Le cause del dissesto Citroën

Le cause del dissesto Citroën Le cause del dissesto Citroën Le esagerate spese e la realtà del bilancio Parigi, 26 notte. I liquidatori-sindaci della Società Andrea Citroen si sono oggi nuovamente intrattenuti negli stabilimenti del Quai Javel. I tre periti hanno avuto modo di notare, durante il loro esame del bilancio, le stravaganti condizioni nelle quali è stata amministrata una ditta, la cui attività interessava diecine di migliaia di persone. Le spese esagerate di propaganda, di presentazione e di amministrazione della Società hanno contribuito in grandissima parte al sorgere delle difficoltà contro le quali la Società Andrea Citroen ha invano combattuto. Se il loro carattere era già eccessivo ai tempi della prosperità, diventava assolutamente inammissibile in periodo di crisi. Qualche esempio basterà a darne una idea: i vecchi stabilimenti del Quai de Javel avevano una capacità di produzione di 500 vetture al giorno. Al principio dello scorso anno, cioè nel momento in cui la diminuzione del potere d'acquisto del pubblico imponeva la massima prudenza, Citroen faceva costruire nuove officine la cui capacità è di 800 vetture per lo meno. Costo: 120 milioni. La crisi ha chiuso per la maggior parte delle industrie gli sbocchi all'estero. Malgrado questa evidenza, Citroen si è ostinato a mantenere, per gusto di prestigio personale, un servizio di esportazione deficitario di 25 milioni all'anno. La Società Citroen vendeva in media ottocento vetture all'anno in Belgio. Citroen ha fatto costruire a Bruxelles un palazzo, che è una meraviglia di architettura e che è costato una ventina di milioni. E cosi via. Citroen non ha voluto ammettere che esistesse la crisi e non volendo ammetterlo nel calcolo delle sue spese si è pure rifiutato di tenerne conto nello stabilire I suoi bilanci. Nell'assemblea del 19 dicembre 1933 egli accusava un beneficio di 31.737 mila franchi e proponeva il pagamento di un dividendo di 40 franclii per azione. Egli però aveva fatto fin dal novembre urgenti passi ' pfesso TAmministrazione statale per ottenere un anticipo di otto milioni su ordinazioni da eseguirsi per cdnto dell'esercito. Questi anticipi, detti « anticipi su materiale approvvigionamento » sono assolutamente normali. Ma il fatto che Citroen abbia agito con estrema energia affinchè il regolamento intervenisse senza alcun indugio, prova ad esuberanza che gli imbarazzi di tesoreria esistevano anteriormente all'assemblea del 19 dicembre. Orbene, non se ne è fatto parola agli azionisti e in tali condizioni 11 brillante bilancio non significava più nulla. Preso fra gli effetti della crisi e la sua volontà di non cedere sul capitolo delle spese e del ritmo produttivo, Ci-troén, secondo certe voci, sarebbe sta- to indotto a commettere delle irregolari- tà. Però, pel momento questa non è che un'ipotesi, che non si può ammettere o respingere senza che sia stata verificata e sulla quale nessuno è at- tualmente in grado di pronunziarsi, poiché Citroen agiva solo, senza controllo alcuno e senza chiedere l'opinione di nessuno. Ma il gruppo di difesa dei creditori, che deve riunirsi domani, è deciso a chiedergli spiegazioni formali a tale riguardo.

Persone citate: Andrea Citroen

Luoghi citati: Belgio, Bruxelles, Parigi