Come ci avviamo a Berlino

Come ci avviamo a Berlino LO SPORT ITALIANO E LE OLIMPIADI Come ci avviamo a Berlino Mentre a Berlino si sta rinnovando lo Stadio olimpico che nel 1916 avrebbe dovuto ospitare la sesta serie dei Giochi quadriennali, in tutto il mondo ferve la preparazione, perchè le squadre si presentino agguerrite a questa rassegna mondiale ed i risultati tecnici siano migliori di quelli delle precedenti Olimpiadi. Si parla anche di un intervento della Russia, sicché il quesito prospettato dalle colonne de La Stampa sulla partecipazione della Repubblica dei Sovieti troverà, forse, una soluzione più rapida di quanto si sperava. In mezzo a tanto fervore di preparazione e di lavoro organizzativo, e bene mettere in rilievo quanto compie l'Italia, la quale ha la responsabilità del secondo posto conquistato a Los Angeles e vuole totalizzare a Berlino un bottino di punti maggiore di quello realizzato nel 1932. Per arrivare a tale risultato è necessario non solo partecipare a tutti gli sport che formeranno il programma olimpionico, ma curare anche la preparazione in tutti i particolari, affinchè s'accresca il potenziamento delle nostre masse sportive. Abbiamo già messo in rilievo come nell'Anno XII due manifestazioni abbiano veramente servito ad inquadrare quella che è l'attuale situazione dello spqrt italiano in vista di Berlino: i campionati europei di lotta greco-romana e quelli di atletica leggera fissarono i termini della preparazione da noi compiuta in tali sport. Non certo buona la posizione dei lottatori, tanto vero che la Federazione è corsa subito opportunamente ai ripari e, con l'aiuto del C.O.N.I. ha chiamato in Italia un allenatore finlandese, perchè insegni ai nostri la moderna tecnica di questo sport nel quale in passato vantavamo gloriose tradizioni. Per l'atletica leggera i giovani sono numerosi, ma vanno affinati: questo lavoro di affinamento viene compiuto con saggezza dalla P.I.D.A.L. attraverso le manifestazioni che essa ha in programma. All'alba dell'Anno XIII due altri avvenimenti sono venuti ad inquadrarsi nel programma della nostra preparazione olimpionica: i campionati europei di sollevamento pesi, svoltisi a Genova, ed i Giuochi Partenopei, che hanno avuto sede a Napoli. Nei campionati europei di sollevamento pesi, una specialità nella quale nel 1924, a Parigi, avevamo ottenuto una netta e chiara affermazione di superiorità, a Genova siamo finiti al terzo posto, alla pari con la Cecoslovacchia ed un solo primato costituisce il bottino dei nostri sollevatori. Fortunatamente tale vittoria è toccata anche ad un giovane, a quel Bescapè che già si era distinto a Los Angeles e per il quale alla vigilia di Genova non si erano nutrite molte speranze. Preparato, invece, con meticolosa cura da un appassionato della pesistica, egli è riuscito a trionfare ed avrebbe potuto forse anche superare il limite di Los Angeles se l'emozione non lo avesse attanagliato nel momento critico della battaglia. Alle Olimpiadi del 1932 nessun primato erano riusciti a strappare i nostri; questo di Genova può, quindi, rappresentare un leggero progresso, poiché nel campo della pesistica i campionati europei hanno l'importanza di una Olimpiade. Nella manifestazione genovese sono crollati tutti i nostri anziani, dal Galimberti al Gabetti, sicché la situazione in questo campo si presenta con l'imperativo della necessità di un rinnovamento completo dei quadri, Se si vuole scendere .in gara a Berlino in buone condizioni e con elementi che presentino possibilità di successo. Si noti che a Genova i risultati, nel complesso, furono buoni, ma non notevoli, sicché si può essere certi che a Berlino la contesa sarà maggiormente serrata, anche fra gli stessi elementi che hanno dato vita ai campionati europei. Leggero progresso, dunque, nella pesistica, ma non indice sicuro di avere trovato la giusta via, sicché sembra opportuna la. deliberazione dei Fasci Giovanili di includere ne' loro programma di attività per l'Anno XIII anche i campionati locali di sollevamento pesi, di lotta greco-romana e di lotta libera, affinchè anche in questo sport nel quale i giovani hanno il dovere di addestrarsi, si possano rafforzare i quadri con elementi nuovi. I Giochi Partenopei hanno, invece, rappresentato il primo tentativo compiuto in Italia per preparure dei giovani ad un'Olimpiade. Si è trattato di venti giurili di gare, con la partecipazione di 800 atleti, gare intramezzate da periodi di allenamento ai quali vennero sottoposti i partecipanti ai Giochi stessi affinchè ne risultasse un miglioramento dello stile e, soprattutto, l'abitudine al lavoro quotidiano da parte di tutti i convenuti. Il pugilato ha messo, così, in luce una bella schiera di atleti di valore e vi è da augurarsi che questi giovani, i quali hanno rivelato più aggressività che stile — è stata la mancanza di combattività che a Los Angeles è costata qualche amara sconfitta —, sotto la guida del nuovo allenatore incaricato di visitare i diversi centri, possano affinarsi sì da riportare questo sport dilettantistico all'altezza massima raggiunta durante la Olimpiade di Amsterdam. Accanto a queste due manifestazioni abbiamo avuto recentemente a Roma un campionato di pentathlon moderno fra ufficiali del Regio Esercito. La questione del pentathlon moderno si dibatte da diverso tempo, e non si è ancora trovata una soluzione definitiva. Affidato unicamente all'Esercito, esso ha potuto far rilevare il grande spirito di emulazione dei nostri ufficiali, il loro desiderio vivissimo di primeggiare in questa competizione che sembra adatta agli uomini d'armi; ma i tecnici vi hanno rilevato una deficienza notevole, quella di reclutare i suoi elementi solamente in una ridotta cerchia di praticanti. Questa volta, però, la prova di Roma ha avuto un'estensione più ampia che nel passato, per quello che riguarda selezione, poiché la finale venne preceduta da eliminatorie di Corpo d'Armata, sicché si è potuto avere a disposizione un materiale più interessante e più vario. I migliori saranno trattenuti all'Accademia Militare della Farnesina e si inizierà così un lavoro di allenamen' to collegiale che avrà termine colla scelta definitiva degli uomini per Berlino. Forse sarebbe stato più op portuno estendere la selezione agli ufficiali dell'O.N.B., agli allievi dell'Accademia Fascista di Educazione Fisica, alle forze giovanili del Partito, ed in questo caso opportuno sarebbe pure stato costituire un comitato per il pentathlon modernocosì come avviene per l'Olimpiade nell'ambito del C.I.O., un comitatocioè, che comprendesse un rappresentante per ciascuno degli sport che formano questa prova complessiva: si sarebbe, così, potuto selezionare entro una zona più vasta. Verso la fine dell'Anno XII, ancora a Genova, vennero disputati i campionati nazionali di ginnastica artistica, sport sul quale abbiamo avuto ococasione più di una volta di richiamare l'attenzione, affinchè esso sia sempre maggiormente potenziato. Si è notato un progresso da parte dei giovani, ma il distacco di costoro dai nostri grandi « assi » è stato ancora notevole, sicché sembra assai difficile il colmare la lacuna esistente fra le due categorie; d'altra parte, il campione olimpionico Neri minaccia di passare al ciclismoLa situazione nella ginnastica sembra stazionaria, cioè è al punto di Budapest. Però, nel complesso, la preparazione olimpica, a due anni da Berlino, sembra ben avviata. Continueremo a seguirla. L'Olimpiade è l'aspirazione massima di una nazioneecco perchè tutti gli sforzi devono essere compiuti, affinchè sia possibile trovare ai prossimi Giochi quadriennali il degno posto che spetta all'Italia fascista. L'Olimpico

Persone citate: Bescapè, Gabetti, Galimberti