeggiadrite le tempie di rossi fiori, accanto ai loro uomini che portavano alte cintole kriss tempestati di brillanti, s'avviarono voi •bimbi sulle braccia tese, come se li volessero offrire agli dei della libertà che si stava perdendo. ì Si dovrebbe credere ul racconto perchè la fonte non è sospetta c la narrazione ingigantisce i balinesi nel confronto dei colonizzatori a cui il narratore appartiene. E' bello, in ogni modo pensare che le cose siano andate ;n questo modo e che, circa trent'anni fa, siano cosi, in bellezza, finiti i capi di quest'isola i cui discendenti magari guidano oggi la vostra automobile. Angelo Luzzani absoesprdo«qumNnomditefrreunpanucoMconoleunsulivRdnteLliucfispgzipzitapqulostchlapnepiinrataseunqunipoststumfidedli•■; tiqusttrusiptor1 pcz! s1 h! l'! cCIc, s, cst fii Q! gdim: s1 flOi tj t; nit; ods, tp! bu. pi qi p

Persone citate: Angelo Luzzani, Batavia, Charlie Chaplin, Kraus, Pare, Regina Guglielmina