L'eroismo dei Fanti italiani

L'eroismo dei Fanti italiani LmG battaglile dell' Isonzo L'eroismo dei Fanti italiani nella relazione dell'Archivio di Vienna Roma, 26 notte. I riconoscimenti dell'eroismo dei Fanti italiani combattenti nelle sanguinose battaglie dell'Isonzo, contenuti nella relazione ufficiale dell'Archivio di guerra di Vienna, vengono raccolti e posti in rilievo dal generale Ambrosio Bollati, in un accurato studio che vedrà la luce nel prossimo fascicolo della Rassegna Italiana. Parlando di Fanti, il generale Bollati avverte di riferirsi non solo a tutte le specialità dell'Arma di Fanteria, Granatieri, Fanteria di linea, Bersaglieri e Alpini, ma anche a tutti coloro che coi Fanti hanno combattuto in prima linea, dai mitraglieri di Cavalleria ai Bombardieri, dai Carabinieri agli Artiglieri operanti in quella che è stata definita j«striscia del Nastro Azzurro». Ii-orpo a corpo La relazione austriaca, nella parte finora pubblicata, dà conto delle prime quattro battaglie sull'Isonzo, soltanto. *£, 5* 4 de"VtqUiTt0 viene annotato dal generale Pitreich edal defunto colonnello Veith, a cui la relazione spesso si riferisce, basta a dare l'esatta misura del valore del soldato italiano. Scrive, per esempio, il Pitreich parlando della seconda battaglia: « Perdite terrorizzanti dall'una e dall'altra parte; lotta furiosa dappertutto, ma soltanto sull'altipiano del Carso era possibile formarsi un'idea esatta della crudeltà della lotta, del consumo enorme di uomini, dell'ammirevole eroismo di ambo le parti » ; e il \Veith aggiunge che la seconda batta ^Jncom^^ preSenta°glà U tipo Completo delle granJ jdi battaglie caratteristiche della guer ^^ I fronte occidentale e sull'Isonzo. Anchequesta volta la fase finale di ogni attodi lotta era stata una mischia a corpo a corpo, cioè eroismi senza esempio. La tenacia da parte italiana non si rilevava soltanto nei Fanti: gli italiani avevano sistemato sul margine estremo dell'altipiano, davanti a Sagrado, una batteria da campagna che batteva d'in-fronte a n a . filata i settori contigui della austro-ungarica: per liberarsi di quel modesto «pidocchio» nella pelle, gli austro-ungarici avevano adibito un mortaio da 30,5 centimetri alla distru-zione in condizioni ottime, perchè laposizione della batteria italiana era li-mitatissima in fatto di spazio e perfet- tamente nota all'artiglieria austro-un- gartea; ma giornalmente gli italiani, nonostante le gravi perdite, la rimette- vano in efficienza «Cosi si combatteva sull'Isonzo! ».IE il Pitreich soggiunge: Questo eral'inferno di Dobcrdò, sotto una formatale che nessuna persona, anche la piùVel2t*' 6 ^?a„C,H I=e^ert<'0nnn .Ancora più alti e sintomatici sono ìriferimenti contenuti nella descrizione^^no f= ko(fn„,. .. „ V __jom„„f„ della terza battaglia, il cui andamento,dal primo al quattro novembre, e con-siderato dalla relazione austriaca « tasei~ì_„_i-„ „ i„! » .„„„„v ,,;„ culminante e di crisi ». Attacchi vio-l6ntl1 " ^^X^^A^itt'TerTrSne^t0auK• iltre, ben otto attacchi a Paljevo; i bat-taglioni A. U. impegnati perdono ilquaranta per cento dei loro effettivi.Sul Carso, i difensori sono privi di son- e l a , i a i 0. a al r o go nn ot- , no da pm giorni sicché taluni reparùnon sono addirittura più in grado dicombattere: il due, 11 settimo Corpo nonha più alcuna forza fresca, nè rinforzi a portare per arginare l'avversario. « Tenacia incredibile » Alla sera l'energia dell'attacco delle Divisioni italiane « che fino ad ora ave-vano assalito con tenacia incredibile »non è ancora Infranto, ma è evidente laloro spossatezza: il tre, la violenza dellalotta sul Carso comincia a diminuireDavanti a Gorizia, il primo novembrela Brigata Granatieri e truppe della decima Divisione attaccano « con grande impeto» nella zona del Sabotinoanche la lotta delle Divisioni italiane undecima e dodicesima, sul Podgora, a Oslavia, a Peuma, è « furiosissima e ostinatissima»: la 58.a Divisione A. Uperde un quarto della propria forza. Itre, continuano gli attacchi del sesto Corpo italiano; a ovest di Grafenberg avvengono sette assalti « effettuati con vero disprezzo della morte »; a Lucinico ed a quota 184, i combattimenti sono condotti con massimo accanimento, mnella fanghiglia alta un metro si frazionano in azioni non coordinate. Nelle lotte dal 18 ottobre al 4 novembre, gli italiani « hanno attaccat dappertutto con spirito di sacrificio degno di ammirazione e con tenacia mai diminuita, pur non riuscendo che a produrre insaccature nella linea ». Perdite fortissime da ambo le parti: la quinta Armata A.U., fino al primo novembre, ha perduto 32.418 uomini, di cui 6.642 morti, 20.458 feriti, 5.318 dispersi; alla sera del 4, le perdite complessive sono ascese a 41.847 (8.228 morti, 26.418 feriti, 7.201 dispersi). La relazione, nel riassumere le vicende delle quattro prime battaglie sull'Isonzo dice: totc—aSscp con tutta la crudeltà degli istinti primi tivi: basti il ricordare che sul Podgora, nelle otto settimane della battaglia au tunnaie, si dovette tener testa a ben j 40 attacchi; e a Oslavia, nel medesimo | Pf^odo, a 30. E il difensore aveva in * dubbiamente a che fare con un avver 1 fe^WWgS fertì JraTa* ;zione ne]ia energia d'urto degli italiani, | a seconda dei reggimenti, nel comples- cdna«Dopo l'interminabile e costante tor- smento diurno e notturno da parte delleLntigliene italiane, era quasi una Hbe- '2razione il venire ad una lotta a minima distanza sebbene in essa si combattesse!^cso, però, le relazioni dello nostre truppe ponevano costantemente in evidenza il meraviglioso valore della Fanteria italiana e dei suoi Ufficiali ». Testimonianze Un combattente d'allora (il Veith) scrive: « La cosa era divenuta molto e molto più di una passeggiata verso Vienna: ma anche per gli austriaci, l'Isonzo era divenuto qualche cosa di ben diverso da Novara e da Custoza. Il campo delle lotte sull'Isonzo era divenuto un inferno pari ai tratti peggiori della fronte occidentale tedesca, rispetto al quale il solo fatto di essere inviati su qualunque ; altro teatro d'operazioni significava ! una vota sull'Isonzo, ogni altro teatro 1 di lotta aveva perduto ilsuo orrore ». [volta, rileva che lo spirito di sacrificio I ed il valore delle nostre truppe sono i andati, si può dire, crescendo di bat-1 ; taglia in battaglia, ed hanno costante-1 ■ mente indotto l'avversario, nel suo sen-1 i timento di equità e nel suo spirito ca-i valleresco, a tributare ai nostri Fanti irgVne-™ié-ASbr5goWaCaVuaV le schiette parole di ammirazione che, si riscontrano nella relazione austria-j ca. Essa, prima ancora di considerare , le battaglie sulla nostra fronte ^ [! trattato con uguale ampiezza le lotte I sulla fronte russa e quelle stilla serba,| ' ed ha poi intrammezzato alle battaglie I predette, gli ulteriori avvenimenti, con- ! i tinuando con tale sistema fino all'ago-1 i sto 1916; ha reso omaggio al valore j j russo, al disperato valore serbo nella ; resistenza contro l'offensiva di Macken-, sen nell'autunno 1915, ma le espres-le [3ioni di riconoscimento e di ammira- ;zitme su riportate non trovano riscon- *» «ella descrizione delle , .. scacchieri suaccennati Ialm sca.ccnie" suaccennati se nei riguardi delle lotte in Volinia e! ^ luglio-agosto 1916. , • * \ i _ _ . „ .„ , . ' _.. „ i definita «eroica» da ambo le parti e, ! ,. t , e nel]a ' d ' i I Siio«,T' alorVde fflfens ri Zitollirici » ^ continuami in evi -j ; | Mntte?MBlÌli salvo tor-denza: ma ogni espressione di ammirazione per il loro valore e per la lorotenacia nella resistenza significa — an- che se ciò non fosse detto esplicita- ì mente, come lo è — il riconoscimento ù. deUa u nostri i, Fant * condizioni indubbiamen-n, sc cW ^ CQn. i j e - fronto a chi si difende. Esaminati, infine, altri punti della relazione austriaca, il generale Ambrogio Bollati così conclude: ^Potremmo continuare la nostra esposizione, e riscontreremo anche nella » j quinta 'battaglia, nella sesta (Gorizia a JDoberdò), ed eziandio nella intermedia a 1 difesa contro l'offensiva del maggio-, [giugno 1916, analoghe espressioni di , a : e a e U. l o g n o o a oo riconoscimento e di ammirazione per le nostre truppe (le critiche all'operato dei comandi, ripetiamo, non ci interessano): ma quanto abbiamo riportato circa le prime quattro battaglie dell'Isonzo, traendolo dal documento ufficiale avversario che le tramanda alla storia, costituisce già di per sè il migliore monumento che si possa erigere alle virtù militari del nostro Fante. Di fronte a tale monumento, ogni polemica, anche se inspirata — come lo è indubbiamente — dalle migliori intenzioni, appare superflua. E da parte italiana, l'ammirazione per il valore e per la tenacia dei difensori dell'Isonzo, nella" loro difficile lotta, di cui l'asprezza non trovava riscontro su nessun teatro delle operazioni austro-ungariche, è doverosa, e altrettanto schietta quanto quella di cui dà prova, verso di noi, l'antico avversar'o ».

Persone citate: Ambrosio Bollati, Fant, Fanti, Grafenberg, Veith, Volinia