Le 74 strade bianche che fan capo al Sestrières di Aldo Marsengo

Le 74 strade bianche che fan capo al Sestrières Le 74 strade bianche che fan capo al Sestrières Pensare ad una guida del Sestrières solo dieei anni fa sarebbe parso una cosa puerile. Allora il colle e la vasta zona che immediatamente lo circonda era priva del più modesto rifùgio (un solo alberghetto sorgeva proprio sul valico) e pochi salivano fin lassù, anche solo per non sobbarcarsi la fatica di quei dieci o dodici chilometri di strada che il Colle del Sestrières dividono da Pragelato o da Cesana. Quei pochi poi, gente adusata alla montagna estiva ed invernale ed assidui frequentatori dei campi ili neve della Val Susa, i numerosi itinerari che si diramano dal Sestrières conoscevano così bene da non aver bisogno di una guida pei dirigersi. Non dieci, ma pochissimi anni son bastati per trasformare l'allora solita1 ria mèta di pochi appassionati in un centro modernissimo, pulsante di vita attiva e fornito di un'attrezzatura turistica e ricettiva da far invidia a parecchi dei più rinomati centri invernali stranieri. La cronaca della prodigiosa trasformazione del Sestrières è troppo viva e troppo recente perchè qui se ne illustrino le tappe rapidissime, concluse con la recentissima costituzione del comune di Sestrières, il più elevato non solo d'Italia, ma dell'Europa intera. Ci voleva l'opera intelligente e lungimirante di un uomo che col suo nome onora l'industria italiana — il Senatore Giovanni Agnelli — per degnamente valorizzare una zona, che in sè racchiude delle infinite possibilità, di ordine turistico e sportivo, possibilità, peraltro, non tutte ancora sfruttate o conosciute dalla gran massa degli appassionati dello sci. Queste possibilità appaiono immediatamente vive e reali a chi salga per la prima volta, dall'uno o dall'altro versante, al Colle di Sestrières e osservi attorno a sè con occhio attento. Possibilità di ordine turistico e sportivo, ma anche e sopratutto di ordine naturale. La mano dell'uomo, infine, non ha fatto che perfezionare ciò che la natura offriva. La maggior parte dei frequentatori del Sestrières, queste possibilità però, come s'è detto, non le conosce o le ha valutate, per varie ragioni, solo parzialmente. Occorreva qualcosa di più dei soliti manuali pubblicitari per invogliare il pubblico a conoscere completamente il Sestrières. Ed ecco intervenire a proposito questa superba pubblicazione: Il Sestrières invernale e le sue gite (pagine 164 con 58 illustrazioni e una carta geografica al 50.000 dell'I. G. M., lire 16) edita, in lingua italiana francese ed inglese, dallo Sci Club Sestrières, e dovuta al collega Guido Tonella, collaboratore e corrispondente de La Stampa da Ginevra. Il Tonella s'è accinto alla non facile opera con la passione derivante dalla sua qualità di navigato sciatore (fu campione nazionale studentesco negli anni 1923-241 e di alpinista socio del C. A. A. I. ed ha fatto veramente una cosa degna, una cosa che, come si suol dire, si raccomanda da sè al pubblico. Pochi giorni sono bastati al Tonella per esplorare, sci ai piedi, la vastissima zona estendentesi attorno al Colle di Sestrières e per ricavare i dati che riempiono le 164 pagine di questa nuovissima Guida. Chi credesse però di trovare in questa pubblicazione una vera e propria Guida, di quelle comunemente in uso (e che, regolarmente, i più non consultano), errerebbe di molto. Quale sia la sostanza del libro, lo dice l'Autore stesso, nella prefazione: « Pur fornendo quelli che sono i pochi dati veramente necessari sul tracciato dei diversi itinerari, si è inteso mettere più particolarmente in rilievo tutti gli elementi di contorno atti a far nascere il desiderio di compiere le gite del Sestrières, sia fra quelli che ancora non conoscono questa zona, sia fra i moltissimi che trovandosi quassù credono di aver tutto visto una volta compiuti i due o tre più comuni percorsi di discesa ». Giustissimo. Il libro è fatto non solo per gli amanti ad ogni costo della discesa, ma anche e sopratutto per coloro che dello sci vogliono fare un mezzo di conquista alpinistico-invernale di tutta la zona. E per gli uni e per gli altri c'è mezzo e modo di divertirsi al Sestrières... Pensate solo al fatto che su ben 74 itinerari percorribili avendo come base il Colle di Sestrières, 20 sono di pura discesa, accessibili cioè in salita con mezzi di trasporto meccanici, 22 sono percorsi misti, vale a dire accessibili, oltre che con l'automobile o la teleferica, con un massimo di un'ora a piedi, e 32 sono itinerari misti (ascensioni e traversate) con salite a piedi di maggiore entità. Su questa originale suddivisione di itinerari è impostata tutta la materia del libro del Tonella, materia che è trattata con una prosa nitida, svelta, ravvivata qua e là da pennellate di colore, da richiami storici, da osservazioni acute ed argute. Dopo una rapida presentazione del Sestrières e della sua < paradossale quanto felice caratteristica naturale di un colle che assomiglia sotto certi aspetti ad una conca di fondo > ed un opportuno richiamo di massima ai pericoli delle valanghe, l'A. entra senz'altro in argomento. Lo sciatore viene indirizzato dapprima agli itinerari di pura discesa, quelli accessibili con le funivie o con le automobili, che sono, come s'è detto, una ventina. S'incomincia con i <: tre motivi principali che caratterizzano — come dice il Tonella — la grande sinfonia alpestre del Sestrières»: il Monte Sises, il Monte Banchetta e la costiera Col Basset-Fraitòve. Poche battute rapide e concise, senza scendere a particolari troppo minuti. Sono i percorsi classici », che tutti i frequentatori del Sestrières conoscono anche troppo... Un interesse nuovo peraltro preseli tano già i quattro o cinque itinerari che s'irradiano dal Col Basset, uno di qua verso Traverses e oli altri verso la Val Susa: Basset-Sauze d'Oulx per la Capanna Kind, Easset-San Marco, Bas•et-Jovenqaux, Basset-Malefosse, Bas«et-Rivo -N'ero e quello dal Monte Rotta a Cesana. Andiamo avanti, allontaniamoci di più dal Sestrières, seguiamo le piste dì discese meno conosciute, se non meno attraenti: quelle accessibili in parte con mezzi meccanici ed in parte con un'ora di marcia. Qui dominano il Fraitève, il Triplex ed il Bouiget, con la loro fìtta raggerà di percorsi snodantisi su sterminati pendii immacolati; è il regno delle glandi Isccse e delle volate lunghissime. Penr->tf> solo alle discese Fraitève-Cesana, ! seì làco[laaljstSaseTintetaCnoscpifunvolaTscnfal'10copqsccleUgapsegs11amesemlaTimmesprnetiimnnesslidsslapsndsqnLmrpcddllpcncsrstdAr• ij |—! s: mj t| r! bs| c;v! raitèvc-Rivo Nero, Fraitève-Malefose, tutte tre con qualcosa come 1500600 metri di dislivello, e alle sei, una iù suggestiva dell'altra, dal Triplex e al Bourget a Sauze d'Oulx! Una baza, per l'amante delle velocità folli, che in basso, dopo la volata, potrà sempre ritrovare l'auto che lo riporteà in breve al Sestrières. Il capitolo si completa con una serie di itinerari nela zona servita dalle funivie: dal Sises al vicino l'asso S. Giacomo e da questo nel vallone del Chisonetto ed a Sauze di Cesana, dal Banchetta al paesello di Lavai, nella sottostante Val Troncea, ed al Clot della Mutta. L'ultimo capitolo del libro è il più nteressante perchè ci porta idealmene in località rarissimamente frequenate, salvo poche eccezioni, come la Cima Dormillouse, la Capanna Mautino ed il Colle Saurel. Itinerari da vero sciatore-alpinista, questi, che siamo in piena montagna e le automobili e le funivie non ci arrivano più. Si cammina per delle ore, in un mondo che alle volte sembra di leggenda, come in quela Val Troncea dove l'A., andando da Traverses verso l'alto Colle del Bet, scopre i resti impressionanti di una miniera distrutta da una colossale valanga e, poco più su, l'intatto, deserto villaggio di Troncea, abbandonato improvvisamente, quindici anni fa, dai suoi abitanti, in seguito ad una serie di disastrose alluvioni che distrussero campi e prati. Si cammina e si salo, è vero, parecchio — come per andare al Colle del Pis, in una diramazione della Val Troncea, o alla Rognosa o all'Albergian, dal Sises e da Pragelato, o al Colle Rocce Platasse, nella Val dell'Argentiera, o al Genevris — ma in compenso trovate ancora, dopo la lunga fatica, l'altrettanto lunga, riposante, inebbrianle discesa. Assai più dello spazio consentito ci vorrebbe anche solo per elencare i 32 itinerari compresi in questo interessantissimo capitolo, completato dalle grandi traversate, sulle « alte vie » sciistiche, per Cervières-Briangon, per Bardonecchia, per le Valli Valdesi e fino alla storica testa dell'Assietta. Ma prei feriamo rimandare il lettore alla descrizione particolareggiata del libro ed invitarlo a percorrerle tutte, queste solitarie strade bianche, che, se ama veramente la montagna, se ne troverà profondamente contento. teppTpgcctrzgroi psrimrslatccp Tutti questi itinerari (illustrati, oltreché dal testo, da fotografie inedite e bellissime) si compendiano in una perfetta carta geografica che non è la parte meno interessante del libro del Tonella. Questa carta, infatti, dà una precisa idea complessiva delle meravi gliose possibilità sciistiche della zona che ha per centro il Sestrières. In po chi centimetri quadrati sono concen trati e chiaramente segnati i 74 itine rari della Guida, distinti con numeri az zurri, neri e rossi a seconda dei citati gruppi di appartenenza e che hanno riferimento col numero progressivo di ogni itinerario. In più sono segnalati i luoghi di eventuale rifugio, le località pericolose per valanghe, ecc. In que< sto modo, un'occhiata alla carta basterà per dare allo sciatore la sensazione immediata dello sviluppo e delle carattoristiche dell'itinerario prescelto. E se si pensa che i primi 32 itinerari della Guida sono segnati direttamente sul terreno con paline contraddistinte col corrispondente numero d'ordine, si concluderà che al Sestrières, in gita, si può andare quasi ad occhi chiusi... Aldo Marsengo alpdMrccsenmripllrtrtgqths